Il parlamentare regionale Giuseppe Gennuso, arrestato il 17 aprile scorso dai carabinieri per voto di scambio aggravata dal metodo mafioso, è stato rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame. L’imprenditore di Rosolini, 65 anni, eletto nella lista di centrodestra Popolari ed Autonomisti, era stato posto ai domiciliari. Ha sempre respinto le accuse sostenendo di non avere mai avuto un accordo con il clan e di non aver mai pagato per ottenere le preferenze.
Nell’operazione coordinata dalla Dda di Catania, i carabinieri avevano arrestato anche Francesco Giamblanco, 31 anni, cognato del boss di Avola Michele Crapula, e posto ai domiciliari Massimo Rubino, 45 anni, presunto l’intermediario tra la cosca e Gennuso. Entrambi sono stati pure rimessi in libertà dal tribunale.
‘ex presidente della Regione Rosario Crocetta è indagato insieme a una ventina di persone, tra cui funzionari regionali e il dirigente Maurizio Pirillo, per la gestione dell’emergenza rifiuti che, nell’estate del 2016 interessò l’Isola. Il reato ipotizzato dalla Procura di Palermo è di abuso in atti d’ufficio.
I pm contestano a Crocetta l’avere autorizzato con ordinanze urgenti il conferimento in alcune discariche catanesi di oltre 6900 tonnellate di rifiuti. Procedura che per il governatore sarebbe stata giustificata dall’emergenza sanitaria in corso. Ma per i magistrati Crocetta avrebbe agito senza i pareri previsti dalla legge. Inoltre autorizzando in deroga il conferimento di quantità di rifiuti superiori a quelle previste dalle norme avrebbe consentito ai gestori delle discariche di aumentare i guadagni. All’ex governatore è stato notificato un avviso di garanzia.
Un contributo alle imprese contro l’esclusione dal mercato del lavoro dei disabili e dei disoccupati di lunga durata. È quanto prevede l’avviso in pubblicazione nelle prossime ore al Dipartimento Regionale del Lavoro, il cui Assessorato è retto da Mariella Ippolito. Il cosiddetto bonus per l’assunzione prevede l’inserimento o il reinserimento occupazionale con contratti stabili a tempo indeterminato di quei siciliani fuoriusciti dal mondo del lavoro e dei portatori di handicap il cui status è disciplinato dalle “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”. Le risorse finanziarie in dotazione per l’intervento previsto dall’avviso ammontano a quindici milioni di euro a valere sull’Asse I del POR Sicilia FSE 2014 – 2020. “Con questo avviso – ha commentato l’assessore Mariella Ippolito –, vogliamo favorire lavoro vero e stabile per quelle fragilità sociali che rischiano di rimanervi esclusi, nonostante abbiano gli stessi diritti di tutta la popolazione. Per i diversabili bisogna dare finalmente seguito ai dettami di una legge, la n.68 del 1999, che, nonostante i suoi quasi 20 anni, non ha trovato grande applicazione concreta nella società. Per i cosiddetti ‘over anta’ invece, auspichiamo di abbattere definitivamente il senso di smarrimento che avverte sulla propria pelle una fascia generazionale né troppo giovane per usufruire delle numerose agevolazioni pubbliche, né abbastanza adulta per affacciarsi alla meritata pensione. Ho ascoltato e sentito mie le ragioni di questi abili lavoratori specie nelle macromunicipalità siciliane, dopo la crisi fatale che ha investito grosse catene commerciali”. Il contributo del bonus per l’assunzione ha un valore finanziario massimo di 8.000 euro annui, riparametrato e applicato su base mensile, per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato. Il bonus è erogato per un periodo di 24 mesi a partire dalla data di assunzione nel limite massimo di 14.000 euro nei due anni, articolato in 6.000 euro per i primi 12 mesi e 8.000 euro dal 13esimo mese al 24esimo mese. I contributi possono essere versati in un’unica quota, a saldo del bonus, dopo 24 mesi dall’avvio del contratto, previa presentazione delle buste paga e di copia dei versamenti mensili dello stipendio tramite bonifico bancario, bonifico domiciliato presso Poste Italiane o assegno circolare e degli F24 relativi ai versamenti dei contributi obbligatori erogati. In alternativa, il bonus può essere erogato in due quote: la prima, a titolo di anticipazione nella misura dell’80% del bonus concesso dopo l’avvenuta assunzione del lavoratore e la presentazione di una fideiussione bancaria o di una polizza assicurativa dello stesso importo; la seconda, a saldo del bonus concesso, è erogata dopo 24 mesi dall’avvio del contratto, subordinata alla presentazione delle buste paga e di copia dei versamenti mensili dello stipendio tramite bonifico bancario, bonifico domiciliato presso Poste Italiane o assegno circolare e degli F24 relativi ai versamenti
Esprimo solidarietà all’amico ed ex parlamentare Giovanni Panepinto che ha subito un atto di vile intimidazione con il taglio delle gomme dell’auto di proprietà. Auspico il ritorno del dialogo civile che ponga il cittadino ed i suoi bisogni in primo piano, auspico il ritorno del controllo del territorio e la adeguata dotazione alle forze dell’ordine degli strumenti e del personale al fine di assicurare alla giustizia coloro che compiono atti simili. Concordo con il pensiero del collega al quale rivolgo l’appello di continuare ad operare con la stessa tempra e il medesimo impegno che ha contraddistinto questi anni di presenza nello scenario politico siciliano.
