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La Commissione speciale di indagine di studio per il monitoraggio dell’attuazione delle leggi, che presiedo, ha trattato, prima della pausa estiva, il tema  sugli obblighi di pubblicità e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, comuni, province e aziende, solo per citare qualche esempio, previsto dall’articolo 34 della legge regionale 21 maggio 2019, n. 7.

In tale audizione si è costata la mancata applicazione dell’articolo 34 della legge regionale 21 maggio 2019 sugli obblighi di pubblicità e trasparenza di enti regionali ed enti locali”, dichiara l’on. Carmelo Pullara, Presidente della Commissione speciale di indagine e di studio per il monitoraggio dell’attuazione delle leggi. Pertanto, la commissione vista la gravità della non applicazione della normativa nonché le possibili ricadute, che tante vicende giudiziarie hanno portato alla ribalta, si è determinato nel segnalare tale inadempienza al Presidente dell’assemblea regionale on. Gianfranco Miccichè ed alla  Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, presieduta dall’on. Claudio Fava.

Nella sostanza – spiega Pullara- la legge 7/2019 obbliga enti regionali, enti locali, aziende sanitarie etc. a pubblicare l’elenco aggiornato di tutte le ditte/società erogatrici di beni e servizi presso l’ente medesimo, elenco che deve riportare il numero, i nominativi, le mansioni e la tipologia contrattuale del personale assunto da ciascuna ditta/società, anche partecipata.

In particolare la commissione da me presieduta – conclude Pullara- ha ritenuto che tale omessa attuazione, tra l’altro possa avere gravi conseguenze nella delicatissima materia delle società preposte alla gestione dei rifiuti, sottoposta all’attenzione della Commissione  d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione.

“Sono sgomento per la tragedia che si è abbattuta ieri sera sull’isola di Pantelleria ed esprimo il mio cordoglio e quello dell’intera Assemblea regionale siciliana a tutta la cittadinanza. Siamo vicini ai familiari delle vittime e dei feriti che hanno avuto la sventura di trovarsi al centro di questa calamità”.

Lo dichiara Gianfranco Miccichè, Presidente dell’Assemblea regionale siciliana.

Anche l’Anci si associa al cordoglio attraverso il presidente Leoluca Orlando: Esprimo, anche a nome dell’ANCI Sicilia, il mio cordoglio e la vicinanza alle famiglie e agli abitanti di Pantelleria.  Ringraziamo tutti coloro che in queste ore si sono prodigati per prestare soccorso e che stanno ancora affrontando le conseguenze di una tragedia che, sempre più, ci mette di fronte alla furia di eventi naturali imprevedibili e alla necessità di affrontare a livello globale la questione ambientale”.

Allerta della Protezione civile regionale per oggi e domani, sabato 11 settembre, sulla Sicilia. Il Dipartimento regionale della Protezione Civile della Presidenza della Regione Siciliana ha diffuso un avviso per il rischio meteo idrogeologico e idraulico per temporali, valido fino alle 24 di domani.

Per oggi il livello di allerta, su tutta la Sicilia, è di colore giallo; nella giornata di domani invece il rischio passerà ad arancione per le aree nord orientali dell’isola.

È stata prorogata fino a martedì 14 settembre (compreso) la “zona arancione” a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Lo prevede un’ordinanza firmata nella serata di ieri, 09/09/2021, del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Nel Comune viene consentita la ristorazione e la somministrazione di alimenti e bevande mantenendo, però, sempre il limite di quattro persone al tavolo (ad eccezione dei conviventi).

“Dopo le denunce di tanti studenti siciliani e agrigentini, oltre alle critiche arrivate da ogni parte d’Italia ho deciso di presentare un’interrogazione alla ministra Maria Cristina Messa sulla questione sollevatasi in questi giorni in merito alle irregolarità presenti nei test d’ingresso ai corsi di laurea in Medicina e Odontoiatria”.

