Ottobre 2023 - Pagina 34 di 38 - Sicilia 24h
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Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Marco Gaeta, ha rinviato a giudizio due dei quattro indagati, di 26 e 27 anni, entrambi agrigentini, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Alice Schembri, la ragazzina che si suicidò a 17 anni di età il 18 maggio del 2017 lanciandosi nel vuoto dalla Rupe Atenea ad Agrigento. Ai quattro (e gli altri due sono stati all’epoca minorenni) si contestano i reati di violenza sessuale di gruppo con minore, e poi produzione di materiale pedo-pornografico. E si tratta di una ipotesi di reato che ha determinato il trasferimento dell’inchiesta da Agrigento a Palermo. Secondo i magistrati inquirenti, Luisa Bettiol e Giulia Amodeo, i quattro ragazzi avrebbero abusato della ragazzina registrando dei video poi diffusi. A uno dei due ex minorenni si contesta anche la tentata estorsione perchè avrebbe ricattato un’amica, vantando di essere in possesso di una foto dal contenuto sessualmente esplicito, pretendendo da lei prima 200 euro e poi 500 euro per non diffonderla. Nel collegio difensivo lavorano gli avvocati Marco Giglio, Daniela Posante e Antonio Provenzani.

La settimana scorsa eravamo usciti con un articolo e alcune foto che riguardavano alcune situazioni da chiarire (e che stiamo chiarendo) relative alla apertura del nuovo impianto di distribuzione Lukoil, sito nei pressi di contrada San Benedetto, nelle vicinanze di un bivio assai pericoloso e immediatamente dopo una curva ancor di più pericolosa.

Ad onor del vero ci siamo recati al Libero Consorzio per parlare con il capo dirigente tecnico il quale si è messo a disposizione per cercare di chiarire questa vicenda. Lo stesso ha anche chiamato gli ingegneri che si sono occupati del caso e, in attesa di nuovi controlli, nei prossimi giorni sapranno essere più precisi. E noi abbiamo ringraziato per la cordialità e la disponibilità mostrata da veri professionisti.

Nel frattempo, per rende ancora più chiara l’idea, ci siamo recati sul posto ed abbiamo fatto delle foto; alcune che riguardano la prossimità di uno svincolo tanto trafficato e un video che rimarca come il distributore è nato subito dopo una curva creando una situazione pericolosissima.

In attesa di chiarimenti ci fermiamo qui, per il momento. Ecco il video che si presenta dopo la curva dove tra l’altro nessun segnale stradale ne anticipa la pericolosità.

A Canicattì i Carabinieri hanno denunciato a piede libero alla Procura un maggiorenne, e affidati ai genitori, tre minorenni, di cui uno sotto i 14 anni, anche loro denunciati perchè responsabili di un raid vandalico ieri sera a danno della dismessa scuola La Carrubba, già teatro di scorribande nelle ultime settimane. Ed ecco perché i militari hanno intensificato i controlli. I quattro sono stati sorpresi intenti ad appiccare il fuoco al sipario del teatro dell’edificio scolastico e a distruggere gli arredi. Anche alcune telefonate al 112 hanno segnalato l’intrusione contemporaneamente all’intervento dei Carabinieri.

L’arresto dei due poliziotti presunti “infedeli” in servizio alla Squadra Mobile di Palermo e dello spacciatore in combutta con loro: le intercettazioni e i dettagli.

Su mandato di cattura spiccato dalla Procura di Palermo e firmato dal Tribunale sono stati arrestati dalla Squadra Mobile due poliziotti in servizio alla Squadra Mobile. Si tratta dei vice sovrintendenti Salvatore Graziano, 56 anni, e Fabrizio Spedale, 54 anni. Un terzo indagato, anche lui trasferito in carcere, è un presunto spacciatore, Ignazio Carollo, 42 anni. A Graziano e Spedale si contestano i reati di spaccio di droga, corruzione, peculato e falso materiale e ideologico. Avrebbero intascato alcuni compensi da Ignazio Carollo, che gli avrebbe regalato anche quattro motocicli, in cambio di rilevazioni su indagini in corso. E, dopo dei sequestri di sostanze stupefacenti, avrebbero consegnato parte della droga a Carollo, per essere venduta dividendo poi insieme i guadagni. E avrebbero falsificato i verbali di distruzione dello stupefacente, simulando in tal modo l’avvenuto smaltimento della merce sequestrata e custodita nei magazzini della Polizia. Come è stato scoperto quanto è stato scoperto?

