Agosto 2022 - Pagina 40 di 46 - Sicilia 24h
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Ad Agrigento nelle scorse settimane la Polizia ha svolto numerosi controlli in varie zone, in particolare a San Leone. Nello specifico, sono stati effettuati controlli amministrativi in dieci esercizi commerciali. Nell’ambito di tale attività, sono state elevate tre contestazioni per illeciti amministrativi. Sono stati, inoltre, adottati due provvedimenti di chiusura definitiva di altrettanti locali in quanto è stato riscontrato l’esercizio dell’attività di discoteca in difetto della prescritta licenza, e che le strutture non risultano sottoposte alle necessarie verifiche tecniche in ordine alle condizioni di agibilità. Infine, è stato adottato un provvedimento di cessazione dell’attività relativa all’effettuazione di spettacoli musicali in assenza della prescritta licenza di Polizia a carico di un locale del centro storico.

A pochi giorni dalla conferenza stampa sulla gestione delle criticità in area di emergenza-urgenza e sul generale ammodernamento strutturale del pronto soccorso di Sciacca, il commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Mario Zappia, intercettando il perdurare di un certo fermento presso alcune associazioni locali, torna a ribadire l’impegno direzionale per il costante miglioramento dei servizi ospedalieri dell’Azienda:

“se, come spero, le motivazioni di fondo che spingono le associazioni del comprensorio di Sciacca ad esternare proteste e malcontenti sono da considerare realmente ispirate dal desiderio di miglioramento e dall’attaccamento al territorio allora inevitabilmente coincidono in maniera proficua con quelle della direzione aziendale. In questo senso siamo pronti, come sempre fatto in passato, a recepire spunti, ascoltare consigli e accogliere istanze da parte del mondo dell’associazionismo riservando occasioni d’incontro e dialogo anche nelle opportune sedi collegiali.

Al contrario, vorrei rifiutare con forza il sospetto che dietro il susseguirsi di voci e dichiarazioni sui disagi ospedalieri ci sia l’intento artatamente costruito da qualcuno di ottenere una certa ribalta mediatica anche in funzione del periodo elettorale che ci separa dal prossimo rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana. E’ abbastanza facile, specie in questo periodo estivo in cui la quantità di accessi aumenta vertiginosamente, puntare il dito contro una struttura complessa come un ospedale per individuare qualcosa che non va e suscitare consensi diffusi, ma ritengo che questo orientamento, lungi dall’essere animato da intenti costruttivi, finisca per nuocere alla collettività creando una costante sfiducia nei confronti delle istituzioni, esponendo gli operatori a evidenti rischi di aggressioni e generando episodi di procurato allarme sociale.

Da questo punto di vista l’Azienda, anche a tutela della propria immagine, sta valutando il ricorso alle vie legali nei confronti delle richiamate associazioni e di alcune testate giornalistiche. Vanno anche stigmatizzate alcune dichiarazioni, già annotate dai nostri uffici, in merito a presunte illegittimità nell’operato aziendale e mancanza di trasparenza delle procedure che, oltre ad essere rispedite al mittente, saranno oggetto di valutazione nelle sedi competenti”.

Il commissario Zappia, in conclusione, esterna l’impegno a proseguire lungo il percorso orientato alla miglioria dei servizi sanitari non solo attraverso l’indizione di nuovi bandi di concorso e alla contestuale definizione delle procedure in essere ma anche con l’ottimizzazione delle risorse esistenti attraverso una crescente integrazione ospedale-territorio: “l’attenzione nei riguardi del presidio ospedaliero ‘Giovanni Paolo II’ di Sciacca e, più in generale, nei confronti della qualità dell’assistenza erogata nell’intera provincia è dunque da considerare massima. Le azioni rivolte al costante miglioramento strutturale ed organizzativo dei servizi ospedalieri, oltre a rappresentare un preciso mandato direzionale, costituiscono un impegno etico e deontologico su cui convergono le nostre scelte amministrative. Sono  venuto ad Agrigento per dare il mio contributo al miglioramento della sanità provinciale e ritengo che sono state fatte tante cose, anche se tante altre rimangono da fare. Fino all’ultimo giorno mi impegnerò a lavorare per la realtà sanitaria pubblica agrigentina e ben venga chi vorrà collaborare lealmente”.

