Ottobre 2023 - Pagina 9 di 38 - Sicilia 24h
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Dopo l’inizio dell’anno scolastico è tempo di elezioni dei rappresentanti.
Al Liceo Classico “Empedocle” sono stati eletti i seguenti rappresentanti di Istituto. Si tratta di Vincenzo Parla, Calogero Latino, Rosario Troìa e Vanessa Caramazza.
Eletti anche i rappresentanti della consulta studentesca. Si tratta di Sofia Scozzari e Giovanni Vivacqua.

Mentre per la normalità della gente, i favaresi perbene e lungimiranti e molti consiglieri comunali la seduta del Consiglio comunale di ieri ha sancito quello che purtroppo abbiamo sempre detto, e cioè la tirannia di un uomo solo che ormai ha i mesi contati (si, perchè l’assessore non si può sfiduciare, mentre il sindaco…), il sindaco Antonio Palumbo crede che ieri sera abbia giocato una partita a tressette.

Avrà anche mille pregi, Antonio Palumbo, persona perbene, primo cittadino di una città sempre più allo sbando e priva di un vero e proprio comandante che la sappia portare sulla retta via. Palumbo, invece, è capace anche di far sbattere la nave che guida anche nell’unico scoglio presente nell’oceano Pacifico.

A parte la matematica, ovviamente per lui è una opinione del tutto personale. Parla di 24 consiglieri PRESENTI ed invece i consiglieri erano 15. Si PRESENTI, perchè uno che dice perentoriamente (e lo ribadisce oggi nella sua pagina di fb) “su 24 consiglieri ecc ecc” non lo si può giustificare in nessun modo.

Due sono le cose: o è strabico, ed ogni consigliere lo vede il doppio o parla in malafede. Non c’è altra via. Nella sua pagina di fb scrive testualmente: “Solo 10 consiglieri comunali su 24 hanno votato la proposta di sfiducia simbolica all’assessore ai Lavori Pubblici Emanuele Schembri”. Ma quando mai!!!

Adesso si spieghi al popolo intero perchè ha detto 24 quando invece i presenti erano 15? Qualcuno ci capisce qualcosa? Ha tentato miseramente di sminuire l’accaduto inventandosi di sana pianta un dato matematico. Non solo; il dato matematico uccide e compie un vero e proprio attentato (non dinamitardo) nei confronti suoi e del suo assessore!

La percentuale di voto: di fatto quasi il 70% dei consiglieri (presenti) vuole cacciare via l’assessore Schembri e l’unico che non se n’è accorto è proprio lui, Antonio delle meraviglie. Cioè quella stessa percentuale (più o meno) che ha distaccato la sua vittoria a primo cittadino contro l’avversario. Allora, però, le percentuali erano favolose, corrette e strabilianti; ieri sera, che quella percentuale non apparteneva a lui, non ha avuto valore!

Offende l’intelligenza dei favaresi come se nulla fosse; prende in gioco uomini, persone, assessori, consiglieri, popolazione. Il tutto con una naturalezza disarmante (e dittatoriale).

Matematica a parte, ieri sera il Palumbo ha avuto la forza di andare oltre il limite di ogni ragionevole senso di rispetto ed educazione civica (azzo, ci vuole proprio una grande forza).

Dopo la cocente e violentissima votazione è stata avviata la discussione. Qualcuno ha parlato e poi ad un certo punto, correttamente, è stato chiesto ad Antonio il suo intervento. Lui si è rifiutato e lo ha fatto nel modo peggiore possibile (è proprio un recordman). Non solo ha detto di non volere parlare ma ha anche aggiunto: “Andiamo avanti con gli altri punti del Civico consesso così finalmente parleremo di cose serie…”.

Non ci crederete ma chi scrive questo articolo, in questa circostanza, riesce a perdonare il sindaco di Favara. E sapete perchè? Subito detto. A nostro modo di vedere, spessissime volte, il sindaco Antonio Palumbo non capisce ciò che dice. Ma davvero! Sminuire un atto di sfiducia verso un suo assessore incapace e fuori mestiere (come quello di dirigere l’assessorato ai LL.PP. ha fatto più danni che altro) firmato da dieci consiglieri che rappresentano una straordinaria fetta di voti, è da folli! La città versa in condizioni gravissime, sembra da quarto mondo,  non c’è una sola cosa che funzioni, dicasi una, e lui, l’Antonio dei miracoli, reputa una cosa poco seria!

