
Torniamo indietro nel tempo; 31 agosto 2016, inizio campionato.
La Juventus, grazie anche all’affare Pogba, venduto almeno tre volte in più rispetto a quello che realmente vale, punta i piedi e stavolta, molto seriamente, decide di puntare tutto sulla coppa dei campioni. Spende alcune centinaia di milioni di euro e riesce a costruire una squadra stellare. Sono passati oltre venti anni dalla coppa dei campioni vinta ai rigori contro l’Ajax e il ricordo è talmente lontano che la memoria riesce difficilmente a ricordare il tutto.
Inutile fare i nomi, ma ad inizio campionato allenatori e giocatori della altre 17 squadre preparavano il campionato solo ed esclusivamente per cercare di limitare al massimo il distacco con la squadra allenata da Allegri.
Provate ad immaginare un fatto: se ad agosto qualcuno avesse solo osato pensare che il 5 febbraio 2017, cioè a campionato abbastanza inoltrato, una squadretta come l’Inter avesse giocato uno scontro diretto per lo scudetto (e per di più in quarta posizione) gli avrebbero tagliato la gola.
Tutti, operatori del settore e soprattutto l’Italia che non tifa Juve, avevano la consapevolezza che il campionato sarebbe stato soltanto una proforma e che già di questi tempi almeno tre quarti di scudetto sarebbe stato già cucito nelle maglie bianconere.
Le ultime vittorie dell’Inter, sette di fila, hanno fatto non proprio far salti di gioia ad Allegri e compagni; immaginiamo come hanno vissuto la settimana che ha preceduto l’incontro di ieri sera. Del resto, anche il popolo jiventino dei social ne è stato un chiaro ed evidente segnale. La settimana è stata accompagnata da un pericoloso silenzio che ha rispecchiato esattamente l’opposto di quanto, invece, lo stesso popolo juventino gridava ad agosto.
La gara di ieri sera è stata il classico spaccato che conferma che il pallone è sempre rotondo. Da un facilmente prevedibile cappotto contro i rivali dell’Inter (questo era scontato ad agosto) a momenti di vera e propria paura vissuta ieri sera allo Stadium.
Tra l’altro, smentendo tutte le cabale e tutti i pronostici della vigilia di campionato, c’era da vendicare e ribaltare il risultato dell’andata quando i ragazzi di un penoso De Boer hanno schiacciato la Juve in quel di San Siro.
Fu la prima di quattro sconfitte che ridimensionò non poco l’eccellente campagna acquisti della Juventus, tanto che fino a qualche settimana addietro, il buon Gian Maria Gazzaniga ebbe a dire nel corso di una trasmissione che la Juve non poteva essere considerata una squadra eccezionale se ogni quattro partite ne perdeva una.
Andiamo a ieri sera. L’unica squadra che ha qualcosa da perdere è sicuramente la Juve; l’Inter con la sua squadretta miracoli non può farne. Dopo pochi minuti Ieri sera il solito Dibala ha incantato e impaurito la squadra nerazzurra. Con una rovesciata è riuscito a far tremare tutto lo Stadium colpendo una traversa clamorosa.
E poi? Chi ha visto la partita, specie nel primo tempo, dopo quel lampo di Dibala, la vera Juve è apparsa l’Inter, imbavagliando i bianconeri, rischiando più di una volta di andare in vantaggio, mostrando nello stesso tempo che la differenza di tutti i valori espressi in campo non è poi così evidente. Chi lo doveva dire ad inizio campionato?
Se poi alla netta superiorità mostrata dall’Inter (nel primo tempo) si aggiunge la cattivissima serata del signor Rizzoli, in molti hanno capito che la serata non era sicuramente di quelle azzeccate.
Agli uomini di Pioli sono stati negati due rigori sacrosanti, netti, evidenti, inoppugnabili. Noi continuiamo a smentire un famoso motto di Giulio Andreotti, il quale sosteneva: “A pensar male è peccato, ma a volte ci si azzecca…”
Ed invece abbiamo la consapevolezza che Rizzoli ieri sera non era in perfetta forma; anche i suoi assistenti più che assistere agli eventuali falli commessi dentro l’area hanno preferito assistere alla partita da semplici spettatori.
A rompere l’equilibrio ci ha pensato un giocatore che Allegri preferisce solitamente lasciare in panchina; quel Quadrado che ha trovato il tiro della sua vita che alla fine si è rivelato decisivo.
Il secondo tempo è stato quello che hanno visto tutti. Ci si aspettava una reazione maggiore dell’Inter che in realtà non c’è stata. E poi, inutile nasconderlo, hanno comandato gli oltre 200 milioni di euro spesi in più dalla Juve rispetto all’Inter. Hanno fatto una timida differenza.
L’espulsione di Perisic, giustiziere dell’andata, è stata la conferma che ieri sera Rizzoli non era al massimo della forma.
E’ andata così. L’Inter, seppur sconfitta, come conferma tutta la stampa italiana stamattina, non ha fatto brutta figura; anzi, nel primo tempo ha tenuto in ansia Juventus e juventini per buoni 40 minuti.
Comunque, contrariamente alle previsioni estive, il campionato rimane aperto, nonostante già più della metà sia andato via e la Juve, visti i valori, avrebbe dovuto chiuderlo già a gennaio, senza storia per nessuno.
Certo, l’obiettivo primario per la Juventus rimane la coppa dei campioni che ormai manca da tantissimo tempo e non si può vivere solo di ricordi troppo, troppo lontani.
Già una mano l’ha data il calendario. L’avversario di turno sarà il Porto, squadra certamente non irresistibile e notevolmente inferiore rispetto ad altre compagini che, ahimè, purtroppo, la Juve prima o poi dovrà incontrare.
Ma la Juve è la Juve, soprattutto quella di questo anno. Non ci meravigliamo più di tanto se oggi sono gli avversari blasonati a temere di incontrare la squadra di Allegri. Il potenziale che ha mette davvero paura a tutti.
Siamo italiani e almeno in Europa dobbiamo dimostrarlo. Aspettiamo con ansia che la Juve di Allegri questo anno sia quello buono e riesca a vincere il titolo più importante d’Europa. E si spera anche, visto il calibro, che riesca a vincerlo alla grande, mostrando gioco, grandezza e soprattutto superiorità.
Da italiani dimenticare in fretta come ha vinto le due coppe in bacheca. Una ai rigori, l’altra, nell’85, con un rigore…
In bocca al lupo, Juve!