Ottobre 2023 - Pagina 37 di 38 - Sicilia 24h
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Il successo della campagna di tesseramento di Fratelli d’Italia è stato un trionfo del lavoro di squadra e del coinvolgimento di molti. È un risultato storico che ha lasciato senza parole molti esponenti del partito, dimostrando la forza della base e la crescita costante di Fratelli d’Italia. Tra i protagonisti di questo straordinario successo figura il consigliere comunale e assessore al comune di Agrigento, Gerlando Piparo. Non solo Piparo, ma anche il comune di Agrigento vanta la presenza di altri due assessori provenienti da Fratelli d’Italia, Costantino Ciulla, assessore alla cultura, e Gioacchino Alfano, assessore alla pubblica istruzione. Poi ci sono consiglieri comunali, coordinatori e quadri dirigenti a diversi livelli.

Un fenomeno del genere non aveva precedenti: oltre 4000 nuovi tesseramenti sono stati registrati dal partito di Fratelli d’Italia nella provincia di Agrigento. Il record è una testimonianza della crescita del partito in questa regione, grazie anche all’elezione all’Ars dell’on. Giusi Savarino di FdI.

Savarino ha commentato: “Un risultato del genere non si era mai visto prima. È una risposta importante che ben evidenzia quanto il partito sia in crescita nell’agrigentino. Merito di una leader, Giorgia Meloni, credibile nel suo ruolo istituzionale, in Europa e nel mondo. E merito di un’azione di Governo che i cittadini sentono vicina ai propri bisogni e reattiva rispetto alle proprie esigenze.”

La deputata ha continuato sottolineando che “il successo nella campagna di tesseramento è sintomo di una crescente voglia di partecipazione e coinvolgimento politico, alimentata da una leadership forte e da una politica orientata al benessere del Paese.”

” Non possiamo tacere dopo gli ultimi crimini che si sono succeduti nella nostra città. Abbiamo bisogno di sentirci protetti e di garantire la sicurezza ai nostri concittadini. Lo Stato batta subito un colpo“. Inizia con queste parole la dura presa di posizione del Presidente del Consiglio Comunale, Anna Triglia, che si è fatta interprete, quale massima rappresentante del Consesso Cittadino, delle preoccupazioni della città intera.

“Mi sento di chiedere al Prefetto di Agrigento e al Questore di venire nelle prossime ora a Licata per far sentire forte la presenza dello Stato. Con il Sindaco, l’Amministrazione CoLicata, presidente del Consiglio comujnale Triglia sulla criminalitàmunale ed il Consiglio Comunale, chiederemo a gran voce che vengano potenziati i presìdi delle Forze dell’Ordine perché non possiamo accettare che attività commerciali, cittadine e cittadini, rischino la vita e i loro beni. Quotidianamente registro – prosegue la presidente Triglia – le paure di tutti noi licatesi per quello che sta accadendo. È giusto che lo Stato batta un colpo. La sicurezza deve essere al centro dell’impegno di tutti. È un appello che lancio perché sono convinta che le massime autorità provinciali in piena armonia con le istituzioni locali sapranno trovare la giusta risposta a questi fatti criminali che restituiscono un’immagine di Licata che non è quella vera. Licata è una città di gente operosa e solidale. Le licatesi e i licatesi hanno dimostrato di essere capaci di reagire a situazioni difficili ma non possiamo permettere che criminali agiscano indisturbati nel nostro territorio mettendo in pericolo le nostre vite, quelle dei nostri genitori e dei nostri figli “.

Automobili parcheggiate negli stalli dedicati alle persone disabili, veicoli in doppia fila o lasciati negli spazi dedicati ai motocicli. Proseguono i controlli della polizia locale nel centro di Agrigento. I vigili urbani, nella serata tra sabato e domenica, hanno elevato 65 multe per sosta selvaggia.

Un fenomeno che continua a ripetersi e che, con la fine dell’estate, è tornato a verificarsi nel centro cittadino piuttosto che a San Leone. La polizia locale ha passato al setaccio i luoghi della movida, tra via Atenea e via San Francesco. Gli agenti hanno anche sequestrato un’auto parcheggiata che era sottoposta a fermo amministrativo.

