Redazione Palermo, Autore presso Sicilia 24h - Pagina 150 di 321
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Gli operatori del centro per disabili mentali Ben Haukal, nel quartiere Brancaccio a Palermo, sono stati arrestati per aver sistematicamente picchiato e maltrattato gli ospiti della struttura. I carabinieri hanno eseguito nei loro confronti un’ordinanza cautelare di arresti domiciliari.

Per altri due è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese. Il personale coinvolto in questa ennesima vicenda di violenza verso categorie fragili è accusato a vario titolo di maltrattamenti.
L’indagine, coordinata dai magistrati della Procura, ha svelato che nel centro residenziale per handicappati i pazienti venivano picchiati, sottoposti a continue punizioni fisiche e umiliazioni psicologiche. Le intercettazioni ambientali audio e video, effettuate 24 ore su 24 nella struttura, con la costante presenza a poca distanza di una pattuglia pronta a intervenire, hanno documentato azioni sconcertanti ben lontane dalla mission del centro assistenziale. Nelle immagini si vede un operatore che sbatte a terra un disabile seduto su una poltrona. E ancora un’altra operatrice che picchia un giovane che non voleva stare seduto, o un dipendente che lancia una sedia contro un ospite.
In alcuni casi gli assistiti venivano strattonati, spinti sui divani o colpiti con schiaffi così forti da far loro sbattere la faccia al muro. Gli inquirenti, nel corso dell’indagine durata mesi, hanno assistito ad un sistematico uso della violenza in una struttura che avrebbe dovuto rappresentare per gli ospiti un luogo di assistenza e cura

Otto strutture ospedaliere e tre differenti regioni coinvolte per dare una speranza a una paziente siciliana.

La donna affetta da una rara malattia ematologica causa di una cirrosi epatica e un carcinoma al fegato, aveva una sola speranza di vita: il trapianto. Per salvarle la vita è stato mobilitato il reparto di Ematologia dell’Ospedale Cervello, ben 4 Banche del Sangue (Centro Trasfusionale di Cefalù, Ospedale Civico, Ospedale Maggiore di Ragusa, Banca del Sangue Raro di Milano), la rianimazione del Policlinico di Bari dove è avvenuto il prelievo e l’ISMETT di Palermo. Qui è stato eseguito il trapianto.

La paziente era affetta fin dalla nascita da una rara malattia che la costringeva a ripetute e frequenti sedute di eritroexchange, una procedura che consiste nella rimozione, mediante un apparecchio dei globuli rossi malati del paziente che vengono sostituiti con globuli rossi di un donatore. A causa della frequenza con cui è stata sottoposta a questa procedura, la donna aveva sviluppato degli anticorpi resistenti che prevedono per la stessa la possibilità di aver trasfuso un solo e unico tipo di sangue. Un evento molto raro che rende il trapianto ancora più difficile e complicato. “La donna – sottolinea il Salvatore Gruttadauria, direttore del Dipartimento per la Cura e lo Studio delle Patologie Addominali e dei Trapianti di ISMETT – è stata sottoposta a trapianto di fegato alcune settimane fa grazie a una donazione di organi che si è resa disponibile presso il Policlinico di Bari. Le sue attuali condizioni sono buone ed ha già potuto lasciare l’ospedale e tornare a casa”. Una donazione ancora più straordinaria perché effettuata da un donatore Covid positivo. Il prelievo di organi salva-vita come il fegato, provenienti da donatori deceduti positivi al COVID 19, è possibile quando gli stessi vengono poi trapiantati in pazienti che hanno già superato l’infezione.

Per permettere di svolgere in sicurezza il trapianto è stata, dunque, messa in atto una particolare procedura che ha previsto il coinvolgimento delle Banche del Sangue, di ISMETT e del reparto di Ematologia dell’Ospedale Cervello. Una procedura che per funzionare deve seguire una sincronia perfetta. “La preparazione per eseguire questo tipo d’intervento è durata alcuni mesi – dice Gaetano Burgio, anestesista dell’ISMETT- Sono state diverse le video call e le riunioni fra gli operatori delle diverse strutture effettuate per stilare un piano operativo da attivare al momento della disponibilità di un organo per la signora. E’ stato un esempio virtuoso di collaborazione secondo le specifiche professionalità di ognuno che ha permesso di raggiungere un difficile traguardo. La buona sanità siciliana che eccelle anche in questi tempi difficili dell’assistenza sanitaria a causa del COVID”.

La paziente è stata sottoposta presso il reparto di Ematologia dell’Ospedale Cervello a un ciclo di eritroexchange e poi ha trasferito la paziente all’ISMETT. Contemporaneamente presso la Banca del Sangue di Cefalù è iniziato lo scongelamento delle sacche di sangue precedentemente raccolto dalla Banca del Sangue di Ragusa, una delle due Banche del sangue dei gruppi sanguigni rari presenti in Italia, assieme a quella di Milano. Tutto in perfetto sincronismo e permettendo di andare in Sala Operatoria secondo l’orario previsto.

