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Dall’assessorato regionale all’Economia trapelano commenti attenuanti a fronte della bocciatura da parte della Corte dei Conti del rendiconto del bilancio del 2019: nessun effetto devastante. E gli esperti contabili spiegano: “Per ciascuno delle decisioni assunte c’è già un pacchetto di contromisure per evitare proprio effetti a cascata. Sarà necessario solo un passaggio di governo e, forse, in Parlamento per scegliere quale delle possibili strade seguire. Per la rivalutazione del ‘fondo crediti di dubbia esigibilità, che per la Corte romana passa da 34 milioni e 992 mila euro a 43 milioni e 503 mila euro, ci sono due possibili soluzioni: una correzione alla legge regionale approvata la scorsa settimana oppure il ricorso alla Corte costituzionale. Per quanto riguarda la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte dei Conti, la norma sulla quale viene sollevato il conflitto è figlia del governo Crocetta – Baccei. Si tratta di una legge mai impugnata dal Consiglio dei Ministri e come tale in vigore. La legge si applica e dunque nessuna delle poste effettuate dal 2016 ad oggi possono essere considerate illegittime.

“Servono più posti nelle scuole, salari più alti e una revisione dei profili professionali per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ata)”. Sono queste le principali richieste fatte dal segretario regionale della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, nel corso del seminario “Il lavoro ata al tempo della pandemia. Criticità e prospettive alla luce del rinnovo del contratto collettivo nazionale”, che si è tenuto oggi a Enna presso il Federico II Palce Hotel.
“È fondamentale – aggiunge – ripristinare nelle scuole italiane quei 45.000 posti tagliati in virtù di una operazione politico-economica voluta dall’allora ministra Gemini; eliminare il precariato e dare vita all’organico funzionale che garantisce stabilità ai lavoratori e qualità professionale nelle scuole; restituire dignità a questa categoria di lavoratori a partire dal salario indecente e una revisione dei profili professionali che risalgono a circa 20 anni fa rispetto a una scuola che è completamente diversa da quella di oggi; garantire un percorso di formazione a tutto il personale; ridurre il carico di lavoro e definire in modo chiaro le incombenze del personale di segreteria al quale viene chiesto di svolgere attività che in passato erano a carico dei provveditorati, dell’Inps e degli altri enti della pubblica amministrazione”.
“Rispetto al tema dell’assistenza igienico sanitaria agli alunni con disabilità – conclude Rizza – riteniamo che sia giunto il momento di distinguere l’assistenza igienico sanitaria di base rispetto a quella specialistica, che è a carico della Regione Siciliana e degli Enti locali. Assistenza che può e deve essere svolta necessariamente da personale specializzato Osa e Oss, con un percorso di formazione effettivamente valido per garantire agli alunni con disabilità, che in Sicilia sono quasi 30.000, quel diritto allo studio già pesantemente negato durante la fase legata alla pandemia”.

Stop alla parifica del Bilancio 2019 della Regione siciliana. In Cassazione a Roma la Corte dei Conti ha riformato la sentenza con la quale le Sezioni riunite per la Sicilia hanno parificato, con prescrizioni, il rendiconto generale del 2019. E ha disposto nuove correzioni ricalcolando il “fondo crediti di dubbia esigibilità” e valutandolo più consistente di quanto accertato a Palermo. Più nel dettaglio, è stata aumentata la consistenza del fondo crediti di dubbia esigibilità da 34 milioni e 992 mila euro a 43 milioni e 503 mila euro, determinando nei conti un ulteriore buco da coprire pari a poco più di 8 milioni e mezzo. Inoltre, con separata ordinanza, la Corte dei Conti ha sollevato innanzi alla Corte Costituzionale la questione di legittimità dell’articolo 6 della legge regionale numero 3 del 17 marzo 2016 che ha autorizzato l’uso dei soldi del fondo sanitario per pagare le rate di un prestito legato al piano di rientro della Regione. Se tale norma dovesse essere annullata ne deriverebbe un effetto domino su cinque anni di bilanci regionali.

