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Tornano in libertà Letizia Di Liberti, dirigente della Regione siciliana, Salvatore Cusimano funzionario dell’assessorato regionale alla Salute, e Emilio Madonia, il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati, indagati nell’ambito di una inchiesta sui dati falsi sull’andamento della pandemia comunicati all’Istituto Superiore di Sanità.

Il gip di Palermo, che dopo il trasferimento dell’indagine da Trapani al capoluogo era chiamato a decidere sulla rinnovazione della misura cautelare ha revocato per tutti gli arresti domiciliari.

A Di Liberti e Cusimano è stata imposta la sospensione dal servizio per un anno.

I passeggeri in partenza dall’aeroporto di Palermo potranno sottoporsi gratuitamente a un tampone rapido. Il servizio sarà operativo dal 19 aprile, e si aggiunge ai test per i passeggeri in arrivo, che invece seguono la procedura descritta nelle ordinanze del presidente della Regione siciliana, sintetizzata graficamente sul sito aeroportodipalermo.it Grazie alla collaborazione tra Gesap, la società di gestione del “Falcone Borsellino”, l’Asp, l’ufficio del Commissario per l’emergenza Covid della provincia di Palermo e l’assessorato regionale alla Salute, i passeggeri in partenza, se lo vorranno, dalle 8 e fino all’orario dell’ultimo volo in arrivo, potranno recarsi presso l’area Covid test (che si trova a circa 700 metri dall’aerostazione), con largo anticipo rispetto all’orario di partenza del volo, e richiedere il tampone rapido.

Il gup di Palermo Lorenzo Jannelli ha rinviato a giudizio il leader della Lega Matteo Salvini. Il senatore del Carroccio risponde di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, secondo la Procura illegittimamente, alla nave della ong catalana Open Arms, con 147 migranti soccorsi in mare, di attraccare a Lampedusa.

Per giorni i profughi rimasero davanti alle coste dell’isola.
“La difesa della Patria – commenta Salvini sui propri profili social – è sacro dovere del cittadino”. Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre”.

“Apprendiamo di un nuovo slittamento, deciso dal Governo regionale, per le elezioni nei comuni di Vittoria e San Biagio Platani.
Sarebbe l’ennesimo schiaffo alla democrazia in questi centri che da oltre 12 mesi hanno visto scadere i termini del commissariamento dovuto allo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Rimandare ancora la possibilità di restituire alle comunità una guida amministrativa democraticamente scelta dai cittadini significa consentire una possibile riorganizzazione delle consorterie che hanno portato allo scioglimento, con il rischio di rendere inutile questo lunghissimo commissariamento.
Se l’intendimento della giunta dovesse essere confermato ci opporremo, già nella commissione di merito, contro una misura che ci appare inaccettabile sotto ogni punto di vista.”
Lo dichiara il Presidente della Commissione Antimafia regionale Claudio Fava

