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Il Tar del Lazio si pronuncia nuovamente sul concorso pubblico per il reclutamento di 938 allievi Agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria, includendo, questa volta, una giovane ragazza esclusa per limiti di età.
La sig.ra A.C., ex militare trentenne, presentava, nel marzo 2019, domanda di partecipazione per l’ammissione alla menzionata procedura concorsuale, evidenziando di avere svolto in precedenza servizio militare in qualità di volontario in ferma prefissata.
A seguito della correzione della prova scritta che la giovane svolgeva regolarmente nel luglio 2019, venivano pubblicati gli esiti che attestavano il superamento della prova in questione da parte della sig.ra A.C.
Ciononostante, in data 26.09.2019, il Ministero della Giustizia notificava alla sig.ra A.C. il Decreto  di esclusione dal concorso pubblico in questione perché, a dire dell’Amministrazione, la giovane (ventottenne, all’epoca della presentazione della domanda) non risultava in possesso del requisito anagrafico previsto dal bando di concorso, avendo compiuto e quindi superato il ventottesimo anno di età.
A questo punto la sig.ra A.C. proponeva ricorso davanti al TAR Lazio, con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Gatto, per l’annullamento, previa sospensione, del menzionato provvedimento di esclusione.
In sede giudiziale, gli Avvocati Rubino e Gatto sostenevano l’illegittimità del detto provvedimento di esclusione, in quanto il limite di età previsto testualmente dal bando (28 anni) avrebbe dovuto essere innalzato, ai sensi dell’art. 2049 del Codice dell’Ordinamento militare, di un periodo pari all’effettivo servizio militare prestato in precedenza dalla sig.ra A.C, ovvero in 30 anni, in quanto la giovane poteva vantare due anni di servizio militare volontario.
Il TAR Lazio, Roma, Sezione Prima Quater, condividendo le tesi difensive degli Avvocati Rubino e Gatto, accoglieva, con l’Ordinanza n. 8217 del 17.12.2019, la richiesta di sospensione dell’esecuzione del decreto di esclusione, ordinando al Ministero della Giustizia di ammettere la sig.ra A.C. alle successive prove psico-fisiche ed attitudinali previste dalla procedura selettiva per allievi agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Ebbene, svoltesi le suddette prove, entrambe superate dalla sig.ra A.C., il Ministero della Giustizia, nel dicembre 2020, approvava la graduatoria finale, collocando con riserva la giovane in posizione n.158, in attesa della pronuncia di merito del giudice amministrativo.
Ed allora, la sig.ra A.C., sempre assistita dagli avvocati Rubino e Gatto, proponeva motivi aggiunti al ricorso, mediante i quali eccepiva l’illegittimità dell’inclusione con riserva in graduatoria, oltre che l’erroneità della posizione assegnatale, in quanto il Ministero della Giustizia mancava di riconoscerle il titolo di preferenza, a parità di punteggio, previsto per i militari delle forze armate congedati senza demerito al termine della ferma o della rafferma, quale è, appunto, la sig.ra A.C.
Con sentenza n. 7043 del 14 giugno 2021, il Tar Lazio, condividendo le tesi difensive degli avvocati Rubino e Gatto, ha definitivamente accolto il ricorso principale e i motivi aggiunti presentati dalla A.C.,  affermando l’illegittimità dell’espulsione dal concorso ed includendo la sig.ra A.C. in graduatoria senza alcuna riserva in  una migliore posizione (da n. 158 a n. 155) proprio alla luce della dovuta preferenza da assegnare, a parità di punteggio con le altre candidate, alla sig.ra A.C.
Inoltre, con il medesimo provvedimento, il Giudice amministrativo ha condannato il Ministero della Giustizia al pagamento delle spese legali del contenzioso, liquidate in € 1.500,00 oltre accessori di legge.