“Una procedura carente, che fa acqua da tutti i lati sia da parte dello Stato che dalla Regione, per la sua assenza, sembrerebbe, di tavoli di concertazione”.
Valentina Palmeri, deputata regionale dei Verdi, giudica così la vicenda dei progetti del PNRR per i sistemi irrigui bocciati in blocco da parte del Governo nazionale, che oggi è stata al centro del dibattito in Commissione all’assemblea regionale Siciliana.
“Abbiamo scoperto – afferma la parlamentare – che è mancata una reale interlocuzione tra Regione Siciliana e Stato, a differenza di quanto avvenuto per i progetti relativi ad altre zone del Paese.
Per questo motivo, proporrò un Ordine del Giorno che impegni  il Governo regionale a richiedere, anche  impugnando gli atti, la revisione dei criteri per l’assegnazione delle risorse.
Non è pensabile che siano bloccati per motivi formali i progetti relativi ad una delle aree che ha più bisogno di rendere efficienti e resilienti i sistemi di gestione delle acque a partire dal riutilizzo e dalla messa in esercizio dei bacini artificiali già realizzati in coerenza con i piani di bacino.”

“Dopo l’audizione odierna dell’assessore Scilla nella Commisione parlamentare da me presieduta e le rassicurazioni proferite al question time dal ministro Patuanelli possiamo dirci cautamente ottimisti che i progetti inviati dalla Regione Siciliana per i finanziamenti previsti dal PNRR possano essere giudicati positivamente”. Il vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Angela Foti (Attiva Sicilia), ha così sottolineato le possibili novità in relazione alla mancata approvazione dei progetti della Sicilia.

“Il ministro Patuanelli ha ammesso la possibilità di eventuali errori formali e non sostanziali al momento del caricamento delle istanze sul sistema informatico del Ministero. Cosa che, peraltro, trova riscontro nella lettura delle Faq. Ritengo sia stato quanto mai opportuno e tempestivo l’intervento della nostra Commissione che ha determinato questa analisi tecnica oltre che politica sulla incresciosa situazione che si è creata. Abbiamo ascoltato i commissari straordinari dei Consorzi di bonifica che hanno consegnato delle schede con la verifica dei dati caricati da cui si evidenzierebbero numerosi errori di acquisizione e non di problematiche effettive dei progetti. Sempre per fare chiarezza abbiamo anche richiamato l’assessore Scilla, sottolineando come al Parlamento regionale e alla III commissione non erano state rese note criticità nelle comunicazioni con il Ministero. Ha scelto di tenere tutto per sé e questa cosa non deve più verificarsi. Il Parlamento siciliano vuole essere partecipe non solo a disastro avvenuto, ma anche durante la fase di interlocuzione con il Ministero. È fondamentale per il futuro che la difficoltà dell’amministrazione, dovuta al blocco del turn over dirigenziale, non venga trascinata sugli altri assi del Pnrr e per tale motivo chiederemo che governo nazionale e Unione Europea creino delle misure apposite riservate al Sud e alla Sicilia, fino a quando persisterà il blocco delle assunzioni. Chiederemo, inoltre, che i progetti di miglioramento del sistema irriguo già finanziati con altre fonti siano ammessi al Pnrr in maniera automatica. Mercoledì prossimo l’assessore Scilla incontrerà il ministro Patuanelli, noi proporremo un ordine del giorno da condividere con le forze politiche presenti in Assemblea contenente ciò che è necessario a superare questo momento di emergenza del nostro comparto agricolo”.

Il futuro degli operai che si occupano di antincendio e manutenzione dei boschi è una partita giocata dalla politica con un arbitro espressione della politica.

Questo agire condanna i lavoratori a subire, per il loro futuro, uno stallo che dura ormai da circa 30 anni e li relega come squadra soccombente anche se fanno bene il loro lavoro.

Ogni Presidente della Regione Siciliana che è stato eletto negli ultimi 30 anni  ha messo tra le priorità del suo programma la stabilizzazione dei precari forestali, ma tale priorità ormai si è trasformata nella bugia più grande per antonomasia che un politico siciliano possa esprimere.

In Sicilia ormai non esiste persona che non ha la certezza che il proclama sulla stabilizzazione dei forestali è una solenne bugia e i politici che mentono sapendo di mentire ormai non sono più credibili.

