La contrabbassista e cantante Beatrice Valente, ospite in Calabria dell’Associazione Liutaria Bisignanese
Non avrebbero potuto fare scelta migliore, Andrea Pontedoro e Francesco Pignataro – Maestri liutai, rispettivamente Presidente e Vice Presidente dell’Associazione Liuteria Bisignanese – insieme a Luca Gencarelli, responsabile ai rapporti con gli enti, nell’invitare Beatrice Valente giovane e talentuosa contrabbassista nonché cantante, come ospite insieme al chitarrista Ivan Ciavarella, per il concerto tenutosi ieri sera 11 agosto, nella splendida cornice del Duomo di Bisignano dove ieri in mattinata si è tenuto un convegno dei Liutai di Calabria, e nel pomeriggio è stata aperta una mostra di liuteria classica, durante la quale liutai professionisti e semplici amatori hanno avuto modo di incontrarsi, mostrando le proprie creazioni senza pregiudizi, condividendo esperienze in una forma di apertura e di crescita reciproca.
l’evento “Liuteria tra Arte&Cultura“, è stato un successo, merito anche della performance della musicista partenopea Beatrice Valente che in duo con il chitarrista Ivan Ciavarella, hanno letteralmente incantato tutti i presenti intervenuti puntuali per il concerto in serata. Presente tra il pubblico, anche il sindaco di Bisignano, Francesco Lo Giudice, musicista e appassionato di musica ed arte, testimonianza di come la competenza non è solo un valore aggiunto, quando si vuole e si deve gestire la cosa pubblica.
Beatrice Valente, classe 1993, figlia di musicisti – in famiglia lo sono tutti, i suoi genitori, i suoi zii, suo fratello – è una creatura straordinaria. Nessun compromesso tra la sua bellezza e la sua bravura, che è prorompente, mentre la sua bellezza è semplice seppur difficile da ignorare.
Mi viene da dire che Beatrice Valente è una musicista che malgrado la sua giovane età – ha una grande padronanza del suo strumento, oltre che del mezzo vocale, che ha sicuramente allenato in concomitanza allo studio del contrabbasso. Spesso fa con la voce quel che il suo strumento le suggerisce e questo è la dimostrazione di come la conoscenza approfondita della tecnica musicale, del tempo, del controtempo e della dinamica, le permettono una sicurezza nel cantato che poche altre cantanti hanno o hanno avuto, alla sua età. Ha una estensione vocale notevole, la sua voce sa essere limpida e cristallina, tanto quanto roca e calda, a seconda del repertorio che regala, con strumento e voce. La conoscenza dei generi musicali è ampissima, conosce benissimo il jazz, gli standard, la musica italiana, quella partenopea, la musica sudamericana, samba, bossa nova. E’ un caleidoscopio di colori e toni, di armonie sofisticate, di mood accattivanti e di un talento travolgente.
Ieri sera, insieme al chitarrista Ivan Ciavarella con il quale ha un ottimo affiatamento musicale, ha proposto un repertorio vario, da Pino Daniele a keith Jarrett, da Diane Schuur a Jobim.
Non è difficile notare come la bossa nova sia il vestito musicale che meglio delinea la sua personalità. Eppure nei blues per esempio, io ho sentito delle dinamiche che sono appropriate al suo stile. Meno semplice è invece seguire – per chi ha un orecchio tecnico – i dettagli del suo cantato e del suo modo di suonare il contrabbasso, che suona anche ad occhi chiusi, come i più navigati dei musicisti. I dettagli del suo contrabbasso, che non fa solo da base ritmica ma che ricama le melodie, le intesse per renderle, insieme alla chitarra, ricche di groove e di fantasia. Non mancano nella performance le parti di improvvisazione, che sono un gioco di idioma su struttura jazzistica, capace di creare un’atmosfera che spesso, da i brividi. Le mani di Beatrice Valente volano sulle corde, disegnano sempre nuove geometrie sonore, senza mai trascurare il tempo, fondamentale per un contrabbassista.
Non legge le partiture Beatrice; suona pizzicando le corde del suo contrabbasso, che fa quel che lei vuole. Non legge le partiture perché le conosce bene, le ha fatte sue, il suo tocco sa essere energico e poi felpato, e nel duo, spesso lascia alla chitarra di Ivan Ciavarella la possibilità di esecuzioni che diventano la pista di decollo del cantato della Valente.
E’ disarmante, mentre parla con il suo pubblico. La sua voce, che nel cantato sa raggiungere una potenza non indifferente, diventa discreta, sottile e soffice, nel parlato, ed incanta, sempre.
Tanti gli applausi per loro, tutti meritatissimi.
Difficile dire cosa mi sia piaciuto di più della performance di ieri sera, considerato che il repertorio era davvero per tutti i gusti. Ho molto apprezzato il duo nella fase bossa nova. “Corcovado”, di Jobim, pietra miliare della musica brasiliana, che Beatrice ha cantato con una padronanza sia della parte musicale che della lingua, cantata. E poi ancora, “Insensatez”, che inizia chitarra e voce, che quasi vorresti che non finisse mai quel suonare, così accorato e così pieno di phatos e poi ancora “Falsa Baiana”, che fu di Joao Gilberto, che lei canta e suona con una verve e con tutte le sfumature brasiliane tanto che se chiudi gli occhi, sei altrove. E come non ricordare “Alfonsina y El Mar“, cantata e interpretata con il filtro della “gioventù”.
Eppure la Valente è così versatile che riesce a passare da “Estate” di Bruno Martino a “Memories For Tomorrow” di keith Jarret con la padronanza che appartiene a chi è dotato di talento ma che ha speso tempo – tanto tempo – nello studio, perché la Valente è la dimostrazione di come quando capisci di avere un dono, inevitabilmente devi accudirlo quel dono, con studio, dedizione e fatica. Lei lo fa e continuerà a farlo, perché è quella la sua strada, quella che porterà all’olimpo. Ci sono dei dettagli che Beatrice avrà modo e tempo di mettere a punto, di approfondire, di forgiare, trovando sempre meglio lo stile nel quale dare mostra del suo talento. Ha solo 25 anni, verrebbe da dire, sentendola suonare e cantare così bene. So però che quegli anni li ha spesi bene, imbracciando ed abbracciando quello strumento con una cassa poco più piccola dello standard – così come lei stessa spiegava ieri sera ai liutai – dedicando alla musica quella energia che cammina di pari passo con la volontà di diventare un numero uno. Diverse le formazioni nella quale si esibisce Beatrice Valente, e dunque vale la pena ascoltarla ancora.
Nessuno dei presenti voleva lasciarli andar via, ieri sera e allora un bis lo hanno concesso. Chitarra e voce, l’anima di Pino Daniele nella voce di Beatrice Valente e nella chitarra di Ivan Ciavarella – molto bravo nel calibrare il suono della chitarra alla voce di Beatrice – un pizzico di malinconia e un’atmosfera che i presenti non dimenticheranno: “Che ore so” è il pezzo. Forse è tardi per tante cose, ma è presto per Beatrice Valente che ha tutto il tempo che vuole per raccontare la sua arte. E la sua bellezza? Un dettaglio in più.
Arte e cultura, diceva il titolo dell’evento.
C’era tutto, ieri sera.
Avanti così, affinché questa terra di Calabria, possa ospitare ancora il talento, alimentando curiosità e voglia di risorgere.
Simona Stammelluti