Gennaio 2023 - Pagina 12 di 45 - Sicilia 24h
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Su disposizione del procuratore reggente di Agrigento, Salvatore Vella, e del sostituto titolare dell’inchiesta, Gloria Andreoli, condivisa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale, la Squadra Mobile di Agrigento, capitanata da Giovanni Minardi, ha notificato a una giovane coppia la misura cautelare interdittiva della sospensione della responsabilità genitoriale delle figlie minori. E ciò perché ai due coniugi si contestano i reati di tentato omicidio, lesioni e maltrattamenti in famiglia. Al padre è stato notificato anche il divieto di avvicinamento alle figlie, il divieto di dimora ad Agrigento e ad Aragona, e l’obbligo di presentazione per due volte alla settimana alla Polizia giudiziaria. Le indagini sono state avviate quando i familiari hanno accompagnato una neonata di 6 mesi all’ospedale di Canicattì per un episodio sincopale post vomito. E i medici le riscontrarono una serie di ecchimosi e traumi sul pube e alla testa, nonché un’emorragia cerebrale. Lei è stata immediatamente trasferita in elisoccorso all’ospedale Policlinico di Messina, dove è stata ricoverata nel reparto di Rianimazione pediatrica. I poliziotti hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico dei due genitori, che in maniera sistematica avrebbero compiuto atti di maltrattamenti a danno della bambina.

La Giuria per la selezione della “Capitale italiana della cultura” 2025 ha individuato i 10 progetti finalisti, presentati dalle seguenti città:

Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia).

Le singole proposte saranno illustrate alla Giuria nel corso di audizioni pubbliche, così come previsto dal bando, che si svolgeranno in presenza nei giorni 20 e 21 marzo 2023, a Roma, nella sede centrale del Ministero della Cultura.

L’Assessore ai servizi sociali del Comune di Agrigento Marco Vullo informa i cittadini che sono pronti gli Avvisi Pubblici per il Sad (Servizio Assistenza Domiciliare ), un servizio per gli anziani non autosufficienti utilissimo per chi necessita di assistenza e servizi alla persona indispensabili per alleviare i disagi degli stessi.

Il Comune di Agrigento con i finanziamenti dei Piani di Zona 2018-2019 e 2019-2020 offre ai cittadini agrigentini dei comuni del Distretto Socio Sanitario AOD1 (Agrigento, Aragona, Favara e Raffadali) il Servizio di Assistenza Domiciliare Anziani “SAD” tramite voucher digitali.

L’avviso è rivolto anche agli operatori economici che dovranno accreditarsi per la fruizione del servizio.

Le domande dei beneficiari e degli operatori economici dovranno essere presentate tramite piattaforma telematica secondo le modalità descritte nell’avviso pubblicato sulla Home Page del Comune di Agrigento nella sezione Avvisi.

Il SAD è un servizio di assistenza domiciliare, caratterizzato dalla presa in carico degli anziani, parzialmente autosufficienti o a rischio di perdita dell’autosufficienza, senza adeguato supporto familiare, che non necessitano di prestazioni sanitarie domiciliari, ma che richiedono un supporto per lo svolgimento di alcune funzioni della vita quotidiana, attraverso un complesso di prestazioni socio-assistenziali secondo i bisogni e le condizioni di salute di ciascun utente. Le prestazioni sono attuate a domicilio.

Ø igiene e cura della persona;
Ø governo e igiene dell’alloggio;
Ø aiuto nella preparazione ed assunzione dei pasti e nella gestione delle attività quotidiane;
all’interno ed all’esterno dell’abitazione;
Ø aiuto nella mobilità, nella deambulazione e mobilizzazione del soggetto allettato;
Ø sostegno morale e psicologico;
Ø disbrigo pratiche varie quali: autorizzazioni per richieste mediche, esenzioni ticket su farmaci ed
esami clinici, richiesta contributi, commissioni varie;
Ø servizio di spesa a domicilio;
Ø attività di sensibilizzazione del vicinato finalizzato alla riscoperta del valore della solidarietà e  conseguenza ad offrirsi come risorsa umana a supporto dell’anziano costituendo così un valido deterrente per il rischio di emarginazione e di isolamento dello stesso.

