Maggio 2023 - Pagina 3 di 42 - Sicilia 24h
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Sorpreso a sfrecciare con l’acquascooter nella fascia di mare di San Leone riservata alla balneazione ed è per questo che gli uomini della Capitaneria di porto di Porto Empedocle, a bordo dei propri mezzi nautici, hanno individuato l’uomo, che stava provando a fuggire, ed è stato multato.

“I controlli del fine settimana che si sono concentrati negli specchi acquei prospicienti la località San Leone, sono il segno tangibile dell’incisiva presenza lungo la fascia litoranea di competenza della Capitaneria di porto a tutela della vita umana in mare, della sicurezza della navigazione e dell’ecosistema marino costiero. Al riguardo, mi piace evidenziare che la Guardia costiera non cura prioritariamente l’aspetto repressivo, venendo privilegiato, anzi, l’aspetto preventivo”, spiega il comandante della Capitaneria di porto di Porto Empedocle Antonio Ventriglia.

A Sciacca, la Polizia di Stato ha dato esecuzione al provvedimento emesso dal Questore di Agrigento Emanuele Ricifari con il quale è stata disposta la sospensione per un periodo di giorni 7, dell’attività di un esercizio pubblico di somministrazione alimenti e bevande insistente nel Comune di Sciacca, come previsto dall’Art. 100 del T.U.L.P.S.

La sospensione dell’attività commerciale comminata a carico del titolare, si innesta nella prosecuzione dei servizi di prevenzione svolti nel territorio ed in quelli di controllo amministrativo propri del Commissariato di P.S. di Sciacca che, recentemente, hanno consentito di adottare analoghi provvedimenti a carico di due titolari di attività commerciali. In una di queste, per altro, si era verificata una violenta aggressione nei confronti di un cliente e l’uomo aveva riportato lesioni personali.

I mirati servizi, svolti in un arco temporale di diverse settimane, hanno consentito di identificare nel locale interessato soggetti pregiudicati, facendo ritenere al riguardo che la costante presenza di tali persone potesse costituire allarme per la comunità e fonte di pericolo per la sicurezza dei cittadini.

Tali servizi di Polizia saranno ripetuti nel tempo per un capillare controllo del territorio ed una maggiore garanzia per la collettività.

Quasi il 60%, un distacco dalla avversaria di 317 su un totale di circa 800 votanti. Neanche Rambo avrebbe fatto di più…

E così, il Mimmo dei miracoli, al secolo Migliara, ha sbancato il casinò di Ioppolo Giancaxio dove tutto, già da tempo, sembrava essere segnato. Forse non ci si aspettava la straripante percentuale. E’ avvenuta anche quella.

Nei comizi che abbiamo ascoltato tanta carne da mettere al fuoco per Mimmo e la sua banda (che adesso avrà i suoi cazzi per mantenere le promesse) e pochezza da parte dell’avversaria; un cumulo di accuse contro la precedente amministrazione della quale Mimmo è stato uno dei protagonisti.

Un sintomo, questo, che la “Città del melone giallo” ha tanta voglia di cambiare, di guardare avanti, di andare oltre i propri confini.

L’obiettivo da raggiungere non è poi così difficile. Del resto la squadra che collaborerà Migliara è talmente straordinaria da far diventare la “pecora nera” del gruppo proprio il candidato sindaco!

E Mimmo dei miracoli in questo è stato furbo. Una serie di Cacciatore, Anna, Giuseppe e Giacomo, con la prima blindata dal nuovo sindaco sin dalle prime luci dell’alba da almeno due mesi nella qualità di assessore. Anche tre, quattro…

Poi, qualche Portella che rievoca l’uscente sindaco, Carmelo e Katia. Di Musso ce n’è una sola, Nicoletta, pronta a battagliare per il bene comune. E poi, la Carmelina, quell’Argento quasi dorato, già esperiente e nominata assessore senza se e senza ma, alla quale basta soltanto il rievocare il nome del padre per guadagnare subito 100 punti (senza volere sminuire la sua attività politica, riconosciuta da tutti).

