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La difesa della famiglia di un giovane operaio specializzato, Michele Petruccio, 22 anni, morto in un incidente sul lavoro, nel parco eolico di Caltabellotta, nel 2013, ha fatto sapere che non vi sarà costituzione di parte civile.
Sembra, infatti, che sia stata trovata un’intesa con l’assicurazione, da qui la decisione di non prendere parte al processo.

Un uomo di 44 anni, disoccupato, con precedenti penali, è stato denunciato alla Procura della Repubblica per possesso di arma da taglio. L’uomo è stato fermato ad un posto di blocco dai carabinieri della Compagnia di Licata e dal controllo è emerso che aveva con sé un coltello a serramanico della lunghezza complessiva di 15 cm. Per lui è scattata la denuncia.

I finanzieri di Ribera hanno sequestrato a Ribera un’area di circa 1000 mq in cui erano ammassati rifiuti speciali e pericolosi. Le Fiamme Gialle hanno trovato auto “cannibalizzate” per la successiva rivendita dei pezzi di maggior valore e individuato una attivita’ non autorizzata di raccolta, smaltimento e commercio di rifiuti. Gli ulteriori riscontri effettuati dai militari hanno rilevato la presenza di auto rubate e pronte ad essere smontate e vendute a pezzi. Sequestrata l’area e denunciato un 60enne di Ribera per attivita’ di gestione di rifiuti non autorizzata e delitto di ricettazione.

Buone notizie per il bimbo di 11 anni coinvolto nell’incidente stradale di domenica scorsa lungo S.S. 640, nei pressi di Canicattì, che ha provocato la morte di una donna, Elena Giardina, 38 anni, e 5 feriti. Il piccolo, attualmente ricoverato presso l’ospedale Pappalardo di Messina è stato risvegliato dai medici che lo tenevano sedato e in coma farmacologico. L’undicenne ha parlato con i familiari e avrebbe chiesto anche da mangiare. La prognosi rimane riservata, ma c’è ottimismo sul recupero del bambino in quanto le condizioni generali dello stesso sono sensibilmente migliorate.

Nella serata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Naro, nel corso di un servizio di controllo del territorio, hanno arrestato in flagranza di reato:

  1. DI SALVO Calogero, classe 1973, bracciante agricolo di Campobello di Licata;
  2. DI SALVO Vito, classe 1995, bracciante agricolo di Campobello di Licata;
  3. BOTEZATU Mihai, classe 1968, bracciante agricolo di nazionalità romena di fatto domiciliato a Campobello di Licata,

poiché resisi responsabili del reato di furto aggravato in concorso.
In particolare i Militari dell’Arma, nel corso di un servizio di perlustrazione delle aree rurali del territorio di Naro, sorprendevano in contrada “Fratel Gerardo” i tre soggetti di Campobello di Licata, i quali, dopo aver tagliato e selezionato alcuni alberi di pino dall’interno di un fondo di proprietà di una fondazione religiosa, erano intenti a caricare circa 2300 kg di legna a bordo di un autocarro OM 40, tentando vanamente di darsi alla fuga al sopraggiungere della pattuglia dei Carabinieri, che prontamente li bloccavano e li conducevano presso la Caserma di Naro.
La refurtiva veniva restituita al legittimo proprietario.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, venivano accompagnati presso le rispettive abitazioni in attesa dell’udienza di convalida, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Il Tribunale di Agrigento ha inflitto 5 anni di reclusione a Antonino Di Rosa, 26 anni, di Palma di Montechiaro.
Il giovane era accusato di detenzione di droga ai fini dello spaccio, coltivazione di sostanze stupefacenti e detenzione di munizioni, oltrechè di furto aggravato.
La vicenda nella quale è coinvolto il palmese risale al 2015 quando la polizia, dopo un’irruzione in un appartamento e in un magazzino furono trovati 140 piantine di marijuana e poi semi, sempre di marijuana, 13 chili di hashish, 1,5 kg di cocaina e 61 cartucce per pistola.
La pena è stata ridotta di un terzo per il rito abbreviato.

E’ stato arrestato dai carabinieri di Enna in flagranza di reato e dovrà rispondere di detenzione di sostanze stupefacenti finalizzata allo spaccio. Lui è Salvatore Muratore, 42 anni, di Canicattì, corriere di pacchi in giro per le diverse province siciliale. L’uomo era parcheggiato, col suo furgone, nell’area di sosta di un centro commerciale quando, alla vista di una pattuglia di polizia, ha cercato di allontanarsi. Bloccato e controllato, gli agenti lo hanno trovato in possesso di 2,1 grammmi di cocaina e denaro in contanti che teneva all’interno del borsello.