Le domande vanno presentate dalle ore 18.00 del 24 gennaio fino alle ore 24.00 del 23 febbraio attraverso il seguente link : htpps://agrigento.serviziosocialedigitale.it. Al completamento dell’inserimento dei dati richiesti l’utente riceverà sul proprio cellulare un codice OTP da inserire sull’istanza prima di chiudere la procedura. Questo codice servirà per identificare il richiedente evitando la stampa del documento e la consegna alla casa comunale, tutto avverrà esclusivamente in modalità DIGITALE.

I beneficiari saranno individuati tramite la stesura di una graduatoria e il beneficiario potrà scegliere l’operatore economico supportato dall’impiegato comunale sulla piattaforma “Servizio Sociale Digitale”.

Il servizio consentirà al beneficiario l’erogazione di un voucher digitale valido dal momento dell’erogazione di voucher digitale valido per la durata del servizio.

L’Assessore Marco Vullo conclude , grazie al lavoro e alla collaborazione della squadra che mi collabora quotidianamente stiamo riuscendo ad incardinare i finanziamenti per il sociale con lo scopo di allargare e garantire dei servizi indifferibili ed essenziali a una fetta della popolazione che può trovare ristoro in azioni di welfare utilissimo a uno standard di vita il più possibile normale. Come Assessorato continueremo su questa strada per erogare servizi e prestazioni per non lasciare nessuno indietro a cominciare dai servizi Sad.

 

Il sindaco di Agrigento ha disposto la riapertura del parcheggio pluripiano di via Pietro nenni. A tal proposito nell’ordinanza viene scritto quanto segue:
1) l’apertura al pubblico del Parcheggio Pluripiano di via P. Nenni;
2) i piani fruibili sono dal piano primo fino al piano settimo;
3) è interdetto in modo assoluto l’uso del piano O o pianoterra;
4) è interdetto in modo assoluto l’uso degli ascensori che devono essere disabilitati dall’impianto di fornitura di energia elettrica;
5) il cancello di uscita a piano terra deve restare completamente aperto;
6) il personale designato nelle disposizioni di servizio indicate in premessa n. 5003 del 20/01/2023 e n. 5015 del 20/01/2023 devono garantire le superiori disposizioni devono predisporre appositi avvisi per rendere nota in modo espresso e chiaro la presente ordinanza al pubblico;
7) il Comando di Polizia Locale provvederà a vigilare sulla corretta applicazione della presente ordinanza;
8) di notificare l’atto al personale indicato nelle note di cui in premessa, al Comando di Polizia Locale, al Comando Provinciale Vigili del Fuoco, alla Prefettura di Agrigento, al Sindaco.

A Licata in periferia incidente sul lavoro: un operaio di 55 anni licatese, impiegato in un’impresa di soccorso stradale, è stato intento a caricare un’automobile in panne sul carro attrezzi. Il mezzo è scivolato su una sua mano e gli ha tranciato di netto due falangi. E’ stato soccorso prima in ospedale a Licata e poi, con l’elisoccorso del 118, al Policlinico di Palermo. Indagini in corso sul rispetto delle normative contro gli infortuni sul lavoro.

Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, ha assolto 14 imputati nell’ambito dell’inchiesta antidroga cosiddetta “Carthago” a Lampedusa. Si tratta di:
Giambattista “Marco” D’Amore, 35 anni
Giacomo Greco, 59 anni
Francesco Costanza, 32 anni
Antonino Colapinto, 34 anni
Veronica Elia, 38 anni
Federico Sparma, 43 anni
Pasquale Pucillo, 36 anni
Francesco Colapinto, 39 anni
Ignazio Fazio, 45 anni
Domenico De Battista, 30 anni
Pietro Capraro, 33 anni
Nicola Costa, 38 anni, Salvatore Taranto, 33 anni
Davide Garito, 43 anni.

Le ipotesi di reato contestate, ma non riscontrate nel dibattimento, risalgono al periodo compreso fra il luglio e l’ottobre del 2015. Lo stesso pubblico ministero, Roberto Gambina, ha invocato l’assoluzione di tutti gli imputati.

La Procura di Agrigento ha notificato 42 avvisi di conclusione delle indagini nell’ambito dell’inchiesta antidroga “Fish and drug” ruotante intorno a Porto Empedocle. I dettagli.