A proposito, un suggerimento al neo sindaco. Le figure storiche si ricordano in vita, non dopo il trapasso. Che faccia qualcosa per Carmelo, capace da solo in 25 anni di far crescere e conoscere l’intera comunità ioppolese.

Infantino, Riccobono e Specchi sono solo rimandati. Verranno certamente tempi migliori.

Auguri porgiamo anche alla “First Lady” Donna Ermelinda Infantino, figlia d’arte di quel Carmelo che forse ha dato l’input ad una visione nuova di amministrare città e cittadini.

Mimmo dovrà essere il sindaco prima di tutto degli oppositori, e poi dei propri fedelissimi. Anche l’opposizione rappresenta la città. E se è vero che insieme si può…

A Mimmo chiediamo di essere un buon sindaco, di non farsi tirare la giacca da qualcuno e di non farsi prevaricare da chicchessia.

Se qualche “signorina” ci tenterà, carcagnati subito!

Buon lavoro sindaco!

Il segretario regionale della Cgil Filt, Alessandro Grasso, e il segretario provinciale della Cgil Filt di Agrigento, Francesco Pirrera, intervengono in riferimento all’attesa gara d’appalto per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico urbano ad Agrigento. E affermano: “La gara ad evidenza pubblica è ancora ferma. Sollecitiamo una risposta dal Comune. Il contratto precedente è scaduto a luglio del 2022 e fino ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte del Comune di Agrigento e dal sindaco Miccichè riguardo ai progressi e agli sviluppi della gara. Esprimiamo profonda preoccupazione riguardo al mantenimento di un monopolio nel settore del trasporto pubblico locale su gomma da parte del Comune di Agrigento, nonostante gli avvertimenti delle istituzioni competenti. Le sentenze della Corte Europea e le avvertenze espresse dalla Corte Costituzionale hanno chiaramente sottolineato l’illegittimità del mantenimento di un monopolio sul trasporto pubblico locale, poiché ciò ostacola la libera concorrenza tra gli operatori del settore e può pregiudicare la qualità del servizio offerto ai cittadini. Durante la seduta del Consiglio Comunale dello scorso 11 ottobre, l’assessore competente ha espressamente dichiarato che il contratto tra il Comune di Agrigento e l’attuale gestore del trasporto pubblico urbano non è stato rispettato. Questa affermazione conferma la gravità della situazione e la necessità di un’azione tempestiva da parte delle autorità competenti. Ribadiamo l’importanza di indire la gara ad evidenza pubblica nel rispetto delle normative nazionali ed europee, nonché delle sentenze emesse dalle istituzioni competenti”.

A fronte dei primi afflussi di bagnanti sul litorale agrigentino la Guardia Costiera di Porto Empedocle ha intensificato i controlli a tutela dell’ordine e della sicurezza dei fruitori delle spiagge e del mare. Particolare attenzione è stata riservata alla pericolosa navigazione con le moto d’acqua nella fascia riservata alla balneazione. Lo scorso fine settimana è stato multato il proprietario di un acqua-scooter che tra l’altro, appena si è accorto della motovedetta, ha tentato di scappare. Il comandante della Guardia costiera empedoclina, Antonio Ventriglia, commenta: “I controlli sono il segno tangibile dell’incisiva presenza lungo la fascia litoranea di competenza della Capitaneria. La Guardia Costiera non cura prioritariamente l’aspetto repressivo, venendo privilegiato, anzi, l’aspetto preventivo, nella consapevolezza che le sanzioni, sicuramente dovute ove ne ricorrano i presupposti, soddisfano solo in parte le esigenze di tutela del bene protetto”. Per l’emergenza in mare è attivo il numero blu 1530 gratuito su tutto il territorio nazionale e attivo 24 ore su 24 per tutto l’anno.