Un uomo residente a Favara,  Alessandro Giusti 50 anni,di Calenzano (Firenze), è stato arrestato dai carabinieri della locale Tenenza.
L’uomo infatti deve scontare 2 anni e 4 mesi di carcere perchè ritenuto colpevole di aver partecipato ad una manifestazione politica, in possesso di una pistola.
Il 16 marzo 2012, a Firenze,  l’uomo (che sarebbe militante di un movimento di estrema destra (ma Forza nuova aveva smentito ogni contatto). durante la presentazione di un libro del deputato Renato Brunetta, si sarebbe avvicinato portando con se una pistola scacciacani, con tanto di tappo rosso, ed una pistola da sub.
Venne, allora, subito bloccato dalla sicurezza e dovette rispondere dell’ipotesi di reato di detenzione e porto illegale di armi.
La successiva perquisizione domiciliare fece trovare un arsenale: tra l’altro una carabina M-16 corredata di cinque caricatori, un fucile di precisione, manganelli, pugnali, tirapugni, centinaia di proiettili, una baionetta della seconda guerra mondiale, un giubbotto antiproiettile, spille e medaglie con simboli nazisti e fascisti. Un pugnale col simbolo della svastica era nascosto sotto il cuscino nel suo letto.
Giusti, ex guardia giurata, ha lavorato come istruttore di Krav Maga, un’arte marziale mutuata dai servizi segreti israeliani. Ha numerosi precedenti di polizia (per tentata estorsione e procurato allarme, oltre a due denunce per detenzione illegale di armi).

“Certi episodi non sono più tollerabili”. Il vescovo di Monreale, don Pennisi, censura il permesso a Salvo Riina di battezzare la nipote a Corleone.
Il vescovo di Monreale, Michele Pennisi, sarà presto in visita pastorale a Corleone. E spiega perché: “Perché c’è bisogno di parole chiare sulla mafia. Certi episodi non sono più tollerabili”. E di quali episodi si tratta? Il figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore Riina, conosciuto come Salvo, è rientrato da Padova in Sicilia a Corleone durante le vacanze di Natale. Salvo Riina ha scontato interamente una condanna per associazione mafiosa, è stato scarcerato nel 2011 e gli è stato imposto il divieto di rientrare a Corleone. La Procura antimafia di Palermo ritiene che lui non abbia mai troncato del tutto i rapporti mafiosi. Ebbene, il figlio minore di Totò Riina ha ottenuto un permesso dal Tribunale di Sorveglianza e un certificato di idoneità. E di idoneità perché? Per essere padrino di battesimo di una sua nipote. Il certificato è stato firmato da un sacerdote di Padova. E il sacerdote a Corleone, don Vincenzo Pizzitola, ha accolto nella Chiesa Madre il padrino, al battesimo del pomeriggio del 29 dicembre scorso. La notizia dell’ avvenimento ha viaggiato fino alle orecchie del vescovo Pennisi, e lui, appreso quanto accaduto, si è arrabbiato così: “Né io, né gli uffici della Curia eravamo informati. Consentire al figlio di Riina di fare il padrino di battesimo è stata una scelta censurabile e quanto meno inopportuna, che io non approvo”. Il Vescovo si sarà certamente rivolto al sacerdote Pizzitola, che gli avrà risposto di avere ricevuto il certificato di idoneità del sacerdote di Padova. E monsignor Pennisi ribatte: “Il parroco si è giustificato dicendo che il figlio di Riina aveva presentato un certificato di idoneità firmato da un parroco della diocesi di Padova, e che aveva il permesso del giudice per venire in Sicilia. Ma io non cambio idea su quanto accaduto”. Poi, l’ammonimento religioso, e il pastore della Diocesi di Monreale ricorda: “Il padrino deve essere il garante della fede, deve dare testimonianza con le sue azioni. E non mi risulta che il giovane abbia mai espresso parole di ravvedimento per la sua condotta”. E’ un altro caso Salvo Riina: non è il primo. Ad esempio, pochi mesi addietro ha pubblicato il libro “Riina familiy life”, raccontando la sua famiglia tra le mura di casa, e Bruno Vespa lo ha intervistato a “Porta a porta” su Rai 1, tra censure e violente polemiche. Adesso il battesimo della nipotina.
fonte teleacras

“Le falle cominciano ad emergere anche sul terreno a lui più congeniale. Questo vuole dire che ha perso ormai il  controllo della situazione”. Il consigliere comunale di Forza Italia, Pasquale Spataro, denuncia lo stato di degrado in cui versa il viale della Vittoria e quindi il conseguente immobilismo di Firetto che fallisce pure nella cura dell’immagine, da sempre il suo principale cavallo di battaglia. “Non è possibile trovarsi di fronte ad uno scenario così desolante e persino pericoloso – afferma Spataro  – stiamo parlando di un luogo di ritrovo, di un’area molto frequentata e di un posto che, assieme alla via Atenea, rappresenta il biglietto da visita della città. Eppure ci sono gli alberi, per nulla curati e abbandonati, che sono diventati elementi di ostacolo, mettendo a rischio addirittura l’incolumità pubblica per la limitazione della visuale. Per non parlare dei marciapiedi ricchi di buche e con pavimenti sollevati: una vera e propria insidia per i pedoni. Il contesto che si presenta, insomma – osserva Spataro – non è degno di un salotto buono  e certamente non si rende un buon servizio né alle famiglie, che pagano i tributi, e nemmeno ai pochi operatori commerciali rimasti che pagano le tasse. Il sindaco Firetto, assieme alla sua amministrazione e alle forze politiche che lo sostengono, recuperi il rapporto con il territorio e  con la città – conclude Spataro – e dia risposte concrete. Il tempo delle parole è abbondantemente finito. Ma, forse, chi governa Palazzo dei Giganti non lo ha ancora capito”.