“Suicidi, arresti e fatti cronaca. Troppe criticità negli Istituti Penitenziari siciliani. Da Roma servono più attenzioni e maggiori investimenti”. A lanciare l’allarme è FP Cgil Sicilia. “Negli ultimi giorni – affermano il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo, il Segretario Regionale, Massimo Raso, e il Coordinatore Regionale PP, Alfio Giurato – si sono verificati una serie di fatti, scollegati tra loro, ma che offrono un preoccupante spaccato di come si sviluppi la vita all’interno degli Istituti penitenziari siciliani”. In particolare si sono recentemente registrati il suicidio di un Agente al Pagliarelli, gli arresti di Augusta e l’aggressione al carcere di “Piazza Lanza” a Catania ad opera di un detenuto con problemi psichiatrici. “Sono episodi – sottolineano Agliozzo,  Raso e Giurato – che fanno emergere  le diverse sfaccettature di una situazione esplosiva, che evidenzia cronici problemi irrisolti, carenze organizzative di organico e di sicurezza, e un deficitario contesto  infrastrutturale a cui non viene posto rimedio. Da anni – spiegano  –  denunciamo questa situazione e riteniamo che sia arrivato il momento delle risposte. Abbiamo la fortunata coincidenza di avere a Roma, a Capo del DAP, il dottor Petralia, siciliano e profondo conoscitore della nostra situazione ed una Direttrice del PRAP, la dottoressa Calandrino, assolutamente capace. Due rilevanti figure che hanno indicato la strada, quella dei “progetti di istituto” che ci auguriamo possano tutti trovare una concretizzazione perché vi è la necessità di operare una inversione di tendenza. Forse occorrerebbe anche il coraggio di ripensare ad una riforma più radicale volta ad una razionalizzazione e ad un ripensamento dell’attuale articolazione territoriale con investimenti anche su nuove e più moderne strutture”. FP CGIL ha anche lanciato, nei mesi scorsi, la campagna per #StareBeneDentro, per chiedere di migliorare le condizioni di lavoro degli uomini e delle donne in divisa che lavorano in carcere, una realtà tra le più complesse, un ambiente spesso aggressivo, trascurato e ai limiti della sicurezza. “Occorre  – concludono Agliozzo, Raso e Giurato – cominciare ad affrontare e risolvere le cose che possono sembrare semplici: bagni, docce, spogliatoi e armadietti differenziati per uomini e donne, fino a trattare questioni annose come l’aumento del fenomeno dei suicidi e delle aggressioni. Una professione così delicata ha bisogno della possibilità di usufruire di un’assistenza psicologica gratuita per tutti i dipendenti, ma anche, ad esempio, di chiudere il protocollo con la Regione per porre l’attenzione sul delicato tema della salute mentale in carcere. È il tempo delle decisioni, siamo stanchi di commentare impotenti i fatti di cronaca”.

“Rifiuti fuori dalla Sicilia, già partite le procedure. È la plastica dimostrazione del fallimento delle politiche del governo Musumeci anche in questo settore. Il problema è che questo disastro sarà pagato dai siciliani, e lo faranno a caro prezzo”.

Lo dichiara Giampiero Trizzino, deputato dell’Ars e responsabile nazionale per le politiche ambientali del M5S, a commento dell’avviso pubblico esplorativo fatto in questi giorni dal Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti, volto all’individuazione di operatori economici che svolgano attività di trasporto, recupero e/o smaltimento di rifiuti al di fuori del territorio regionale.

“Tutto ciò dimostra – affermano i componenti M5S della Commissione ambiente dell’Ars Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito – che l’aumento delle percentuali di differenziata, annunciato a gran voce nei mesi passati dal governo, nulla di buono ha portato ai quei Comuni e quei cittadini che tanto si sono impegnati in questo senso. La differenziata infatti, e lo diciamo da sempre, è inutile  se non è parallelamente accompagnata da una strategica politica regionale seria, tesa a dotare il territorio degli impianti necessari. Le discariche siciliane, a giorni, saranno totalmente sature, sebbene ciò fosse prevedibile già da tempo, e l’unica soluzione immaginata da questo governo è quella di spedire l’indifferenziato e il rifiuto già trattato fuori dalla Sicilia ad un costo enorme che, ovviamente, sarà tutto a carico dei cittadini”.

“Da quanto si legge nell’avviso pubblico – affermano i deputati  5 stelle – apprendiamo che circa il 70% di rifiuto indifferenziato prodotto sarà spedito fuori per un arco temporale, addirittura, di 10-12 mesi. Un dato, quest’ultimo, che più di ogni altro dà la misura della gravità della situazione, ma che, soprattutto, svela a tutti i siciliani che questo Governo, ad un anno e mezzo dalla fine della legislatura, ha certamente fallito nel tentativo di risolvere la più grande emergenza in cui, da troppi anni, versa la Sicilia”.

