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Un aspirante commissario di Acireale non ha presentato domanda di partecipazione al concorso per 140 commissari di Polizia perché aveva già compiuto 36 anni e aveva dunque superato il limite d’età previsto dal bando, fissato a 30 anni non compiuti. Ebbene, il candidato ha presentato ricorso avvalendosi dello studio legale Leone – Fell & C, ed è stato ammesso. Per il terzo anno di fila sono stati ammessi ricorrenti assistiti dallo stesso studio legale. “In questo caso – spiegano Francesco Leone, Simona Fell e Raimonda Riolo, legali dello studio Leone-Fell – il limite d’età è un requisito illegittimo, in quanto le funzioni del Commissario di Polizia non hanno carattere operativo bensì direttivo ed amministrativo. Mentre per l’accesso alle forze armate vi è stato un ulteriore abbassamento del limite d’età, le nostre azioni confermano che tali limiti sono irragionevoli e possono essere superati. Siamo lieti che i giudici abbiano compreso e accolto le nostre richieste”.
Nel decreto, i giudici riprendono la sentenza della Corte di Giustizia Europea VII°, arrivata al termine di una delle battaglie più dure combattute in prima linea proprio dallo studio legale Leone-Fell e che conferma che “L’articolo 2, paragrafo 2, l’articolo 4, paragrafo 1, e l art.6 paragrafo 1, della direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, letti alla luce dell’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, devono essere interpretati nel senso che essi ostano a una normativa nazionale che prevede la fissazione di un limite massimo di età a 30 anni per la partecipazione a un concorso diretto ad assumere commissari di polizia, allorché le funzioni effettivamente esercitate da tali commissari di polizia non richiedono capacità fisiche particolari o, qualora siffatte capacità fisiche siano richieste, se risulta che una tale normativa, pur perseguendo una finalità legittima, impone un requisito sproporzionato, circostanza che spetta al giudice del rinvio verificare”.

Sono trascorsi quasi 90 anni da quel 12 marzo 1935, quando non vi fu più traccia del rimorchiatore “Curzola” affondato nelle acque antistanti le coste siciliane. Non fu mai ritrovato, così come i 18 membri del suo equipaggio. Ebbene il relitto è stato scoperto pochi giorni addietro nel mare del Siracusano. E’ stato l’ispettore onorario per i beni subacquei di Siracusa, Fabio Portella, ad avviare le ricerche del sommergibile della seconda guerra mondiale, in stretto contatto con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. L’imbarcazione affondata è stata rinvenuta, all’apparenza intatta, a una profondità di circa 120 metri e a una distanza di 2,3 miglia dalla costa, nell’area di Capo Campolato, nei pressi di Brucoli. Ecco un video montato dalla Soprintendenza del Mare…

Siamo stati tacciati di essere fuori dalla grazia di Dio quando sottolineavamo che questo governo avrebbe letteralmente calpestato i diritti civili. Ed invece avevamo ragione noi giornalisti e analisti politici ed esperti di diritti, quando dicevamo che questo governo sarebbe andato avanti a frasi fatte, dosi di demagogia, ma al contempo a colpi di spugna circa i diritti civili, che per loro “non hanno ragione di esistere”.

Come sempre se non sei bianco, etero e se non hai messo su una famiglia tradizionale, non hai diritto a niente.
E ad oggi, dopo il provvedimento di questo governo che blocca la registrazione all’anagrafe dei figli di coppie onogenitoriali a Milano, dopo che il prefetto è intervenuto su spinta del ministero dell’interno per interrompere il diritto che ormai era riconosciuto dal comune, dopo che i minori di una famiglia omogenitoriale sono esclusi da tutta una serie di diritti civili, sociali, patrimoniali ancora non è chiaro che vi è un serio problema circa il limite enorme ai diritti civili?

Questo primo provvedimento è un abominio.
E siamo solo all’inizio.

Il blocco alle trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli delle famiglie omosex, con impossibilità di formare atti di nascita italiani, si allinea al no già opposto alla proposta di introdurre in Italia il certificato europeo di filiazione: una sorta di carta di identità europea del minore che gli garantisca l’accesso ai diritti civili e sociali anche in quegli Stati dove non risulti il suo status di figlio.
E così in tutto Europa, tranne che l’Italia insieme alla Polinia e all’Ungheria, i figli di coppie omogenitoriali sono riconosciuti fin dalla nascita, senza dover affrontare lunghe battaglie per ottenere la trascrizione di certificati esteri o la stepchild adoption cioè l’adozione del figlio del partner.