Il presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, Rino La Mendola, interviene a seguito dell’avvio delle procedure per la progettazione esecutiva della Gela-Castelvetrano che, attraversando il territorio agrigentino, costituirà la cosiddetta “tangenziale di Agrigento”. La Mendola afferma: “Si tratta di un’opera strategica e importante per chiudere l’anello autostradale siciliano e collegare la città di Agrigento alla viabilità principale, riducendo così quel notevole ritardo infrastrutturale che, negli ultimi decenni, ha progressivamente isolato il versante centro meridionale della Sicilia, tarpando le ali allo sviluppo socio-economico del territorio provinciale agrigentino”. Ed il vice presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, Michele Ferrara, aggiunge: “Auspichiamo la realizzazione del tracciato stradale di cui all’alternativa 2, ovvero il progetto che riprende buona parte del tracciato della strada statale 115, evita l’attraversamento del centro abitato di Siculiana e garantisce alla città di Agrigento un collegamento veloce a due corsie con Gela, Sciacca, Castelvetrano e con l’autostrada A29 Palermo- Mazara del Vallo”.

Il consigliere comunale del movimento “Onda” di Agrigento, Pasquale Spataro, denuncia, e documenta in foto, il degrado ricorrente in via San Leonardo, e stigmatizza ancora una volta le precarie condizioni igieniche e sanitarie nell’intera città. E afferma: “I cittadini sono ormai esasperati e stanchi. Le foto in via San Leonardo al civico 1 e 2 evidenziano il fallimento dell’amministrazione in carica sulla gestione dei rifiuti. Gli abitanti della zona non possono neanche affacciarsi dal proprio balcone a causa degli odori nauseabondi provenienti dalle strade limitrofe, con gravi rischi dal punto di vista igienico e sanitario. L’assessore Trupia è assente e la gente continua a pagare una delle Tari più alte d’Italia senza che il servizio sia proporzionato al prezzo pagato. L’assessore si limita ad indicare le cause di tutto ciò, come unica motivazione a sostegno della sua totale incapacità a gestire il servizio, in un bando che tra l’altro non è stato fatto dalla sua amministrazione. Ma il dottore Trupia non conosceva i fatti al momento della campagna elettorale nell’estate del 2020? E’ poi un Amministratore degno di essere chiamato tale deve attivarsi con ingegno e creatività al fine di trovare soluzioni immediate anche con l’aiuto delle imprese che si sono aggiudicate l’appalto. L’assessore batta un colpo e mi smentisca con un piano di pulizia della città che permetta ad alcune zone abbandonate come la via San Leonardo e la via Manzoni di riacquistare una dignità ormai persa”.

L’assessore regionale a Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, ha aderito all’Udc e sarà candidato alle prossime elezioni Regionali nella lista dell’Udc. Cordaro ha incontrato il segretario nazionale Udc, Lorenzo Cesa, e il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. E’ stato inoltre incaricato a responsabile nazionale Udc per i rapporti con le Regioni. Nei prossimi giorni il segretario nazionale Cesa si recherà a Palermo per incontrare i tanti amici e gli amministratori locali che hanno scelto insieme a Cordaro di condividere l’adesione all’Udc. La capogruppo in Assemblea Regionale, Eleonora Lo Curto, afferma: “Un caloroso benvenuto nell’Udc all’assessore regionale Toto Cordaro. Sono lieta di accogliere nel nostro partito un parlamentare ed un esponente del governo regionale di grandi qualità e capacità. Ho apprezzato molto in questi anni il lavoro di Toto Cordaro con il quale mi sono costantemente confrontata in commissione Ambiente dove sono approdati importanti Disegni di legge che hanno segnato una stagione di riforme, a partire dalla nuova legge urbanistica e dalla legge edilizia. Il progetto centrista si sta rafforzando a Palermo con l’adesione del neo sindaco Roberto Lagalla ed oggi del collega deputato Toto Cordaro”.

Gli interrogativi paradossali, e ancora irrisolti, legati alle stragi di mafia del ’92. L’intervento illuminante dell’ex procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato.

