Maggio 2023 - Pagina 28 di 42 - Sicilia 24h
Home / 2023 / Maggio (Pagina 28)

Un uomo di 32 anni è stato ferito alla gamba da un colpo di pistola sparato durante la festa di Sant’Alfio che si celebra a Lentini, nel Siracusano. Secondo una prima ricostruzione di quanto accaduto, il ferimento è avvenuto in via Regina Margherita, nei pressi di piazza Oberdan, durante lo spettacolo dei fuochi d’artificio, al culmine di una lite avvenuta per futili motivi. Il 32enne è stato trasferito al pronto soccorso dell’ospedale di Lentini. I fedeli, complice il frastuono, non si sono accorti di nulla. Indaga la Polizia.

La decisione è arrivata. E porta la data di ieri. La gip Simona Ragazzi ha emesso l’ordinanza con cui dispone la misura interdittiva nei confronti degli altri otto indagati dell’inchiesta, oltre ai 4 finiti ai domiciliari, che ha scosso il mondo della sanità siciliana. E di riflesso anche della politica. Dodici mesi di sospensione dall’esercizio di pubblici uffici e servizi per la durata di un anno per i due ex assessori regionali Antonio Scavone e Ruggero Razza, per il presidente dell’Ordine dei Medici di Catania Igo La Mantia, per Filippo Di Piazza, per Giuseppe Di Rosa e Rosalia Leonardi. Sono invece otto i mesi di sospensione per Alberto Bianchi e Galogero Grillo. Gli indagati sono accusati di turbativa.

La gip precisa nell’ordinanza di 1058 pagine che “la irrogata misura non si estende nei confronti degli indagati che svolgono la professione di medico allo svolgimento dell’attività sanitaria che gli indagati potranno continuare a esercitare nelle strutture pubbliche di appartenenza ad eccezione tuttavia dei ruoli di dirigenza di unità operative che costituiscono invece parte dell’interdittiva perché fonte di potenziali funzioni pubblicistiche quali quelle svolte nei fatti per cui si procede”. Questo significa per esempio per La Mantia che dovrà lasciare l’incarico di presidente dell’Ordine e anche di direttore di Otorinolaringoiatria del Policlinico. Anche il ruolo direttivo di Scavone al Garibaldi sarà “congelato”. Razza, invece, dovrà quasi sicuramente rinunciare al ruolo di consulente a titolo gratuito del ministro Nello Musumeci.

ANSA

 

 

“Il problema civile della latitanza indisturbata di Messina Denaro a Campobello di Mazara, la mafia prima collusa e poi contro lo Stato, i collaboratori, le prospettive”: l’intervento del Procuratore De Lucia.