Ha travolto un ventottenne tunisino residente ad Agrigento e il conducente anziché fermarsi, per prestare i soccorsi, si è allontanato velocemente. Il ferito è stato trasportato al pronto soccorso dell”ospedale “San Giovanni di Dio”. Ha riportato una frattura al piede e diversi traumi. E’ accaduto nella notte fra sabato e ieri, di fronte il bar Milano, a pochi passi da Porta di Ponte.

Il giovane è stato investito sulle strisce pedonali da una persona alla guida di una Fiat Panda di colore bianco. I carabinieri del nucleo Radiomobile hanno avviato le indagini per individuare il pirata della strada. Rischia una denuncia per omissione di soccorso e lesioni personali. A quanto pare, i militari dell’Arma avrebbero acquisito i filmati degli impianti di videosorveglianza presenti nella zona e strade circostanti.

Un incidente stradale lungo la strada statale 117bis, in direzione di Piazza Armerina, ha provocato la morte di un motociclista di 26 anni, Alex Lombardo, originario di Valguarnera, A lui, in sella alla sua moto Kawasaki ZX 750, per cause in corso di accertamento è sfuggito il controllo del mezzo è si è schiantato contro un palo della segnaletica orizzontale e poi sul guardrail. A lanciare l’allarme sono stati alcuni automobilisti in transito. Il 26enne è stato trasportato in ospedale ma è giunto morto al pronto soccorso. Indagano i Carabinieri. La sorella di Alex Lombardo, tempo addietro, è stata anche lei vittima di un incidente stradale mortale avvenuto a poca distanza dallo stesso luogo.

L’ex questore Rino Germanà ricorda l’agguato mafioso subito: “Alla guida dell’auto dei killer Messina Denaro, a lato Bagarella, e seduto dietro Giuseppe Graviano”.

Calogero “Rino” Germanà, ex questore in pensione, a cavallo tra gli anni ’80 e ‘90 è stato il capo della Squadra Mobile di Trapani e del Commissariato di Mazara del Vallo. E il 14 settembre del 1992 è stato vittima di un agguato mafioso. I killer giunsero con un’automobile: alla guida Matteo Messina Denaro, sul sedile passeggero Leoluca Bagarella, e seduto dietro Giuseppe Graviano. Oggi, morto Messina Denaro, Rino Germanà ricorda: “Matteo Messina Denaro lo chiamavo spesso nel mio ufficio e lo obbligavo a rispondere alle mie domande. E lui non gradiva. Lo convocai anche per un omicidio che secondo la nostra ipotesi investigativa era stato commesso dal gruppo di Campobello di Mazara. Ne parlai anche con il procuratore Borsellino. Noi facemmo a Matteo Messina Denaro l’esame dello ‘stub’ per vedere se aveva sparato lui. Fu negativo ma la pista investigativa non era sbagliata perché il gruppo di fuoco poi si è verificato fosse di Campobello di Mazara. Matteo Messina Denaro era sicuro del fatto suo, era uno fermo, sapeva il fatto suo. Io però ho chiamato più volte non solo lui ma pure il padre Francesco, che allora era il capo mandamento. Tutti parlano di Matteo ma prima c’era Francesco, un personaggio di peso all’antica.

Leoluca Bagarella

L’ordine di uccidermi fu dato da Riina, non da Messina Denaro. Mi hanno sparato sul lungomare, io sono fuggito sulla spiaggia dopo aver reagito sparando. Non ho riconosciuto Messina Denaro alla guida della Fiat Tipo. Non è come un film che azioni la telecamera e l’occhio registra tutti i particolari. Io so che mi ha sparato per primo quello che stava seduto accanto al guidatore, e dicono fosse Bagarella. Ricordo solo le fattezze di quello che mi ha sparato ma Messina Denaro era alla guida… e non ho visto lui e neanche quello che stava seduto dietro. Di sicuro due spararono, uno teneva il kalashnikov e l’altro aveva un fucile caricato a pallettoni. Io ho reagito, sono andati via, poi sono tornati e hanno sparato ancora, e io sono fuggito sulla spiaggia. Matteo Messina Denaro non ha sparato. E lui dice che, se avesse sparato lui, non avrebbe sbagliato, e io non sarei vivo. Lui dice che era bravo a sparare.