Altro traguardo raggiunto dall’Ismett di Palermo dove quattro trapianti di polmoni sono stati effettuati in poco più di una settimana, peraltro in periodo pandemico. L’eccezionale obiettivo è stato reso possibile grazie a quattro donazioni che si sono rese disponibili in rapida successione in tre diverse città: Messina, Catania e Roma. Ad essere sottoposti a trapianto sono stati tutti pazienti siciliani di età compresa fra i 23 ed i 64 anni. Mediamente nel centro palermitano si eseguono circa 15 trapianti di polmone all’anno. Sono difficili tali interventi perché il polmone è l’organo più complesso da prelevare per la sua fragilità e perché è facilmente esposto a infezioni, traumi e agenti esterni. Ecco perché solo un donatore su 10 può effettivamente donare anche i polmoni. Il responsabile del programma di Chirurgia toracica e Trapianto di polmoni dell’Ismett, Alessandro Bertani, aggiunge: “I polmoni sono l’organo target del coronavirus. Pertanto sia i donatori che i riceventi possono essere colpiti dalla polmonite da covid 19, mettendo a rischio il buon esito del trapianto. Per questo sono richiesti controlli accuratissimi prima di effettuare un prelievo o un trapianto dei polmoni”.

Il senatore siciliano Francesco Mollame, nativo del Palermitano, eletto con il Movimento 5 Stelle, ha aderito alla Lega. L’adesione è stata ufficializzata durante un incontro con Matteo Salvini e il coordinatore regionale Nino Minardo. Lo stesso Mollame afferma: “La Lega, con i suoi principi fondati sulla valorizzazione e sulla difesa di tutte le nostre realtà territoriali, oggi è l’unico partito ad avere idee chiare e innovative per lo sviluppo della Sicilia, a partire dalle infrastrutture, dal turismo, dall’agricoltura e dalla valorizzazione dell’autonomia. Ringrazio Salvini e Minardo, sono pronto a impegnarmi al massimo per la mia isola e per tutta Italia”.

Una donna di 75 anni, Francesca Paola Vizzini, di Palermo, è morta domenica scorsa dopo che i medici del 118 avevano tentato invano di rianimarla. Martedì 6 aprile alla donna era stata somministrata la prima dose del vaccino AstraZeneca.

Le figlie hanno presentato una denuncia ai carabinieri e la procura di Palermo ha aperto un’inchiesta.

Le indagini sono coordinate dal pm Claudio Camilleri. Oggi è stata eseguita l’autopsia, al Policlinico di Palermo, dal medico Elvira Ventura Spagnolo.
“Non riusciamo a darci pace – dicono le figlie della donna -.
Nostra madre era autonoma, indipendente, aveva i normali acciacchi tipici della sua età, ma godeva di buona salute.
Guidava e usciva da sola per fare la spesa. Il 6 aprile aveva ricevuto la prima dose di AstraZeneca nell’hub della Fiera del Mediterraneo, dopo una coda estenuante. E’ tornata stanca a casa e noi abbiamo inizialmente attribuito il suo stato alla giornata faticosa. Ancora giovedì era uscita da casa, ma da venerdì ha iniziato a stare peggio. Sono stati contattati il medico di famiglia e la guardia medica e le sono stati prescritti alcuni farmaci, ma la situazione non migliorava. Domenica mattina abbiamo chiamato il 118. I sanitari hanno tentato di rianimarla, ma non c’è stato nulla da fare. Alle 11 è morta”

I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Palermo, nel corso di un servizio antidroga nel quartiere “Ballarò”, hanno arrestato per detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti, O G C, sono le iniziali del nome, 50 anni, palermitano. I militari hanno notato l’uomo entrare in via delle Pergole e insospettiti lo hanno raggiunto. Nel corso della perquisizione, anche nell’abitazione del 50enne, sono stati rivenuti, grazie ai cani antidroga, 650 grammi di marijuana, parzialmente divisa in dosi, oltre a 6500 euro in banconote da 20 e da 50 euro, due bilancini digitali e vario materiale utile al confezionamento dello stupefacente. L’arrestato, su disposizione della Procura, è ristretto ai domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.