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“Saranno i giudici a stabilire le eventuali responsabilità penali del sindaco Orlando e delle altre persone indagate dalla procura di Palermo per possibili irregolarità nei bilanci e fino ad allora vale come per tutti la presunzione di innocenza.
Ma è evidente che vi è un problema tutto politico nel momento in cui il Comune si avvia al dissesto finanziario ed è già da tempo in totale dissesto funzionale.
Lo diciamo da tempo e torniamo a ribadirlo: è ora di votare la sfiducia.
Quella sfiducia che abbiamo promosso da mesi e che finora ha raccolto una decina di firme è la cartina al tornasole di come qualcuno a Palermo abbia fatto opposizione solo a parole.
Ma oggi più di prima e in maniera definitva non ci possono più essere mezze misure.
O si è con Palermo o si è con Orlando.
O si firma e vota la sfiducia o si è contro la città.“
Lo dichiarano il capogruppo della Lega in Consiglio comunale Igor Gelarda e la deputata e Consigliera Marianna Caronia

“Piove ancora, è il caso di dirlo, sulle tante aziende agricole siciliane che restano penalizzate e senza risarcimenti dopo i danni subiti in seguito al violento maltempo dell’ottobre 2018. Finora risultano 599 istanze ammesse in tutta la Sicilia, per 11,7 mln € di contributi concessi sui 53 mln € richiesti. Ma c’è un fronte di richieste molto più ampio, per centinaia di milioni di euro, che non è stato nemmeno preso in considerazione, molto probabilmente a causa di difformità ed errori nell’applicazione della direttiva del 12 luglio 2019 emanata dal commissario delegato per l’emergenza, che regola le richieste di contributi”.

Lo sostiene Giorgio Pasqua, deputato regionale del Movimento 5 Stelle, che ha presentato un’interrogazione all’Ars. La vicenda riguarda gli ingenti danni subiti dalle aziende agricole nell’ottobre 2018, quando in tutta la Sicilia forti raffiche di vento e alluvioni misero in ginocchio le produzioni agricole, oltre a provocare evacuazioni di numerose famiglie e la perdita di ben 29 vite umane.

“Il Governo nazionale – ricorda Pasqua – mise subito a disposizione le somme necessarie per il ripristino delle strutture danneggiate o distrutte, ma la Regione, attraverso la Protezione Civile, ha impiegato quasi due anni per esitare le pratiche. Dalla presentazione delle istanze, iniziata nel luglio 2019, solo lo scorso 4 marzo sono stati pubblicati gli elenchi provvisori dei beneficiari, in un’area recondita del portale web, di difficile accesso e senza aver dato alcuna diffusione. Non si trova un elenco delle istanze rigettate e quindi molte aziende escluse non hanno potuto conoscere le motivazioni e replicare al provvedimento”.

“La cosa più grave, però – spiega Pasqua – riguarda le enormi e incomprensibili incongruenze fra le cifre indicate nelle perizie asseverate, presentate dalle aziende, e le cifre ammissibili a contributo: emergono tagli dal 62% ad oltre il 97% di quanto richiesto. Ancora, alcune spese sono state cassate per mancanza di documenti che però non erano richiesti. Inoltre, le spese riconosciute sono state ridotte del 50% per tutti i richiedenti: questo doveva avvenire solo per le aziende dotate di polizza assicurativa contro i danni, e per evitare duplicazioni di risarcimenti (un principio generale in campo assicurativo), mentre il taglio è stato applicato a tutti e senza aver chiesto se si avesse una polizza assicurativa. Insomma, sembra quasi che gli uffici abbiano interpretato al contrario quanto scritto da loro stessi nella direttiva. Tutto questo è avvenuto senza la possibilità di un contraddittorio tra le parti, un fatto assurdo”, conclude Pasqua, che ricorda come i contributi “dovevano essere erogati entro il terzo anno dall’evento stesso, come recita la normativa europea, e quindi entro questo mese di ottobre”.