L’ex procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, intervenendo ad uno dei tanti dibattiti che si susseguono in occasione dei 30 anni dalle stragi Falcone e Borsellino, ha sollevato il velo su alcune circostanze finora meno conosciute. Sul cosiddetto “doppio livello informativo” – ovvero la verità su quanto accaduto conosciuta solo da Riina e pochi boss al suo fianco, e nascosta agli esecutori materiali e alla commissione provinciale di Cosa nostra – Scarpinato ha citato alcuni esempi a testimonianza, e ha affermato: “Frammenti del doppio livello informativo vi sono anche nelle dichiarazioni di Gioacchino La Barbera e Gaspare Spatuzza, laddove La Barbera ha riferito della presenza di un uomo, mai individuato, che partecipò a tutte le fasi esecutive della strage di Capaci, e ai sopralluoghi per la preparazione della strage di Capaci. E Gaspare Spatuzza ha raccontato della presenza di un soggetto esterno a Cosa nostra anche durante l’operazione di caricamento del tritolo nella Fiat 126 esplosa in via D’Amelio”. E poi Roberto Scarpinato ha aggiunto: “Le domande sono molteplici. Chi erano gli infiltrati della polizia nella strage di via D’Amelio alla quale fece riferimento il 14 dicembre 1993 Franca Castellese quando, intercettata mentre parlava con il marito pentito, Santo Di Matteo, dopo che il loro figlio Giuseppe era stato rapito, scongiurò il marito di non parlare mai ai magistrati degli infiltrati della polizia nella strage di via D’Amelio. Erano forse gli uomini dei servizi che piombarono sulla scena di via D’Amelio prima ancora delle forze di polizia e si impadronirono dell’agenda rossa? Com’è possibile che a distanza di 30 anni non sia stato possibile conoscere l’identità di questi uomini dei servizi che furono riconosciuti come tali da ben due testimoni che hanno testimoniato nel processo Borsellino quater, ovvero il vice sovrintendente Giuseppe Garofalo (in servizio alla sezione Volanti) e Francesco Paolo Maggi, sovrintendente della polizia di Stato in servizio alla Squadra mobile di Palermo? A cosa si deve questo incredibile silenzio omertoso di Stato sull’identità di questi uomini dei servizi che certamente operarono sulla strage di via D’Amelio? Da chi furono avvertiti con tale tempestività da abbattere sul tempo persino le forze di polizia sull’esplosione di via D’Amelio? Erano in servizio a Palermo o venivano in missione da Roma? E se venivano da Roma, da chi? E quanto tempo prima fu indicato loro di recarsi a Palermo? E con quali ordini di servizio? Sono passati 30 anni e non siamo in grado di dare risposta a questo quesito elementare”. E poi, Scarpinato ha aggiunto ancora: “Come faceva Arnaldo La Barbera a sapere nello stesso pomeriggio del 19 luglio che era stata utilizzata come autobomba una Fiat 126, facendo filtrare le notizie sull’agenzia di stampa, tenuto conto che il blocco motore della 126 fu ritrovato solo il giorno dopo, il 20 luglio. Come faceva Arnaldo La Barbera, come scritto nella motivazione della sentenza del Borsellino quater, a sapere che le targhe applicate a quella Fiat 126 erano state rubate nell’officina di Vincenzo Orofino, tanto da inviare alle ore 11 del 20 luglio la polizia scientifica in quella officina, tenuto conto che le targhe rubate furono rinvenute soltanto il 22 luglio. Nella motivazione della strage Borsellino quater i giudici ipotizzano che La Barbera aveva un infiltrato che gli forniva notizie. E se c’era un infiltrato, perché costui non fornì le notizie prima che la strage venisse realizzata? O forse non era un infiltrato per impedire che la strage venisse effettuata ma piuttosto per seguirne le fasi operative e assicurarsi che andasse a buon fine?”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Una donna di 60 anni, Cristina Donzella, è morta vittima di un incidente stradale lungo la provinciale che collega Scicli alla frazione di Sampieri, nel Ragusano. La donna ha viaggiato a bordo di una Ford Fiesta, condotta dal figlio di 22 anni, L’automobile, per cause in corso di accertamento, si è ribaltata fuori strada. Cristina Donzella è stata soccorsa e trasportata in ambulanza in ospedale a Modica, ma è morta poco dopo il ricovero. Il marito della vittima è morto pochi mesi addietro, a Pasqua, a causa di un improvviso malore.

Il presidente della Regione Nello Musumeci ha annunciato le proprie dimissioni dalla carica con un post su Facebook, con il quale conferma anche l’accorpamento delle elezioni regionali con le Politiche: “Il 25 settembre in Sicilia – scrive Musumeci – si voterà anche per le elezioni regionali, oltre che per le politiche, come avverrà in tutta Italia”.

“E’ una decisione sofferta, meditata che ho adottato alcuni minuti fa dopo averci pensato per alcuni giorni.

Non c’è nessun motivo politico alla fonte di questa decisione.