Prosegue in Sicilia la campagna tesseramento alla Confasi, oltre che l’inaugurazione di nuove sedi territoriali. Le ultime, in ordine di tempo, sono quella di Giarre (Catania) e quella di Racalmuto (Agrigento). Gli eventi confederali della Confasi, compreso quello recentemente svoltosi a Palermo, hanno fornito attraverso specifici incontri tecnico-formativi tutta una serie di strumenti per gli operatori del sindacato che a loro volta renderanno a disposizione degli iscritti, in tema, ad esempio di Caf e Patronato. Soddisfazione per le attività della Confasi è stata espressa dal Presidente regionale Davide Lercara, che è anche responsabile della piattaforma “Confasi Academy” in ordine alla formazione degli operatori del Caf. Lercara aggiunge: “Continueremo con tutte le attività già programmate all’inizio dell’anno in favore dei nostri iscritti e a quanti si rivolgono ai nostri uffici per un’assistenza completa in tema di lavoro, fisco, previdenza, indennità e altro, attraverso un servizio di qualità con informazioni aggiornate e in ossequio alle normative vigenti”.

Oltre alla Procura di Caltanissetta e ai figli di Paolo Borsellino, anche tre ex ergastolani innocenti e parte civile hanno impugnato in Appello la sentenza di primo grado al processo sul depistaggio. L’intervento della difesa.

Il 12 luglio del 2022 il Tribunale di Caltanissetta, presieduto da Francesco D’Arrigo, ha emesso la sentenza di primo grado al processo sul depistaggio delle indagini dopo la strage di via D’Amelio: no all’aggravante mafiosa, due prescrizioni e un’assoluzione. Nessun colpevole tra il funzionario Mario Bo, ex capo del gruppo d’indagine “Falcone e Borsellino” diretto dal defunto Arnaldo La Barbera, e gli ispettori in pensione Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, che si occuparono della tutela di tre falsi pentiti, Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Salvatore Candura. Bo, Mattei e Ribaudo avrebbero suggerito ai tre falsi collaboratori la versione da fornire agli inquirenti e i nomi da indicare quali responsabili della strage. La falsa verità, a cui tanti anni i giudici hanno creduto, ha nascosto i veri colpevoli, ed ecco perchè la Procura sostiene che la calunnia abbia favorito la mafia. Ed è costata la condanna all’ergastolo a sette innocenti, poi scarcerati dopo le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, e che si sono costituiti parte civile in giudizio: Profeta, Scotto, Vernengo, Gambino, La Mattina, Urso e Murana Oltre al Procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, e il pubblico ministero, Maurizio Bonaccorso, e oltre la difesa dei figli di Paolo Borsellino, Fiammetta, Lucia e Manfredi, ovvero gli avvocati Vincenzo Greco e Fabio Trizzino, anche tre ex ergastolani innocenti, Giuseppe La Mattina, Gaetano Murana e Cosimo Vernengo, parte civile tramite l’avvocato Rosalba Di Gregorio, hanno impugnato in Appello la sentenza di primo grado. E la Di Gregorio, già difensore di Bernardo Provenzano, tra l’altro scrive: “Vincenzo Scarantino è stato ricattato. Non sopportando le torture del carcere di Pianosa, non sopportando più le continue pressioni esercitate da Arnaldo La Barbera e da Mario Bo con i colloqui investigativi, quelli autorizzati e quelli ‘in autonomia’, ha ceduto, finendo per sostenere il ruolo del falso collaboratore. Non si può non riconoscere come la natura di soggetti umanamente fragili, in primo luogo e per quanto qui ci riguarda, di Scarantino, di soggetti ricattabili e psichicamente instabili, dediti alla microcriminalità, sia stato il terreno utile e fertile ai ‘pupari’ a sceglierli come pupi da vestire. Ma Scarantino non è, né è mai stato, un collaboratore di giustizia. Non gli si può quindi chirurgicamente sezionare il narrato con l’applicazione rigida della disciplina relativa ai requisiti di intrinseca attendibilità, perché mancano i presupposti di base: la collaborazione e l’attendibilità”. E poi l’avvocato Di Gregorio aggiunge: “Nel percorso tortuoso di accuse e di ritrattazioni non possono escludersi spinte esterne, su cui sicuramente non si è indagato. I magistrati erano consapevoli di tante cose e, come minimo, disattenti persino nell’uso distorto di istituti giuridici quali i colloqui investigativi, le intercettazioni fatte e poi nascoste, le mancate verbalizzazioni, i colloqui privi di verbalizzazione, le pause non verbalizzate in alcuni interrogatori e, più generale, nella disapplicazione del metodo Falcone di valutazione della prova, come stigmatizzato anche nel processo Borsellino quater”. E poi: “E’ chiaro che se Scarantino dinanzi al Tribunale ha voluto, o dovuto, salvare i magistrati del tempo, nel suo modo rozzo e incolto ha voluto, o forse dovuto, attribuire ai poliziotti l’accusa di avergli fatto credere che i pubblici ministeri erano accondiscendenti ed erano disponibili”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

