Maggio 2023 - Pagina 29 di 42 - Sicilia 24h
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A Gela la Guardia di Finanza, coordinata dal maggiore Michele Bellopede, ha sgominato una baby gang impegnata nel traffico di droga. Sono state notificate 5 misure cautelari: 2 agli arresti in carcere e 3 agli arresti domiciliari. Dalle indagini delle Fiamme Gialle, che si sono protratte tra febbraio e aprile 2022, sono emersi gravi indizi di colpevolezza e l’esistenza di una “piazza di spaccio”, 24 ore su 24, soprattutto di hashish e marijuana, nel centro storico di Gela, gestita da giovanissimi, tra cui due minorenni, per un fatturato di circa 12.000 euro al mese. I clienti sarebbero giunti anche da altre città della provincia nissena. Gli indagati avrebbero sfoggiato le loro prodezze pubblicando dei video sui social, ritratti con mazzette di denaro e abbigliamenti griffati. Il maggiore Bellopede commenta: “L’operazione di servizio svolta dalla Guardia di Finanza di Gela – che si pone in prima linea nel contrasto ad ogni forma di illecito – testimonia il costante impegno delle Fiamme Gialle, sotto la direzione dell’Autorità giudiziaria, volto alla tutela della salute dei cittadini, soprattutto di giovane età, spesso utilizzati dai pusher per la cessione di sostanza stupefacente”.

L’On. Ida Carmina deputato alla Camera del M5S interviene dopo il cambio al vertice della Prefettura agrigentina con la nomina del Dott. Filippo Romano nuovo Prefetto e l’attuale Prefetto Maria Rita Cocciufa che è stata trasferita a Reggio Emilia con lo stesso ruolo.

“Ho appreso che il Consiglio dei Ministri nell’ambito del nuovo giro di nomine dei Prefetti ha dato l’assenso per le rotazioni. Mi preme ringraziare e dare un in bocca a lupo alla Dott.ssa Maria Rita Cocciufa con la quale ho avuto l’onore di collaborare da Sindaco di Porto Empedocle, città di frontiera per la grande autorevolezza e disponibilità che ha sempre dimostrato del periodo terribile della pandemia e del lockdown, degli interventi decisi sui migranti e del passaggio della gestione del servizio idrico alla nuova consortile l’Aica, alla vicinanza che mi ha sempre dimostrato anche in momenti difficili per me da Sindaco di Porto Empedocle ed anche a livello personale.

Per questo le auguro un prosieguo a Reggio Emilia della sua carriera con la stessa determinazione dimostrata in terra agrigentina e un grazie per quello che ha lasciato per gli agrigentini e la nostra provincia.

Alla stessa stregua auguro un buon lavoro e do il benvenuto al neo Prefetto Romano che ha una grande esperienza e un curriculum solido per rappresentare con professionalità e impegno questo territorio agrigentino.

Avremo sicuramente modo di confrontarci nelle emergenze quotidiane che investono il territorio e nel rispetto dei ruoli saremo in prima linea nelle molteplici criticità che vanno attenzionate e risolte a livello provinciale con l’obiettivo di apportare sempre input positivi e di crescita per la comunità agrigentina nel rispetto delle regole, della legalità e della sicurezza dei cittadini”.

Questo è quanto scrive il Gup dott. Francesco Provenzano circa la mia archiviazione. Ecco il testo del dispositivo:

  • Per CAST ALDO Calogero Lelio:
CASTALDO Calogero Lelio è un giornalista professionista, direttore del quotidiano e della testata giornalistica on line SICLIAH24.
Agli atti vi sono alcuni messaggi di solidarietà inviati dal giornalista CASTALDO Calogero Lelio a  CAMPIONE Marco in occasione della pubblicazione sulla stampa di articoli di giornale critici nei confronti del medesimo CAMPIONE Marco e della sua gestione di GIRGENTI ACQUE S.p.a., articoli pubblicati in due occasioni su LA REPUBBLICA e in una occasione sul settimanale agrigentino GRANDANGOLO, allora diretto dal fratello CAST ALDO Franco.
Il 01/02/2016 è stata, inoltre, intercettata una conversazione telefonica tra CASTALDO Lelio e
PONZO Giandomenico (Direttore generale di GIRGENTI ACQUE S.p.a.), nella quale emerge in
maniera chiara l’evidente benevolenza del giornalista sulle scelte gestionali della società.
Tali condotte attuate da CASTALDO Calogero Lelio non configurano alcun reato.”
E questo è l’articolo di francesco di mare (non funziona il maiuscolo) dove emerge limpidamente la sua “correttezza professionale”. Leggere con attenzione il brano evidenziato in rosso sopra.

Nuova aggressione al Pronto Soccorso del Policlinico. Nonostante le campagne di sensibilizzazione, non si ferma, dunque, l’ondata di violenza negli ospedali. 

La notte scorsa un paziente in stato di ebbrezza ha minacciato gli operatori del pronto soccorso e danneggiato una barella, impaurendo gli altri pazienti presenti. A suo dire, i medici non avevano eseguito le cure necessarie. Grazie all’intervento del personale della società di vigilanza Mondialpol e della Polizia i danni sono stati contenuti. 

In parallelo alla denuncia alle forze dell’ordine, è stata attivata la procedura interna che prevede che gli operatori sanitari vittime di atti di violenza, fisica o verbale, devono darne comunicazione, tramite mail, oltre che alla Direzione, al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e al Risk Manager aziendale compilando un apposito modulo. 

Il Commissario del Policlinico, Maurizio Montalbano, commenta: “Desidero manifestare la solidarietà al personale del Pronto Soccorso e ringrazio le forze dell’ordine per la prontezza dell’intervento. Gli operatori dell’area di emergenza devono gestire rapporti caratterizzati da una forte emotività da parte dei pazienti e dei loro familiari, soprattutto se sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti”. 

Il programma adottato dall’Azienda, sulla base del lavoro del Gruppo aziendale per la prevenzione degli atti di violenza, prevede tre linee d’intervento: diffondere una politica di “tolleranza zero” verso atti di violenza, fisica o verbale, nei servizi sanitari e assicurarsi che operatori, pazienti, visitatori siano a conoscenza di tale politica; incoraggiare il personale a segnalare prontamente gli episodi subiti e a suggerire le misure per ridurre o eliminare i rischi; facilitare il coordinamento con le Forze di Polizia o altri soggetti che possano fornire un valido supporto per identificare le strategie atte ad eliminare o attenuare la violenza in ospedale.

Nel 2022, la Dott.ssa Francesca Di Gaudio, originaria di Pollina, responsabile del laboratorio “Centro di qualità regionale”, presentava sull’apposita piattaforma informatica del Ministero della Salute la propria domanda di partecipazione in merito “all’Avviso pubblico per la formazione dell’elenco nazionale di idonei alla nomina di Direttore generale delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale”.

Successivamente, a fronte della valutazione dei titoli professionali richiesti ai fini della selezione, il Ministero della Salute procedeva alla pubblicazione dell’elenco nazionale dei soggetti ritenuti idonei alla nomina di Direttore generale delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli Enti del S.S.N.

Ebbene, fra questi figurava la Dott.ssa Di Gaudio, la quale, tuttavia, riportava un punteggio tale da essere inserita nell’ elenco nazionale dei soggetti idonei ai soli fini dell’accesso alle selezioni nelle regioni con popolazione inferiore a 500.000 abitanti, ai sensi dell’art. 1, co. 7 quater, del D.L. 171/2016 e dell’art. 5 dell’Avviso di selezione. Mentre, suo malgrado, la stessa veniva esclusa dell’elenco nazionale relativo alle regioni con popolazione superiore a 500.000 abitanti.