Le parole sono di Rosalba Cimino, deputato del Movimento 5 Stelle, componente della Commissione cultura, intervenuta per sostenere la causa degli studenti che hanno fatto i conti con gli errori presenti nei test di ammissione alla facoltà di Medicina. Dopo l’ammissione degli errori da parte del ministero, Cimino vuole far luce sulle commissioni: «È il momento di far venire alla luce il meccanismo attraverso il quale vengono prodotti i test di ammissione a Medicina. La legge, infatti, prevede l’istituzione di ben due comitati di esperti, un tavolo tecnico chiamato per proporre gli argomenti oggetto del test, che devono essere strettamente attinenti ai programmi delle scuole superiori e non possono esulare da questi ultimi, e un’altra commissione chiamata a proprio a validare i quiz. Con ben due comitati composti da figure professionali di alto livello, è inevitabile domandarsi come sia possibile che sussistano irregolarità negli argomenti oggetto dei quesiti, con la presenza di nozioni che non fanno parte dei programmi ministeriali: sono errori macroscopici presenti tra le 60 domande del test. La mia interrogazione mira a chiarire diversi punti proprio relativi alle commissioni in questione, ovvero come sia avvenuta la loro nomina e composizione, che è regolata secondo la legge, le modalità con le quali è stato svolto il loro lavoro e quindi come sono stati prodotti i test di ammissione». «Non possiamo rubare il futuro ai nostri giovani – conclude Cimino – esigono chiarezza e trasparenza».

I Carabinieri della Compagnia di Misilmeri hanno arrestato due palermitani, Giovanni Navarra, 32 anni, e Gianpiero Rubino, 24 anni, indagati di coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti. I due, residenti nel quartiere Sperone a Palermo, sono stati sorpresi dai militari in un terreno alla periferia d Bolognetta, intenti ad irrigare una piantagione di marijuana con 140 arbusti. Nel corso dell’operazione sono state denunciate altre due persone anche loro ritenute coinvolte nella coltivazione delle piante. I due arrestati sono ristretti ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida da parte del Tribunale.

Proseguono serrate le indagini a seguito delle minacce di morte rivolte al presidente della Regione, Nello Musumeci, legate ad un ordigno collocato lungo la linea ferrata Catania-Militello, paese natale del governatore. Musumeci si è intrattenuto per circa due ore con il Procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, che coordina le indagini. Il magistrato è impegnato a verificare se all’attività dell’attuale governo regionale possa essere ricondotta l’origine del grave atto intimidatorio. Nel biglietto trovato dai Carabinieri vicino all’ordigno si accenna ai gelesi, agli americani e al 5G, che è un materia che esula dalle competenze della Regione. La Procura, tuttavia, non esclude alcuna ipotesi. Su disposizione del Comitato per l’ordine e la sicurezza, convocato dal prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, è stato potenziato il servizio di vigilanza alle abitazioni di Musumeci a Catania e a Militello, e disposta una rete di video sorveglianza.

“Siamo vicini all’amico e collega Giampiero Trizzino per le minacce di morte pubblicate sulla sua pagina Facebook da balordi, in seguito ad alcuni post del deputato contro la caccia in Sicilia”.
Lo affermano i deputati del M5S all’Ars.
”In democrazia – affermano i parlamentari 5 stelle – ci dovrebbe essere libertà di pensiero, ma evidentemente, per i cretini di turno, che reagiscono in maniera scomposta a qualsiasi cosa vada in direzione opposta ai loro desiderata, questo è un dettaglio del tutto trascurabile. Avvisiamo comunque chi si fosse reso artefice di questa spavalda azione al sicuro della propria stanzetta, che la posizione di Trizzino è quella dell’intero gruppo parlamentare che ha più volte sottolineato l’assurdità dell’apertura anticipata della caccia, voluta dal governo regionale”.
“Siamo certi – concludono i deputati – che Trizzino non si farà minimamente intimidire e ci auguriamo che gli autori delle minacce, che saranno oggi stesso denunciati, vengano al più presto identificati”.