Giuseppe Graviano

Ma io mi chiedo: che bravura ci vuole a sparare a uno che non sa di essere nel mirino? Vogliamo dire che è bravo chi spara per uccidere un uomo che sta camminando? Per me sono capaci tutti. Sì, adesso è morto. Una volta il procuratore Borrelli di Milano, dopo la morte di un uomo coinvolto nelle indagini che si era ucciso, disse che di fronte a un morto bisogna avere sempre pietà. Io condivido ma aggiungo che Matteo Messina Denaro ha certamente seminato morte e distruzione, e quindi dovrà risponderne davanti a Dio, per chi crede”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Record a Messina dove il panificio Panyllo, di Stefano e Davide Ferro, ha preparato l’arancina più grande del mondo. In piazza Duomo, a termine della competizione, il titolo è stato assegnato da Lorenzo Veltri, giudice del Guinness World Records, noto per la sua partecipazione alla trasmissione di Canale 5 “Lo Show dei Record”, con Gerry Scotti. La mega arancina ha raggiunto il peso di 56,200 chili per 60 centimetri di altezza e 55 centimetri di diametro, superando ampiamente il precedente record di 32,7 chili ottenuto nel 2019 a Catania. La scenografica cottura nella maxi pentola, la pesata e la verifica degli ingredienti dopo aver aperto l’arancina, sono stati i momenti clou della manifestazione.

Il Movimento 5 Stelle all’Assemblea Regionale boccia come un fallimento la spedizione all’estero dei rifiuti. L’intervento di Di Paola. Schifani: “Resistenze burocratiche sui termovalorizzatori”.

Dunque la Regione interviene a sostegno dei Comuni siciliani per la copertura dei costi straordinari per il trasferimento di rifiuti all’estero. A disposizione vi sono complessivamente 45 milioni di euro, ma nella fase iniziale saranno liquidati 20 milioni per coprire le spese sostenute dal primo giugno al 31 dicembre 2022. I contributi saranno assegnati prevedendo premialità per i Comuni che hanno raggiunto percentuali più elevate di raccolta differenziata. La misura compensativa si è resa necessaria a causa della carenza di impianti di smaltimento e riciclo in Sicilia. E quindi si è costretti a spedire la spazzatura all’estero, soprattutto nel nord Europa, pagando non 200 ma 400 euro a tonnellata per il conferimento.

A fronte di ciò insorge il Movimento 5 Stelle all’Assemblea Regionale. Il capogruppo e vice presidente di Sala d’Ercole, Nuccio Di Paola, afferma: “E’ un’idea pessima frutto di una gestione pessima, ancora una volta sulle spalle dei siciliani. Con 45 milioni di euro si sarebbero potute costruire decine di stazioni di compostaggio per la valorizzazione dell’umido che oggi rappresenta oltre il 50% della raccolta differenziata. Oppure acquistare impianti per il recupero dei rifiuti indifferenziati che attraverso sistemi a zero emissioni garantiscono la produzione di energia elettrica. Invece il Governo della Regione continua a perseguire la peggiore delle gestioni possibili. Spedire i rifiuti all’estero – sottolinea Di Paola – è una dichiarazione di fallimento, è la dimostrazione che non si è capaci di fare il proprio lavoro. E non ci vengano a ripetere che ‘faremo, ‘costruiremo’: dopo sei anni di governo, il centro-destra farebbe bene a dichiarare bancarotta”.

Nel frattempo il presidente della Regione, Renato Schifani, intervenendo al “Berlusconi Day” a Paestum, ha rilanciato il progetto dei termovalorizzatori ma per la prima volta ha espresso delle riserve. E ha affermato: “Grazie al ministro dell’Ambiente potremo realizzare i termovalorizzatori in Sicilia con procedure speciali che velocizzano l’iter. A breve dovrebbe arrivare la norma per il riconoscimento di poteri speciali ma già respiro un’aria pesante. C’è chi non li vuole. Poi a volte dobbiamo combattere resistenze burocratiche sul territorio”. In Sicilia il processo di gestione e smaltimento dei rifiuti è da tempo in difficoltà. Secondo l’ultimo rapporto sui rifiuti urbani dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), nel 2022 in Sicilia sono state prodotte 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui oltre la metà smaltiti in discarica, corrispondenti a 239 chili per abitante: la quantità pro capite più alta d’Italia. La regione è anche l’unica dove la raccolta differenziata è inferiore al 50 per cento, anche se negli ultimi anni si sono riscontrati dei miglioramenti.