Pertanto, in ragione di ciò, la Dott.ssa Di Gaudio decideva di presentare al Ministero della Salute un’apposita istanza di rideterminazione del proprio punteggio, lamentando la mancata valutazione dell’attività di docenza resa in materia di “Governo della Diagnostica di Laboratorio. Parametri di implementazione e governo dei nuovi LEA Parametri di gestione dei flussi C ed M”, espletata presso il CEFPAS di Caltanissetta nel 2021. Nondimeno, il citato Ministero confermava le valutazioni effettuate in precedenza dalla Commissione e, pertanto, rigettava l’istanza.

Avverso il suddetto rifiuto, la Dott.ssa Di Gaudio, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, proponeva ricorso in via cautelare innanzi al Tribunale di Roma, in funzione del Giudice del Lavoro, onde ottenere la correzione del punteggio attribuitole e il consequenziale inserimento nell’elenco di Direttore generale delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale, anche relativamente alla regioni con popolazione superiore a 500.000 abitanti.

Al fine di opporsi alla predetta azione si costituiva in giudizio anche il Ministero della Salute, il quale asseriva che la docenza svolta dalla Francesca Di Gaudio non era stata valutata dalla Commissione ministeriale, in quanto non attinente alle materie del management e della direzione aziendale e pertanto la stessa non avrebbe potuto auspicare ai due punti aggiuntivi previsti dall’art. 5 della lex specialis.

Nel corso del giudizio, gli Avv.ti Rubino e Impiduglia, evidenziavano, in primo luogo, la palese erroneità della valutazione ministeriale e, all’opposto, dimostravano la fondatezza del diritto della Dott.ssa Di Gaudio ad avere riconosciuti i due punti aggiuntivi previsti dall’Avviso di selezione, i quali avrebbero determinato l’inclusione di questa anche nell’elenco nazionale relativo alle regioni con popolazione superiore a 500.000 abitanti.

In particolare, sempre gli Avv.ti Rubino e Impiduglia, rilevavano in giudizio che tale docenza era stata svolta nell’ambito del “corso di formazione manageriale in materia di sanità pubblica di organizzazione e gestione sanitaria per direttori generali di azienda sanitaria” e, per di più, che la stessa era stato resa presso il CEFPAS, ossia presso l’Ente che in via esclusiva si occupa dei corsi di formazione manageriale per i D.G. delle aziende sanitarie nella Regione Siciliana.

Infine, gli Avv.ti Rubino e Impiduglia, in merito al danno, dimostravano che l’esclusione della Dott.ssa Di Gaudio dal citato elenco avrebbe comportato, conseguentemente, anche l’impossibilità per la stessa di poter accedere alla procedura per il conferimento degli incarichi di D.G. presso le aziende sanitarie della Regione Siciliana.

Ebbene, con ordinanza del 7.05.2023, ritenendo fondate le tesi sostenute dagli Avv.ti Rubino e Impiduglia, il Trib. di Roma in funzione del G.d.L. ha accolto l’istanza cautelare proposta dalla Dott.ssa Di Gaudio e, per l’effetto della stessa, la medesima avrà diritto ad avere attribuiti i due punti aggiuntivi previsti dall’Avviso e ad essere inserita nell’elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di D.G. delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere  e degli enti del S.S.N. anche relativamente alle regioni con popolazione superiore a 500.000 abitanti; per effetto della soccombenza il Ministero della Salute è stato condannato anche al pagamento delle spese giudiziali.

La Dott.ssa Di Gaudio, peraltro, per effetto dell’inserimento nel suddetto elenco nazionale ha pieno titolo a partecipare alle procedure, attualmente in corso, per la nomina dei direttori generali delle Aziende Sanitarie siciliane.