Questo significa che per i figli di coppie omosessuali si allontana sempre di più la possibilità di acquisire un diritto.
Questo Governo ha bocciato il Certificato Europeo di filiazione.
Io non mi meraviglio, ma mi indigno.
E l’indignazione dovrebbe interessare tutti, anche le coppie etero. Perché la negazione di un diritto per un bambino di coppie omogenitoriali, che è uguale al figlio di coppie etero, è il fallimento della società cosiddetta civile, e l’Europa questo governo se la fa piacere a giorni alterni, in base ai propri interessi e alle proprie vedute. E questo si sapeva. Si sapeva che avrebbero messo le mani sui diritti civili. Eppure li abbiamo lasciati fare. Li stiamo lasciando fare.

Quindi in Europa i bambini nati in famiglie omogenitoriali in qualsiasi stato europeo sarebbero automaticamente riconosciuti come figli di entrambi i genitori anche nel proprio paese grazie al certificato.

In Italia no. In Italia serve il riconoscimenti dei figli da parte del genitore non biologico attraverso un percorso di adozione. E le trascrizioni di alcuni sindaci meritevoli di aver effettuato quella scelta, è stata bloccata da una sentenza della cassazione.

Per questo governo, sarebbe una intromissione in questioni di competenza dell’Italia, temendo che approvare la proposta implicherebbe legittimare forme di procreazione vietate in Italia.
Lo sappiamo, non vogliono la maternità surrogata, non vogliono la gestazione per altri. Ma che fastidio da, riconoscere ad un bambino un certificato che tuteli il suo diritto di essere figlio di entrambi i suoi genitori? Parliamo di bambini già nati, che già che vivono in maniera serena e stabile presso la loro famiglia formata da due genitori. 

La risoluzione approvata in Senato dice che questo certificato violerebbe il principio di sussidiarietà, sarebbe un’intromissione delle istituzioni europee in questioni di competenza dell’Italia, e c’è nella maggioranza il timore che approvare la proposta di regolamento implicherebbe legittimare forme di procreazione che sono vietate in Italia, come la gestazione per altri, anche se in fase di audizione ci sono stati interventi come quello del Garante per l’Infanzia che avrebbero escluso conseguenze di questo genere.

I diritti dei minori non si toccano.

A molte famiglie così viene tolta la possibilità di essere legittimate giuridicamente, considerando anche quanto lungo e costoso sia il percorso di adozione e al contempo i minori sono deficitari di diritti che spettano loro.

La questione è molto importante. Perché questi bambini vedono riconosciuto solo uno dei due genitori sui documenti e questo implica delle rinunce in questioni amministrative, di eredità ed anche dal punto di vista della salute ed in molti altri campi.
Ma chi potrà impedirlo?
Bisogna stare all’erta.

Inoltre se si crea un precedente così grave che sarà sempre più difficile andare a Bruxelles a chiedere aperture su altre vicende.

 

 