In attesa di conoscere i contenuti del ddl approvato in giunta da Musumeci, leggendo le dichiarazioni del Presidente e dell’Assessora Baglieri la prima impressione è che non abbiano mai letto la legge vigente 19/15 alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 93 del 2017. Se così fosse saprebbero che i profili di incostituzionalità introdotti in aula al momento dell’approvazione della legge nel 2015 sono stati cassati dalla Corte, rendendo la legge perfettamente aderente alla legislazione nazionale ed europea in materia di governance. Quello che è mancato in questi anni, malgrado il commissariamento delle ATO prima e delle ATI poi da parte della Regione è una reale volontà di applicarla. Troppe le “sviste” dei Commissari ad acta anche in casi gravissimi come quello di Agrigento, per non parlare della frequenza con cui non hanno ottemperato al mandato di nomina per far entrare a regime la legge.

Quello che il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni teme è che in realtà una nuova legge serva alla Regione per risolvere a vantaggio del gestore del sovrambito super privato  Siciliacque, (per il 75% della multinazionale francese Veolia), la bocciatura delle tariffe applicate, dopo le sentenze del TAR e del CGA.  Tariffe illegittime quanto le delibere di Giunta che le avevano autorizzate. Altro tema per cui una nuova legge sarebbe risolutiva secondo il Presidente è quello di  “un vasto Piano di riqualificazione delle reti di distribuzione e di corretta gestione delle acque”, Piano in realtà già contenuto negli aggiornamenti dei Piani d’ambito delle ATI che la stessa Regione ha finanziato. I gestori d’ambito, auspichiamo pubblici,  potranno attingere ai fondi del PNRR ed a quelli della programmazione EU 2021/27 destinati all’idrico. Ma forse il vero tema è proprio questo, chi gestirà questi ingenti capitali pubblici; enti di diritto pubblico senza finalità di lucro come il Forum siciliano chiede da anni in attuazione dei Referendum Popolari del 2011 e come la legge vigente 19/15 prevede o il super gestore del sovrambito magari in accordo con gli altri privati di cui è creditore? Se a pensare male si indovina, la preoccupazione di tutelare il Bene Comune primario da ulteriori speculazioni e privatizzazioni è fondata. Su questo chiediamo fin d’ora un incontro con il Governo e con tutte le forze politiche all’ARS.

ll riordino del Servizio idrico integrato in Sicilia, questo  l’obiettivo che si prefigge il governo Musumeci con il disegno di legge illustrato dall’assessore Daniela Baglieri e appena approvato dalla Giunta. Una riforma che prevede l’istituzione di un unico Ambito territoriale, “comprendente l’intero territorio regionale, per garantire criteri di efficienza, efficacia ed economicità, nell’interesse pubblico collettivo, e un razionale utilizzo della risorsa idrica”.

La proposta di legge si compone di ventidue articoli, con particolare attenzione alla governance, per arrivare anche all’adozione di una tariffa d’ambito regionale. Per il presidente della Regione Nello Musumeci «la riforma della gestione delle acque nell’Isola tende a eliminare la frammentazione delle competenze e a compensare la censura operata dalla Corte costituzionale sulla legge regionale 19 del 2015. Più volte – spiega il governatore –  ci siamo confrontati con i vertici degli Ati ed è emersa l’esigenza di razionalizzare una materia così delicata e di primaria importanza. Da questa riforma scaturisce un vasto Piano di riqualificazione delle reti di distribuzione e di corretta gestione delle acque».

Anche l’assessore Baglieri si dice soddisfatta: «Portiamo a compimento un iter iniziato col mio predecessore e che tende finalmente a mettere ordine in un settore assai esposto a speculazioni e sprechi. Spero che l’Assemblea regionale possa presto tradurlo in legge».