Il procuratore Maurizio De Lucia e l’aggiunto Poalo Guido hanno acceso le microspie in un’altra indagine a carico di Crollo che si è vantato di una sua “talpa” nella Polizia. E sono emersi i contatti con i due poliziotti. Ad esempio, nell’ambito delle soffiate su indagini in corso, Ignazio Carollo così si è rivolto a tale Massimo Ferrazzano interessato alle informazioni dei poliziotti: “Io ti faccio parlare con lui, ma io davanti non ci voglio essere, te lo presento, ci parli tu e te la sbrighi tu”. E Ferrazzano gli spiega: “Per sapere se magari i telefoni… per capire giusto se abbiamo i telefoni sotto controllo… se ci hanno messo qualche cosa per capire”. Poi nelle conversazioni intercettate vi sono riferimenti a “cavalli di ritorno”, intendendo così a motocicli rubati e restituiti dietro pagamento di un riscatto. Poi è stato citato un tale “Mirko”, verosimilmente un poliziotto, “che – si ascolta nei dialoghi intercettati – non era più per strada ma ai telefoni”, alludendo probabilmente alle intercettazioni telefoniche. Il “Mirko” sarebbe Fabrizio Spedale, contro il quale a volte si è scagliato verbalmente Carollo, che si è sfogato così: “… quel cornuto fu, quel cornuto questo Fabrizio prima che avvisava di tutte cose e ora non lo sapeva… ora non mi risponde, ci ho mandato un messaggio, non mi risponde. Gli devi dire ‘sei un cristiano senza onore e senza dignità’, quando gli conveniva mi sucavi la m… quando ti conveniva che ti servivano i soldi mi veniva ad informare… vero 200 euro per il motocross… cornuto e sbirro che sei… ti regalavo pure il Ciao”.

Fabrizio Spedale è stato contattato anche dalla madre di Ignazio Carollo: “Buonasera signor Fabrizio sono la madre di Sandro (così lei indica il figlio) … magari se ci possiamo…”. L’incontro è avvenuto in un bar, e poi la madre ha riferito al figlio di avere capito di essere pedinata: “Questi due guardavano, si capiva che erano sbirri si sente la puzza della me… Si sente subito, aveva la 24 ore… mi disse scaricati Telegram”. Fabrizio Spedale avrebbe consigliato alla donna un canale più protetto per le comunicazioni. E il figlio, Ignazio Carollo, ha reagito così: “… io lo consumerei completamente se voglio… lui si spaventa… ha il carbone bagnato… per questo deve avere l’interesse ad aiutarti. Se parlassi io mezza squadra sua si portano. Quanti piccioli gli ho fatto vuscare: un 20, un 15, un 18”.

E poi Carollo ricorda i regali dei motocicli a Spedale: “Una Vespa, uno Ciao, il Booster, lo Zip”. Il nome di Salvatore Graziano emerge anche in altre due occasioni: il 2 dicembre scorso è stato arrestato Christian Mazzone, incastrato da una fonte confidenziale. In un magazzino nella zona di via Pitrè avrebbe nascosto 11 chili di hashish divisi in 118 panetti. Salvatore Graziano fu incaricato di distruggere la droga nell’impianto di una impresa di Carini. Ebbene, la droga non fu distrutta, e fu simulata l’avvenuta distruzione falsificando gli atti. E’ stata inoltre accertata la sparizione di 130 chili di hashish divisi in panetti con il ritratto del volto di “El Chapo”, custoditi, anche da Graziano, nel deposito della Polizia dopo un sequestro. A domanda: “Che ne sai della droga sparita?”, Graziano ha risposto: “Non lo so, io non ero in servizio quel giorno”.

Secondo la Procura di Palermo la droga sarebbe stata restituita a Carollo, che, intercettato, rivela: “… la doveva andare a buttare invece me la ridava a me… mi dava 20.000 euro di droga… sempre così è stato”. Nel corso delle indagini, i colleghi della Squadra Mobile hanno piazzato le telecamere anche nei loro uffici. In un video Graziano e Spedale si scambiano due pizzini. In uno è scritto: “l’ufficio è ambientalizzato”, e nell’altro: “dopo strappala”. E Graziano è filmato mentre, fuori dall’ufficio, getta un foglio di carta in un cassonetto. Spedale gli avrebbe consegnato una relazione di servizio affinché sapesse come difendersi.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Prossimo all’esame dell’Assemblea Regionale il Collegato ter alla Finanziaria: fondi per i Comuni e le famiglie. I dettagli e l’intervento dell’assessore Falcone.