Una offesa al popolo favarese che non può e non deve sottacere un fatto di una gravità inaudita. Ed è per questo che troviamo la forza di perdonare il primo cittadino di Favara. Non capisce le sue stesse parole, non capisce l’offesa verso gli altri, non capisce il quieto vivere o quel bon ton politico che una volta regnava nella aule consiliari, soprattutto quando c’era da contrastare l’opposizione. Insomma un rimbambito (noi parliamo sempre politicamente) che crede di essere (sempre politicamente parlando) Albert Einstein.

E con questi troppi non capisce, il Don Antonio Palumbo di Favara dove vuole arrivare?

È accusato di estorsione il parroco della chiesa Madre di Sortino, Vincenzo Cafra, che è stato arrestato dai carabinieri. Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dai magistrati della procura di Siracusa, il sacerdote avrebbe preteso dei soldi per la celebrazione dei funerali, stabilendo una tariffa che si sarebbe aggirata intorno ai 100 euro.

L’inchiesta è nata dopo una denuncia arrivata ai militari che hanno avviato gli accertamenti per verificare che quella segnalazione fosse vera. E così, avrebbero messo alla prova il sacerdote con la complicità di una persona che si sarebbe presentata dal parroco per organizzare un funerale. Nel momento del passaggio del denaro, i carabinieri sono intervenuti, dichiarando il prelato in arresto. Come disposto dalla Procura, il sacerdote si trova ai domiciliari e nelle prossime ore si presenterà davanti al gip del Tribunale di Siracusa per l’udienza di convalida della misura cautelare.

Nota del Direttore

Che non sia un atto assolutamente limpido, forse, ci può stare. Del resto la chiesa e tutto il suo apparato dovrebbero vivere in una condizione non lussuosa, anzi tutt’altro, quasi a sfiorare la povertà.

La notizia dell’arresto di cui sopra ha suscitato in me qualche riflessione; anzi, non credo proprio che la mia sia una riflessione solitaria perchè in quanto lo stesso pensiero chissà quante altre persone lo hanno avuto. Arrestano un prete perchè chiede 100 euro per la celebrazione di un funerale. E quindi? Dove sta la novità?

Vi risultano preti che per celebrare cerimonie particolari non si prendano un soldo? A me personalmente no, non so a quanti di voi. Da sempre i parroci hanno chiesto soldi per celebrare cerimonie, battesimi, cresime, prime comunioni, matrimoni, messe in suffragio, messe gregoriane e trigesimi.

Forse il prete di cui sopra avrà sbagliato il metodo. Chiederli così, a bruciapelo quei soldi possono assumere connotati alquanto strani. Bastava che quelle cento euro fossero state poggiate su un offertorio con tanto di tappetino e tutto sarebbe andato, per come previsto da sempre, liscio come l’olio.

O no? 