” A pochi giorni dalle dimissioni di Valeria Proto ho nominato nuovo assessore Gioacchino Alfano e riassegnato le deleghe”. A parlare è il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè.
“Alfano – continua Miccichè  – sarà il nuovo assessore a URP, Lotta alla violenza e alla tratta sulle donne e sui minori, Contrasto alle discriminazioni, Materie relative ai servizi demografici e statistici (anagrafe, stato civile, elettorale e leva), Toponomastica, Pubblica istruzione e Coordinamento delle relazioni con l’Azienda Sanitaria Provinciale”.
“Ho poi assegnato – conclude- a Marco Vullo la delega alle Pari Opportunità.
E al neo assessore comunale arrivano gli auguri dell’on. Giusy Savarino. “Buon lavoro al neo Assessore Gioacchino Alfano che entra a far parte della giunta Miccichè, rafforzando così la squadra di Fratelli d’Italia insieme a Costantino Ciulla e Gerlando Piparo”.
“A lui le importanti deleghe alla pubblica istruzione, urp, rapporti con l’Azienda Sanitaria Provinciale, servizi demografici e pari opportunità”.“Sono sicura che saprà onorare con impegno la carica che va a ricoprire e farsi non solo portatore instancabile delle istanze del territorio, ma anche perseguire fattivamente, insieme ai colleghi di Fratelli d’Italia, gli obiettivi comuni”.

“Rivolgo un affettuoso saluto e ringrazio per quanto fatto nel corso del suo mandato l’ing. Valeria Proto che si è dedicata sin dal momento della sua nomina, con dedizione e grande spirito di servizio, alla città di Agrigento”.

“Rinnovo i miei auguri di buon lavoro al Sindaco Miccichè – conclude l’on. Savarino di FdI – che con una squadra sinergica e rinvigorita affronterà con maggiore energia e determinazione la fase complicata ed esaltante di Agrigento capitale della cultura 2025”.

Filippo Romano, 57 anni, originario di Udine, è il nuovo Prefetto di Agrigento.

Ha iniziato la carriera prefettizia nel 2010 e ha ricoperto prestigiosi ruoli quali quello di Commissario straordinario della Città Metropolitana di Messina e vice prefetto di Siracusa. Il nuovo Prefetto ha anche “esperienze” in provincia di Agrigento essendo stato commissario straordinario dei comuni di Canicattì e Racalmuto.

Lascia Agrigento, dopo tre anni, Maria Rita Cocciufa che è stata nominata nuova Prefetto di Reggio Emilia.

Ecco alcuni pezzi della nostra categoria. Francesco Di Mare, collega solo perchè iscritto all’Ordine (così come tanti altri) insiste con la sua pervicacia a volere apparire a tutti i costi un angelo venuto dal cielo.

Ed invece di chiedere scsusa a tutti, ai colleghi, all’Ordine dei Giornalisti che l’ha fattto pubblicista ed al sottoscritto, continua a mentire, sapendo di mentire, e pubblica un post nella sua pagina di facebook (dopo le mie precisazioni di ieri nel corso di una intervista ove mettevo in evidenza la sua poca attitudine alla correttezza professionale) e scrive testualmente:

