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È stato esposto al Teatro Massimo di Palermo, questa mattina, durante una cerimonia solenne , il lenzuolo realizzato dalla Fondazione Falcone e dal Ministero dell’Istruzione in ricordo dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 29 esimo anniversario delle stragi di Capaci e Via d’Amelio. Il lenzuolo, sui cui è stata realizzata un’immagine dei due magistrati dal designer Carlo Fiore, verrà esposto oggi in 20 luoghi in tutta Italia.

Alla cerimonia hanno partecipato la professoressa Maria Falcone, sorella del giudice ucciso dalla mafia, il generale di brigata Rosario Castello, comandante della Legione, il comandante provinciale dei carabinieri Arturo Guarino, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il sovrintendente del Teatro Massimo Francesco Giambrone. L’iniziativa rientra nel progetto #unlenzuolocontrolamafia che, attraverso una campagna social sulle pagine Fb e Instagram della Fondazione Falcone, ha anche coinvolto cantanti, attori, esponenti della cultura per un appello ai cittadini ad appendere un lenzuolo il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, come avvenne dopo l’attentato

“Razza bis? No grazie. Non comprendiamo cosa sia cambiato dal giorno delle sue, doverose, dimissioni. E in ogni caso l’operato del delfino di Musumeci era deficitario prima che l’inchiesta della magistratura investisse l’assessorato alla Salute, tanto da indurre le opposizioni a proporre una mozione di censura nei suoi confronti”.

Lo affermano i deputati del M5S all’Ars, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa, Antonio De Luca e Giorgio Pasqua, componenti della commissione Salute di palazzo dei Normanni.

“Se siamo stati tra le ultime regioni ad abbandonare l’arancione, con tutte le ricadute negative del caso – affermano i parlamentari 5 stelle – è anche imputabile a scelte che affondano le radici nei mesi passati, quando Razza era in cabina di regia. Se siamo stati il fanalino di coda in fatto di vaccini, ciò non era certo imputabile a scelte degli ultimi giorni. E potremmo continuare. L’ex assessore alla Salute ha già mostrato di non saper governare la sanità siciliana, anche perché, pur consapevole delle anomalie riguardanti il caricamento dei tamponi effettuati e delle vittime Covid, non si è adoperato né per denunciare, né per impedire la deprecabile pratica. Quale può essere la credibilità di un soggetto che ha già posto in essere simili condotte? Come si può giustificarne la reintegra?”.

“La triste realtà – aggiungono – è che sulle dimissioni di Razza si è giocata la tenuta del governo regionale e adesso che si discute dei prossimi assetti elettorali, Musumeci non vuole privarsi del suo delfino. Peccato che tutto ciò non abbia nulla a che vedere con la salute dei siciliani”.

“Noi – concludono Cappello, Siragusa, De Luca e Pasqua – siamo favorevolissimi che Musumeci lasci l’interim alla Salute: la guerra al Covid ha bisogno di un generale a tempo pieno. Ma sia un generale nuovo”.

A Palermo la Polizia ha eseguito una misura cautelare nei confronti di 30 persone, indagate di essere parte di un’organizzazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di cocaina. Sono 11 gli arresti in carcere, 15 ai domiciliari, e a 4 è stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini hanno svelato un’attività di spaccio che da Partinico si sarebbe estesa ad altri Comuni della provincia palermitana come Balestrate, Trappeto, Camporeale, San Cipirello, nonché del Trapanese come Alcamo, Castellammare del Golfo, Santa Ninfa, Gibellina, e Mazara del Vallo. L’organizzazione avrebbe gestito intensi traffici di droga con un rilevante giro d’affari grazie a tantissimi clienti. Gli uomini di riferimento dell’organizzazione sarebbero ricorsi anche alla violenza per il recupero dei crediti.

E’ stato inaugurato il centro allestito dalla Croce Rossa Italiana nella stazione ferroviaria centrale a Palermo per l’effettuazione senza alcun costo, prescrizione medica o prenotazione del tampone antigenico rapido riservato a tutti i cittadini che sono in partenza. Sono intervenuti il sindaco Leoluca Orlando, Renato Costa, commissario per l’emergenza Covid a Palermo e per la Croce Rossa, Luigi Corsaro, presidente regionale, Laura Campione, presidente Comitato Palermo e Giuseppe Giordano, segretario regionale.