Con D.A. n. 141/GAB del 19.0.5.2017, il Dott.re Croce, Assessore Regionale  al Territorio ed Ambiente ha indetto la procedura per il conferimento dell’incarico di Direttore Generale dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA Sicilia) relativamente al quinquenno 2017/2021.
A seguito delle varie fasi della procedura, tra cui la predisposizione di una rosa di idonei da parte di una commissione di esperti, il Dott. Croce ha nominato il Dott. Francesco Vazzana quale direttore Generale dell’ARPA Sicilia sulla base di una scelta fiduciaria ed altamente discrezionale.
Con atto di citazione in giudizio, la Procura Regionale della Corte dei Conti ha contestato al Dott. Croce un asserito danno erariale, pari ad euro 462.175,04, corrispondente alle retribuzioni corrisposte al Dott. Vazzana quale Direttore Generale dell’ARPA.
Tale giudizio è stato promosso dalla Procura sulla base di quanto statuito dalla sentenza con cui il Tribunale di Palermo – Sez. Lavoro – aveva dichiarato illegittima la nomina del Vazzana, accogliendo il ricorso proposto da un partecipante alla procedura di selezione.
Nello specifico, la Procura Contabile ha contestato la legittimità della nomina del Vazzana in ragione dell’asserita carenza da parte dello stesso del requisito esperienziale consistente nell’aver rivestito per almeno un quinquennio il ruolo di direttore tecnico o amministrativo di “enti o aziende pubbliche o private di dimensione economica e strutturale assimilabile a quella dell’ente interessato dello svolgimento dell’incarico”.
Secondo il teorema accusatorio, il Dott. Croce aveva voluto sostanzialmente indirizzare la nomina del Vazzana in ragione di un pregresso legame di amicizia.
Il P.M. contabile ha quindi reputato “dannosa” per l’ente la nomina di un soggetto sprovvisto dei requisiti normativamente previsti per lo svolgimento dell’incarico.
Il Dott. Croce, con gli avvocati Girolamo Rubino, Giuseppe Impiduglia e Ester Daina,  ha contestato sotto più aspetti la citazione della Procura con apposita comparsa di risposta.
In particolar modo, gli Avv.ti Rubino, Impiduglia e Daina hanno evidenziato l’insussistenza dell’elemento psicologico della colpa grave, rilevando che l’applicazione del requisito esperienziale citato dalla Procura risultava quantomeno controversa con rifermento alla nomina del Direttore Generale dell’ARPA.
Inoltre i difensori del Dott. Croce hanno evidenziato come la nomina del Vazzana non fosse stata condizionata da presunti legami amicali, ma dall’esperienza maturata dal manager nel delicato settore delle verifiche di impatto ambientale che aveva condotto l’Assessore, sulla base di una scelta altamente discrezionale e di carattere fiduciario, a conferire l’incarico allo stesso Vazzana.
I legali del Dott.re Croce hanno, altresì, precisato che  le ragioni sottese alla nomina erano state puntualmente indicate nella parte motiva del decreto di conferimento dell’incarico in questione.
Da ultimo, i predetti difensori hanno evidenziato che la Corte di Appello di Palermo sez. Lavoro, in riforma della pronuncia  di primo grado, aveva ritenuto la nomina del Vazzana esente da qualsivoglia profilo di illegittimità, specie sotto l’aspetto motivazionale.
Tale sentenza del Giudice di Appello, unitamente ad altra pertinente documentazione, è stata prodotta in giudizio dai difensori del Dott. Croce.
Con articolata sentenza, la Corte dei Conti, condividendo le tesi difensive degli Avv.ti Rubino, Impiduglia, Daina, ha assolto il Dott.re Croce dall’addebito mosso dalla Procura, rilevando l’insussistenza dell’elemento soggettivo della colpa grave e condannato l’ARPA alla refusione delle spese legali
Lo stesso Giudice Contabile, inoltre, ha affermato il carattere fiduciario della nomina ed ha altresì ritenuto ampiamente e adeguatamente motivata la designazione del Dott. Vazzana.

L’ex collaboratore di giustizia Armando Palmeri, di 62 anni, è stato rinvenuto morto nella sua casa, nelle campagne tra Partinico e Alcamo. Le cause del decesso sarebbero naturali. Palmeri avrebbe testimoniato la settimana prossima a Caltanissetta nell’ambito di indagini sulle stragi di mafia. I suoi verbali sono stati depositati anche nel processo a carico di Matteo Messina Denaro per le stragi di Capaci e via D’Amelio. Palmeri, ex rapinatore, sarebbe stato contiguo anche ad ambienti dei Servizi segreti. In carcere avrebbe intrattenuto rapporti con esponenti dell’estrema destra e con camorristi.

A seguito delle sollecitazioni da parte del presidente della Regione, Renato Schifani, l’Anas ha assunto l’impegno di accelerare i lavori nei cantieri in corso sulla A19 Palermo-Catania, invitando le imprese a rispettare i tempi previsti e rilanciando l’infrastruttura attraverso un piano complessivo di ammodernamento, riqualificazione e recupero sicurezza da oltre un miliardo di euro. Così ha risposto l’amministratore delegato di Anas, Aldo Isi, alla lettera di Schifani, che ha rilevato troppi cantieri (45 quelli contati sull’autostrada) e denunciato lo stato di abbandono di molti di essi. E il presidente adesso commenta: “Prendiamo atto delle novità significative nell’approccio, ma restiamo comunque cauti e guardinghi fino a quando non vedremo i primi risultati”.

Assunzioni di nuovi funzionari alla Regione. Hanno firmato il contratto di lavoro a tempo indeterminato i 21 vincitori del concorso per funzionario tecnico. Poi i vincitori dei nuovi profili economico-finanziari, gli amministrativi e 16 tra funzionari dei sistemi informativi, avvocati, responsabili del controllo di gestione e agronomi. In totale si tratta di 90 assunti rispetto ai 100 previsti dai bandi. Per i restanti 10 posti scorrerà la graduatoria. L’assessore regionale agli Enti Locali, Andrea Messina, commenta: “Dopo tanti anni di blocco nelle assunzioni finalmente registriamo un concreto cambio di rotta, un segnale positivo che porta nuove professionalità nell’amministrazione regionale. Intanto, gli uffici dell’assessorato continuano a lavorare per definire le graduatorie dei concorsi per i Centri per l’impiego, in modo da immettere in ruolo i vincitori entro giugno”.