Il deputato regionale chiede quindi chiarimenti al presidente Musumeci e all’assessore all’Agricoltura, Scilla, sulla corretta applicazione della direttiva del 2019, oltre all’eventuale ricalcolo degli importi spettanti alle singole aziende e la pubblicazione degli elenchi delle aziende escluse e delle relative motivazioni.

A fronte dei 31 progetti siciliani bocciati a Roma nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonio Scilla, riferendo all’Assemblea Regionale sul recente incontro con il ministro Patuanelli, ha annunciato: “Otto dei 31 progetti per le reti idriche in Sicilia bocciati nei giorni scorsi sono stati recuperati. Tali progetti avrebbero in realtà rispettato i parametri richiesti: sono 6 progetti esecutivi e 2 definitivi, per un valore complessivo di 121 milioni di euro. Dei 6 progetti esecutivi, 3 riguardano il Consorzio di bonifica Trapani 1; uno riguarda il Consorzio di bonifica Agrigento 3; uno Ragusa; un altro a Caltagirone”.

Breve disamina politica, a cavallo del periodo attuale di elezioni Amministrative, del presidente della Regione, Nello Musumeci, che afferma: “In Sicilia credo che il centrodestra abbia vinto: i numeri non sono opinabili. Credo sia emersa un’esigenza chiara. La gente si affida a persone che abbiano dimostrato competenza politica, capacità amministrativa e radicamento sul territorio. Non si può inventare una classe dirigente un mese prima, ovvero a candidati sindaco scelti un mese prima del voto. Sul fronte dei vari schieramenti politici ritengo che il centrodestra dove è unito vince. Dove non è unito inesorabilmente perde. I Cinque Stelle? Perdono a favore del Partito Democratico”.

All’Assemblea Regionale Siciliana non si entra senza green pass: pugno duro del presidente di Sala d’Ercole. Gianfranco Miccichè afferma: “Alcuni colleghi si sono presentati in portineria senza green pass, e correttamente gli assistenti non li hanno fatti entrare. Vorrei chiarire che qualsiasi iniziativa si voglia assumere lo si faccia. Si presenti ricorso al Tar se si vuole, ma la legge dispone all’amministrazione di fare rispettare le disposizioni. Non si può entrare all’Ars senza green pass”. Miccichè probabilmente si è riferito in particolare a due deputati di Attiva Sicilia, ex 5 Stelle, Angela Foti e Sergio Tancredi, che sono contrari all’obbligo del green pass. E Gianfranco Miccichè ha aggiunto: “Invito i deputati che hanno fatto questa richiesta di ingresso senza green pass, pur sapendo che era inutile, a desistere da iniziative di protesta. Se la legge dell’obbligo del green pass sia illegittima e contraria alla Costituzione non siamo noi a deciderlo”.

C’è in gioco il principio di base della democrazia e delle libertà personali, non possiamo che essere contrari a questa imposizione che obbliga all’acquisizione di un certificato per poter ottenere persino il diritto al lavoro sancito dall’articolo 1 della Costituzione. Siamo convinti, così come lo sono gli oltre trecento docenti universitari che hanno firmato l’appello contro il green pass, sulla natura discriminatoria di questa misura. La tutela della salute è certamente un diritto fondamentale ma una democrazia non può dimenticare che altrettanto importante è la tutela delle minoranze che vengono discriminate. Allo stesso modo, oggi testimoniamo come anche ai parlamentari regionali regionali il diritto-dovere a svolgere il proprio ruolo di rappresentanza assegnato dai cittadini viene subordinato al possesso del certificato, del quale per senso del dovere ci siamo muniti. Lo Stato non può continuare ad assecondare lo scontro sociale sulla base di provvedimenti coercitivi e ipocriti, per questo esprimiamo solidarietà ai manifestanti No Green pass, la cui repressione è avvenuta in maniera assolutamente sproporzionata e non degna di un Paese civile”. Lo affermano Angela Foti e Sergio Tancredi deputati regionali di Attiva Sicilia.

