Febbraio 2017 - Pagina 58 di 101 - Sicilia 24h
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Due tifosi etnei sono stati aggrediti lungo la via Manzoni, nelle vicinanze dello stadio Esseneto, da un gruppo di tifosi agrigentini con il volto coperto da sciarpe.
Motivo dell’aggressione: i due tifosi catanesi si stavano recando allo stadio indossando vistose sciarpe della loro squadra.
Fortunatamente non si sono registrati danni a persone. Un colpo sferrato con un corpo contundente ha colpito di striscio uno dei due giovani tifosi etnei.
La Polizia è alla ricerca dei teppisti, che avevano il volto coperto, sperando di ricavare qualcosa dalle telecamere di sorveglianza ubicate nella zona.
Qualche momento di tensione anche sugli spalti tra opposte tifoserie dopo che i è diffusa la notizia dell’aggressione.


A pochi giorni dall’arresto del ricercato MARSICO Walter Gianluca, gli uomini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Cosenza, guidati dal Cap. Giuseppe Sacco e coordinati dal Dr. Alessandro Prontera della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno ottenuto un ulteriore successo investigativo assicurando alla Giustizia un’aspirante “primula rossa” del cetrarese. Si tratta del giovane ANTONUCCIO Giuseppe classe 1992, indicato dagli inquirenti come organico della cosca di ‘ndrangheta dei “Muto” di Cetraro, egemone nell’alto Tirreno cosentino.
ANTONUCCIO Giuseppe era ricercato dal 19 gennaio scorso, quando si sottrasse all’arresto sfuggendo agli uomini della Guardia di Finanza di Cosenza, che lo avevano raggiunto a casa nottetempo per eseguire i fermi disposti dalla DDA di Catanzaro ed emessi nell’ambito dell’inchiesta denominata “cinque lustri” nella quale, si rammenta, tra i fermati figurava anche Corsanto Angelina moglie dello storico boss Franco Muto.
Antonuccio Giuseppe è stato sorpreso all’interno di un’abitazione ubicata in una contrada collinare del cetrarese.
Al momento del suo rintraccio, gli uomini del Nucleo Investigativo di Cosenza e del Nucleo Cacciatori di Vibo Valentia, hanno fatto irruzione nell’abitazione bloccando al ricercato ogni possibile via di fuga, che ha comunque cercato di attuare.
Identificato anche il presunto fiancheggiatore di Antonuccio, la cui posizione giudiziaria è ora al vaglio degli inquirenti.
Simona Stammelluti

A sorpresa, contro ogni pronostico, vince il pezzo che, senza dubbio, si appresta a divenire il tormentone dell’estate, che rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest 2017 e che vince per un mix di fattori che sbaragliano ogni altra ottima performance sanremese.

Ha vinto Francesco Gabbani con la sua Occidentali’s Karma, un ragazzo semisconosciuto, vincitore lo scorso anno nella categoria “nuove proposte” con il pezzo Amen, trentaquattrenne, cresciuto in un negozio di strumenti musicali. Ha vinto quel suo look minimal, quel golfino arancione infeltrito, quel balletto con lo scimmione (la vera novità sul palco dell’Ariston, che nasconde Filippo Ranaldi, coreografo), una interpretazione originale, un ritmo “che prende”, un ritornello canticchiabile e quel testo che nasce da un esame di coscienza personale e poi diventa una provocazione verso quel modo ridicolo che gli occidentali hanno, di avvicinarsi alle culture orientali, fingendo un compromesso ma poi restando vittime consapevoli di quel processo che rende tutti dipendenti da cose lontanissime dalla spiritualità orientale, perché calati in una “umanità virtuale” mentre “l’evoluzione inciampa“. Uno spaccato realistico che prende un po’ un giro e un po’ fa riflettere, perché come lo stesso Gabbani afferma, “nelle altre culture, saremo sempre e solo turisti“.

Non se l’aspettava Gabbani di vincere il Festival di Sanremo, soprattutto perché al suo fianco, nel terzetto finale c’era la superfavorita  Fiorella Mannoia alla quale sono andati i premi “Miglior Testo” per “Che sia benedetta” e il “premio della Stampa”. Allo stesso Gabbani è andato anche il premio TIM Music, per l’originalità, mentre il premio della critica è toccato a Ermal Meta, anch’egli nella rosa dei superfavoriti.