 

L’hub della Fiera del Mediterraneo di Palermo vuoto, praticamente senza utenti. Pochissime le persone che oggi sono andate nel centro vaccinale per ricevere la dose di vaccino anticovid.

Abbiamo avuto un’eccezionale risposta dall’Open week end appena passato, ma temo che il prossimo fine settimana andrà diversamente, nel senso che non ci sarà tanta gente”. La Rocca torna a lanciare un appello ai cittadini a vaccinarsi: “Forse i siciliani non hanno compreso che se non ci vacciniamo tutti subito prima o poi prenderemo il Covid, visti anche i numeri di questi giorni. Dobbiamo prendere esempio dagli inglesi, che hanno fatto AstraZeneca e adesso hanno potuto riaprire tutto. E’ inutile e controproducente continuare a scappare dal vaccino”. A rilanciare la possibilità di vaccinazioni a tappeto è il commissario per l’emergenza Covid a Palermo Renato Costa: “Non c’è bisogno di prenotazione, invito i cittadini che sono in target a venire in Fiera, li vacciniamo subito senza la necessità di prenotare. Vaccinarsi è indispensabile”

A Palermo, al palazzo di giustizia, a conclusione della requisitoria, il pubblico ministero ha chiesto al giudice monocratico sette condanne e cinque assoluzioni nell’ambito dell’inchiesta antidroga lungo l’asse Palermo – Licata cosiddetta “Bazar”. 10 anni e 11 mesi per Giampiero Arrostuto, 42 anni, di Canicattì. 7 anni e 8 mesi per Giuseppe Tinnirello, 33 anni, di Palermo. 10 anni per Antonio Montana, 47 anni, di Licata. 6 anni per Antonio Truisi, 56 anni, di Licata. 4 anni per Luciano Bonvissuto, 34 anni, di Licata. 11 anni per Giusy Manuela Angileri, 30 anni, di Marsala. E 10 anni per Giselle Angileri, 35 anni, di Marsala. Richiesta di assoluzione invece per Emanuele Marchione, 57 anni, di Licata, Diego Pelonero, 47 anni, di Licata, Melchiorre Salvatore Alabiso, 47 anni, di Licata, Salvatore Paraninfo, 32 anni, di Licata. E Santa Loredana Giorgio, 40 anni, di Canicattì.

Tornano in libertà Letizia Di Liberti, dirigente della Regione siciliana, Salvatore Cusimano funzionario dell’assessorato regionale alla Salute, e Emilio Madonia, il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati, indagati nell’ambito di una inchiesta sui dati falsi sull’andamento della pandemia comunicati all’Istituto Superiore di Sanità.

Il gip di Palermo, che dopo il trasferimento dell’indagine da Trapani al capoluogo era chiamato a decidere sulla rinnovazione della misura cautelare ha revocato per tutti gli arresti domiciliari.

A Di Liberti e Cusimano è stata imposta la sospensione dal servizio per un anno.

I passeggeri in partenza dall’aeroporto di Palermo potranno sottoporsi gratuitamente a un tampone rapido. Il servizio sarà operativo dal 19 aprile, e si aggiunge ai test per i passeggeri in arrivo, che invece seguono la procedura descritta nelle ordinanze del presidente della Regione siciliana, sintetizzata graficamente sul sito aeroportodipalermo.it Grazie alla collaborazione tra Gesap, la società di gestione del “Falcone Borsellino”, l’Asp, l’ufficio del Commissario per l’emergenza Covid della provincia di Palermo e l’assessorato regionale alla Salute, i passeggeri in partenza, se lo vorranno, dalle 8 e fino all’orario dell’ultimo volo in arrivo, potranno recarsi presso l’area Covid test (che si trova a circa 700 metri dall’aerostazione), con largo anticipo rispetto all’orario di partenza del volo, e richiedere il tampone rapido.

Il gup di Palermo Lorenzo Jannelli ha rinviato a giudizio il leader della Lega Matteo Salvini. Il senatore del Carroccio risponde di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, secondo la Procura illegittimamente, alla nave della ong catalana Open Arms, con 147 migranti soccorsi in mare, di attraccare a Lampedusa.

Per giorni i profughi rimasero davanti alle coste dell’isola.
“La difesa della Patria – commenta Salvini sui propri profili social – è sacro dovere del cittadino”. Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre”.