“Scusate il disturbo.
Ho appena visto su un sito on line una “intervista” realizzata da un giornalista agrigentino che mi insulta e offende anche sul personale, perché anni addietro scrissi che era indagato con altri due colleghi per le vicende relative a Girgenti Girgenti Acque, riportando cosa all’epoca veniva contestato loro. Nulla di più e nulla meno.”
Gentili lettori, soffermatevi su un passaggio da lui scritto: “anni additero scrissi che era indagato per le vicende relative a Girgenti Acque, “RIPORTANDO COSA ALL’EPOCA VENIVA CONTESTATO LORO…” Cioè, di fatto, il Di Mare ha riportato solo ed esclusivamente ciò che aleggiava nel suo cervello. I conti fatti per lui erano i seguenti: soldi, pubblicità, estorsione.
Mi sembra di rivedere un attuale nano che fa panini con i “iustell” semicarcerari (e un noto pluripegiudicato ex avvocato ed ex di tutto e nel fallimento più totale), noto per portare di nascosto un registratore sotto la camicia e chiedere l’accesso agli atti anche quando l’Inter batte il Milan nella semifinale di Champions League.
Non nascondo, dopo aver letto la frase di Di Mare di trovarmi in uno stato di disagio; non riesco a questo punto più a comprendere se lo fa apposta (ad essere poco onesto intellettualmente nello specifico della sua attività lavorativa) oppure Francesco Di Mare ha bisogno di un lunghissimo periodo di riposo fino al giorno in cui andrà in pensione.
Non è bastata nemmeno la pubblicazione del dispositivo disposto dalla Procura a tornare indietro nei suoi passi; anzi, minaccia pure querele!!!A proposito di querele; grazie ai contenuti straordinari di quell’articolo quantificheremo in sede civile i danni da me subiti, anche fisici.
Francesco Di Mare sostanzialmente scrive in quel memorabile articolo dal titolo “Tremano i colletti bianchi…” E poi nello specifico per il sottoscritto scriveva sostanzialmente: “Girgenti Acque dava la pubblicità a sicilia24h.it e così il giornalista Lelio Castaldo lo tenevano buono…”.
Intanto la prima bugia: Girgenti Acque dava la pubblicità a tutti i siti on line (100 euro iva inclusa) compreso il quotidiano La Sicilia, dove Di Mare scrive (o tenta di farlo) e non si è mai accorto che in quel periodo anche La Sicilia pubblicava intere paginate di pubblicità di Girgenti Acque a costi almeno 20 volte superiori rispetto a quanto dato ai quotidiani on line.
E adesso, visto e considerato che nel suo post di facebook reitera il suo drammatico rapporto con la deontologia professionale essendo, forse, più forte di egli stesso.
Siamo costretti ancora una volta (visto che la prima non è bastata) a ripubblicare il dispositivo di archiviazione da parte del dott. Francesco Provenzano il quale recita l’esatto contrario da quanto (ancora) scritto anche oggi da Di Mare. Ecco il dispositivo: “
  • Per CAST ALDO Calogero Lelio:
CASTALDO Calogero Lelio è un giornalista professionista, direttore del quotidiano e della testata giornalistica on line SICLIAH24.
Agli atti vi sono alcuni messaggi di solidarietà inviati dal giornalista CASTALDO Calogero Lelio a  CAMPIONE Marco in occasione della pubblicazione sulla stampa di articoli di giornale critici nei confronti del medesimo CAMPIONE Marco e della sua gestione di GIRGENTI ACQUE S.p.a., articoli pubblicati in due occasioni su LA REPUBBLICA e in una occasione sul settimanale agrigentino GRANDANGOLO, allora diretto dal fratello CAST ALDO Franco.
Il 01/02/2016 è stata, inoltre, intercettata una conversazione telefonica tra CASTALDO Lelio e
PONZO Giandomenico (Direttore generale di GIRGENTI ACQUE S.p.a.), nella quale emerge in
maniera chiara l’evidente benevolenza del giornalista sulle scelte gestionali della società.
Tali condotte attuate da CASTALDO Calogero Lelio non configurano alcun reato.”
Di Mare scrive: ““…RIPORTANDO NEL MIO ARTICOLO COSA ALL’EPOCA VENIVA CONTESTATO LORO… E QUINDI, PUBBLICITA’ A CASTALDO E TUTTI ZITTI”.
Ma che minchia veniva contestato all’epoca? Era il tuo cervello che contestava chissà quali reati!
Tra quanto scritto sopra dal giudice e quanto scritto dal giornalista (?) nel suo articolo, trovate differenza?
Il punto è questo: secondo i lettori, ciò che scrive un giudice e ciò che pensa un giornalista sono pensieri uguali o similari, oppure sono lontani anni luce?
I lettori leggeranno e valuteranno…
N.B. Non l’ho fatto solo in privato a mostrare il mio totale disappunto su uno squallido articolo i cui reati vengono partoriti sono nella mente di uno pseudo giornalista. L’ho fatto anche pubblicamente nel corso di un incontro per un corso di giornalismo avvenuto al Consorzio Valle dei Templi al Viale della Vittoria. Tra lo sdegno di tutti i nostri colleghi…o almeno lasciamelo dire: tra lo sdegno dei miei colleghi…
Rinota Bene: come all’epoca di Cuffaro, quando cercò un briciolo di solidarietà e di popolarità, anche oggi con il suo post su facebook sta cercando un pizzico di popolarità. E siccome la mamma degli imbecilli è sempre incinta, qualche consenso l’ha avuto…
Tri nota bene: a venire a supporto del collega Di Mare è stato un tale, Alan Scifo, il quale qualche anno addietro ebbe a scrivere (per guadagnare 8 euro) : “Una bomba ecologica pericolosissima a pochi passi dalla Valle dei Templi”.
Per la cronaca la bomba ecologica è piazzata a Ioppolo Giancaxio…..
E poi i soliti tatini… (toccatevi…)
Di chi stamu parlannu?

