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Oggi al “Salus Festival” “comandano” due grandi: il regista Francesco Bruni, impossibilitato a raggiungere Caltanissetta ma che ha lanciato un video messaggio per tutti gli studenti presenti in teatro e il Direttore della Cineteca di Bologna Andrea Morini. Ecco le interviste.

 

 

Poste Italiane dedica alle prossime festività natalizie due colorate cartoline filateliche, che saranno in distribuzione dal 1 dicembre 2021 al 5 gennaio 2022 nei due uffici postali con sportello filatelico di Sciacca e Agrigento Centro. Un modo per inviare gli auguri di buone feste a chi ci sta lontano o a una persona speciale. In un periodo di distanziamento sociale per l’emergenza sanitaria, Poste Italiane vuole sostenere ancora una volta il valore della scrittura e una semplice cartolina rappresenta un oggetto che può essere custodito nel tempo.

54 i nuovi casi di coronavirus registrati in provincia di Agrigento nella giornata del 29 novembre a fronte di 517 tamponi processati. Il dato emerge dal bollettino diffuso dall’Asp. Si registra una nuova vittima a Favara, la 26^ da inizio pandemia. Sale  a 364 il numero degli agrigentini deceduti a causa del Covid-19. I guariti sono 15.

13 le persone ricoverate: 7 all’ospedale di Ribera, 1 all’ospedale di Agrigento e quattro fuori provincia. Cinque, invece, si trovano in terapia intensiva a Ribera.

Questi i dati Comune per Comune: Agrigento 48; Alessandria della Rocca 0; Aragona 3; Bivona 0; Burgio 3; Calamonaci 0; Caltabellotta 0; Camastra 6; Cammarata 14; Campobello di Licata 1; Canicattì 83; Casteltermini 22; Castrofilippo 0; Cattolica Eraclea 1; Cianciana 0; Comitini 5; Favara 15; Grotte 15; Joppolo Giancaxio 2; Licata 76; Lucca Sicula 0; Menfi 5; Montallegro 0; Montevago 0; Naro 68; Palma di Montechiaro 8; Porto Empedocle 10; Racalmuto 4; Raffadali 55; Ravanusa 5; Realmonte 9; Ribera 30; Sambuca di Sicilia 0; San Biagio Platani 0; San Giovanni Gemini 31; Sant’Angelo Muxaro 0; Santa Elisabetta 1; Santa Margherita di Belìce 1; Santo Stefano Quisquina 0; Sciacca 23; Siculiana 1; Villafranca Sicula 0; Navi accoglienza 8.

La crisi economica determinata dall’emergenza Coronavirus si aggrava e aumentano le famiglie che vivono in povertà e che, disperate, dopo anni di attesa e di inattività da parte del governo che non cerca una soluzione definitiva al problema casa se non in termini di emergenza, si vedono costrette a compiere atti estremi per farsi sentire.

Ultimo episodio, in ordine di tempo, è l’occupazione abusiva da parte delle famiglie delle case situate nei pressi dello stabilimento di Italcementi a Porto Empedocle nonostante le loro già precarie condizioni di vivibilità. E’ tanto il desiderio di avere un semplice tetto sotto cui vivere al punto che gli appartamenti occupati sono privi di impianti e di pavimentazione!!!

Da un’attenta analisi della situazione emerge il degrado sociale che è sotto gli occhi di tutti ed in tutti i settori. Si può parlare di degrado sociale che ha portato ad un aumento delle persone che hanno bisogno di un tetto sotto cui vivere, o che vivono in abitazioni fatiscenti e pericolanti; persone costrette dall’indifferenza della politica a cercare di dare una risposta alla propria famiglia di un’abitazione che non arriva mai.

Si può parlare di degrado ambientale come gli eventi che si sono succeduti nel centro storico di Porto Empedocle, le case della cooperativa” La Casa” a Siculiana dove il Genio Civile si sta impegnando per mettere in sicurezza le case per evitare di  essere trascinate nella frana, per non parlare del centro storico di Agrigento, evento che ha traumatizzato i cittadini che vivono nel cuore del capo luogo Agrigentino,  che ha portato alla mancata valorizzazione dei nostri centri storici ed all’abbandono delle periferie che sono ormai regni fatiscenti in mano alla criminalità. Le istituzioni non possono tralasciare di trattare questi problemi, è necessario trasformare il degrado in decoro e iniziare a creare le condizioni per vivere realmente in sicurezza ed iniziare a parlare di rigenerazione urbana.

