Ottobre 2023 - Pagina 23 di 38 - Sicilia 24h
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Dopo essere state trasportate sul traghetto Sansovino a Porto Empedocle, sono state condotte a Santo Stefano di Quisquina nel cimitero le quattro bare di migranti trasferite dall’obitorio di Lampedusa. Si tratta di due neonate e di due uomini adulti morti nel tentativo di approdare in Sicilia tra agosto e settembre. Oggi, su indicazione del sindaco Francesco Cacciatore, ai cadaveri, dopo una breve cerimonia, resa una degna sepoltura.

I Carabinieri del Centro anticrimine natura, in collaborazione con i colleghi di Palma di Montechiaro, Licata e personale dell’Arpa protezione ambiente, hanno scoperto a Palma di Montechiaro, in contrada Valle del Lupo, nelle campagne, un’area con rottami di automobile, auto e imbarcazioni fatiscenti ancora da smontare, e vari rifiuti speciali. Il centro di rottamazione non è autorizzato. I Carabinieri hanno denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento per reati ambientali 17 persone tra cui il proprietario del terreno.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Nel panorama politico di Canicattì, si registra un significativo aumento della rappresentanza della Democrazia Cristiana, con l’aggiunta di tre nuovi consiglieri comunali e un membro nella giunta municipale, portando il totale a 5 consiglieri e un Assessore a servizio della città.

“C’è una grande voglia di stare in un partito con un’idea, una cultura, un’ispirazione democristiana, fondata sui valori e gli ideali”. Ha spiegato il leader Salvatore Cuffaro che questa mattina ha presentato le nuove adesioni.

Si tratta di Mimmo Licata, presidente del Consiglio comunale, alla sua quarta legislatura, di Giuseppe Lo Giudice e Gioacchino La Greca. Diventano così 5 i rappresentanti del partito guidato dal segretario nazionale, Totò Cuffaro, all’interno del Consiglio comunale di Canicattì. Infatti il partito contava già  su Giuseppe Alaimo, vice presidente del consiglio e Carmelo Ferraro. C’è anche l’assessore Gioacchino Asti.

Mamma mi si è ridotto l’esposto.  La vicenda dell’esposto alla magistratura inquirente e contabile presentato dal Comitato civico per la Sanità per denunciare le carenze dell’ospedale di Sciacca finisce in farsa. Dapprima sottoscritto da 11 sindaci, il giorno dopo (oggi) si riduce il numero dei sindaci sottoscrittori dell’esposto.

Un fronte che dunque scricchiola. Già ieri sera si erano affrettati a smentire di avere firmato i sindaci di Menfi, Cianciana e Lucca Sicula. Ma oggi a chiamarsi fuori, loro pur avendo firmato, sono anche gli amministratori di Burgio, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Montallegro, Sambuca di Sicilia, Sambuca di Sicilia, Santo Stefano Quisquina e Villafranca Sicula.

“Abbiamo aderito perché ci era stato detto che si trattava di una richiesta alla Regione per risolvere i problemi, non di un esposto giudiziario”, dicono. Aggiungendo che secondo loro prima di fare azioni legali bisogna interloquire con le istituzioni con spirito costruttivo.

Al momento i firmatari sono dunque una mezza dozzina.

A insistere sull’esposto sono rimasti i sindaci di Sciacca e Montevago, e nell’esposto ci sono le firme degli amministratori di altri comuni, compresi Sambuca e Santa Margherita di Belice.

Risaputo che l’on. Margherita La Rocca Ruvolo è ormai sul piede di battaglia contro il Commissario Mario Zappia da un bel po di tempo.

Lo scorso 5 ottobre, presso il Tribunale di Agrigento, si è celebrata l’udienza del processo a carico di tre medici per la morte di Loredana Guida. In aula c’era anche l’associazione Codici, ammessa come parte civile.

“Si tratta di un caso drammatico di malasanità – dichiara l’avvocato Giovanni Crimi, legale di Codici – e ci stiamo battendo affinché venga fatta giustizia. A nostro avviso ci sono una serie di responsabilità evidenti”.

La vicenda risale al gennaio 2020. Loredana Guida, giornalista ed insegnante di 44 anni, è da poco rientrata ad Agrigento da un viaggio in Nigeria quando inizia a lamentare un forte malessere, provocato da febbre alta. “Nonostante i medici fossero stati informati del viaggio in Africa – dichiara l’avvocato Crimi – e nonostante lo sapesse anche il medico di famiglia, nessuno pensò alla malaria. Per alcuni medici stava male perché aveva assunto una dose eccessiva di Ibuprofene, per altri era un’influenza stagionale. Nel primo accesso in ospedale, la donna rimase in attesa per circa 9 ore e dopo, per la spossatezza, rientrò a casa. Soltanto quando perse conoscenza e fu trasportata in ospedale in ambulanza, le venne fatto il test della malaria, che risultò positivo. Il tentativo di salvarla, però, fu tardivo e purtroppo vano. È logico chiedersi cosa sarebbe successo se la malaria fosse stata subito diagnosticata”.