“Voglio porgere il mio apprezzamento per l’iniziativa della Croce Rossa Italiana in collaborazione con le Ferrovie dello Stato che, certamente, fa parte della diffusione della cultura della salute – ha detto Orlando – Come a Milano e a Roma, oggi anche a Palermo c’è la possibilità per i cittadini in partenza di effettuare il tampone rapido in maniera gratuita e presto questa iniziativa sarà diffusa a tutte le altre grandi stazioni italiane. Si tratta di un modo per invogliare e facilitare il controllo della salute attraverso il tampone, ma anche di evitare il dilagare della pandemia. La cura della propria salute e l’aumento dei vaccini è la strada giusta per metterci alle spalle il terribile problema del Covid”

“Il decreto di non luogo a procedere da parte del giudice di Catania è la dimostrazione che, nonostante le accuse infondate, Matteo Salvini, da ministro dell’Interno, aveva compiuto il proprio dovere, difendendo la sovranità dell’Italia e contrastando l’immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani”.

Lo sottolinea l’assessore dei Beni Culturali della Regione Siciliana, Alberto Samonà (Lega), commentando il provvedimento del giudice per l’udienza preliminare che ha prosciolto Matteo Salvini dall’accusa di sequestro di persona per il caso della nave Gregoretti.

“In un mondo normale – aggiunge Samonà – a Salvini dovrebbe essere immediatamente riassegnata la delega di Ministro dell’Interno, per fronteggiare la nuova emergenza sbarchi di queste ultime settimane e per dare un segnale chiaro all’Europa, proprio come aveva fatto due anni fa, tutelando i confini e servendo il nostro Paese”.

La Guardia di Finanza, su disposizione della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, ha confiscato beni per oltre 3 milioni e 500mila euro ai fratelli palermitani, Giuseppe e Maurizio Sanfilippo, di 69 e 61 anni, inquisiti di usura e ritenuti da anni i maggiori referenti del credito illegale a Palermo e provincia. Secondo le indagini dei finanzieri, i due fratelli avrebbero prestato soldi a commercianti e imprenditori in difficoltà applicando tassi d’interesse fino al 60% su base annua. Il provvedimento di confisca è frutto di una sentenza definitiva in Cassazione. Maurizio Sanfilippo ha patteggiato una pena a 3 anni e 3 mesi di reclusione, mentre Giuseppe è attualmente sotto giudizio. Sono state confiscate due imprese, un bar tabaccheria a Misilmeri e un negozio di abbigliamento a Palermo, poi 14 immobili, tra abitazioni, locali commerciali e appezzamenti di terreno, tra Palermo, Bagheria, Trabia e Termini Imerese, 11 veicoli e 20 rapporti finanziari. Almeno una ventina delle presunte vittime di usura sono state convocate dal comando provinciale della Guardia di Finanza. Sono tre hanno collaborato alle indagini.

“Il record di domande presentate in Sicilia per l’inserimento nelle graduatorie di circolo e di istituto del personale Ata è indice di una crisi occupazionale drammatica”. Lo dice Adriano Rizza, segretario regionale della Flc Cgil Sicilia.

“La Sicilia – spiega – detiene il primato nazionale con 265.200 domande. Un dato allarmante se si considera che in regioni più popolose come Lombardia, Lazio e Campania ne sono state presentate rispettivamente 234.130, 245.625 e 230.668”.

A livello territoriale invece la provincia con più domande è Palermo 68.367, seguita da Catania 69.247, Messina 35.194, Siracusa 20.395, Ragusa 19.996, Trapani 19.445, Agrigento 13.080, Caltanissetta 11.889 ed Enna 7.585”.

“Ricordiamo che i profili professionali per i quali i candidati concorrono – aggiunge Rizza – attraverso la formulazione di una graduatoria per titoli, sono quelli di assistente amministrativo, collaboratore scolastico, assistente tecnico, addetto alle aziende agrarie, cuoco, infermiere e guardarobiere. Tali graduatorie hanno una validità per il triennio 2021/2023 e sono utili a coprire le supplenze temporanee, nelle 30 scuole indicate dagli aspiranti, già a partire dal prossimo anno scolastico”

“Consapevoli che i posti disponibili – conclude – non riusciranno minimamente a soddisfare questa grande domanda di lavoro, chiediamo al governo regionale e nazionale il massimo impegno per utilizzare le risorse del recovery fund per lo sviluppo e l’occupazione al Sud”.