Cosa se ne farà Gabbani di questa vittoria? Tocca aspettare un po’ per saperlo, ma malgrado non abbia avuto fino a qualche giorno fa una notorietà di spicco, resta un autore e musicista, che ha scritto per Francesco Renga, per Adriano Celentano, si è occupato di colonne sonore, ma come ben si sà c’è bisogno di qualcosa che ti renda “notabile” al grande pubblico, soprattutto se hai già 34 anni e non sei figlio dei talent show. Questo appena trascorso è stato per lui un anno per andare nella direzione giusta dopo la vittoria della scorsa edizione sullo stesso palco, e allora gli auguriamo di far fruttare questa nuova chance nella maniera migliore. Certo da oggi, i riflettori saranno per un po’ su di lui. Chissà che non gli abbiano portato bene le stelline sul completo blu indossato ieri sera, firmato da Daniele Alessandrini.

E’ stato un Sanremo nel quale è filato tutto liscio, sobrio sotto molti aspetti, che ha fatto record di ascolti, che ha saputo proporre ottimi testi, il giusto equilibrio tra cantanti della vecchia guardia e giovani talentuosi ed intraprendenti, che ha ospitato star internazionali senza eccedere, e la satira di Crozza che fa ridere sì, ma che lancia messaggi su cui riflettere e che ieri sera, per l’ultima serata del Festival ha rispolverato la sua vena canora e che nei panni del suo storico personaggio, il senatore Razzi, ha regalato al pubblico la sua “Buonisti…attacatevi al Trump”, una performance ironica, sagace e ricca di “distorsioni linguistiche”.

Maria De Filippi se l’è cavata, forse anche grazie al fatto che la co-conduzione con Carlo Conti, ha modulato quel suo flemmatico modo di condurre le cose.

Quest’anno su tutto vince il messaggio di ottimismo, di fiducia, in un momento in cui il disfattismo e lo scoramento provano ad essere quotidiani compagni di viaggio, e lo slancio che è arrivato dalla Kermesse, forse non andrebbe archiviato ora che i riflettori si sono spenti.

Da oggi riascolteremo in radio molte delle canzoni del festival e sceglieremo la nostra preferita, perché tanto come ogni anno, ci si azzuffa un po’ tra pronostici e gusti assortiti.

C’erano a mio avviso delle belle canzoni quest’anno, che avranno il loro giusto spazio nel panorama musicale. Ho già scelto che CD acquistare di questa tornata sanremese ed è “vietato morire” di Ermal Meta e so che non mi deluderà.

Il cantautorato ha bisogno di nuove leve, di nuove idee, di nuove dinamiche musicali e culturali e c’è un nuovo humus che produrrà, ne sono certa, ottimi frutti.