“I comuni siciliani sono in grave difficoltà finanziaria per l’iniquità di un federalismo fiscale che, con parametri vantaggiosi solo per il Nord, ha messo fuori controllo i conti degli enti locali. Le regioni più ricche garantiscono maggiori gettiti ai comuni, ma nel mezzogiorno in ragione di un aumento vertiginoso delle tasse locali, le entrate dei municipi non sono più sostenibili. La pandemia, infine, ha distrutto i bilanci ed oggi in Sicilia su 391 comuni oltre il 75% si trovano in condizioni di dissesto, pre-dissesto e di deficit strutturale. E’ indispensabile che governo e parlamento nazionali cambino rotta e non scarichino sui bilanci delle regioni del sud il peso dei trasferimenti ai comuni. Nessuno può sentirsi esente da responsabilità sulla fase critica che attraversano gli enti locali, men che meno i Cinquestelle che governano l’Italia ininterrottamente dall’inizio della legislatura. La Sicilia, in particolare, che è quasi una Regione-Stato, deve poter ottenere le risorse che le spettano da Statuto e dal riconoscimento degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità. C’è una legge voto, di cui sono prima firmataria, ferma ancora al Senato ed alla Camera, che se approvata, da sola ci restituirebbe 5 miliardi l’anno. Auspico che il governo Musumeci apra una forte vertenza con il governo Draghi per sostenere finanziariamente i comuni siciliani e spero che anche l’assessore Armao nel suo ruolo di coordinatore in seno alla Conferenza delle Regioni lavori per un risultato concreto che allarghi lo spettro dei trasferimenti agli enti locali anche con i fondi dell’Unione Europea”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana, firmataria della mozione che denuncia lo stato comatoso dei conti pubblici dei comuni siciliani.

Come avevamo auspicato qualche tempo fa è stata depositata la mozione di sfiducia nei confronti del primo cittadino di Palermo. Inizia così la nota del Direttivo Provinciale di ONDA, il movimento popolare regionalista il cui Presidente e segretario organizzativo è l’On. Pullara.

Che la città versi in uno stato critico è sotto gli occhi di tutti, continua la nota, bisogna prenderne atto e correre ai ripari superando sterili ragionamenti di appartenenza ed attaccamento alla poltrona. L’instabilità di Palazzo delle Aquile è un lusso che non possiamo permetterci e chiediamo un’adesione bipartisan alla mozione affinché si gettino le basi di un progetto nuovo e di ampia condivisione. La sfiducia, si legge nella nota del Direttivo, non è contro l’uomo Orlando ma è rivolta al rappresentante di una visione che non si è mai concretizzata, di un progetto che è fallito e del quale bisogna esclusivamente e semplicemente prenderne atto. E’ da qualche tempo,ormai, che si assiste ad un costante botta e risposta – spesso aspro e dai toni elevati- intorno alla gestione di Palermo e gli effetti – paralizzanti – sono di tutta evidenza e su molti fronti. Noi di ONDA, conclude la nota, sollecitiamo una scelta responsabile, considerando questa mozione come un’opportunità per costruire, il prima possibile, un progetto condiviso ed un clima di fattiva e serena collaborazione tra tutte le forze politiche. Il momento storico che stiamo vivendo – fatto della gestione di una pandemia e di una ripresa sociale ed economica – esige la trasmissione ai cittadini di scelte chiare ed inequivocabili, non di dialettiche sterili e contorte alchimie politiche

“Il pasticcio dei pensionati regionali richiamati in servizio, dopo l’impugnativa della Corte costituzionale, va risolto al più presto e in maniera definitiva: il dipartimento della Funzione pubblica è infatti pronto a far tornare in ufficio per sei mesi altri 11 ex dipendenti andati in pensione con Quota 100, mentre il resto dovrebbe prestare servizio per circa 50 giorni. Chiediamo al governo Musumeci impegni precisi e al presidente della commissione Bilancio dell’Ars un’immediata convocazione delle organizzazioni sindacali”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal.

“L’incostituzionalità della legge 6 del 2019, sancita dalla Corte – spiegano Badagliacca e Lo Curto – non è stata del tutto sanata dalla legge 9 dello scorso 15 aprile, visto che non sono state richiamate alcune disposizioni; il risultato è che il problema è ancora irrisolto. Sappiamo che il Governo ha presentato due emendamenti in commissione Bilancio, utili a evitare contenziosi e ingiusti danni ai lavoratori, ma bisogna fare presto e serve l’impegno di tutte le forze politiche, chiamate a risolvere quello che è un vero e proprio pasticcio”.

Più volte la trasmissione “Non è l’arena” aveva dedicato puntate speciale alla triste vicenda della sorelle Napoli di Mezzojuso, vittime di una serie di intimidazioni che hanno prontamente denunciato nella trasmissione televisiva de La7.

Adesso l’ex sindaco di Mezzojuso, Salvatore Giardina ha ottenuto dopo averlo richiesto il giudizio per il conduttore per diffamazione. Sarà il Procuratore della Repubblica di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, a decidere se è stato commesso il reato di diffamazione.

