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«Nel turismo nulla sarà più come prima. Chi  viene da lontano deve sapere che può vivere in Italia una esperienza vacanziera assolutamente sicura. Per questo serve un piano strategico da parte del governo. Serve il coraggio di osare. Il coraggio è stata la bussola che ci ha guidati in questi due anni, talvolta facendo scelte impopolari senza guardare al termometro del consenso. Il coraggio come destino, direi per noi presidenti».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, intervenendo al Meeting di Rimini nel corso del dibattito ‘Sostenibilita’ e innovazione. Riaprirsi al mondo in modo sicuro e sostenibile’.
«Se vogliamo puntare su un turismo ragionevolmente sicuro – ha continuato – dobbiamo  dare valore, per esempio, a quel triangolo, a cui io credo molto, che è fatto di turismo, arte e cultura, restituendo dignità ai territori dell’entroterra, delle aree interne. Mangiare ricotta calda nel cuore di una città non è lo stesso di mangiarla in una fattoria. Puntiamo sul turismo identitario, recuperiamo le aree interne, usando i fondi del Pnnr, per esempio, per portare il digitale e la banda larga dove non ci sono, in modo da valorizzare le aree marginali che possono diventare più attrattive, soprattutto per i giovani.
La Sicilia un mese prima della pandemia – ha sottolineato il governatore – era accreditata dal New York Times tra le sette mete preferite  al mondo dai turisti. C’erano quindi tutte le condizioni per crescere quest’ anno e i dati aggiornati parlano di un 6% in più di arrivi di turisti rispetto alla miglior stagione, quella del 2019».

«Il trend di crescita dei casi di soggetti positivi impone, come preannunciato, un provvedimento di contenimento che decorrerà dal 23 agosto. Il tema, come abbiamo sempre detto, non è la “zona gialla” regionale, ma il necessario rallentamento dell’epidemia dove i casi sono crescenti per contagiosità. L’impatto sulla struttura ospedaliera, con un solo incremento di posti occupati in terapia intensiva, non può essere da solo valutato positivamente. È lecito attendersi ancora una crescita di contagi perché raccoglieremo nei prossimi giorni gli effetti del ferragosto. Nessuno può pensare che si mettano a rischio le persone e le attività economiche. Le zone più a rischio sono quelle con minori vaccinazioni, quindi è là che si deve tempestivamente intervenire».
Lo ha dichiarato l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza.

A Palermo, nella sede della presidenza della Regione a Palazzo d’Orleans, l’assessore al Territorio e Ambiente Toto Cordaro, e il direttore del Corpo forestale regionale, Giovanni Salerno, hanno siglato un protocollo d’intesa sperimentale con 19 organizzazioni dei cacciatori operanti in Sicilia, che saranno impegnate, fino al 15 ottobre, nelle attività di prevenzione e segnalazione incendi. Si tratta di un’intesa che segue le altre dello stesso genere concluse con le associazioni degli agricoltori, ambientaliste e sportive. Le associazioni firmatarie si sono impegnate a divulgare ai propri iscritti il contenuto del protocollo, ad avviare una campagna di comunicazione sul rispetto delle leggi, a garantire l’impiego di propri uomini e mezzi in azioni di prevenzione e monitoraggio.

Il Tar del Lazio ha confermato lo scioglimento del Comune di Mezzojuso per infiltrazioni mafiose e respinto l ricorso presentato dall’ex sindaco Salvatore Giardina per annullare il decreto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del 16 dicembre 2019.

Era stato l’allora prefetto Antonella De Miro ad inviare al Viminale una relazione su «accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali». Il collegio della prima sezione è composto dal presidente Antonino Savo Amodio, estensore Roberta Ravasio.

La decisione era giunta a seguito della relazione inviata dalla commissione ispettiva che si era insediata il 5 giugno del 2019.  L’ispezione era stata disposta dopo che durante la puntata di «Non è l’Arena» di La7 andata in onda il 12 maggio precedente dalla piazza della cittadina per discutere il caso delle sorelle Anna, Ina e Irene Napoli, le tre imprenditrici agricole che hanno denunciato tentativi di estorsione ai danni della loro azienda di 90 ettari, l’ex sindaco Giardina, rispondendo a una precisa domanda del conduttore Massimo Giletti, aveva confermato di aver partecipato nel 2006, quando era assessore, alla tumulazione del capomafia Nicola La Barbera conosciuto come «don Cola».