“Sono tanti gli aspetti gravi che emergono da questa vicenda – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e che spesso ritornano nei casi di malasanità. Ci riferiamo, in particolare, alla comunicazione tra operatori sanitari e pazienti. C’è una donna che arriva in ospedale con febbre alta, racconta di essere tornata da un viaggio in Africa e nessuno pensa alla malaria. Altra questione, le lunghe attese al Pronto Soccorso. Non è ammissibile lasciare una persona sofferente ad aspettare per ore prima di essere visitata. Ci auguriamo che in questa vicenda si vada fino in fondo, perché è doveroso fare piena luce sul comportamento dei medici”.

La Cassazione, accogliendo le argomentazioni dei difensori, gli avvocati Giovanni Castronovo e Giuseppe Sceusa, ha annullato, limitatamente alla sussistenza delle esigenze cautelari, l’ordinanza di custodia imposta a Giovanni Genova e Alfredo Gioietta, funzionari della Motorizzazione civile di Palermo coinvolti nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti pagate per il disbrigo pratiche. Gli avvocati Castronovo e Sceusa hanno spiegato che, poiché le ultime condotte illecite contestate ai due imputati sarebbero state commesse nei primi mesi del 2021, mancherebbe il requisito dell’attualità, necessario per poter legittimamente applicare un provvedimento limitativo della libertà personale. Inoltre sia Genova che Gioietta sono attualmente sospesi, e, in caso di scarcerazione, sarebbero adibiti ad incarichi diversi da quelli espletati in precedenza, così come secondo quanto statuito dal contratto regionale vigente, rendendo in tal modo oggettivamente impossibile la reiterazione dei delitti contestati ai due funzionari. Entrambi saranno giudicati in abbreviato.

L’insegnante Nicoletta Salvato è stata nominata vice responsabile sindacale del comparto scuola di Confasi della città di Palermo. L’indicazione dell’insegnante Salvato è stata fatta dal Presidente regionale di Confasi Davide Lercara, che è anche coordinatore nazionale Scuola, e ratificata dal locale comitato direttivo.  “La scuola – dichiara Lercara- riveste per il nostro sindacato un comparto fondamentale che ha bisogno di assistenza e di attenzione e per questo Confasi  ha promosso  nel tempo una serie di incontri con i lavoratori per mettere a fuoco le diverse problematiche favorendo al contempo il dialogo con le istituzioni preposte al fine di trovare soluzione ai tanti problemi che sono sul tappeto, a partire dal precariato“.

A Cattolica Eraclea la Guardia di Finanza della Tenenza di Porto Empedocle ha rinvenuto in un caseggiato in campagna una decina di volatili di specie protetta stipati in gabbie, verosimilmente preda di cattura e di bracconaggio. I volatili sono stati controllati dai veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento e poi affidati al locale Centro recupero fauna selvatica. Il responsabile, un bracciante agricolo di Cattolica Eraclea, è stato denunciato alla Procura di Agrigento per detenzione illecita di avifauna protetta e maltrattamento di animali. Si tratta della stessa persona alla quale un mese addietro sono stati sequestrati in casa altri volatili.

“Non ho mai sottoscritto l’esposto e la veridicità di quanto affermo è facilmente visibile dallo stesso documento nel quale compaiono le firme di molti amministratori del comprensorio ma non la mia”, dichiara Salvatore Dazzo.

Scende in campo il sindaco di Menfi Vito Clemente: “Condivido la protesta per un’assistenza ospedaliera e sanitaria migliore nel nostro territorio, ma non ho firmato alcun esposto alla magistratura ordinaria ed a quella contabile. I sindaci devono battersi confrontandosi con la Regione e con il sostegno dei cittadini. La magistratura, nella quale ho piena fiducia, se lo ritiene, ha la possibilità di attivare indagini, ma non spetta a noi intervenire. Questo vale per la sanità, ma anche per altri settori”.

Anche il sindaco di Cianciana, Franco Martorana, non ha sottoscritto l’esposto.

Lo ha deciso il gip di Palermo nell’udienza per la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo, di Vincenzo Fazio, il medico che somministrò il farmaco. La professoressa fu stroncata, secondo la Procura, da una trombosi provocata dal medicinale. La donna era obesa e avrebbe dovuto ricevere, secondo l’accusa – un vaccino a vettore mRNA, come Pfizer e Moderna. Si dovrà accertare una connessione tra decesso e vaccinazione. Attualmente questo legame non è stato verificato scientificamente.