La Cgil con il Segretario Generale Alfonso Buscemi, la Fillea con il Seg. Francesco Cosca ed il Sunia di Agrigento con il Seg. Prov.  Floriana Bruccoleri chiedono con forza che si mettano in campo interventi per evitare un vero e proprio effetto tsunami che peggiori ancora di più la situazione attuale già pesante. Bisogna perseguire altre strade:

1) la coesione tra tutte le istituzioni, governo, parlamento, regioni, comuni, parti sociali, un vero e proprio patto che preveda l’utilizzo dei fondi nazionali e della comunità europea per aiutare le persone più deboli economicamente;

2) individuare un punto di riferimento dell’amministrazione centrale cui imputare la guida del processo di intervento”, con “il compito di coordinare la politica per le città e definire l’Agenda urbana nazionale”

3) serve un piano di edilizia pubblica e privata per ridare dignità a quelle case già esistenti o per costruire nuove case.

Si può è si deve fare tanto, la casa è un diritto fondamentale, è doveroso da parte delle istituzioni garantire a tutti un’abitazione sicura e dignitosa.

Di certo non sarà stato piacevole per l’autista di un Tir il quale mentre stava percorrendo la strada statale per raggiungere Raffadali, nei pressi del bivio per Ioppolo Giancaxio, si è visto sprofondare con tutto il mezzo in una voragine che si è aperta nel manto stradale. Certamente sarà stata una bruttissima avventura.

E’ accaduto oggi pomeriggio. Il Tir è finito all’interno della voragine e l’autista è riuscito a mettersi in salvo grazie al suo tempismo che gli ha permesso di uscire immediatamente dalla cabina di guida. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i Vigili del Fuoco e i carabinieri della Stazione di Ioppolo Giancaxio che hanno anche provveduto a trasportare il conducente del camion in ospedale. Al pronto soccorso gli sono state riscontrate lievi ferite guaribili in pochi giorni.

 

«Sono profondamente rattristato per la scomparsa di Salvatore Laudani, volontario del Soccorso alpino e speleologico siciliano, morto la notte scorsa al termine di un intervento di salvataggio sull’Etna. Le fasi difficilissime del soccorso ad un escursionista, mentre sul vulcano infuriava la tempesta, la volontà tenace di portare a termine l’intervento a dispetto del pericolo, gli sforzi – e pare che purtroppo, stavolta, gli siano stati fatali – sono l’ennesima testimonianza dell’impegno e della abnegazione con cui i volontari che operano sul territorio siciliano lavorano ogni giorno. Alla famiglia di Laudani, ai colleghi del Soccorso alpino, a tutte le donne e gli uomini impegnati quotidianamente nella Protezione civile regionale, il cordoglio mio e del governo regionale». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