Da diversi anni il Sinalp con i colleghi dell’Associazione  Articolo 1 si battono affinchè si possa porre fine a questa vergognosa condizione di precariato e quindi al futuro negato agli ormai circa 18.000 lavoratori forestali.

La Sicilia negli anni, a causa di una politica miope e meschina, si è trasformata in un immenso contenitore di precariato di vario genere che di fatto ha abolito il diritto al lavoro, allo stipendio ed al futuro.

Questa condizione di incertezza che colpisce i forestali, come le altre innumerevoli categorie di precari siciliani, costringe i nostri concittadini ed i loro figli ad emigrare presso terre più propense a dare loro un vero futuro di tranquillità.

Con i passati Presidenti della Regione Siciliana si è dialogato su svariate proposte di stabilizzazione dei forestali ma mai si è raggiunto l’obiettivo.

Il Segretario Sinalp Sicilia Dr. Andrea Monteleone ed il Presidente di Articolo 1 Carmelo Fonte hanno più volte chiesto che si metta seriamente mano ad una vera riforma del comparto forestale eliminando una condizione di schiavitù e sudditanza che questi operai, lavoratori ed uomini subiscono da ormai troppi anni.

Oggi il Sinalp Sicilia assieme ad Articolo 1 prendono atto che finalmente esiste un Governo Regionale che ha deciso di mettere realmente mano al precariato forestale, proponendo una riforma del comparto che nel concreto aumenta il numero dei giorni di lavoro annuali trasformando i lavoratori 78ottisti e 101unisti in turni di 120 giorni l’anno, mentre per gli attuali 151unisti i giorni lavoratovi diventerebbero 180.

Riteniamo che questo aumento delle giornate di lavoro è certamente un fattore positivo per gli operai in termini di ritorno economico, ma sicuramente non risolve la piaga del precariato.

Come Sinalp ed Articolo 1 diciamo che questa modifica operativa proposta dal Governo Musumeci, al quale va sicuramente il merito di aver affrontato il trentennale problema, va verso una soluzione del precariato, ma tale non è.

Forti di questo assioma chiediamo un incontro con il Presidente Musumeci affinchè sia lui a farsi carico di imporre una soluzione in grado di eliminare una volta per tutte questo vile precariato.

Riteniamo che è fondamentale che si dia il via ad un tavolo tecnico tra INPS e Regione per discutere di un accordo di prepensionamento di tutti quei forestali che sono ormai vicini al’età della pensione.

Da dati in nostro possesso ben il 37% di questi precari ha ormai l’età per poter andare in pensione. L’accordo che si potrà raggiungere con l’INPS permetterà quindi a circa 7.000 operai di raggiungere questo obiettivo.

Inoltre, sempre da dati in nostro possesso, riteniamo che circa il 18% di essi opterà per la fuoriuscita dal bacino a fronte di una congrua indennità.

In questo modo avremo altri 3.000 lavoratori che non peserebbero più sulle tasche dei Siciliani.

Realizzando questi due interventi il bacino dei forestali si assottiglierebbe ad appena 8.000 unità che potranno essere stabilizzate a tempo pieno ed indeterminato utilizzando le economie di scala ottenute con la fuoruscita dal bacino ed il prepensionamento.

Questa nostra proposta di stabilizzazione porterà enormi benefici a tutto il territorio regionale visto che gli enti locali potrebbero fare richiesta agli assessorati al Territorio ed all’Agricoltura per l’utilizzo di questa nuova forza lavoro nella  manutenzione del loro territorio e della viabilità interna regionale.

Ci rendiamo conto che non è semplice raggiungere un’intesa con l’INPS per il prepensionamento, ma dobbiamo farci forti dei precedenti che hanno permesso il prepensionamento di lavoratori in tantissimi comparti, e siamo fermamente convinti che questa è l’unica strada percorribile per ridare dignità a questi vilipesi lavoratori.

Inoltre questa soluzione interromperà l’azione giudiziaria che ormai da più parti è partita contro la Regione Siciliana che non ha saputo gestire un precariato lungo circa 30 anni e che adesso già il Tribunale di Ragusa ha sanzionato.

Questa via se verrà amplificata, e succederà se la Regione Siciliana non porrà rimedio allo sfacelo che le passate amministrazioni hanno combinato, visti i numeri in gioco, porterà al fallimento l’Ente Regione distruggendo anche quel che resta della nostra Costituzione Regionale.