Ennesimo morto sul lavoro ed il Presidente Schifani promette di vigilare sul potenziamento degli Ispettorati del Lavoro impegnandosi a portare in Sicilia un contingente dell’Ispettorato Nazionale.
“È corretto, per tamponare un così grave problema, attingere a personale esterno o invece è improrogabile pensare ad una riqualificazione professionale del personale regionale nell’ambito di una nuova organizzazione amministrativa della Regione Siciliana?“: questo è il quesito che pone Confintesa, Federazione Dipendenti Regionali, con una nota al Presidente Schifani.
Lo stato attuale degli Ispettorati del Lavoro, in termini di dipendenti, è il seguente: il personale in servizio, nelle 9 provincie è composto da circa 300 unità. Gli ispettori in tutta la Sicilia sono solo poche decine. Un caso eclatante è l’Ispettorato di Palermo dove, su 31 unità, 25 (ovvero l’80% del personale) appartengono alle cat. A e B, le categorie più basse dei regionali : si tratta di personale, demansionato e con stipendi vicini al RdC, ma spesso in possesso di titoli di studio e professionalità, che lavora spesso in piena autonomia in virtù della decennale esperienza acquisita all’interno degli ispettorati e in molti casi svolgendo mansioni superiori (un paradosso proprio dentro questi Uffici). A Palermo sono in servizio solo n°3 ispettori che prevalentemente svolgono attività amministrativa e di contenzioso trasferendo la quasi totalità delle attività ispettive al Nucleo Carabinieri Lavoro.
La mancanza del personale ispettivo è sotto gli occhi di tutti: l’ultimo ingresso risale a decine di anni fa quando con Formispe vennero formati gli istruttori i quali, dopo un periodo di affiancamento, poterono svolgere la mansione di ispettore del lavoro: a dire il vero non tutti continuarono però a svolgere mansioni ispettive e in parte oggi molti degli stessi sono stati collocati in quiescenza.
“Una giusta ricollocazione del personale interno, continua la nota di Confintesa, nelle fasce più elevate consentirebbe, con i titoli posseduti, con l’adeguata formazione e con l’esperienza decennale acquisita proprio negli ispettorati, in poco tempo di risolvere il problema degli Ispettori del Lavoro. Alle porte di un rinnovo contrattuale, atteso da tempo, occuparsi del personale è pertanto una priorità perché la stessa problematica degli Ispettorati è rilevabile nelle Motorizzazioni, negli Uffici del Genio Civile, nei vari Dipartimenti, e così via. Il governo regionale affronti il problema, se necessario con soluzioni legislative urgenti, e porti al tavolo contrattuale una proposta seria di riorganizzazione del personale, che contempli diritto alla carriera e giusto adeguamento economico degli stipendi al costo della vita, soprattutto per le categorie più basse“,

Beni per due milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia ad un imprenditore di Gela ritenuto contiguo a Cosa nostra. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Caltanissetta. Lui avrebbe reso a disposizione dell’associazione mafiosa telefoni cellulari e schede telefoniche intestate a incensurati del tutto estranei a contesti criminali con l’obiettivo di eludere le indagini delle forze di polizia. Il sequestro comprende una società, con relativo compendio aziendale di beni, tre quote societarie di partecipazione, immobili e diversi rapporti bancari.