di Dorotea Rizzo

Ormai soppiantate dai telefonini le 16 mila postazioni telefoniche pubbliche per le strada   saranno progressivamente rimosse e resteranno solo quelle che si trovano negli ospedali, nelle caserme o nelle carceri in quanto   svolgono ancora una funzione sociale e quelle dove non arriva la copertura della rete mobile (per esempio nei rifugi di montagna).

La decisione è stata presa dall’Authority delle comunicazioni che, dopo una consultazione pubblica, ha stabilito che Tim non ha più l’obbligo di garantire il servizio pubblico e può quindi cominciare a smantellarlo.

Sarà un processo graduale, si legge nella delibera, al massimo 30 mila all’anno di cui diecimila impianti stradali.

Un duro colpo per i nostalgici che hanno vissuto il brivido di andare alla ricerca di una cabina telefonica per riuscire a comunicare quando ancora i cellulari non esistevano e si aspettava con santa pazienza in fila in attesa che arrivasse il proprio turno, e  una volta raggiunto il telefono, si veniva  sopraffatti dall’ansia  di  introdurre  in tempo il gettone per evitare  la fine di una  conversazione lasciata spesso  a metà, magari una di quelle importanti…Ma che ne sanno le nuove generazioni di tutto questo…con il telefono sempre a disposizione e con il tempo di condividere tutto…proprio tutto, senza lasciare scampo alla fantasia di  ciò che appartiene al non detto …che sfugge al delirio dell’ingombrante onnipresenza, ma non per questo meno importante .

 

In provincia di Agrigento ha votato il 48,21% degli aventi diritto pari a 58.066 cittadini. Il dato più alto si registra a San Giovanni Gemini con il 71,56% di votanti. Bene anche Sambuca di Sicilia (67,72%). Il comune con meno affluenza è stato invece Sant’Angelo Muxaro con appena il 28,90% e cioè meno di mille persone.

 

BURGIO

Sono 1.875 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 53,22% con un leggero calo rispetto all’ultima tornata elettorale. Mancano ormai poche sezioni da scrutinare, e sono pochi i voti di distacco tra l’uscente sindaco Matinella e lo sfidante Galifi.

CALAMONACI

Sono 855 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 45,82% con un calo del 5,33% rispetto all’ultima tornata elettorale. Vittoria per l’uscente sindaco Pellegrino Spinelli, che ha battuto il giovane candidato Vincenzo Scorsone.

CASTROFILIPPO

Sono 1.724 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 42,85% con un calo dello 0,04%% rispetto all’ultima tornata elettorale. Totò Gioacchino Baio è il nuovo sindaco che ha avuto la meglio sull’uscente Francesco Badalamenti e l’altra candidata sindaco Ilenia Dainotto.