Su un giovane paziente di 42 anni, presso l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia dell’Ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli, diretta dal dott. Cosimo Callari, per la prima volta è stato eseguito con successo un intervento di asportazione di tumore del colon con metastasi peritoneali (carcinosi peritoneale).

Ogni anno in Italia la carcinosi peritoneale, colpisce circa 25.000 persone con un significativo peggioramento sia della prognosi sia della qualità della vita dei pazienti. La chemioterapia classica in tali situazioni non offre, una reale capacità di contenimento della crescita tumorale.

Il delicato intervento è stato realizzato dal dott. Dario Di Miceli, responsabile dell’unità operativa di chirurgia oncologica e dal dott. Guido Martorana, responsabile dell’unità operativa di chirurgia laparoscopica avanzata.  Al paziente è stato asportato il tumore recidivo e la membrana dell’addome (peritoneo). Durante l’intervento è stata effettuata un’infusione intraoperatoria  di chemioterapico ad alta temperatura (HIPEC). Si tratta di una tecnica che prevede l’impiego dei farmaci chemioterapici direttamente in cavità addominale là dove il tumore si localizza attraverso un “avaggio” ad alta temperatura (41-42 gradi). Il paziente è stato dimesso dopo sette giorni di degenza in buone condizioni generali.

Il successo dell’intervento – dichiara il dottore Cosimo Callari – è frutto della collaborazione del lavoro di equipe, in modo particolare con l’unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione diretta dal dott. Luciano Calderone e con l’unità operativa complessa di Oncologia diretta dal dott.  Nicolò Borsellino “. 

L’intervento svolto per la prima volta all’Ospedale Buccheri La Ferla è il risultato di un nuovo modello organizzativo iniziato e portato avanti dal dott. Cosimo Callari. Nell’ultimo anno sono stati effettuati circa 90 interventi di chirurgia oncologica prevalentemente tumori del colon e del retto e circa 100 interventi di chirurgia bariatrica. Inoltre, afferisce alla chirurgia  l’unità operativa di urologia, da qualche mese diretta dal dott. Antonio Lupo che ha implemento il numero di interventi per la rimozione del tumore sul rene e sulla vescica utilizzando la tecnica laparoscopica.

Il nostro sforzo organizzativo – dichiara il dott. Santi Mauro Gioè, direttore sanitario dell’Ospedale –  ha fatto registrare un progressivo efficientamento che ha comportato una diminuzione delle giornate medie di degenza dei ricoveri. Ciò ha permesso di svolgere a parità di posti letto non solo attività chirurgica proveniente da pronto soccorso ma di dedicare spazio ad alta complessità contribuendo ad evitare la mobilità sanitaria dei nostri pazienti verso altre regioni”.

Un raccordo fra la Regione e i Comuni per far sí che gli enti Locali partecipino alla formazione delle leggi che li riguarda. È questa la funzione principale del Consiglio regionale delle Autonomie locali in Sicilia, organo per la cui Istituzione è stata presentata, oggi, a Palazzo dei Normanni la proposta di disegno di legge. Il ddl è stato consegnato all’assessore alle Autonomie Locali Marco Zambuto dal presidente dell’Asael, Associazione siciliana amministratori degli Enti Locali, Matteo Cocchiara e dal presidente dell’associazione ex Parlamentari Rino La Placa.

“Il punto centrale dell’iniziativa – ha spiegato il presidente dell’Asael Matteo Cocchiara – è di dare centralità ai Comuni in un momento in cui gli stessi non godono di buona considerazione. Se la nostra proposta dovesse essere accolta gli Enti locali potranno intervenire nella fase decisionale in un momento di formazione delle leggi che li riguardano specie con riguardo alla dotazione finanziaria. In un momento così cruciale come quello che viviamo, penso – aggiunge Cocchiara alla sfida del Pnrr – è necessario che la Regione siciliana elimini l’isolamento istituzionale in cui si trovano i Comuni e promuova il protagonismo di questi enti”.