Lelio Castaldo

di Dalila Ferreri
A seguito della costituzione del consiglio della FNOB, è stato insignito del prestigioso incarico di tesoriere della federazione il patologo clinico Diego Virgone, da oltre 8 anni direttore sanitario del centro di Analisi cliniche Biolab di Agrigento. Insieme a lui eletto un altro siciliano, il Dott. Nicola Giovanni Locorotondo
L’organo di governo della FNOB, la cui elezione, pochi giorni fa, ha posto fine al commissariamento “lampo” dell’ente  di rappresentanza professionale dei Biologi italiani ha designato nei giorni scorsi i membri del nuovo Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli ordini dei Biologi.
I presidenti degli Ordini territoriali dei Biologi, chiamati al voto in data 7-8-9 ottobre 2023, hanno espresso poi le loro preferenze ed eletto i componenti del Comitato Centrale, tutti appartenenti alla lista Biologi per il Rinnovamento.
Tra questi a sedere nel Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi, figurano due biologi siciliani, il favarese Diego Virgone e il palermitano Nicola Giovanni Locorotondo.
Diego Virgone, da oltre 8 anni direttore sanitario del centro di Analisi cliniche Biolab di Agrigento, è un patologo clinico con un passato già di delegato provinciale dell’Ordine nazionale dei Biologi di Agrigento (2009 -2013), ruolo nel quale si distinse per innovazione ed una spiccata capacità di leadership capace quest’ultima di avvicinare i professionisti alle attività formative e di rappresentanza ordinistica. Appassionato e competente biologo, con una lunga esperienza nel campo sanitario e della ricerca, ha realizzato un centro specialistico per esami di citologia diagnostica, che vanta collaborazioni con importanti cliniche siciliane. Su di lui i consiglieri del Comitato Centrale, su proposta del Presidente Vincenzo D’Anna, hanno riposto la propria fiducia assegnando all’unanimità il delicato ed importante ruolo di Tesoriere.
Rilevanti le Sue competenze nel campo della Medicina di Precisione ed il suo impegno per dotare l’Ordine dei biologi di una sede dignitosa ma al contempo ad un prezzo d’affitto più basso rispetto alla media di Palermo. Grazie al suo impegno, l’Ordine siciliano ha a disposizione una sede istituzionale di più di 330 mq, ubicata nei pressi del rinnovato Porto di Palermo, che con il Marina Yacthing si presta a divenire il punto di riferimento per meeting e congressi, ed a due passi dalle nuove fermate della metropolitana di Palermo (Porto e Politeama) le quali saranno aperte nel 2024.
“Inizia per questa Federazione una nuova stagione istituzionale, caratterizzata dalla promozione delle professionalità e da nuovi investimenti nella categoria – dice Virgone.
Ringrazio i colleghi – per la fiducia che hanno riposto e ripongono in me e mi batterò affinché la professione del Biologo abbia il giusto riconoscimento” – conclude.

“Consumi al palo”. Il rialzo delle spese familiari, pari a 210 euro al mese rispetto al 2021, è solo un effetto ottico dovuto all’inflazione che nel 2022 è letteralmente decollata, passando, per l’indice Nic, dall’1,9% del 2021 all’8,1%, oltre 4 volte tanto. Insomma, è solo un miraggio. Come, infatti, riporta anche l’Istat, in termini reali la spesa è pressoché invariata” afferma l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando il dato Istat, secondo il quale nel 2022 la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.625 euro mensili, con un aumento dell’8,7% nel confronto con il 2021.

Va considerato che nel 2021 c’erano ancora lockdown, coprifuochi e chiusure di attività commerciali, anche se meno stringenti rispetto al 2020, quindi era scontato che nel 2022 ci fosse un rimbalzo tecnico dei consumi delle famiglie, specie per gli acquisti non obbligatori che erano stati rinviati durante gli anni più brutti della pandemia. E’ drammatico, però, che secondo l’Istat il 29,5% delle famiglie intervistate abbia dichiarato di aver provato nel 2022 a limitare la quantità e/o la qualità del cibo acquistato. Insomma, si conferma quello che diciamo da oltre un anno: gli italiani sono costretti a stringere la cinghia e a mangiare di meno. Una cura dimagrante forzata che ha effetti negativi sulla crescita del Paese ”.

Manlio Cardella

Dopo i figli di Paolo Borsellino, ascoltato in Commissione nazionale antimafia il fratello del giudice, Salvatore. Confermate le tesi opposte in famiglia su depistaggio e responsabilità.

Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino

Ormai da tempo i rapporti tra Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, e i nipoti, ovvero i figli di Paolo, Fiammetta, Manfredi e Lucia, si sono incrinati e deteriorati. E ciò in riferimento a diverse ipotesi e tesi sul depistaggio delle indagini dopo la strage di via D’Amelio, che è una verità storica ma non ancora una verità processuale del tutto compiuta. In particolare, nel corso delle recenti audizioni innanzi alla Commissione nazionale antimafia, i figli di Paolo hanno ribadito le loro riserve e critiche verso l’operato dei magistrati Antonino Di Matteo e Roberto Scarpinato.