Lo scorso 24 ottobre è stato il giorno dell’operazione antidroga “Fish and drug”. I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento e del Commissariato di Porto Empedocle hanno eseguito 17 misure cautelari. Le indagini, a cui ha collaborato anche la Guardia Costiera di Porto Empedocle, sono state avviate nel maggio del 2019 quando è stato arrestato un empedoclino in possesso di circa 5 chili di hashish su cui sono stati rinvenuti cristalli di sale. E si è sospettato che fosse stato in mare. Successivamente sono stati sequestrati complessivamente oltre 140 chili di hashish e denunciate 41 persone. Un veliero battente bandiera spagnola, con a bordo due colombiani, avrebbe trasportato alcune tonnellate di hashish, mollando poi il carico, perfettamente confezionato, a causa di un’avaria al motore, tra Lampedusa e Porto Empedocle, ad una profondità di circa 200 metri. A recuperarlo, con il sistema della pesca a strascico, sarebbero stati alcuni pescatori empedoclini. In particolare avrebbero lavorato due motopescherecci gestiti dalla famiglia Volpe, in collegamento con la famiglia Fiore. Ecco perché l’inchiesta è stata intitolata “Fish and drug”, ovvero pesce e droga. L’hashish sarebbe stato poi venduto al dettaglio tra Porto Empedocle, Favara, Palma di Montechiaro, Realmonte e anche fuori provincia. Ebbene adesso la Procura della Repubblica di Agrigento, tramite il reggente Salvatore Vella e la titolare dell’inchiesta, Sara Varazi, ha notificato 42 avvisi di conclusione delle indagini preliminari. I 42 indagati hanno facoltà di opporre atti e mezzi a difesa entro 20 giorni dalla notifica, dopodiché la Procura chiederà il rinvio a giudizio al Tribunale. Si tratta di:

Michele Lo Nigro, 48 anni, di Agrigento
Gaetano Volpe, 57 anni, di Porto Empedocle
Mohamed Saad, 60 anni, originario dell’Egitto Michele Curcio, 55 anni, di Canicattì
Gerlando Fiore, 60 anni, di Porto Empedocle

Salvatore Incardona, 50 anni, di Palma
Giovanni Terrana, 53 anni, di Agrigento
Alfonso Indelicato, 50 anni, di Agrigento
Riccardo Volpe, 32 anni, di Realmonte
Giovanni Pirrera, 51 anni, di Favara

Camillo Attardo, 51 anni, di Favara
Giuseppina Diana, 49 anni, di Porto Empedocle
Luigi Fiore, 27 anni, di Realmonte
Angela Volpe, 52 anni, di Realmonte
Stefano Sacco, 59 anni, di Porto Empedocle

Gerlando Fiore, 27 anni, di Realmonte
Vincenzo Bellomo, 31 anni, di Agrigento
Giacomino Gazzitano, 55 anni, di Agrigento
Francesco Salemi, 67 anni, di Porto Empedocle
Calogero Salemi, 64 anni, di Porto Empedocle

Fabirama Thior, 73 anni, originario del Senegal
Rosa Puccio, 52 anni, di Favara
Giovanna Gazzitano, 27 anni, di Porto Empedocle
Simona Fragapane, 26 anni, di Agrigento
Stefano Fragapane, 30 anni, di Agrigento

Roberto Fragapane, 29 anni, di Agrigento
Carmelo Fragapane, 51 anni, di Agrigento
Rosaria Riverso, 49 anni, di Agrigento
Salvatore Mantione, 52 anni, di Canicattì
Salvatore Carlino, 32 anni, di Canicattì

Andrea Terrana, 22 anni, di Porto Empedocle
Salvatore Volpe, 33 anni, di Agrigento
Antonio Costa, 49 anni, di Canicattì
Claudio Meli, 32 anni, di Agrigento
Antonio Garlisi, 36 anni, di Canicattì

Cristian Terrana, 29 anni, di Raffadali
Salvatore Papia, 51 anni, di Favara
Vincenzo Fallea, 44 anni, di Agrigento
Carmelo Colombo, 47 anni, di Porto Empedocle
Calogero Colombo, 45 anni, di Porto Empedocle

Sergio Farruggia, 45 anni, di Porto Empedocle
Tiziana Messina, 40 anni, di Porto Empedocle.