E’ prossimo all’esame dell’Assemblea Regionale Siciliana il Collegato ter, ovvero il terzo pacchetto di integrazioni alla legge Finanziaria della Regione. All’interno vi saranno, in particolare, gli aiuti per smorzare l’impatto dell’innalzamento vertiginoso dei tassi d’interesse sui mutui. Così è stato annunciato dall’assessore all’Economia, Marco Falcone, dopo l’approvazione in Commissione Bilancio di due rilevanti misure finanziarie di sostegno per le famiglie siciliane e le amministrazioni locali, impegnando nel complesso più di 120 milioni di euro attraverso due norme inserite nel Collegato ter.

E lo stesso Falcone spiega: “Come preannunciato dal presidente Schifani, diamo seguito all’impegno della Regione a intervenire per calmierare l’impatto del rialzo dei tassi d’interesse dei mutui. Attraverso l’Irfis, la Regione potrà erogare un contributo alle famiglie al di sotto dei 50mila euro di reddito per compensare i maggiori costi in interessi bancari sostenuti nel 2023. Ai Comuni, invece, per la prima volta dopo 12 anni, potremo pagare la quarta rata del Fondo Enti locali entro l’anno in corso, mettendo quindi nella disponibilità dei sindaci tutte le trimestralità che spettano alle amministrazioni. La nostra intenzione di approvare entro fine anno la manovra vuole anche andare incontro alle amministrazioni per consentire una programmazione adeguata dei propri bilanci, con risorse certe. Ciò si traduce in garanzie per i servizi ai cittadini che, a loro volta, potranno meglio sopportare il caro vita grazie all’aiuto della Regione sui mutui”. E poi l’assessore conclude: “La prossima manovra finanziaria ci permette di porre le basi per un generale e notevole aumento delle risorse per i Comuni, nel complesso uno stanziamento da 400 milioni di euro. I sindaci avranno maggiori strumenti non solo per garantire i servizi essenziali e la tenuta dei bilanci, ma anche per investire nello sviluppo dei territori come nel caso del rinnovo del fondo per le progettazioni. E’ un grande risultato che testimonia l’attenzione del governo regionale alle Comunità locali. L’ascolto quotidiano dei sindaci ci rende infatti consapevoli delle difficoltà che hanno oggi le amministrazioni locali a far quadrare i conti. Siamo convinti che aumentare la capacità di spesa degli enti avrà l’effetto di migliorare la qualità della vita dei cittadini”.

Dunque adesso è atteso il voto di Sala d’Ercole dove, però, il Collegato ter non è stato ancora nemmeno calendarizzato. Al momento in Aula è in corso il confronto sul disegno di legge per recepire il nuovo codice degli appalti varato dal governo nazionale. La discussione si è ingolfata su un emendamento proposto dal Partito Democratico che prevede di introdurre regole più stringenti di quelle nazionali, considerando che la Sicilia è a maggior rischio di infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione. Tale emendamento aggiuntivo è stato bocciato dalla maggioranza.

Giuliana Miccichè

Respinti, dai giudici del Cga, i ricorsi presentati da Fuelpower srl, che chiedeva l’annullamento dei provvedimenti del Comune di Palermo che bloccavano la realizzazione di un nuovo impianto di carburanti nella zona di Falsomiele a Palermo, tutto questo dopo che l’azienda aveva acquistato alcuni lotti di terreno.

I giudici hanno confermato che gli impianti di carburante “in totale, non potranno essere in ogni caso superiori il 10% dell’area pubblica”, come prevede l’indice territoriale, costituito dal rapporto tra l’insieme dei volumi edificabili in una determinata zona e la differenza tra la superfice edificabile e quella non edificabile destinata a verde pubblico.

Nel rapporto tra la parte edificabile e quella non edificabile, quindi, bisogna sempre tenere in considerazione i volumi già edificati. In questo caso a fronte di un’area estesa 21.000 metri quadrati, essendo stato realizzato l’impianto di proprietà della Eco Energy per una superfice pari a 2.187 metri quadrati, la zona risultava pressoché satura.

“Ragione sufficiente – dicono i giudici del Cga, presidente Fabio Taormina – per ritenere legittimo il diniego di permesso di costruire un nuovo impianto, atteso che l’intervento proposto dalla Fuelpower avrebbe determinato una superfice totale destinata a impianti di carburante pari a 4.857 metri quadrati“.

I giudici hanno accolto le tesi della società Energy srl assistita dagli avvocati Girolamo Rubino e Lucia Alfieri. “La Eco Energy srl – dicono i legali – aveva legittimamente realizzato il proprio impianto di carburanti su un’area ancora non saturata all’epoca della realizzazione dell’impianto e nel rispetto dei limiti imposti nel piano regolatore del Comune di Palermo, non necessitando alcuna ulteriore cubatura”.