Simona Stammelluti


A sorpresa, contro ogni pronostico, vince il pezzo che, senza dubbio, si appresta a divenire il tormentone dell’estate, che rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest 2017 e che vince per un mix di fattori che sbaragliano ogni altra ottima performance sanremese.
Ha vinto Francesco Gabbani con la sua Occidentali’s Karma, un ragazzo semisconosciuto, vincitore lo scorso anno nella categoria “nuove proposte” con il pezzo Amen, trentaquattrenne, cresciuto in un negozio di strumenti musicali. Ha vinto quel suo look minimal, quel golfino arancione infeltrito, quel balletto con lo scimmione (la vera novità sul palco dell’Ariston, che nasconde Filippo Ranaldi, coreografo), una interpretazione originale, un ritmo “che prende”, un ritornello canticchiabile e quel testo che nasce da un esame di coscienza personale e poi diventa una provocazione verso quel modo ridicolo che gli occidentali hanno, di avvicinarsi alle culture orientali, fingendo un compromesso ma poi restando vittime consapevoli di quel processo che rende tutti dipendenti da cose lontanissime dalla spiritualità orientale, perché calati in una “umanità virtuale” mentre “l’evoluzione inciampa“. Uno spaccato realistico che prende un po’ un giro e un po’ fa riflettere, perché come lo stesso Gabbani afferma, “nelle altre culture, saremo sempre e solo turisti“.
Non se l’aspettava Gabbani di vincere il Festival di Sanremo, soprattutto perché al suo fianco, nel terzetto finale c’era la superfavorita  Fiorella Mannoia alla quale sono andati i premi “Miglior Testo” per “Che sia benedetta” e il “premio della Stampa”. Allo stesso Gabbani è andato anche il premio TIM Music, per l’originalità, mentre il premio della critica è toccato a Ermal Meta, anch’egli nella rosa dei superfavoriti.
Cosa se ne farà Gabbani di questa vittoria? Tocca aspettare un po’ per saperlo, ma malgrado non abbia avuto fino a qualche giorno fa una notorietà di spicco, resta un autore e musicista, che ha scritto per Francesco Renga, per Adriano Celentano, si è occupato di colonne sonore, ma come ben si sà c’è bisogno di qualcosa che ti renda “notabile” al grande pubblico, soprattutto se hai già 34 anni e non sei figlio dei talent show. Questo appena trascorso è stato per lui un anno per andare nella direzione giusta dopo la vittoria della scorsa edizione sullo stesso palco, e allora gli auguriamo di far fruttare questa nuova chance nella maniera migliore. Certo da oggi, i riflettori saranno per un po’ su di lui. Chissà che non gli abbiano portato bene le stelline sul completo blu indossato ieri sera, firmato da Daniele Alessandrini.
E’ stato un Sanremo nel quale è filato tutto liscio, sobrio sotto molti aspetti, che ha fatto record di ascolti, che ha saputo proporre ottimi testi, il giusto equilibrio tra cantanti della vecchia guardia e giovani talentuosi ed intraprendenti, che ha ospitato star internazionali senza eccedere, e la satira di Crozza che fa ridere sì, ma che lancia messaggi su cui riflettere e che ieri sera, per l’ultima serata del Festival ha rispolverato la sua vena canora e che nei panni del suo storico personaggio, il senatore Razzi, ha regalato al pubblico la sua “Buonisti…attacatevi al Trump”, una performance ironica, sagace e ricca di “distorsioni linguistiche”.
Maria De Filippi se l’è cavata, forse anche grazie al fatto che la co-conduzione con Carlo Conti, ha modulato quel suo flemmatico modo di condurre le cose.
Quest’anno su tutto vince il messaggio di ottimismo, di fiducia, in un momento in cui il disfattismo e lo scoramento provano ad essere quotidiani compagni di viaggio, e lo slancio che è arrivato dalla Kermesse, forse non andrebbe archiviato ora che i riflettori si sono spenti.
Da oggi riascolteremo in radio molte delle canzoni del festival e sceglieremo la nostra preferita, perché tanto come ogni anno, ci si azzuffa un po’ tra pronostici e gusti assortiti.
C’erano a mio avviso delle belle canzoni quest’anno, che avranno il loro giusto spazio nel panorama musicale. Ho già scelto che CD acquistare di questa tornata sanremese ed è “vietato morire” di Ermal Meta e so che non mi deluderà.
Il cantautorato ha bisogno di nuove leve, di nuove idee, di nuove dinamiche musicali e culturali e c’è un nuovo humus che produrrà, ne sono certa, ottimi frutti.
Simona Stammelluti

Il Muos è abusivo, la Cassazione si è pronunciata in sede di sequestro cautelare
“Il fatto che il Muos sia un’opera abusiva non è in discussione. La Cassazione si, è infatti, espressa in sede di sequestro cautelare”. Lo sottolinea l’avvocato Nicola Giudice del Centro di azione giuridica di Legambiente Sicilia. “Per fare chiarezza in una vicenda dai molteplici aspetti, -continua – occorre sottolineare alcuni punti:
il Muos non è del Ministero della Difesa ma del Governo USA;
il Tribunale di Caltagirone ha aperto il procedimento per abuso perché la costruzione viola il Regolamento della Riserva Naturale Orientata “Sughereta di Niscemi” per il quale l’area sulla quale sorge è inedificabile;
il CGA non ha mai esaminato nel merito tale vizio perché ha ritenuto tardivo il motivo di ricorso formulato da Legambiente nel 2013. Su questo punto, quindi, non esiste un giudicato amministrativo.
Infine, il Testo Unico sulla Difesa esenta le opere per la difesa dalla conformità urbanistica ma non dal rispetto delle norme ambientali ed il Regolamento della Riserva è norma ambientale e, quindi, non derogabile”.