CIANCIANA

Sono 2.255 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 33,69% con un calo del 2,99%% rispetto all’ultima tornata elettorale. Il sindaco uscente Martorana con 350 preferenze è stato rieletto sindaco; mentre Reina 189. Per lui è il secondo mandato.

GROTTE

Sono 3.342 i grottesi che si sono recati alle urne per il voto pari al 35,55%. Rispetto all’ultima tornata elettorale si registra un leggero incremento pari al +0,17%. Dodici le sezioni da scrutinare. Con 2400 voti il sindaco uscente Alfonso Provvidenza ha avuto la meglio sullo sfidante Paolo Pilato che ha ottenuto 795 voti, e dunque viene riconfermato sindaco. “Un risultato desiderato e inaspettato”, questo il commento del sindaco Provvidenza. “Sono felice e soddisfatto, i cittadini grottesi hanno dimostrato ancora una volta di essere cittadini liberi”.

JOPPOLO GIANCAXIO

Sono 817 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 42,82% con un calo del 2,45%% rispetto all’ultima tornata elettorale.

LICATA

Sono 19.306 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 45,09% con un incremento del 2,75%% rispetto all’ultima tornata elettorale. Angelo Balsamo è il nuovo sindaco di Licata. Il candidato del centrodestra vince le elezioni al primo turno senza passare dunque dal ballottaggio. Si tratta di un ritorno alla guida del comune per Balsamo, già primo cittadino nel 2013.  Secondo Fabio Amato con il 28 % e terzo Angelo Iacona con 10 %.

LUCCA SICULA

Sono 1.303 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 59,63% con un incremento del 2,50%% rispetto all’ultima tornata elettorale. Riconfermato il sindaco uscente Salvatore Dazzo sfidato da Giuseppe Puccio.

MENFI

Sono 7.659 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 59,70% con un calo del 1,37%% rispetto all’ultima tornata elettorale. Al momento sono quasi tremila le schede scrutinate e Ludovico Viviani è leggermente in vantaggio con il 50,9% contro il 49,1% di Vito Clemente.

RAVANUSA

Sono 6.382 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 43,74% con un calo del 0,17%% rispetto all’ultima tornata elettorale. Il candidato Salvatore Pitrola è il nuovo sindaco di Ravanusa con 2153 rispetto al candidato Kabiria Loggia con 1692, poi Musso 11187, Ciotta 1804.

SAMBUCA DI SICILIA

Sono 3.774 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 67,72% con un incremento del 3,04%% rispetto all’ultima tornata elettorale. E’ Giuseppe Cacioppo il nuovo sindaco di Sambuca di Sicilia. Ha battuto lo sfidante Sario Arbisi, seppure alla fine di un testa a testa per tutta la durata delle operazioni di scrutinio nelle sette sezioni elettorali in cui si è votato.

SAN GIOVANNI GEMINI

Sono 5.172 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 71,56% con un incremento del 0,13%% rispetto all’ultima tornata elettorale.

SANT’ANGELO MUXARO

Sono 960 i cittadini che si sono recati al voto. Alla chiusura delle urne la percentuale sull’affluenza è del 28,90% con un calo del 1,12%% rispetto all’ultima tornata elettorale. Arriva la riconferma per l’attuale Angelo Tirrito che ha battuto il suo avversario Alfonso Caci. “Ce l’abbiamo fatta, continuano il nostro lavoro per altri 5 anni”, queste le prime parole del sindaco Tirrito.

SANTO STEFANO QUISQUINA

Francesco Cacciatore è stato rieletto sindaco di Santo Stefano Quisquina. È il primo verdetto che arriva nella due giorni di elezioni in provincia di Agrigento. Il sindaco uscente era l’unico candidato e il solo avversario era il raggiungimento del quorum. Un problema che non si è mai di fatto palesato e già ieri sera, alla prima chiusura delle urne, il quorum era stato raggiunto con oltre il 50%. Per Cacciatore si tratta del terzo mandato.