“Non di tutta l’erba un fascio, tuttavia…”: il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, si è ancora una volta riferito a Campobello di Mazara, rivelatasi città adottiva e roccaforte di Matteo Messina Denaro fino all’arresto, lo scorso 16 gennaio. E ha spiegato: “Ci sono due livelli: quello di chi ha contribuito alla latitanza di Matteo Messina Denaro e quello dei tanti che non possono non avere visto uno che stava a Campobello di Mazara da anni. Noi magistrati perseguiamo chi lo ha aiutato, non possiamo certo perseguire un paese che ha fatto finita di non vedere. Ciò non toglie che questo sia un enorme problema civile”. E poi il numero uno della magistratura inquirente palermitana, cogliendo l’occasione di intervenire in una scuola a Cinisi per i 45 anni dall’omicidio di Peppino Impastato, ha aggiunto: “Le relazioni che esistono tra il mondo dello Stato e quello delle mafie sono complesse da sempre. Soprattutto negli anni di Peppino Impastato c’era una sorta di scambio sommerso tra le due parti. E quei rapporti, assolutamente irrilevanti penalmente, a volte rischiavano di tradursi in favori per la mafia. Ma le cose cambiano quando le indagini contro la mafia le fanno i magistrati come Chinnici e Falcone. E allora i confidenti che facevano fare le carriere ma non i processi diventano collaboratori di giustizia. E lì cambia il mondo perché c’è un testimone che guarda in faccia la mafia in un’aula di giustizia e racconta quel che sa davanti a un giudice. E allora il rapporto non è più tra carabiniere o poliziotto e il confidente, ma c’è la gestione dei magistrati che consente processi e condanne”. Poi Maurizio De Lucia ha ancora aggiunto in prospettiva: “La cattura di Messina Denaro è un punto ma non segna la fine, piuttosto un inizio. Certamente è un evento che doveva accadere perché non era tollerabile che si pensasse che esistono impunità lunghe decenni. Premessa l’importanza della cattura di Messina Denaro, è bene precisare che in questi 30 anni non è che non sia stato fatto nulla: i boss, soprattutto corleonesi, sono stati arrestati e condannati. E certamente è stata indebolita l’ala militare dell’organizzazione mafiosa che comunque indirettamente dà forza alla cosiddetta alta mafia che non esiste senza la violenza”. Poi il procuratore della Repubblica ha approfondito il concetto legato al termine tra i più alla ribalta dopo l’arresto di Messina Denaro, ovvero la “borghesia mafiosa”. E ha sottolineato: “E’ quella parte della società cresciuta in un rapporto insano con la mafia e abituata a risolvere i propri problemi rivolgendosi al boss con cui aveva un rapporto di mutuo riconoscimento. E’ una cosa che accade pure ora che il mafioso è in difficoltà. E questa ricerca del dialogo, di fatto, rafforza la mafia. La mafia oggi è in una situazione complicata. Il modo di ragionare dei mafiosi che intercettiamo è uguale a quello degli anni ’80. Una serie di ‘regole’ permangono e questo fa sì che Cosa nostra non diventi una struttura ‘orizzontale’ come la camorra. La mafia conserva la sua inclinazione a cercare il dialogo con certi soggetti come la politica, ma per dialogare devi avere un vertice. Ora, però, la struttura monocratica è difficile da ricostruire sia perché c’è un’attività repressiva intelligente, sia perché Cosa nostra rispetto agli anni d’oro dei traffici di droga è più povera. I clan hanno capito che per tornare forti serve la potenza economica: da qui il ripristino dei canali di traffico degli stupefacenti attraverso le ‘ndrine calabresi. Per avere relazioni politiche devi presentarti con la pistola e con tanti soldi, e l’unica cosa che consente di avere guadagni importanti e immediati è la droga”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

A fronte di una richiesta di condanna di 5 anni e 2 mesi da parte del pubblico ministero, Cecilia Baravelli, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, a conclusione del giudizio abbreviato ha condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione un uomo di 22 anni di Agrigento, giudicato in abbreviato e imputato di furto e violenza sessuale a danno di un’avvocatessa, e maltrattamenti ed estorsione alla madre. Lui, difeso dagli avvocati Annalisa Russello e Daniele Re, fino al maggio del 2022 avrebbe maltrattato e picchiato la madre per costringerla a consegnargli i soldi che gli sarebbero serviti per comprare droga. E avrebbe rubato ad un’avvocatessa agrigentina 600 euro e un carnet di assegni trovati nella sua borsa. E, in un’altra occasione, entrato a casa di lei si sarebbe impossessato di 150 euro e due carte di credito, e l’avrebbe molestata sessualmente prima di fuggire.

Eseguito presso il presidio ospedaliero “San Giacomo D’Altopasso” di Licata il primo intervento con tecnica “Pressurized Intraperitoneal Aerosol Chemotherapy” (PIPAC) per il trattamento di una carcinosi peritoneale di origine pancreatica. La metodica, attualmente eseguibile in Italia in pochissimi centri, la maggior parte dei quali situati nel centro-nord del territorio nazionale, è stata condotta, all’interno di un protocollo multidisciplinare messo in atto in sinergia con gli oncologi del presidio ospedaliero di Canicattì, dal professor Antonio Macrì, direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale dell’Università di Messina e dell’Unità Operativa di Chirurgia del Peritoneo e del Retroperitoneo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Gaetano Martino” di Messina oltre che responsabile del Centro di Riferimento Nazionale per la Cura dei Tumori Peritoneali della Società Italiana di Chirurgia Oncologica (SICO). Il decorso post-operatorio è stato regolare e la paziente è stata dimessa in ottime condizioni generali.