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Prenderà il via, lunedì 13 febbraio, il campionato provinciale Acsi di calcio, manifestazione calcistica, riservata alla categoria esordienti, organizzata dall’Acsi comitato provinciale Agrigento.
Al campionato parteciperanno otto associazioni sportive, suddivise in due gironi da quattro squadre.
Nella prima giornata di andata, per il girone A, si affronteranno, a Porto Empedocle, il 13 febbraio, alle ore 17.00, Asd Cas Empedocle e Asd Athena; il 15 febbraio, a Favara, alle ore 16.30, sarà la volta dell’Asd Favara Academy e Asd River 66.
Per il girone B, nella prima giornata di andata, il 16 febbraio, alle ore 15.00, a Ravanusa, è in programma l’incontro tra Asd Ravanusa e Asd Atletico Canicattì 5; a Palma di Montechiaro, sempre alle ore 15.00, è prevista la gara tra Asd Città del Gattopardo e Ssd Santa Sofia Calcio.

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Agrigento
Nota Stampa Cisl e Filca Cisl
Apprendiamo con soddisfazione la convocazione straordinaria del
Consiglio Comunale di Porto Empedocle per discutere delle
problematiche inerenti lo stabilimento Italcementi.
Come è noto da qualche anno la produzione dello stabilimento ha
subito un forte taglio con conseguenti licenziamenti, sia per i
dipendenti diretti che per i lavoratori dell’indotto che è
completamente scomparso.
Le trattative sindacali sono state dure e frenetiche ed hanno
ottenuto risposte in termini di salvaguardia del reddito di chi è
uscito dal ciclo produttivo.
Riteniamo che ancora molto si possa fare, l’accordo siglato nei
giorni scorsi con l’azienda proroga le aspettative di rioccupazione
fino al 31 dicembre 2018, infatti l’Italcementi si è impegnata nel
caso di dismissioni dell’area o di cessione parziale di prevedere
negli accordi con le nuove attività produttive il reinserimento
lavorativo del personale ex dipendente.
Il risultato ci soddisfa parzialmente, adesso dobbiamo passare alla
fase che preveda una proposta seria e vantaggiosa per tutta la
comunità Empedoclina.
Il consiglio comunale straordinario, potrà essere l’inizio di un
percorso che possa trovare una convergenza che vada oltre gli
steccati della diatriba politica, mettendo insieme le forze sane
della città e definire con chiarezza la destinazione d’uso dell’area
Italcementi e la ricaduta economico-sociale in favore di Porto
Empedocle.
La gestione e pianificazione del territorio, la progettazione dello
spazio urbano,le sue modificazioni, gli aspetti relativi alle
componenti di carattere ambientale quali aria, acqua, rumore,
geologia e rifiuti sono di esclusiva competenza dell’amministrazione
comunale che dovrà rafforzare attraverso progetti e proposte la
sovranità del territorio.
La Cisl invita pertanto tutte le forze politiche, le associazioni, le
forze economiche e sociali a conclusione del Consiglio comunale a
sottoscrivere un documento unitario, di indirizzo che diventi il
punto di partenza per la rinascita dell’area industriale a Porto
Empedocle.
Segretario Generale Filca Cisl Segretario Territoriale Cisl
Franco Iudici Maurizio Saia
Maurizio Saia