Da non sottovalutare il fatto che il Consiglio comunale di Mezzojuso è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Nel capo di intimidazione contro Giletti si legge che “offendeva la reputazione di Salvatore Giardina in quanto informava pubblicamente attraverso la sua trasmissione che lo stesso ex sindaco nel novembre 2018, aveva affidato alla ditta La Barbera Leonardo, affermando che questi fosse imparentato con Simone La Barbera, soggetto questo indagato dalla DDA di Palermo per reati commessi con esponenti mafiosi.

Da qui il decreto di citazione diretta a giudizio di Giletti che ha affidato la sua difesa agli avvocati Gioacchino Genchi e Paolo Siniscalchi.

 

 

La Procura di Palermo, ricorrendo l’evidenza della prova, ha disposto il giudizio immediato, senza il filtro dell’udienza preliminare, innanzi alla Corte d’Assise, a carico di Salvatore Baglione, 37 anni, imputato dell’omicidio della moglie, la cantante neo melodica Piera Napoli, di 32 anni, vittima di decine di coltellate nella loro casa nel quartiere Cruillas. Baglione, dopo avere ucciso la moglie, si è consegnato ai Carabinieri della caserma Uditore confessando il delitto.

Nel corso della prima udienza si costituiranno parte civile i tre figli della coppia, rappresentati dall’avvocato Laura Terrasi, ed il padre, la madre e le sorelle della vittima, assistiti dagli avvocati Umberto Seminara e Ines Trapani.

Era stato prima il ministro della Salute Roberto Speranza a comunicare che ci sarebbero state delle novità, assieme al coordinatore del Cts Franco Locatelli: il vaccino anti-Covid AstraZeneca soltanto per gli over 60. Subito dopo è arrivata la circolare di aggiornamento dallo stesso Ministero.

Il documento indica che il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca “viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni (ciclo completo)”. Per persone che hanno ricevuto la prima dose di tale vaccino e sono al di sotto dei 60 anni di età, si legge, “il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose”.

L’assessore regionale ai Servizi primari, Daniela Baglieri, annuncia degli interventi, al momento solo prospettati, al fine di risolvere gli attuali problemi di approvvigionamento idrico nella provincia agrigentina.

La stessa Baglieri afferma: “Procederemo all’ammodernamento di un modulo del dissalatore di Porto Empedocle, in grado di produrre circa 25-30 litri al secondo, poi al potenziamento del sistema di presa della diga Castello, in grado di convogliare al potabilizzatore di Santo Stefano di Quisquina, e quindi nel sistema del Voltano, dagli 80 ai 100 litri al secondo. Poi la realizzazione di interventi finalizzati alla eliminazione delle perdite lungo il sistema ‘Tre Sorgenti’ per il recupero di circa 40 litri al secondo, e il trasferimento di reti ed impianti all’Ati di Agrigento per una gestione unitaria del sistema”.

L’estate e la campagna anti-incendi in Sicilia: l’assessore regionale a Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, lancia un appello ai cittadini a collaborare segnalando subito eventuali atti criminali al numero per l’emergenza ambientale 1515 operativo 24 ore su 24. Lo stesso Cordaro afferma: “Invitiamo i cittadini a darci un mano. Contiamo sul lavoro dei nostri operai forestali e di ulteriori 100 regionali che tra fine giugno e primi di luglio rafforzeranno la squadra del Corpo forestale. Abbiamo fatto una convenzione con l’Anci Comuni Sicilia e con gli agricoltori, e abbiamo una sinergia rinnovata con la Protezione civile. Inoltre, è andata a buon fine la gara sul noleggio di 8 elicotteri, e utilizzeremo anche 90 droni spendendo 109mila euro per prevenzione e raccolta informazioni”.

Nessun caso positivo ai tamponi del drive-in dell’hub della Fiera del mediterraneo di Palermo. È la prima volta che succede in otto mesi, dal 22 ottobre dell’anno scorso, cioè da quando ha aperto la postazione per i tamponi rapidi a Palermo.

I 600 tamponi eseguiti oggi alla Fiera del Mediterraneo sono stati tutti negativi. Il commissario Covid della Città metropolitana di Palermo Renato Costa commenta: “Una notizia emozionante che ci ripaga di tanto lavoro e sacrifici.
Continuiamo con vaccini, mascherine e distanziamento e potremo tornare presto alle nostre vite”