L’intervento eseguito a Licata, reso possibile dalla sottoscrizione, fortemente voluta dal commissario straordinario ASP Mario Zappia, di un protocollo d’intesa fra L’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento ed il Policlinico “Gaetano Martino” di Messina, consiste nella somministrazione intraperitoneale, per via laparoscopica, di farmaci chemioterapici sotto forma di aerosol ed in condizioni di alta pressione. La trasformazione in aerosol, che avviene grazie all’utilizzo di un dispositivo ideato in Germania dal professor Marc Reymond dell’ospedale universitario di Tübingen, permette al farmaco un’ottimale distribuzione all’interno della cavità peritoneale e le elevate pressioni consentono una migliore capacità di penetrazione del chemioterapico nelle cellule tumorali, con basso assorbimento sistemico e quindi riduzione degli effetti collaterali.

Questa tecnica, utilizzata per la prima volta nella pratica clinica nel 2014 – afferma il professor Antonio Macrì – rappresenta la frontiera più attuale nel trattamento dei tumori peritoneali, sia primitivi (mesotelioma) che secondari (carcinosi di origine gastrica, ovarica, colica, pancreatica, etc). Nei casi correttamente selezionati, la PIPAC consente di migliorare la prognosi di pazienti altrimenti considerati non curabili e, soprattutto, permette di migliorare la loro qualità di vita. La procedura si aggiunge alle altre tecniche all’avanguardia già da noi utilizzate nel campo dei tumori del peritoneo, quali la chirurgia citoriduttiva e la chemioipertermia peritoneale, che hanno consentito di migliorare drasticamente la sopravvivenza di questi pazienti. Sono particolarmente contento – conclude il professor Macrì – che tale trattamento, così sofisticato, che eseguiamo a Messina dal 2020, sia oggi disponibile anche all’interno dell’ASP di Agrigento. Voglio sottolineare che questo risultato è stato ottenuto grazie alla lungimiranza del commissario straordinario Mario Zappia, che mi ha sostenuto e supportato nelle fasi preparatorie di questa sfida, iniziata assieme nel 2022, grazie ad una convenzione tra le nostre strutture”.

Per effetto di questa sinergica interazione, presso l’ospedale di Licata vengono effettuate, in regime di convenzione con il SSN, anche consulenze di chirurgia oncologica addominale, prenotabili telefonando al 379.1829458 o scrivendo a chirurgia.peritoneo@polime.it.

A seguito dell’ennesimo incidente stradale ad Agrigento lungo la strada “Mosella”, nei pressi della 640, il consigliere comunale di Agrigento, Simone Gramaglia, ribadisce: “Le pessime condizioni della strada della ‘Mosella’ continuano a destare forte preoccupazione a causa del manto stradale molto danneggiato e dissestato. Questo tratto stradale, attraversato da mezzi pesanti a tutte le ore, nelle zone di accesso delle due strade statali presenta criticità che mettono a rischio gli automobilisti.

Chi vi accede di sera deve fare i conti con la scarsa visibilità e con la mancanza di adeguata segnaletica. Nonostante le insistenti segnalazioni di pericolo, e le richieste di un rapido intervento per ripristinare le minime condizioni di percorribilità, la situazione è rimasta invariata se non peggiorata. In condizioni vergognose è l’intero manto stradale, sconnesso e con varie buche. Lungo i lati non solo erba alta ma anche alberi che allungano i rami sino ad invadere la carreggiata. Alcuni tratti sono privi anche di guardrail. Tante trappole mortali. Chiedo al Prefetto e al Questore un incontro con i soggetti interessati per affrontare la questione e mettere in campo ogni azione utile immediata”.