Lavori in corso nell’ambito della finanziaria regionale: emendamenti per aumento degli stipendi a forestali e precari Pip. L’eurodeputata Francesca Donato aderisce alla Dc di Cuffaro.

Lavori in corso nell’ambito della finanziaria regionale proposta dal governo Schifani in attesa dell’approvazione in Assemblea entro il 10 febbraio, almeno secondo le intenzioni. Gli ultimi emendamenti depositati prevedono aumenti di stipendio per i forestali e per i lavoratori Pip (Piani di inserimento professionale) di Palermo, oltre a un tesoretto da 10 milioni per finanziare aiuti ai poveri attraverso gli enti di volontariato. Nel dettaglio, l’assessore regionale ad Agricoltura e Foreste, Luca Sammartino, ha preventivato un budget di quasi 23 milioni di euro per erogare a tutti i circa 18 mila forestali aumenti di stipendio da almeno 50 euro netti al mese. Sammartino ha preparato un testo che formalmente prevede di recepire il contratto collettivo nazionale dei forestali, firmato a Roma nel dicembre del 2021. Gli aumenti costeranno alla Regione quasi 5 milioni per gli arretrati e 8 milioni all’anno a regime: il totale, quindi, è di 23 milioni. E poi, l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, ha preparato un emendamento frutto di un recente confronto con i rappresentanti dei Pip di Palermo, che sono circa 3 mila precari storici. Sono pronti poco più di 4 milioni per accreditare aumenti fra i 60 e i 100 euro al mese. In tal caso lo scatto in busta paga è determinato dal riconoscimento dell’aumento Istat, che si somma a un incentivo riconosciuto dallo Stato nel 2022. Il totale della spesa regionale per il settore sarà di una trentina di milioni all’anno. L’assessore Falcone ha inoltre ricavato un tesoretto da 10 milioni di euro per finanziare un piano di sostegno rivolto alle associazioni e ai centri di volontariato che assistono le persone indigenti. Si tratta dell’emendamento “Biagio Conte”, così come lo si definisce in giunta. Sono da stabilire i criteri di assegnazione. Nel frattempo a breve sarà approvato il rendiconto del 2021, sbloccando così l’assunzione dei vincitori del maxi concorso nei Centri per l’Impiego. In ambito politico, l’eurodeputata Francesca Donato, eletta nel 2019 nelle liste della Lega, ha aderito alla Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro, e afferma: “Credo che ci sia bisogno di un’alternativa ai partiti attualmente al governo di centrodestra. Penso che l’elettorato italiano richieda una alternativa, c’è troppo omogeneità di proposte e vedo una crisi generale dei partiti proprio per questo. Ho lasciato la Lega per la posizione che aveva sul green pass e per il sostegno al governo Draghi. Non mi sentivo più a mio agio in un partito che in maggioranza appoggiava quelle posizioni costringendo tutti i deputati a votare in quel senso. Con la Democrazia cristiana non ho alcun diktat. Oggi Cuffaro è il più affidabile come integrità morale: i suoi scheletri sono venuti tutti alla luce, ha ammesso gli errori e ha accettato la condanna. Oggi è una persona completamente diversa. Lui è molto amato in Sicilia perché ha delle qualità straordinarie”.

Giuliana Miccichè

L’appello a Messina Denaro della responsabile legale della clinica “La Maddalena”: “Parla, non ti manca molto”. Indagati i figli di Luppino. Il racconto del traslocatore da un covo all’altro.