Salvatore Borsellino

E adesso lo zio, Salvatore Borsellino, ascoltato anche lui in Commissione, ha ritenuto opportuno assurgere ancora a difesa di Di Matteo e Scarpinato. E così si è rivolto ai commissari replicando alle precedenti dichiarazioni dei nipoti: “Devo dire da parte mia che ho ascoltato con sconcerto le dichiarazioni fatte in questa sede nei confronti di due magistrati, o meglio di un magistrato e di un ex magistrato, oggi senatore della Repubblica. Mi riferisco a Nino Di Matteo e Roberto Scarpinato, ai quali mi sento invece di dovere la mia stima e la mia gratitudine per avere in questi lunghi anni ricercato con tutte le loro forze quella verità e quella giustizia per le quali continuo a combattere in nome di quell’agenda rossa che ho scelto a simbolo della mia lotta. Sono ben altri i magistrati verso i quali bisognerebbe puntare il dito: per esempio il procuratore Giovanni Tinebra, che avrebbe dovuto essere chiamato a rispondere di aver avallato un evidente depistaggio nel corso di ben due processi, e quel procuratore Pietro Giammanco che ha ostacolato in ogni modo Paolo Borsellino, così come prima Giovanni Falcone, fino a concedergli la delega per indagare sui fatti di mafia a Palermo soltanto quando la macchina carica di esplosivo, che avrebbe dovuto ucciderlo, era già pronta davanti al portone di Via D’Amelio”.

Altre divergenze tra Salvatore Borsellino e i figli di Paolo ruotano intorno all’agenda rossa, su cui insiste Salvatore, e sul dossier “mafia e appalti”, che sarebbe cruciale secondo i figli di Paolo. E dunque in Commissione Salvatore Borsellino ha ribadito che la prima sorgente del fiume del depistaggio è stata la sparizione dell’agenda rossa di suo fratello. E ha aggiunto: “L’agenda rossa è la scatola nera della strage di via D’Amelio. Le indagini devono ricominciare dal furto di quell’agenda, compiuto, ne sono certo, proprio da quelle stesse mani che hanno voluto la morte di mio fratello. Non sto parlando della mafia, ma di pezzi deviati dello Stato. Perché è certo che non siano state mani di mafiosi a portare a compimento quel furto. E proprio da questo che si dovrebbe ripartire, e non da un dossier ‘mafia e appalti’ che, se può essere considerato una concausa, non è sicuramente la vera causa dell’improvvisa accelerazione di una strage che a quel punto non poteva essere più rimandata. Occorreva eliminare e in fretta chi rappresentava un ostacolo insormontabile per un disegno criminoso, teso con l’ausilio anche dell’organizzazione mafiosa e dell’eversione nera a cambiare gli equilibri di questo nostro disgraziato Paese, che da queste stragi, che io ho chiamato e continuerò sempre a chiamare stragi di Stato, è stato sempre segnato. Ma – ha concluso Salvatore Borsellino – sulla sparizione di quell’agenda rossa non si è mai veramente indagato. Non c’è stato mai un vero processo, tranne quello in cui, in fase addirittura di udienza preliminare e quindi senza alcun dibattimento, è stato assolto dall’accusa di avere sottratto l’agenda quel capitano Arcangioli che è stato ripreso e fotografato mentre si è allontanato dall’automobile di Paolo ancora in fiamme, portando in mano la borsa di Paolo, in cui sicuramente l’agenda era contenuta”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

I pasti serviti agli alunni erano diversi da quelli previsti dal contratto sottoscritto dalla ditta incaricata del servizio mensa. I carabinieri del Nas, insieme ai militari della Compagnia di Sciacca, hanno effettuato una ispezione igienico-sanitaria nell’istituto comprensivo Alessandro Manzoni di Alessandria della Rocca. Al termine dell’accertamento la titolare dell’azienda, una trentenne, è stata denunciata e nei suoi confronti è scattata anche una sanzione amministrativa di 2 mila euro. Il Comune di Alessandria della Rocca ha emesso nei confronti della ditta un provvedimento di sospensione.