Sono quasi tutte ragioni di ordine tecnico procedurale dettate dal buon senso”. Lo dice in un video postato su Facebook e sui canali social il presidente della Regione Nello Musumeci che in serata ha annunciato le proprie dimissioni dalla carica. “Sono almeno 4 i motivi perché si debba votare il 25 settembre in Sicilia – spiega Musumeci – la chiusura delle scuole, bisogna interrompere le lezioni. Una cosa è farlo soltanto per il 25 settembre, altro è farlo anche il 6 novembre quando scade la legislatura. Non ci possiamo permettere il lusso di tenere giornate intere le scuole chiuse. Secondo motivo: crescono i casi di contagio Covid. Lo abbiamo visto in queste settimane in estate – sottolinea – immaginate cosa possa succedere in autunno alla luce delle esperienze matutate nei due anni precedenti. Se aumentano i contagi non possiamo garantire a tutto il corpo elettorale di poter esercitare il diritto al voto. Terzo motivo – aggiunge – tre mesi in più di campagna elettorale, significa che i partiti mentre sta per concludersi la campagna elettorale per le nazionali debbono raccogliere le firme, preparare le liste, cercare i candidati, definire i simboli per le elezioni regionali. Assurdo. E’ impossibile. Uno sforzo sul piano organizzativo che crea soltanto disordine e non serve al buon andamento delle due campagne elettorali, non serve alla democrazia e non serve alla partecipazione della gente. Quarto motivo, credo il più importante e significativo, i costi che deve affrontare la Regione per garantire il diritto al voto, circa 20 milioni di euro. Se si dovesse votare due volte sarebbero 40 milioni di spese.Il buon senso dice di no. Sono questi i motivi essenziali che mi hanno indotto ad anticipare la conclusione di 40 giorni circa la legislatura”. “Della mia decisione – prosegue il presidente dimissionario ho informato il presidente dell’Assemblea regionale siciliana (Gianfranco Miccichè ndr)”.

Un election day che, secondo alcuni analisti, consentirebbe di sfruttare anche in Sicilia il traino del prevedibile successo elettorale di Giorgia Meloni, principale sponsor della ricandidatura di Musumeci dopo l’intesa siglata tra il movimento Diventerà Bellissima, fondato dal Governatore, e Fratelli d’Italia. Un modo insomma per rafforzare il proprio peso elettorale e, nello stesso tempo, giocare d’anticipo rispetto al durissimo scontro politico che si sta consumando nel centrodestra in Sicilia.

La coalizione è infatti spaccata sul nome del candidato da opporre alla Dem Caterina Chinnici, designata in seguito al risultato delle primarie alle quali ha partecipato anche il M5s, e all’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, da mesi in campagna elettorale. Il leader di Forza Italia Gianfranco Miccichè, strenuo oppositore del bis di Musumeci, ha lanciato in pista l’ex ministro azzurro Stefania Prestigiacomo, mentre il leader della Lega Matteo Salvini, nel corso della sua visita a Lampedusa, ha annunciato che presto sceglierà il nome del suo candidato Governatore.

(fonte ANSA)

3.498 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 18.470 tamponi processati. Il tasso di positività è al 18,1% in aumento rispetto al 16% di ieri. La Sicilia è al sesto posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 168.459 con un decremento di 3.086 casi. I guariti sono 6.568 e 16 vittime che portano il totale dei decessi resta 11.751. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 891, in terapia intensiva sono 45.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 649, Catania 648, Messina 770, Siracusa 264, Trapani 298, Ragusa 195, Caltanissetta 158, Agrigento 342, Enna 174.

Miccichè ha ricordato che le attuali regole sono le stesse degli anni precedenti e ha fatto. Poi ha detto: “Valuterò le proposte degli addetti ai lavori”.

Oggi l’incontro.Partecipano il sindaco e la rappresentanza di adetti ai lavori.

“Ho voluto convocare tutti gli esercenti e la rappresentanza di giovani e varie associazioni come la Confcommercio – ha detto Miccichè – apprezzando il loro impegno e la loro massiccia presenza. Valuterò le loro proposte, ma sempre nel rispetto del regolamento comunale redatto e approvato dal Consiglio nel 2009.

Non capisco la polemica: abbiamo fatto semplicemente un copia e incolla delle vecchie ordinanze dal 2018 ad ora. Forse l’ordinanza non è stata letta bene.

Le regole vanno comunque rispettate: chi ha una licenza per fare ristorazione non può trasformare la propria attività in discoteca. Per cui bisogna avere rispetto delle autorizzazioni e degli orari”.

Il sindaco ha poi dichiarato che valuterà eventuali modifiche all’ordinanza attuale per andare incontro alle istanze dei gestori dei locali.