Con il varo di ieri da parte dell’ARS della legge regionale predisposta dall’Assessore alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, è stata allineata la norma di riferimento regionale (L.R. n.12/2011) sui lavori pubblici in Sicilia al nuovo quadro normativo nazionale (D.lgs.n.36/2023), mediante un rinvio dinamico ai relativi provvedimenti di attuazione, allegati, istituti e nomenclatura.

Il nuovo Codice dei contratti pubblici sancisce l’importanza del conseguimento del risultato e si fonda – a differenza del precedente Codice (D.Lgs.n.50/2016) – sulla fiducia nell’attività amministrativa e sulla responsabilità dell’operatore economico secondo i noti principi di buonafede.

Il principio della fiducia mira a superare la c.d. “paura della firma” e la “burocrazia difensiva”, che hanno rappresentato in passato fonte di inefficienza e immobilismo. Il nuovo Codice si propone di rimuovere gli ostacoli al rilancio economico, confidando in una Pubblica Amministrazione dinamica ed efficiente.

I professionisti plaudono, senz’altro, al rilancio della digitalizzazione dei processi e dell’informatizzazione dell’opera pubblica (come la formalizzazione, per esempio, dell’ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale e la conferma dell’obbligo di utilizzo del BIM), altri punti cardine del nuovo Codice. Si ritiene, adesso, necessaria l’implementazione dei fondi per adeguare le scarse risorse a disposizione degli Enti territoriali e aggiornare i project manager e i RUP, visto il loro cruciale ruolo per una gestione efficace ed efficiente degli appalti pubblici. C’è veramente poco tempo per imparare a padroneggiare un nuovo, rivoluzionario e cogente metodo di gestione degli appalti pubblici come il BIM e le nuove piattaforme digitali.

Per quanto riguarda la semplificazione delle procedure di approvazione dei progetti si segnala, per esempio, l’eliminazione del parere in linea tecnica che si sovrapponeva con la verifica degli stessi progetti. La legge regionale introduce la Centrale di committenza unica e alcune norme migliorative, puntando soprattutto sulla semplificazione delle procedure come, ad esempio, la norma sulla Commissione lavori pubblici. Con riferimento all’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura, gli ordini professionali dell’area tecnica plaudono all’introduzione voluta dal governo regionale della possibilità di potere esibire una polizza assicurativa in alternativa al fatturato dei gli ultimi 3 anni. Si segnala, altresì, la possibilità di poter dimostrare il possesso dei requisiti economico-finanziari dei vincitori dei concorsi di progettazione, nella fase di affidamento della progettazione esecutiva, anche costituendo un raggruppamento temporaneo successivo alla proclamazione. Ciò favorisce i giovani talentuosi e gli studi professionali medio-piccoli e va a controbilanciare quella che si ritiene rimanga una criticità del D.lgs.n.36/2023, ossia il ricorso generalizzato all’appalto integrato che aumenta il potere contrattuale delle imprese rispetto ai suddetti studi professionali e presenta delle percentuali di costo delle varianti in corso d’opera dei lavori maggiori rispetto all’appalto del progetto esecutivo. Confermato l’obbligo del rispetto dei bandi tipo e restituita la vidima delle parcelle per all’ordine (sebbene facoltativa).

Di grande attualità l’entrata in vigore della L.n. 49/2023 sull’equo compenso che, sovrapponendosi al suddetto D.Lgs.n.36/2023, sancisce, sebbene il dibattito sia ancora aperto, che il compenso del professionista non può essere soggetto a ribasso e il criterio dell’offerta più vantaggiosa dovrà essere applicato sulla base dei soli criteri qualitativi e a prezzo fisso e, pertanto, è possibile solo il ribasso della componente del corrispettivo relativa alla voce “spese”.

Si coglie l’occasione per ringraziare sia il Consiglio Nazionale degli Ingegneri che la Consulta Regionale che si sono fatti portavoce di alcune delle osservazioni degli iscritti, recepite poi nelle varie commissioni di lavoro sia nazionali che regionali.

Su impegno e interessamento del capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale di Agrigento, Simone Gramaglia, è stata ripulita la rotonda Mosella, punto di incrocio stradale da tempo preda di degrado e incuria, a copertura e ostruzione finanche della visibilità, e quindi a rischio della pubblica incolumità. Gramaglia ha inoltre commissionato un progetto per un’opera di riqualificazione e miglioramento del verde della stessa rotonda. E afferma: “Dopo parecchio tempo di inerzia e indifferenza, è stato risolto il grave inconveniente incombente sulla rotonda Mosella, che non pochi problemi ha causato alla circolazione stradale nell’area del Villaggio Mosè. A breve il tutto sarà ancora migliorato con un’iniziativa di riqualificazione”.