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“Altre due leggi arrivano al varo definitivo nella sessione estiva dell’Ars. Abbiamo dato il via libera alle norme che prorogano i termini per le concessioni demaniali dando la possibilità a tanti imprenditori, fortemente penalizzati dalla pandemia, di completare l’iter autorizzativo con maggiore tempo nella definizione delle pratiche amministrative. Inoltre la legge approvata migliora le norme per i corridoi di lancio che servono a fare uscire più agevolmente dai lidi le imbarcazioni. Le nuove norme risolvono anche la problematica relativa alla rimozione dei rifiuti abbandonati in aree demaniali marittime con misure per la messa in sicurezza in capo al Dipartimento Ambiente che potrà avvalersi anche dei Comuni, dell’Arpa e della Sas. La seconda legge approvata rivede alcune norme della legge regionale 24 del 2020 che contrasta il disturbo da gioco d’azzardo. In pratica, pur confermando le misure che impongono distanze di sicurezza dai luoghi sensibili per l’installazione di apparecchi per le scommesse e il gioco, fa salve le autorizzazioni precedentemente rilasciate anche davanti a cambiamenti contrattuali tra gli esercenti e le agenzie di scommesse”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana.

“Mi dispiace essere stata l’unica a votare contro la modifica della legge regionale contro la ludopatia.
Una modifica che di fatto vanifica del tutto la normativa regionale e che rischia di aggravare la già tragica situazione di migliaia di famiglie rovinate dal gioco d’azzardo e dalla dipendenza dal gioco.
Ormai da anni tutte le autorità sanitarie riconoscono nella dipendenza dai giochi una condizione patologica che è dovere delle istituzioni combattere per le sue conseguenze umane, sanitarie, economiche e sociali.
Mi spiace, ma temo che oggi l’Assemblea Regionale abbia commesso un grave errore di cui pagheranno le conseguenze i soggetti più fragili.”
Lo ha detto Marianna Caronia commentando il voto dell’Ars che, col suo unico voto contrario, ha eliminato per le sale gioco e gli esercenti già autorizzati i limiti che erano stati introdotti con la legge regionale contro la ludopatia del 2020.
I limiti saranno ora validi solo per i nuovi esercenti e le nuove sale giochi e quelle esistenti in prossimità dei luoghi sensibili come scuole e parrocchie potranno proseguire la propria attività.

“Sottrarre gli spazi assegnati al liceo Danilo Dolci è una scelta incomprensibile e miope che contrasta con lo spirito della legge Rognoni-La Torre sui beni sottratti ai boss.

Ho sentito oggi telefonicamente il preside dell’istituto e nei prossimi giorni lo andrò a trovare al liceo di Brancaccio per verificare insieme ogni strumento utile per una soluzione positiva della vertenza.”

Lo dichiara il Presidente della Commissione Antimafia regionale Claudio Fava.

La giornalista professionista palermitana Marianna La Barbera è la vincitrice della prima edizione del Premio Nazionale di giornalismo “Salvatore Mancuso“. La cerimonia di consegna del riconoscimento si è svolta Caltanissetta alla presenza dei familiari del medico radiologo scomparso nel 2017 cui è stato intitolato il Premio promosso dal SAGI, il sindacato autonomo dei giornalisti italiani.  “Marianna La Barbera – spiega il presidente nazionale del sindacato Nino Randisi –  è una giornalista rigorosa e attenta alle dinamiche sociali, con una particolare inclinazione a trattare argomenti di costume, cultura e spettacolo”.   La giuria ha premiato la professionista per un articolo pubblicato sulla testata web Palermo Live diretta da Michele Sardo  e relativo alla prevenzione del tumore al seno (https://palermolive.it/cancro-seno-bellucci-monica-vita/).  “La collega – si legge tra le motivazioni di assegnazione – ha coniugato efficacemente informazione scientifica e di servizio, spettacolo e moda”.  Menzione particolare anche per altri due articoli pubblicati su testate nazionali e redatti dai giornalisti Daniele Bartocci e Giorgio Mistretta. Il premio è stato patrocinato dal Comune di Caltanissetta.

Accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Daniela Posante e Antonella Arcieri, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Lirio Conti, in ragione dell’affievolimento delle esigenze cautelari, ha revocato l’obbligo di dimora, mantenendo l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, a Giuseppe D’Andrea, 49 anni, poliziotto assistente capo in servizio al Commissariato di Canicattì, già temporaneamente sospeso dal ministero dell’Interno, indagato nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Xydi” per le ipotesi di reato di accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto di ufficio.

Andavano a fare la spesa o a fare jogging pur risultando presenti al lavoro. Una nuova inchiesta sui “furbetti del cartellino” investe i dipendenti del Comune di Palermo e di alcune società partecipate, in servizio presso i Cantieri culturali alla Zisa.

I finanzieri del comando provinciale hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip del capoluogo nei confronti di 28 persone. Per 8 sono scattati gli arresti domiciliari; per altri 14 l’obbligo di dimora e di presentazione alla pg; per 6 solo quest’ultimo. Sono indagati a vario titolo per truffa a danno di un ente pubblico e falsa attestazione.