Per il giudice del Tar, evidenziano che per lo scioglimento è sufficiente «l’ipotesi di una soggezione degli amministratori locali alla criminalità organizzata (tra cui, in misura non esaustiva: vincoli di parentela o affinità, rapporti di amicizia o di affari, frequentazioni)».

«Particolarmente anomala – per i giudici– risulta la vicenda edilizia relativa ad un impianto per la produzione di conglomerati cementizi, caratterizzata dalla costruzione di svariati fabbricati abusivi». Anzi «nel 2016 il Comune ha addirittura rilasciato una sanatoria relativa all’intero complesso immobiliare», nonostante «era emerso che alcune famiglie mafiose obbligavano imprese di costruzione ad acquistare il calcestruzzo dall’impianto in questione, impedendo loro di rivolgersi alla concorrenza» .

Non solo, «a seguito dell’emergenza idrogeologica del novembre 2018, il Comune ha fatto ricorso a svariati affidamenti diretti per somma urgenza in favore di imprese i cui titolari hanno frequentazioni con esponenti della criminalità organizzata».

Parentele con boss di Cosa nostra e affidamenti a imprese opinabili durante l’emergenza idrogeologica sono al centro del processo che vede imputato Massimo Giletti a seguito di una denuncia dell’ex sindaco di Mezzojuso. Il dibattimento entrerà nel vivo il 16 dicembre davanti al giudice monocratico di Termini Imerese, Giuseppina Turrisi. La difesa, rappresentata dagli avvocati Gioacchino Genchi e Paolo Siniscalchi, è passata al contrattacco, chiedendo la nullità del decreto di citazione a giudizio per un errore giuridico commesso dal procuratore in persona Ambrogio Cartosio: la querela non era stata presentata da Salvatore Giardina bensì da un soggetto che «non risulta essere persona offesa del reato denunciato».

Il governo regionale procederà a un riordino complessivo del sistema camerale siciliano, per evitare l’accorpamento delle Camere di commercio di Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani così come imposto dalla norma votata dal Parlamento nazionale all’interno del “Sostegni bis» (art. 54 ter della legge 106/2021).

A tale scopo è stato dato mandato all’assessore alle Attività produttive di provvedere a ridisegnare l’assetto degli enti camerali nell’Isola. Questa la «soluzione» adottata dalla Giunta regionale che ha deciso di non ricorrere alla Corte costituzionale contro la norma nazionale, pur stigmatizzando l’assenza di concertazione con la Regione Siciliana da parte di Roma.

L’accorpamento delle Camere di Commercio previsto dall’articolo di legge approvato dal Parlamento aveva già ricevuto il netto parere contrario di Unioncamere e sollevato molte perplessità anche dal punto di vista della fattibilità economica.

A Palermo, come già pubblicato, incombe l’emergenza “Cimitero dei Rotoli”, dove quasi 1000 bare giacciono non sepolte ovunque, a fronte della non disponibilità dei campi di inumazione e del forno crematorio. Ebbene, adesso, il sindaco, Leoluca Orlando, che nel frattempo ha organizzato il trasferimento delle bare nell’altro cimitero comunale di Palermo, il Sant’Orsola, punta il dito contro il Consiglio comunale, reo di non avere ancora approvato il Piano delle opere pubbliche, depositato da 10 mesi, contenente anche le opere necessarie al Cimitero dei Rotoli.

La Sicilia, come tutte le regioni d’Italia, è confermata zona bianca. Secondo il report settimanale di monitoraggio del ministero della Salute e dell’Istituto superiore della Sanità, che oggi si riunisce in cabina di regia per stabilire il colore delle regioni, nessuna di esse supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica. Peraltro, si è ridotto a 1,1 l’Rt nazionale che la scorsa settimana è stato a 1,27, e la settimana ancora precedente all’1,56. Più nel dettaglio, in Sicilia i parametri relativi a contagi e ricoveri ospedalieri sfiorano ma non superano la soglia massima prevista dalla cabina di regia, e dunque è scongiurato il pericolo di zona gialla, ritenuto quasi certo fino a pochi giorni addietro.