“Il calcio e’ cambiato, i tempi sono cambiati, la crisi economica continua a mordere. Viviamo in uno stato di guerra. A me sembra di essere in Libano quando la gente attraversava la strada sotto il tiro dei cecchini. Entro la fine di marzo cedero’ la societa’ a un fondo di investimento americano. I cinesi dovevano farsi vivi dopo il loro Capodanno, caduto il 28 gennaio. Non li ho piu’ sentiti”. Cosi’, sulle pagine del ‘Corriere dello Sport’, il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini. “Quando vado a Palermo, incontro gente che mi vuol bene e mi ringrazia per cio’ che ho fatto – spiega il numero uno del club siciliano – Non ho mai perso la speranza della salvezza. Il pareggio di Napoli e la vittoria sul Crotone alimentano questa speranza e non e’ un caso che, ad incarnarla, sia Nestorovski. Quanto vale oggi? L’abbiamo pagato 500 mila euro, ora il cartellino oscilla fra i 15 e i 20 milioni. Nestorovski e’ una scommessa vinta. Me l’aveva segnalato un amico che vive in Croazia, lo stesso che ci ha messo sulle tracce di Traikovski e di Posavec. La verita’ e’ che i nostri guai sono cominciati con Schelotto. Nel campionato scorso, dopo la rottura con Ballardini, avevo puntato sul tecnico argentino che pero’ non riusci’ a resistere al richiamo del Boca. Da li’, la situazione e’ diventata sempre piu’ complicata”. Zamparini non ce l’ha con l’argentino. Ce l’ha con chi lo insulta: “Oggi, purtroppo, in Rete non ci sono controlli, imperversano la violenza verbale, la cattiveria, l’incultura sportiva. I tifosi del Verona hanno applaudito la loro squadra il giorno in cui e’ retrocessa in serie A e la stessa scena si ripete in Premier League. Questo si chiama rispetto, fair play, educazione”. “Nei miei quindici anni – prosegue Zamparini – ho speso per il Palermo 100 milioni di euro e le cessioni si sono rese necessarie perche’ imposte dalle ragioni di bilancio, sulle quali non e’ ammessa l’ignoranza. I tanti allenatori licenziati? In trent’anni fra A e B, c’e’ stato anche chi ha lavorato per tre anni con me: Novellino. E poi ho lanciato Ventura, Spalletti, Zaccheroni, Gasperini. E comunque, non e’ vero che li ho sempre cacciati io: Ballardini si e’ autoesonerato dopo la lite con Sorrentino; ma De Zerbi l’ho tenuto, sebbene avesse perso sette partite di fila in casa e l’ho esonerato dopo l’eliminazione dalla Coppa talia con lo Spezia; Prandelli al Venezia era rimasto anche dopo 4 ko consecutivi”. E ancora: “Io non sono un impiccione. Io sono uno che sa di calcio e da’ consigli. Quando la squadra perde, io divento matto. Un presidente serve solo a metterci i soldi e stop? Io amo avere un contatto giornaliero con il mio tecnico, cosa che faccio con Lopez e non accadeva con De Zerbi”. Capitolo Corini: “Si e’ ritrovato in una situazione molto difficile. Era arrivato come il salvatore della patria, non e’ riuscito a salvarla”. Infine, sul ‘no grazie’ di Veltroni alla presidenza della Lega: “E’ una persona seria e affidabile, ma ha un colore politico. L’avrei visto meglio come presidente della Figc. Comunque, non e’ piu’ un mio problema: in marzo vendo il Palermo agli americani”.

Essere figli e fratelli di mafiosi non significa automaticamente ereditare questa “qualità”: la sezione misure di prevenzione della Corte d’appello di Palermo accoglie l’istanza di riparazione per ingiusta detenzione, presentata da Francesco Eucaliptus, 36 anni, e gli assegna 61 mila euro a titolo di risarcimento.
Nel 2005, quando non aveva ancora compiuto i 24 anni, Eucaliptus, figlio del boss di Bagheria (Palermo) Nicolo’ e fratello di un altro personaggio della cosca, Salvatore Eucaliptus, rimase 254 giorni in carcere, nell’ambito dell’operazione Grande Mandamento, contro i fiancheggiatori di Bernardo Provenzano.
Scarcerato per mancanza di gravi indizi, venne poi comunque condannato a un anno e quattro mesi, non piu’ per il reato che gli era stato originariamente contestato, l’associazione mafiosa, ma per favoreggiamento reale. La sentenza divenne definitiva ma fu cancellata grazie alla revisione (i legali dell’uomo portarono nuove prove di non colpevolezza), accordata dalla Cassazione nel 2014: immediata l’istanza di risarcimento, presentata dagli avvocati Roberto Tricoli e Luigi Miceli, e i giudici l’hanno accolta, sul presupposto che, benche’ appartenente a una famiglia (di sangue) di mafia, non e’ stato dimostrato il contributo che Francesco Eucaliptus avrebbe dato alla famiglia di Mafia di Bagheria.

“Sardasalata” alla conquista di Milano. L’imprenditore Giuseppe Patti, titolare della rinomata pizzeria licatese ha deciso di intraprendere una nuova avventura. Un locale a San Donato Milanese.. Dopo il successo riscontrato, dunque, nuovi mercati all’orizzonte per il gusto di matrice agrigentina.