
Quanto casino per una patata! Diciamolo chiaramente: quando si parla di patate le più prelibate e le più protette sembrano essere proprio quelle grilline.
Poco importa se a confermarlo sia uno dei più grandi sessisti dell’intera Nazione che adesso da potente incendiario vuol diventare a tutti i costi il pompiere per eccellenza (che nulla c’entra con la patata, si perché oramai ogni vocabolo deve essere specificato e spiegato nei dettagli). I risultati, però, nella casella coerenza sono assai bassi.
Quel Beppe Grillo che grazie alla sua inseparabile rete ha spifferato in tutto il mondo un nuovo modo di guardare e soprattutto giudicare le donne; le altre, però, non quelle iscritte al movimento.
E qui entra in scena una straordinaria frase di Crozza; ospite di Sanremo ha detto che per Beppe Grillo la Raggi non è una donna ma una grillina! Mai frase è stata così perfetta e incastonata in una vicenda davvero squallida e ricca di miseria.
Il vaffanculo di Grillo gridato a destra e a manca, ormai assume i contorni quasi liturgici, visto e considerato che nel corso di questi anni ha vituperato, offeso e vilipeso una buona parte del gentil sesso.
Ne ha pianto le conseguenze persino la “povera” Rita Levi Montalcini, premio Nobel, divenuta senatrice a vita nel 2001 e che il comico genovese non esitò un solo istante a definirla una “vecchia puttana”.
Quel titolo di ieri di Vittorio Feltri (questo giornale è solidale con il direttore di Libero) non ci voleva proprio; quella patata bollente ha scatenato le ire di buontemponi e perbenisti, ma solo perché a finire sotto il doppio senso di una frase è finita le pentastellata sindaca romana.
A dire il vero, però, la patata bollente di ieri ha avuto anche un ruolo determinante e fondamentale a favore del mondo grillino, perché almeno per 48 ore si son spenti i riflettori su polizze vita, “motivi affettivi”, stipendi triplicati, capi di segreteria arrestati per corruzione, assessori dimissionari e chi a bagnomaria e lo sfascio totale in cui versa Roma e i suoi cittadini, tanto che ieri attraverso un comunicato stampa si sono fatti sentire i commercianti romani che hanno sottolineato come “mentre loro litigano per le patate noi commercianti stiamo affossando…”
Oggi, Grillo e non solo, grida allo scandalo, accusa Feltri di essere un sessista spregiudicato. Il pulpito, oggettivamente, è il meno adatto. Grillo, da parte sua, ha dimostrato in mille modi di essere un sessista, purchè le donne non siano iscritte al movimento. Quelle non si toccano, niente allusioni e niente patate; che siano bollenti, fritte, cotte o al forno.
Ne ricordiamo qualcuna, tanto per far emergere la coerenza della premiata ditta grillo&grillo. Una volta il comico con un post su facebook si chiedeva e chiedeva agli italiani “cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?”
Ovviamente, il post di cui sopra, ha scatenato (come più o meno accade anche dalle nostre parti) l’ira dei commentatori più o meno sovrastati da frustrazioni incurabili e che trovano sfogo dietro un monitor, i quali si scatenarono senza pietà contro la presidente della Camera. Un commento, tra i più “gentili” è stato il seguente: “ La porterei in un campo rom e la farei trombare con il capo villaggio…”.
Alla faccia del sessismo! Una Boldrini, a dire il vero, assai distratta se si considera che ieri è intervenuta attraverso un tweet mostrando “piena solidarietà alla sindaca Raggi per le volgarità sessista del quotidiano Libero…”. La stessa Boldrini che il movimento ha querelato per diffamazione perché la presidente della Camera aveva definito gli interventi sul blog di Grillo degni di “potenziali stupratori”. La politica, oggi, fa anche questi scherzi. Certamente non è un momento magico sia per il movimento sia per il PD del quale, una buona parte dei cocci che rimangono, ha mostrato illimitata solidarietà alla Raggi; in tempi di magra tutto fa brodo, anche un eventuale inciucio. Miracoli della patata!
Non risulta esente dal sessismo non casto né puro di Beppe Grillo nemmeno la graziosa Maria Elena Boschi, la quale, secondo il comico, il vero lavoro della ministra era “battere sulla strada” o ritrovarsi in tangenziale con la Pina…”.
Anche Debora Serracchiani ha avuto la sua “gloria”; Grillo, per i suoi tanti incarichi, la definì “Serracchiani mille mani” (meno male, come sostiene Vittorio Feltri, che almeno in questo caso Grillo ha avuto la decenza di non specificare che cosa facesse con quelle mani), ma si “limitò” a definirla una “bugiarda che doveva stuprarsi le orecchie…”. Mah…
Non sarà bella come la Boschi, ma nel tritacarne di bassissimo gusto portato avanti da Grillo in fatto di “sessismo” entrò senza pietà anche Rosy Bindi da lui definita “sessuofobica nonché una povera sfigata che non aveva mai conosciuto i piaceri della carne…”. Speriamo, almeno, che la Bindi, nel corso della sua vita, abbia avuto la possibilità di poter gustare il piacere delle…patate!
E che dire di quel fotomontaggio di infimo ordine (c’era Berlusconi di mezzo…) che immortalava Mara Carfagna, Ruby e Nicole Minetti mentre si toccavano le parti basse con un Gad Lerner pronto a trastullare i propri gioielli? Il tutto per dimostrare agli italiani che in politica non serve la gavetta. La foto che pubblichiamo è emblematica.
Questo, a nostro modo di vedere, basta e avanza. Incoerenza, sessismo e schifezze di ogni genere emergono allo stato puro.
Non c’è alcun dubbio: la patata grillina, bollente o non bollente, è sempre più buona.
Basta tagliarla a 5 punte…