La Regione Siciliana agisce con estremo scrupolo nell’esclusivo obiettivo di fronteggiare la crescita dei contagi da Covid-19 e consentire a chi lo necessita di essere curato in maniera appropriata. Non c’è nessuna circolare “svuota ospedali”, come sostenuto da qualcuno, poiché le dimissioni dei pazienti dai reparti per essere curati a domicilio vengono effettuate secondo criteri definiti dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi regionali e riportati nel parere del Comitato Tecnico Scientifico regionale. Piuttosto la Regione sta adottando un criterio di precauzione nel riportare le disponibilità di posti letto ai parametri di marzo, non per sfuggire alle restrizioni imposte dai “colori” ma per fronteggiare le richieste di ricoveri, visti i comportamenti sociali poco attenti al rispetto delle regole di prevenzione e l’alto numero di turisti che affollano l’Isola.
Lo precisa l’assessorato regionale alla Salute.

La Regione Siciliana stanzia sei milioni di euro di finanziamenti a piccole e medie imprese per lo sviluppo di progetti formativi per la ricollocazione e la riqualificazione dei lavoratori. 
Al fine di contrastare gli effetti economici negativi causati dal Covid-19, il governo nazionale ha istituito il Fondo nuove competenze (Fnc), con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di nuove competenze per la ricollocazione dei lavoratori. L’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale ha quindi pubblicato l’Avviso n. 43/2021, con il quale finanzia le attività formative proposte dalle imprese che abbiano presentato istanza a valere sull’Avviso del Fnc e che abbiano stipulato accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro entro il 30 giugno 2021, finalizzandolo all’aggiornamento delle competenze. Tali accordi collettivi devono individuare il numero dei lavoratori coinvolti nell’intervento, il numero di ore dell’orario di lavoro da destinare a percorsi formativi e i progetti finalizzati allo sviluppo delle competenze.
«Con questa azione la Regione Siciliana interviene a sostegno delle piccole e medie imprese – spiega l’assessore regionale Roberto Lagalla – finanziando percorsi formativi di riqualificazione del personale utili allo sviluppo di nuove competenze, necessarie al reinserimento o ad una positiva ricollocazione dei lavoratori. Questo Avviso si inserisce in un più ampio quadro di interventi che il governo Musumeci, in linea con il Pnrr, sta attuando per sostenere economicamente le aziende e permettere ai lavoratori di non fuoriuscire dal mercato del lavoro attraverso il miglioramento del loro profilo professionale».
Nello specifico l’Avviso della Regione finanzia i progetti di piani formativi ammessi a finanziamento del Fnc che possono essere attuati e già conclusi, al momento della presentazione dell’istanza di finanziamento, oppure in corso di attuazione o da attuare non oltre il 30 novembre 2021. Possono presentare istanza di finanziamento piccole e medie imprese con almeno una sede operativa in Sicilia e le attività formative oggetto di finanziamento possono rivolgersi ad un massimo di 50 lavoratori e devono essere erogate da enti accreditati, a livello nazionale o regionale, o da altri soggetti, anche privati, che per statuto o istituzionalmente, svolgono attività di formazione, comprese le università statali e le non statali legalmente riconosciute, gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia), gli Istituti tecnici superiori (I.T.S.), i centri di ricerca accreditati dal ministero dell’Istruzione, anche in forma organizzata in reti di partenariato territoriali o settoriali.

Il limite massimo delle ore da destinare allo sviluppo delle competenze per ogni lavoratore è pari a 250. La presentazione delle domande può avvenire a partire dalla data di pubblicazione dell’Avviso fino ad esaurimento delle risorse disponibili. La data di chiusura avverrà entro e non oltre il 30 novembre 2021.

I Carabinieri della compagnia di Monreale hanno arrestato ai domiciliari, per tentato furto aggravato, Salvatore Cappello, 41 anni, palermitano, sorpreso, grazie anche alla segnalazione di alcuni vicini di casa, intento a forzare la finestra di un appartamento. Nel corso della perquisizione domiciliare, in casa di Cappello sono stati trovati 59 orologi, 9 borse, 7 portafogli in pelle, 32 profumi, 4 macchine fotografiche e bigiotteria varia per un valore complessivo stimato in circa 20.000. Il tutto è stato sequestrato.