“Mi stupisce non poco che sia proprio Giuseppe Lupo a sollevare la questione del cambio di partito dei parlamentari. Proprio lui fu, infatti, tra i principali protagonisti del più clamoroso ribaltone politico ai tempi del Governo Lombardo. Poi penso a chi è Giuseppe Lupo, campione della doppia morale, e il mio stupore cessa. Anche nella scorsa legislatura, facendo parte dell’ufficio di Presidenza dell’Ars, preferì dimenticare, per ragioni d’opportunità, che un vice presidente della minoranza passò al gruppo misto e tantomeno che numerosi parlamentari decisero di rimpolpare la sua, stavolta, di maggioranza. E ora quale geniale idea partorisce? Colpire le indennità dei singoli deputati che cambiano schieramento. Del resto, ciascuno ragiona con i propri codici morali, per cui si abbandona la casa madre solo per convenienza e non per nuove convinzioni”, lo afferma Angela Foti, vicepresidente dell’Ars e deputata regionale di Attiva Sicilia.

“A Lupo – prosegue Foti – voglio ricordare qualche altro particolare. Attiva Sicilia non ha aderito alla maggioranza che regge il presidente Musumeci, ma più semplicemente ha concordato una serie di provvedimenti da approvare da qui alla fine della legislatura, provvedimenti attesi. Azioni a favore dei siciliani secondo quell’impegno civico che caratterizza Attiva e che dovrebbe giustificare la presenza di ciascuno di noi all’Ars. Rispetto al cambiare posizione politica gli ricordo la sua esperienza in Noi Siciliani, un movimento autonomistico che segnò il suo debutto politico. Di quegli ideali che ne ha fatto l’onorevole Lupo? Il consiglio che mi sento di dargli: prima di avventurarsi in considerazioni barocche, rifletta. Noi di Attiva, lasciando il Movimento, non abbiamo guadagnato alcunché, anzi. Seguiamo soltanto con coerenza quei principi che ci hanno portati sin qui. Un giorno, quando avremo tempo e se lo vorrà, gli spiegheremo il significato delle parole coerenza e principi”.

Mentre la provincia di Agrigento rischia di passare un’estate a secco per l’emergenza idrica, alcuni sindaci dell’ATI hanno come unica preoccupazione quella di riempire il CDA della nuova consortile con i soliti noti. Con la stessa idea miope e clientelare, in questi anni sono state gestite assunzioni, servizi e forniture portando Girgenti Acque al collasso.
Gestione pubblica non vuol dire gestione politica: fino a quando non ci sarà un cambio di rotta continueremo ad affrontare come emergenze i diritti fondamentali dei cittadini.
Rinnovo le questioni già esposte in commissione al governo regionale:
1) perché si è arrivati a giugno con un approvvigionamento del tutto insufficiente, ancor più durante l’emergenza sanitaria?
2) Turni di distribuzione dell’acqua di poche ore ogni otto giorni. Cosa ha fatto la regione per evitare questo disastro?
3) Mentre alla Regione si discute di riattivare persino il dissalatore di Porto Empedocle, fermo da anni, per alleviare subito i disagi di quasi 100 mila persone basterebbe spendere solo 300 mila euro (noccioline in relazione al bilancio della Regione) e acquistare una pompa più potente in grado di portare acqua dal Lago Castello fino al potabilizzatore di Santo Stefano di Quisquina. Così si potrebbe compensare il minore approvvigionamento da parte di Siciliacque, l’azienda metà pubblica e metà privata, che rivende l’acqua ai gestori dei servizi idrici a prezzo non esattamente di saldo: Girgenti Acque paga 0,70 euro al metro cubo quando, ad esempio, il gestore di Catania paga 0,15.
Perché Musumeci non muove un dito?

“Questa estate restiamo in Sicilia per scoprire i tesori immensi della nostra terra e far girare l’economia dell’Isola”

Lo sottolinea Alberto Samonà (Lega), assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana: “I mesi duri dell’emergenza pandemica che hanno condizionato tantissimo la nostra vita – afferma Samonà – non hanno fermato il mondo della cultura e, da Siciliani, possiamo adesso approfittare di questi mesi estivi per ammirare le bellezze culturali della nostra Sicilia, uniche al mondo, ma anche per riscoprire le nostre tipicità e luoghi incantevoli che tutti ci invidiano”.

“Quella in Sicilia – conclude l’assessore leghista – è una vacanza completa, perché associa in un unicum straordinario cultura, mare, montagna, scenari naturalistici, borghi fra i più belli d’Italia, buon cibo, buon vino e un clima perfetto. Scegliendo la Sicilia nutriamo la nostra anima e aiutiamo la nostra gente”.

“Mentre la Sicilia brucia, il presidente Musumeci distrae il prezioso personale del Corpo forestale per attività di sicurezza e rappresentanza alla ‘sua carissima’ fiera di Ambelia. Si tratta di un fatto assolutamente scandaloso, inaccettabile e soprattutto irresponsabile. Ora, per i roghi  chiama in soccorso l’Esercito, come in precedenza aveva fatto per i vaccini. Presto anche i siciliani chiederanno l’aiuto dell’esercito per salvare la Sicilia da Musumeci”.
A dichiararlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars Giovanni Di Caro a proposito degli incendi continui che stanno divorando vaste aree boschive della Sicilia.
“Anche quest’anno – spiega Di Caro – il governo regionale si è fatto puntualmente trovare impreparato a fronteggiare la stagione estiva senza muovere un solo dito in fatto di prevenzione, dai viali parafuoco, alle coperture economiche per l’anti-incendio. Altro che Esercito, il presidente della Regione non ha fatto neanche il minimo sindacale. A questo punto, Musumeci venga a riferire in aula e ci dica cosa ha fatto materialmente per la prevenzione degli incendi nella nostra Isola” conclude Di Caro.