I carabinieri hanno arrestato un uomo di 47 anni, Gianfranco Lipari, accusato di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, furto aggravato e detenzione illegale di munizionamento. Nella sua falegnameria in via Belmonte Chiavelli, a Palermo, i cani antidroga Derby e Ron, del nucleo cinofili di Villagrazia, hanno fiutato l’odore della marijuana. Le piante, 180 di due metri d’altezza, erano nascoste al piano superiore del locale, accessibile da una piccola botola sul soffitto. La serra indoor era collegata con un allaccio abusivo alla rete elettrica comunale: lampade alogene, condizionatori, temporizzatori, ventilatori, aspiratori, fertilizzanti e prodotti chimici.
Durante la perquisizione sono sequestrati dentro una borsa con 11.050 euro e 6 cartucce calibro 38 special, occultate all’interno di un cassetto di una scrivania. Nell’abitazione dell’uomo, a Bonagia, i carabinieri hanno trovato un’altra serra, con 174 vasi contenenti germogli di marijuana. L’uomo è in carcere.
Non è consentito a nessuno di sfruttare la “capacità diffusiva” del giornale con le cover plastificate “appiccicate”, che altro non sono che spazi pubblicitari regolarmente venduti da privati. Lo sancisce la sentenza 2105 del 3 maggio scorso, decisa dalla quinta sezione civile del tribunale di Palermo specializzate in materia di imprese che si è espressa sul contenzioso sorto tra la Società Editrice Sud Spa, che edita la ‘Gazzetta del Sud’, e la ditta J&M promotion 2000 che produce copertine in pvc, adoperate come veri e propri contenitori pubblicitari, che venivano distribuite gratuitamente nei ritrovi e nei bar cittadini e della provincia, e che in pratica ‘incapsulavano’ il quotidiano. La Ses Spa ha argomentato, sulla scorta della normativa di riferimento e su quella che tutela il diritto d’autore, uno “sfruttamento dell’opera giornalistica a fini pubblicitari senza il suo consenso”. Lo sfruttamento è stato ravvisato “nella vendita di spazi pubblicitari su supporti cartacei inseriti nella copertina in pvc trasparente e nella successiva distribuzione della stessa presso gli esercizi commerciali di Messina e della provincia”.
La Polizia di Stato ha arrestato Giuseppe De Fenza, di 63 anni, Giuseppe Costanza, di 63 anni, e Ivan Rino Bonaccorso, 38 anni, tutti di Napoli, accusati di trasporto di 100 chili di hashish. Gli agenti della squadra mobile e del commissariato Brancaccio hanno appreso dell’arrivo in città di una Jaguar piena di droga. Poi hanno individuato sulla Palermo-Messina l’auto seguita da una Land Rover Freelander. I due veicoli sono stati seguiti fino a quando non hanno parcheggiato nei presi di un’abitazione in contrada Lanzarotte a Bagheria. Gli agenti hanno fatto irruzione e i tre napoletani sono scappati. Ma poco dopo sono stati bloccati. Nel vano della Jaguar sono stati trovati i 100 chili di hashish
Blitz carabinieri, condanne confermate per tutti gli imputatiLa corte d’appello di Palermo ha sostanzialmente confermato le condanne inflitte in primo grado a sei mafiosi corleonesi. Quindici anni sono stati inflitti a Rosario Lo Bue, capomafia di Corleone che ha preso lo scettro di Riina, sei anni e otto mesi ha avuto Pietro Pollichino, nove anni e otto mesi Vincenzo Pellitteri, (la sua pena è stata lievemente ridotta rispetto al primo grado), otto anni e otto mesi Salvatore Pellitteri, 43 anni, nove Roberto Pellitteri e Salvatore Pellitteri di 26 anni. L’indagine che ha portato al processo, coordinata dalla dda di Palermo, è stata condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Monreale e dalla compagnia di Corleone e ha colpito il mandamento mafioso di Corleone e delle famiglie di Chiusa Sclafani e Palazzo Adriano consentendo di ricostruire gli assetti di vertice dei clan e i rapporti con le ‘famiglie’ vicine.
Mafia e infiltrazioni nel mondo del calcio, la tutela dei minori cresciuti in contesti mafiosi, le nuove sfide della Chiesa di Papa Francesco nella lotta alla criminalità organizzata: sono solo alcuni dei lavori premiati con le borse di studio della Fondazione “Giovanni Falcone” e finanziate dall’Assemblea Regionale Siciliana con l’obiettivo di sviluppare l’attività di ricerca su temi legati alla criminalità con particolare riferimento alle mafie. I dieci vincitori sono tutti laureati in Giurisprudenza col massimo dei voti e hanno ricevuto un contributo di settemila euro. La consegna dei riconoscimenti si è tenuta questo pomeriggio nella sala Piersanti Mattarella di Palazzo Reale. Erano presenti la presidente della Fondazione Falcone, professoressa Maria Falcone, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, e il direttore generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso.
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