La responsabile legale della clinica “La Maddalena” a Palermo, dove per due anni Matteo Messina Denaro è stato curato per un tumore al colon con metastasi al fegato, Alessia Randazzo, ha scritto un appello sui social, rivolgendosi al boss. E si legge: “Al signor Andrea Bonafede avrei da dire una sola cosa: se, facendoti prestare una vita che non meriti, nel cammino della malattia ti fossi specchiato in ognuno dei tuoi errori, adesso parla. Fallo ora, che sai che non manca molto al momento in cui quel bambino (Giuseppe Di Matteo) e tutti gli altri te li ritroverai davanti”. Nel frattempo la Procura della Repubblica di Palermo, capitanata dal capo Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, ha iscritto altri due indagati nell’apposito registro. Si tratta di Vincenzo e Antonio Luppino, e sono i figli di Giovanni Luppino, l’agricoltore e commerciante di olive, autista di Matteo Messina Denaro arrestato con lui alla clinica “La Maddalena” lunedì 16 gennaio, e già detenuto in carcere. I Carabinieri hanno perquisito le abitazioni dei due Luppino, e nell’appartamento di Vincenzo è stata trovata una sorta di stanza nascosta che stata perquisita. Esito: vuota. Sabato scorso in un cortile recintato di proprietà dei Luppino la Polizia ha trovato l’Alfa Romeo “Giulietta” nera di Matteo Messina Denaro. Ancora nel frattempo si è alla ricerca di tutto ciò che è ruotato intorno all’ex capo di Cosa Nostra, compresa una donna la cui presenza, non occasionale ma assidua, sarebbe testimoniata dagli abiti ed effetti personali femminili trovati nel covo di vicolo San Vito. Si ipotizza che si tratti di un’amante, che avrebbe frequentato anche il covo precedente, ovvero l’abitazione in via San Giovanni 260, poi traslocata in vicolo San Vito 4.

L’impresa che ha effettuato il trasloco, la “Casa nuova”, è stata la stella cometa che ha consentito ai Re Magi dei Carabinieri di trovare la grotta di Betlemme, ossia l’ultimo covo della trentennale latitanza di Messina Denaro. Il titolare dell’impresa, Gianni Jihed, 33 anni, di origini tunisine ma nato a Mazara del Vallo, ha spiegato di essere stato contattato il 24 maggio del 2022 al telefono da un cliente, che adesso comprende essere stato Messina Denaro. E racconta: “Non fece nomi, aveva una voce molto rilassata, disse che aveva bisogno di un trasloco a Campobello e mi mandò le foto dei mobili su Whatsapp con l’indirizzo di via San Giovanni 260. Un letto, una lavatrice, il frigo con il famoso magnete ‘Il padrino sono io’ e due armadi completamente vuoti. Roba economica, tanto che gli feci un prezzo basso: 500 euro. Pagò in contanti alla consegna, mi disse che per la fattura mi avrebbe mandato poi i documenti e il codice fiscale che in quel momento non aveva con sé. Fissammo come appuntamento per il trasloco la mattina del 4 giugno alle ore 7:30. Lui disse che i mobili si trovavano al primo piano della casa di via San Giovanni, perciò insieme al camion mandai anche il rimorchio con la scala aerea. Ma non andai io personalmente, per quella consegna incaricai due miei dipendenti e altri due li chiesi in prestito a un’altra impresa. Tutti ragazzi trentenni come me, che non l’hanno riconosciuto”.

Poi Gianni Jihed ricorda un particolare: “Il 4 giugno ero in ritardo. Alle 7 gli mandai un Whatsapp per avvisarlo che la squadra di operai sarebbe arrivata circa 20 minuti più tardi. Lui mi inviò allora un messaggio vocale che ancora conservo sul telefonino e a risentirlo oggi mi fa davvero accapponare la pelle. Stavolta la sua voce era molto infastidita, il tono sempre calmo ma completamente diverso. Disse: ‘L’importante è che non tardate ancora. Vi stiamo aspettando fuori’. Parlò al plurale, ma all’appuntamento era solo e fu anche gentile. Uno dei due miei dipendenti, Mohamed, tunisino, mi ha detto che, una volta entrati a casa in via San Giovanni, Messina Denaro tornò subito affabile e fece i complimenti ai quattro ragazzi: ‘Lavorate bene’ ha detto. Poi ha offerto loro dell’acqua e il caffè. Quando è stato scoperto il covo di vicolo San Vito, sono stato rimproverato dal padre di uno degli operai che ha partecipato al trasloco. Mi ha detto: ‘Ma che hai mandato mio figlio a fare un lavoro per Matteo Messina Denaro?’. Io non ho capito più niente. Ho chiamato un mio amico avvocato, Antonio Mariano Consentino, per chiedergli consiglio, e lui mi ha portato subito alla Polizia che così ha trovato sul mio cellulare anche l’indirizzo del covo di via San Giovanni”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)