Forti e convinti della bontà e della realizzabilità della nostra proposta di stabilizzazione dei forestali chiediamo di essere convocati dal governo Regionale per poterci confrontare sulle indubbie difficoltà che si materializzeranno nel corso dell’attuazione del programma proposto.

Con un paio di giorni in anticipo la Sicilia torna in zona “bianca”, il rientro sarà a partire da sabato prossimo. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, presentando in conferenza stampa il nuovo bollettino settimanale sull’andamento della pandemia nell’Isola.

“Ma non sia un ‘tana liberi tutti'”, ha precisato Razza – che continua – :”Entro ottobre – ha aggiunto l’assessore – potremmo arrivare all’obiettivo dell’80% della copertura vaccinale della popolazione di riferimento”. Non solo dati sui contagi: “Chiederò anche alle altre Regioni italiane che in questa legge finanziaria si faccia pressione sullo Stato e sul Mef per investire di più per il recupero delle prestazioni non rese nel passato. In questo momento la massa economica disponibile è insufficiente”.

 

L’assessore regionale all’Economia, e vice presidente della Regione, Gaetano Armao, interviene nell’ambito del caso “Figuraccia Piano nazionale ripresa e resilienza in Sicilia” ovvero che su 63 progetti presentati dalla Regione, soprattutto attinenti all’agricoltura irrigua, sono stati ben 31 quelli bocciati. Armao afferma: “L’immagine è spiacevole ma è questa: siamo come ‘incaprettati’ dalla mancanza di funzionari e burocrati di alto livello. Più cerchiamo di muoverci, di liberarci dagli adempimenti, più finiamo strangolati. La Regione sta subendo un vero e proprio ‘stress burocratico’. Il motivo è presto spiegato. Negli anni scorsi si è spinto all’inverosimile verso prepensionamenti e fuoriuscite di personale, soprattutto di funzionari e dirigenti di alto livello e di grande esperienza. In più abbiamo dovuto accettare a gennaio il blocco del turn over voluto dal governo nazionale e adesso dobbiamo fare i conti con una desertificazione di personale”.

“Una persona molto concreta, che ha le idee chiarissime sulle cose da fare, a partire dall’immediato futuro. Siamo molto fiduciosi del nuovo corso che si sta per aprire per il Movimento 5 stelle sotto la guida di Giuseppe Conte”.

Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Giovanni Di Caro, dopo il briefing che lui e gli altri 14 parlamentari 5 stelle all’Ars hanno avuto in un albergo di Catania con il neo presidente del Movimento a poche ore dal mini tour di questi in Sicilia a sostegno dei candidati 5 stelle alle prossime elezioni amministrative.

“Tutti i miei colleghi – dice Di Caro – hanno avuto la mia stessa impressione, che conferma e rafforza le positive sensazioni su Conte avute nelle occasioni di incontro con lui in passato, quando però non era ancora presidente del Movimento. Con lui presidente ci eravamo incontrati solo una volta, ma in videoconferenza, che non è certo la stessa cosa di un incontro dal vivo”.

“Abbiamo parlato per un paio d’ore – continua Di Caro – mettendo al centro, ovviamente, l’imminente tornata elettorale, ma anche l’esigenza, condivisa, di dare vita a un coordinamento regionale e territoriale. Nonostante sia arrivato da poco al Movimento, ha dimostrato di conoscerlo a fondo, come se lo frequentasse da sempre”.

“Il segretario del PD Enrico Letta individua lucidamente, e gliene sono grato, nel fattore tempo uno degli snodi strategici per competere e vincere alle prossime elezioni regionali. Chiede che il centrosinistra siciliano faccia presto a convergere su un candidato: è la stessa cosa che chiedo anch’io da molti mesi. I tempi della politica non concedono dilazioni: in Sicilia, il tempo per lanciare la sfida a questa destra è adesso. E io, oggi come sei mesi fa, sono pronto a fare la mia parte.”
Lo dichiara Claudio Fava, presidente della Commissione antimafia siciliana commentando le dichiarazioni del segretario del Pd, Letta, sui risultati elettorali per le amministrative e le regionali.