L’ispezione è scattata nell’ambito dei controlli disposti in ambito nazionale nelle mense scolastiche. Emerse irregolarità nelle condizioni di preparazione dei pasti e nella mancata corrispondenza con quanto previsto dal contratto. In particolare, in violazione da quanto sancito dal contratto, il cibo non sarebbe stato prodotto dalla ditta ma acquistato da terzi. Riscontrata anche l’omessa attuazione delle procedure di autocontrollo previste dall’Hccp.

I deputati della DC, Carmelo Pace e Ignazio Abbate, hanno presentato una interrogazione al presidente della Regione, Renato Schifani, e all’assessore alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, in merito agli interventi da attuare per rendere abitabili gli alloggi popolari di largo Martiri di Via Fani, a Ribera.

Dopo essere state costrette ad abbandonare le proprie case costruite, a suo tempo, con cemento depotenziato e dopo un iter di ricostruzione durato più di un decennio, è iniziata finalmente la consegna degli immobili alle famiglie degli sfollati di Largo dei Martiri di via Fani a Ribera. Ne consegue che  l’obbligo di vigilare degli immobili è a carico dei nuovi assegnatari. “Gli immobili, tuttavia, non sono ancora forniti di allacci idrici ed elettrici e, pertanto, non sono abitabili dalle famiglie cui sono state consegnate le abitazioni”, dichiarano Pace ed Abbate.

Ecco il paradosso: da un lato si scaricano le responsabilità di vigilanza degli alloggi sulle famiglie, che da più di due lustri attendono di riavere le loro case, dall’altro queste ultime non hanno la possibilità di prendere possesso delle stesse in quanto sprovviste delle condizioni minime per essere abitate (luce e acqua). Gli oneri degli allacci idrici ed elettrici sono di competenza dello IACP di Agrigento che parrebbe non abbia ad oggi intrapreso alcuna iniziativa per dotare gli appartamenti dei collegamenti essenziali di abitabilità, appunto acqua e luce.

Pace e Abbate invitano tutti gli enti competenti “ad attivarsi nel più presto possibile affinché venga risolta questa situazione si impasse e restituire a queste persone una casa”.

A fronte della grave crisi del settore olivicolo nella Valle del Belice e nell’Agrigentino, la deputata del Partito democratico, Giovanna Iacono, ha presentato una interrogazione al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. E spiega: “Ho chiesto al ministro in che misura il Governo intenda intervenire al fianco degli agricoltori della Valle del Belice e dell’Agrigentino, piegati dai danni causati dall’emergenza climatica. E se sarà riconosciuto lo stato di calamità del settore provocato da temperature anomale, assenza di piogge e la difficoltà dei produttori ad accedere ai servizi di irrigazione a causa degli altissimi costi energetici e dell’acqua. I frantoi, che in questo periodo dovrebbero viaggiare a pieno regime, sono di fatto svuotati di materia prima, e la riduzione di quantità d’olio sarà sicuramente superiore alla stima del 20% attesa sul piano nazionale. Bisogna approntare misure di sostegno economiche e fiscali che possano consentire di ridurre i danni”.

Accogliendo quanto proposto dalla Procura Generale, la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza emessa il 22 novembre del 2022 dal Tribunale di Agrigento che ha condannato 3 imputati di Palma di Montechiaro perché ritenuti responsabili di avere minacciato, picchiato e rapinato tre anziani fratelli di Racalmuto. Inflitti 11 anni e 6 mesi di reclusione ad Antonino Manganello, 10 anni e 4 mesi ad Alfonso Manganello, e 8 anni e 5 mesi a Carmelo Marino. I tre fratelli di 73, 79 e 83 anni, fra cui una donna, sono stati sorpresi dai malviventi nel giardino di casa, in contrada “Zaccanello” a Racalmuto. Sono stati strattonati con violenza e minacciati dai rapinatori, che poi li depredarono di beni per circa 50.000 euro.