Il Cartello sociale di Agrigento interviene a seguito dell’avvicendamento nella carica di Prefetto di Agrigento tra Maria Rita Cocciufa e Filippo Romano. E afferma: “Ringraziamo la dottoressa Cocciufa per l’impegno profuso, per i richiami a volte forti ma sempre necessari a tutte le forze politiche e sociali, per l’approccio professionale ma anche umano al fenomeno dell’immigrazione, per la disponibilità ad accoglierci in Prefettura per confrontarci sulle criticità e ricercare soluzioni, in collegamento spesso con i sindaci interessati. Ottimo lavoro anche a Reggio Emilia”.

Per richiedere il contributo, che rientra nel piano “RePowerEU” per la ripresa e la resilienza rispetto alle ripercussioni sociali ed economiche della crisi dovuta alla pandemia Covid-19, ci sarà tempo fino al 26 giugno alle ore 12.

Il governo regionale inoltre, sta lavorando alle seguenti modifiche riguardo all’avviso relativo agli “aiuti alle imprese per maggiori costi legati alla crisi energetica”: innalzamento del contributo dal 30 al 100 per cento dell’incremento dei costi energetici del 2022 rispetto al 2021 e innalzamento della soglia massima di contributo per le imprese da 20 a 200 mila euro.

Le imprese che hanno già presentato domanda sul portale https://sportelloincentivi.regione.sicilia.it non dovranno apportare alcuna integrazione.

La Regione Siciliana, su indicazione dell’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, ha aderito all’iniziativa con una serie di aperture straordinarie e appuntamenti nei principali musei della Sicilia che, per l’occasione, saranno visitabili fino a tarda sera.
Per celebrare la serata, molti siti regionali hanno programmato iniziative speciali. Per una maggiore certezza dell’orario di apertura e delle proposte di visita è sempre consigliabile consultare le pagine web o Facebook delle singole strutture museali.
Ad Agrigento aderisce il Museo archeologico regionale Pietro Griffo (ore 21-00.30) con lo spettacolo sensoriale “L’anello dal passato” e un laboratorio per bambini in occasione della festa della mamma); in provincia, il Museo archeologico della Badia di Licata (fino alle 23), con un’estemporanea di arti grafica, la presentazione della guida archeologica e un concerto “Drink Floyd”.
Trapani aderisce il Museo regionale Agostino Pepoli (ore 20-24), secondo il seguente programma: alle 20 l’itinerario per famiglie “Bimbi al Museo”; alle 21 percorsi guidati “Tra arte e racconto”, alle 22 “Chitarre al Museo, da Bach a Francisco Tàrrega”, concerto di Chiara Buzzurro, Ivan Strano e Claudio Terzo. In provincia, il Parco archeologico Lilibeo di Marsala (Ore 20-23) con l’itinerario “Storie dal mare”; il Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, con l’area monumentale di Selinunte (ore 20-24), il Museo del Satiro di Mazara del Vallo (ore 20-24), il Museo Castello di Grifeo di Partanna (ore 20-24); il tempio del Parco archeologico di Segesta (ore 19.30-22.30).

Un terribile scontro frontale alle porte di Sciacca ha provocato ieri sera la morte di una donna di Salaparuta e tre feriti. L’incidente si è verificato lungo la statale 115, in località Bordea, all’altezza dello store Unieuro.

Due le auto coinvolte, una Jeep Renegade e un’Opel Corsa. ai primi accertamenti emerge che la vittima era nel sedile posteriore dell’Opel, mentre le due persone che viaggiavano davanti sono rimaste ferite. Per loro è stato necessario il trasferimento all’ospedale di Sciacca. Ferito e portato al “Giovanni Paolo II” anche al conducente della Jeep Renegade.

Per ore il traffico lungo la strada statale 115 è rimasto bloccato per consentire i rilievi e la rimozione delle vetture coinvolte nell’incidente.