La violenza dentro e fuori gli stadi imperversa e preoccupa. Gli ultimi scontri a Napoli ne sono testimonianza. Il delegato provinciale di Agrigento della Figc, la Federazione italiana gioco calcio, professor Angelo Caramanno, ha nominato il professore di sociologia dell’Università di Messina, Francesco Pira, componente della Commissione che si occuperà del progetto “Uniti contro la violenza per un calcio migliore”. Pira, appassionato di calcio e già giornalista sportivo anche per la Gazzetta dello Sport e il Corriere dello Sport, commenta: “Ringrazio il professor Angelo Caramanno per questa attestazione di stima. Spero di poter dare il mio modesto contributo per far vincere lo sport e combattere forme di violenza che nulla hanno a che vedere con le prestazioni sportive, il tifo o il vivere civile. Le ultime immagini di Napoli ci devono far riflettere su come stiamo diventando, e ognuno di noi deve dare il massimo dell’impegno per lasciare ai nostri figli un mondo migliore”.

Domani, domenica 19 marzo, a Giarre, in provincia di Catania, in via Giolitti 10 sarà inaugurata una nuova sede del sindacato Confasi. Come responsabile è stata scelta Graziella Torrisi. Il presidente regionale di Confasi, Davide Lercara, commenta: “Prosegue, anche quest’anno, il radicamento nel territorio regionale del sindacato Confasi. Queste nuove strutture sono al servizio dei cittadini e degli iscritti. Il nostro impegno è quello di fornire servizi, strumenti e tutele per i cittadini che si rivolgono a noi per un’assistenza completa”. Nel frattempo prosegue anche la campagna di adesione e tesseramento alla Confasi con lo slogan: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.

L’approssimarsi delle vacanze pasquali rilancia il nodo ancora irrisolto del caro – voli da e verso la Sicilia. Gli interventi di Schifani e dell’amministratore di Ita, Lazzerini.

L’approssimarsi delle vacanze pasquali rilancia il nodo ancora irrisolto del caro – voli da e verso la Sicilia. Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha scritto una lettera all’amministratore delegato di Ita, Federico Lazzerini, e non ha ritenuto risolutive le risposte su una promessa particolare attenzione che sarà riservata intorno al periodo pasquale e non solo, con la predisposizione, ad esempio, del progetto “Sicilia Vola” per alcune categorie di viaggiatori. E il governatore commenta: “Le risposte fornite da Ita sul caro-voli, a seguito della mia lettera, sono soltanto in parte soddisfacenti e questa battaglia, che abbiamo intrapreso a tutela dei siciliani, andrà avanti fino a quando la situazione non sarà definitivamente risolta”. E poi aggiunge: “Da una compagnia interamente a capitale pubblico, di volta in volta ricapitalizzata con denaro dei cittadini anche siciliani, ci saremmo aspettati una strategia meno vessatoria nei loro confronti, e non esclusivamente legata alle regole di mercato, considerato, peraltro, il rilevante numero di biglietti aerei che Ita emette sulle rotte da e per Palermo e Catania con tariffe economicamente insostenibili, soprattutto in occasione delle festività. Ritengo, però, che l’utenza non si possa confinare ad alcune categorie di persone che possano usufruire del progetto “Sicilia Vola”, lasciando fuori altre fasce di utenti, nonché i tantissimi turisti che desiderano arrivare in Sicilia, regione italiana tra le più visitate e in cima ai desideri di tanti viaggiatori, i quali non possono affrontare costi aerei che rendono impossibile un viaggio o una vacanza. Pertanto, a mio giudizio, sarebbero auspicabili ulteriori provvedimenti che abbiano effetti tariffari sostenibili”. E conclude: “Si assiste già, in prossimità della Pasqua, ad una ridotta disponibilità di biglietti aerei nei voli operati, e ad un incremento vertiginoso delle tariffe. In attesa dell’esito dell’esposto all’Antitrust, bisogna adottare, fin da subito, politiche commerciali tendenti alla riduzione del costo dei biglietti aerei e ad un incremento della frequenza dei voli, attraverso il quale potrebbero anche essere compensate le riduzioni delle tariffe, cercando in questo modo di coniugare il legittimo interesse economico e l’altrettanto legittimo interesse dei cittadini”. Ed ancora in riferimento all’esposto contro il presunto “cartello”, ovvero l’accordo sotto traccia tra le compagnie per attenuare la concorrenza e mantenere elevati e più redditizi i costi dei biglietti, lo stesso amministratore di Ita, Lazzerini, ha appena replicato: “Non è stato fatto nessun cartello in assoluto. Peraltro è stato presentato un esposto all’Antitrust e alla Guardia di finanza. Stanno facendo i loro rilievi e vedremo quali saranno le risultanze. Siamo a disposizione di tutte le autorità per trovare il modo migliore per dare il giusto bilanciamento di connettività della Sicilia”.

Giuliana Miccichè