Oltre 4.400 progetti finanziati, tre miliardi e quattrocento milioni di euro di impegni di spesa, dei quali due miliardi e trecento milioni già pagati e un miliardo e seicento milioni certificati a Bruxelles, con previsioni che superano il target previsto per il 2021. Sono alcuni tra i dati emersi al Comitato di sorveglianza del Po Fesr Sicilia 2014-2020, che si è tenuto a Palermo al Real Albergo delle Povere. «I dati ci dicono – ha sottolineato il capo di gabinetto vicario della presidenza della Regione, Eugenio Ceglia – che gli obiettivi di spesa di dicembre sono a portata di mano, ma siamo consapevoli che per la chiusura prevista nel 2023 sarà necessaria un’ulteriore attività di riprogrammazione e stiamo lavorando per non perdere neanche un euro. Nel frattempo – ha continuato – siamo impegnati anche nella nuova programmazione dei fondi Ue 2021-2027, che metterà a disposizione 7,4 miliardi di euro di risorse per il Fesr e 1,9 miliardi per il Fse». L’Autorità di coordinamento dell’Autorità di gestione del Po Fesr, Federico Lasco, ha quindi illustrato ai partecipanti lo stato di attuazione del Programma operativo. Per fine anno si prevede di certificare gli ultimi 93,5 milioni di euro per raggiungere il target di spesa prevista al 31 dicembre 2021. «Abbiamo piena coscienza dello sforzo che ci troviamo davanti – ha sottolineato Lasco -. Per fine anno i dati ci dicono che andremo oltre i target previsti, ma la vera sfida oggi è la chiusura al 2023». Si è poi passati alla rimodulazione delle risorse già proposta alla giunta regionale, per un importo complessivo di oltre 154,5 milioni di euro. L’Autorità di gestione sta inoltre predisponendo una più ampia riprogrammazione in previsione della chiusura del Programma. «Con il monitoraggio rafforzato verificheremo ogni due, tre mesi le singole linee di intervento», ha detto Willibrordus Sluijters, della Commissione europea. Secondo Riccardo Monaco, dell’Agenzia di Coesione, «la Regione sta facendo uno sforzo incredibile per spendere tutte le risorse a disposizione, e faremo di tutto per stare accanto agli uffici siciliani».

Sono 54 i nuovi positivi e si registra una vittima in provincia di Agrigento. Questi i dati del nuovo bollettino diramato dall’Asp di Agrigento. A Favara Canicattì si è registra una vittima che porta il numero totale dei morti in provincia a 364 dall’inizio della pandemia.

In degenza ordinaria/subintensiva ci sono 13 agrigentini. Di questi, 7 si trovano al “Fratelli Parlapiano” di Ribera, 1 si trova al “San Giovanni di Dio” di Agrigento e 4 in un ospedale fuori provincia. Sono 5 i pazienti in terapia intensiva sempre al presidio ospedaliero riberese.

Questi i numeri Comune per Comune: Agrigento 48; Alessandria della Rocca 0; Aragona 3; Bivona 0; Burgio 3; Calamonaci 0; Caltabellotta 0; Camastra 6; Cammarata 14; Campobello di Licata 1; Canicattì 83; Casteltermini 22; Castrofilippo 0; Cattolica Eraclea 1; Cianciana 0; Comitini 5; Favara 15; Grotte 15; Joppolo Giancaxio 2; Licata 76; Lucca Sicula 0; Menfi 5; Montallegro 0; Montevago 0; Naro 68; Palma di Montechiaro 8; Porto Empedocle 10; Racalmuto 4; Raffadali 55; Ravanusa 5; Realmonte 9; Ribera 30; Sambuca di Sicilia 0; San Biagio Platani 0; San Giovanni Gemini 31; Sant’Angelo Muxaro 0; Santa Elisabetta 1; Santa Margherita di Belìce 1; Santo Stefano Quisquina 0; Sciacca 23; Siculiana 1; Villafranca Sicula 0.

Sono 8 i migranti attualmente in quarantena sulle navi di accoglienza in rada dell’Agrigentino.

Reingresso illegale nel territorio nazionale: i poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, coordinati da Giovanni Minardi, hanno arrestato cinque tunisini sbarcati a Lampedusa nonostante fossero stati già raggiunti da un decreto di espulsione. I cinque africani sono stati identificati tramite le foto-segnalazioni e le impronte digitali. Su disposizione della Procura di Agrigento, sono stati posti ai domiciliari all’interno dell’hotspot in contrada “Imbriacola” a Lampedusa.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento ha aggravato la misura preventiva e ha imposto ad un uomo di Canicattì, di 44 anni, il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dall’ex moglie, 40 anni, e dai loro figli. Si tratta di un aggravamento perché lui è stato già soggetto all’ammonimento del Questore, ma non è valso a nulla perché lui ha proseguito nella sua condotta persecutoria e molestatrice. La misura cautelare è stata eseguita dai poliziotti del Commissariato di Canicattì, che hanno sostenuto le indagini a seguito delle denunce presentate dalla presunta vittima, e dalle sue richieste di aiuto. Aggiungiamo: prima che sia troppo tardi.