Il collegio dei giudici della prima sezione penale della corte d’Appello di Palermo, presieduto da Adriana Piras, il 17 febbraio scorso ha condannato l’ex direttrice sanitaria dell’ospedale Villa Sofia, Maria Concetta Martorana, per non avere denunciato e di fatto consentito al medico messicano Ochoa di operare nella sala operatoria senza autorizzazione insieme all’ex primario di chirurgia plastica del nosocomio palermitano Matteo Tutino. La sentenza conferma la condanna a un anno e quattro mesi di primo grado emessa dal Gup Guglielmo Nicastro il 28 settembre 2020.
La manager dovrà risarcire le parti civili con 25mila euro l’Azienda sanitaria Villa Sofia-Cervello e 5mila euro il presidente dei medici Salvatore Amato, oltre al pagamento delle spese processuali.
La soddisfazione dell’Ordine dei medici di Palermo, parte civile nel processo “Una giusta sentenza – commentano il presidente e il vicepresidente dell’Omceo di Palermo Toti Amato e Giovanni Merlino – che riconosce dell’istituzione ordinistica non oltre alle funzioni di guida e rappresentanza di tutti i medici, il suo ruolo di ente sussidiario dello Stato, che vede i medici come custodi di interessi di pubblica utilità e garanti del rispetto della collettività e della professione medica. Il risarcimento è puramente simbolico e sarà devoluto ai servizi per i medici”.
Per l’avvocato Mauro Torti che ha assistito l’Ordine dei medici come parte civile è “una vittoria importante, non certo per l’entità della cifra riconosciuta, ma per essere riusciti ad avere riconosciuto il danno patito dalle parti civili direttamente in sentenza”.

L’addio a Chiara Ziami, la ragazza di 21 anni morta nel terribile incidente dello scorso lunedì in Viale Regione, a Palermo.  La funzione religiosa si è tenuta nella parrocchia Sacra Famiglia in via Gaspare Mignosi, non lontano dalla Stazione Centrale. Molti palloncini bianchi hanno accolto la bara portata in chiesa dagli amici.

Chiara lavorava in un negozio di detersivi in Corso dei Mille dove abitava con la sua famiglia e dove il suo papà gestisce un autolavaggio.  La mattina dell’incidente era andata a scegliere il vestito del suo matrimonio che stava organizzando.

A salutarla in tanti fra familiari, amici, conoscenti e commercianti del quartiere che conoscevano la ragazza ma in chiesa, per via delle restrizioni legate al Covid, sono entrati soltanto i parenti più stretti. Un lungo applauso ha accompagnato l’arrivo della bara di Chiara.

“Guardate quanta gente per Chiara – ha detto il parroco rivolgendosi ai familiari – e quanti altri sono rimasti fuori. Siamo uniti nel dolore ma il dolore va affrontato con l’amore”.

Nel terribile incidente sulla circonvallazione ha perso la vita anche Alessia Bommarito, 20 anni, deceduta poche ore dopo in ospedale, dove era stata trasportata in condizioni gravissime per le ferite riportate. Lei era tesserata nella squadra di calcio Don Carlo Misilmeri. “La società di calcio – si legge in una nota – si unisce al grande dolore per la scomparsa di Chiara Ziami e della nostra ex tesserata Alessia Bommarito. Da parte nostra vanno le più sentite condoglianze alle famiglie di Chiara e Alessia”.

 

La Polizia, su disposizione della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, ha confiscato beni per un milione di euro a Francesco Antonino Fumuso, 54 anni, ritenuto affiliato alla famiglia mafiosa di Villabate, paese alle porte di Palermo. Con lo stesso provvedimento il Tribunale ha applicato a Fumuso la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per quattro anni. I sigilli sono scattati a una villa con piscina e tre appezzamenti di terreno, tutti nel Comune di Misilmeri. Poi quattro veicoli e rapporti finanziari. Dal 1993 Fumuso ha riportato varie condanne per reati quali associazione per delinquere, ricettazione, favoreggiamento personale e per traffico di droga. Nel 2018 l’imprenditore è stato inquisito nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Cupola 2.0”, per associazione mafiosa nella famiglia di Villabate.