Per il presidente dell’associazione ex deputati dell’Ars Rino La Placa “questo organismo di raccordo non altera le reciproche competenze di Comuni e Regione, ma prova a istituzionalizzare e rendere stabile il dialogo fra questi due livelli territoriali. La proposta fra l’altro ha il merito – ha aggiunto La Placa – di far superare alla Sicilia una triste condizione: essere rimasta l’unica Regione a non essersi dotata di questo organo”.

La proposta di disegno di legge è stata accolta favorevolmente dall’assessore Marco Zambuto che si è impegnato a presentare il disegno alla giunta regionale dopo un approfondimento da parte degli uffici regionali. “Quello dell’Asael – ha commentato Zambuto – è un contributo importante alla politica siciliana. Tale contributo è stato realizzato anche grazie a un dialogo con il dipartimento alle Autonomie locali. Siamo pronti a promuovere l’iniziativa per realizzare un dialogo proficuo tra Regione ed Enti locali”.

Accoglienza favorevole bipartisan anche da parte dei gruppi parlamentari. Sia il capogruppo PD dell’Ars Giuseppe Lupo che il capogruppo di Diventerà Bellissima Alessandro Aricó, intervenendo alla presentazione, hanno ritenuto condivisibile la proposta e hanno stimato come possibile una convergenza di tutti i gruppi parlamentari su tale iniziativa.

La Sicilia ha il record nazionale delle persone che non hanno fatto nemmeno di una dose di vaccino. E’ quanto emerge da uno studio fatto dalla Confederazione Generale Italiana Artigianato di Mestre.

Nell’isola ci sarebbero 625.565 non vaccinati, il 24,3% di tutto il territorio nazionale nella fascia over 12. A seguire la Calabria (23,4%), la Provincia Autonoma di Bolzano (22,7%), la Valle d’Aosta (21%) e le Marche (20,4%).

Intanto nelle farmacie siciliane, anche se non c’è stata una corsa al tampone, le prenotazioni sono esaurite e le liste si trascineranno quasi certamente fino al prossimo mese di dicembre.

“Sosterrò con forza il ddl che prevede la doppia preferenza di genere per l’elezione dell’Assemblea regionale siciliana. É tempo di dare effettiva attuazione all’articolo 51 della Costituzione ed all’articolo 3 dello Statuto siciliano. La Sicilia non può rimanere l’unica regione insensibile alle norme statali che prevedono la parità di accesso alle cariche elettive e istituzionali. Sono da sempre attenta a questo tema e in una precedente legislatura regionale ho lavorato per far fare qualche passo concreto in avanti alla Sicilia, riuscendo a far approvare la legge attuale che prevede almeno la presenza di un terzo per ciascun genere nelle liste provinciali per il rinnovo dell’Ars e l’alternanza uomo-donna nel listino regionale.

Ma oggi ciò non basta più, soprattutto alla luce di quanto il parlamento regionale è riuscito a fare imponendo il doppio voto di genere per le elezioni comunali. Confido sull’autorevolezza del presidente Miccichè nel farsi garante dei principi statutari affinché il percorso della riforma per le elezioni regionali non abbia ostacoli e trovi anche ampio consenso tra le forze politiche presenti a Palazzo dei Normanni. La presenza di più donne nelle Istituzioni garantisce un surplus di determinazione e sensibilità in un mondo politico da sempre pensato per gli uomini, secondo un modello organizzativo sociale che ha penalizzato il genere femminile anche per le difficoltà oggettive che le donne hanno rispetto all’accesso al lavoro e per le carenze del welfare a sostegno della maternità. Sono certa che un’autentica e paritaria partecipazione delle donne in politica migliorerà la vita democratica della nostra regione”.

Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana, in occasione del convegno promosso da Arcidonna, Aidda, Ande e Terziario Donne presso la Sala Mattarella di Palazzo Reale a Palermo . “La nostra – conclude Lo Curto – è una battaglia per la democrazia e non a favore delle donne”.