Giuliana Miccichè

Il progetto di inclusività ed integrazione con il quale era nato parco di Alice sembra essere al capolinea.
A fine Agosto 2023 il gestore  del centro polivalente  sportivo Mosè,  ha deciso di punto in bianco, di chiedere , anche per l’utilizzo dell’area giochi , un contributo obbligatorio di qualche euro a famiglia per ogni entrata giornaliera o in alternativa ha proposto un un’abbonamento mensile .
Eppure nel regolamento esposto all’entrata si parla solo di un eventuale tariffario per l’uso dell’attrezzatura sportiva ( area fitness,  calcetto e bocce ) mentre per l’area giochi , dove viene specificato che non è consentito avviare nessuna attività sportiva , non viene citata l’esistenza di nessuna tariffa .
È evidente che le due aree siano distinte
I bambini dopo aver utilizzato per un decennio il parco di Alice liberamente come un qualsiasi parco giochi pubblico , si sono ritrovati il cancello chiuso a sbarrare i loro sogni e le loro aspettative mettendo in imbarazzo i genitori.  I sogni non si comprano e non si vendono.
Sembra che l’esigenze dei bambini agrigentini non interessino a nessuno. La situazione è critica d dappertutto. L’area giochi a San Leone è in condizioni critiche , su 5 altalene 2 sono rotte , costringendo i bambini a lunghe attese , altri 2 giochi sono inutilizzabili , pista di pattinaggio chiusa da mesi , recintata in modo fatiscente, campo di calcio distrutto . Non parliamo di Villa Bonfiglio
Tornando al parco di Alice dalle ultime affermazioni del gestore , il prossimo passaggio sarà quello di estirpare i giochi ricreativi per creare un campo da tennis .
A questo punto , occorre che gli organi competenti la corte dei conti e l’amministrazione mettano chiarezza sull’utilizzo dell’area giochi e spieghino a quale titolo il gestore del centro polivalente ne abbia inibito l’ingresso
La grande festa per l’inaugurazione del «Parco di Alice» creato per l’inclusione di tutti i bambini del quartiere e intitolato alla  memoria della studentessa agrigentina che perse tragicamente la vita non può finire così. Si ricorda che il parco giochi fu creato grazie ai fondi raccolti dalle volontarie delle associazioni e del protagonismo civico . Il parco di Alice ha fatto da aprifila all’importante progetto di riqualificazione di tutta l’area che orbita intorno a piazza del Vespro .
Così è nata la nuova chiesa finanziata con i fondi dell’arcidiocesi , l’area giochi intitolata alla dolcissima Alice era gia’ stata
finanziata dal protagonismo civico e dall’amministrazione comunale tempo prima e con ulteriori 600 mila euro di fondi pubblici a Febbraio 2022 è stato reso tutto più bello e fruibile …..ma adesso scopriamo solo a pagamento.
La vicenda è appena iniziata. Decine e decine di famiglie attendono risposte.

La merce contraffatta sequestrata dalla Guardia di Finanza di Porto Empedocle, a margine di un blitz effettuato negli scorsi giorni, sarà donata ai migranti sbarcati nelle coste agrigentine. Si tratta di quasi 200 scarpe e 350 calze. I prodotti erano stati sequestrati a venditori ambulanti accusati di aver commercializzato merce evidentemente falsa.

Adesso, grazie ad un protocollo tra Guardia di Finanza e Fondazione “Papa Clemente XI Albano”, verrà data una mano ai più bisognosi. Infatti è arrivato l’ok da parte della procura di Agrigento che ha deciso di non distruggere i prodotti. Non prima però di aver eliminato tutte le etichette e i marchi contraffatti della grandi case di moda.