“Apprendiamo di un nuovo slittamento, deciso dal Governo regionale, per le elezioni nei comuni di Vittoria e San Biagio Platani.
Sarebbe l’ennesimo schiaffo alla democrazia in questi centri che da oltre 12 mesi hanno visto scadere i termini del commissariamento dovuto allo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Rimandare ancora la possibilità di restituire alle comunità una guida amministrativa democraticamente scelta dai cittadini significa consentire una possibile riorganizzazione delle consorterie che hanno portato allo scioglimento, con il rischio di rendere inutile questo lunghissimo commissariamento.
Se l’intendimento della giunta dovesse essere confermato ci opporremo, già nella commissione di merito, contro una misura che ci appare inaccettabile sotto ogni punto di vista.”
Lo dichiara il Presidente della Commissione Antimafia regionale Claudio Fava

“Suicidi, arresti e fatti cronaca. Troppe criticità negli Istituti Penitenziari siciliani. Da Roma servono più attenzioni e maggiori investimenti”. A lanciare l’allarme è FP Cgil Sicilia. “Negli ultimi giorni – affermano il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo, il Segretario Regionale, Massimo Raso, e il Coordinatore Regionale PP, Alfio Giurato – si sono verificati una serie di fatti, scollegati tra loro, ma che offrono un preoccupante spaccato di come si sviluppi la vita all’interno degli Istituti penitenziari siciliani”. In particolare si sono recentemente registrati il suicidio di un Agente al Pagliarelli, gli arresti di Augusta e l’aggressione al carcere di “Piazza Lanza” a Catania ad opera di un detenuto con problemi psichiatrici. “Sono episodi – sottolineano Agliozzo,  Raso e Giurato – che fanno emergere  le diverse sfaccettature di una situazione esplosiva, che evidenzia cronici problemi irrisolti, carenze organizzative di organico e di sicurezza, e un deficitario contesto  infrastrutturale a cui non viene posto rimedio. Da anni – spiegano  –  denunciamo questa situazione e riteniamo che sia arrivato il momento delle risposte. Abbiamo la fortunata coincidenza di avere a Roma, a Capo del DAP, il dottor Petralia, siciliano e profondo conoscitore della nostra situazione ed una Direttrice del PRAP, la dottoressa Calandrino, assolutamente capace. Due rilevanti figure che hanno indicato la strada, quella dei “progetti di istituto” che ci auguriamo possano tutti trovare una concretizzazione perché vi è la necessità di operare una inversione di tendenza. Forse occorrerebbe anche il coraggio di ripensare ad una riforma più radicale volta ad una razionalizzazione e ad un ripensamento dell’attuale articolazione territoriale con investimenti anche su nuove e più moderne strutture”. FP CGIL ha anche lanciato, nei mesi scorsi, la campagna per #StareBeneDentro, per chiedere di migliorare le condizioni di lavoro degli uomini e delle donne in divisa che lavorano in carcere, una realtà tra le più complesse, un ambiente spesso aggressivo, trascurato e ai limiti della sicurezza. “Occorre  – concludono Agliozzo, Raso e Giurato – cominciare ad affrontare e risolvere le cose che possono sembrare semplici: bagni, docce, spogliatoi e armadietti differenziati per uomini e donne, fino a trattare questioni annose come l’aumento del fenomeno dei suicidi e delle aggressioni. Una professione così delicata ha bisogno della possibilità di usufruire di un’assistenza psicologica gratuita per tutti i dipendenti, ma anche, ad esempio, di chiudere il protocollo con la Regione per porre l’attenzione sul delicato tema della salute mentale in carcere. È il tempo delle decisioni, siamo stanchi di commentare impotenti i fatti di cronaca”.

“Rifiuti fuori dalla Sicilia, già partite le procedure. È la plastica dimostrazione del fallimento delle politiche del governo Musumeci anche in questo settore. Il problema è che questo disastro sarà pagato dai siciliani, e lo faranno a caro prezzo”.

Lo dichiara Giampiero Trizzino, deputato dell’Ars e responsabile nazionale per le politiche ambientali del M5S, a commento dell’avviso pubblico esplorativo fatto in questi giorni dal Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti, volto all’individuazione di operatori economici che svolgano attività di trasporto, recupero e/o smaltimento di rifiuti al di fuori del territorio regionale.

“Tutto ciò dimostra – affermano i componenti M5S della Commissione ambiente dell’Ars Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito – che l’aumento delle percentuali di differenziata, annunciato a gran voce nei mesi passati dal governo, nulla di buono ha portato ai quei Comuni e quei cittadini che tanto si sono impegnati in questo senso. La differenziata infatti, e lo diciamo da sempre, è inutile  se non è parallelamente accompagnata da una strategica politica regionale seria, tesa a dotare il territorio degli impianti necessari. Le discariche siciliane, a giorni, saranno totalmente sature, sebbene ciò fosse prevedibile già da tempo, e l’unica soluzione immaginata da questo governo è quella di spedire l’indifferenziato e il rifiuto già trattato fuori dalla Sicilia ad un costo enorme che, ovviamente, sarà tutto a carico dei cittadini”.

“Da quanto si legge nell’avviso pubblico – affermano i deputati  5 stelle – apprendiamo che circa il 70% di rifiuto indifferenziato prodotto sarà spedito fuori per un arco temporale, addirittura, di 10-12 mesi. Un dato, quest’ultimo, che più di ogni altro dà la misura della gravità della situazione, ma che, soprattutto, svela a tutti i siciliani che questo Governo, ad un anno e mezzo dalla fine della legislatura, ha certamente fallito nel tentativo di risolvere la più grande emergenza in cui, da troppi anni, versa la Sicilia”.