Febbraio 2017 - Pagina 55 di 101 - Sicilia 24h
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Ci sono quattro imprenditori agrigentini, tutti del versante della “montagna” (Cammarata – San Giovanni Gemini) tra i 25 arrestati di stamani nell’ambito di una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha smantellato l’apparato affaristico – mafioso della cosca Piromalli.
Gli imprenditori agrigentini arrestati (tutti ai domiciliari) sono: Francesco Migliore, 56 anni; Filippo Migliore, 47 anni, ex presidente del Kamarat calcio ed ex consigliere comunale, entrambi di Cammarata; Alessio La Corte, 33 anni e Vito La Greca, 39 anni entrambi di a Santo Stefano Quisquina, ma il primo residente a Cammarata ed il secondo a San Giovanni Gemini, già raggiunti da provvedimento di fermo nel gennaio scorso.
Oggi, infatti, personale del comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria – sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria – ha eseguito in Calabria, Sicilia e Lazio un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 25 soggetti, responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici, anche aggravati dalle modalità mafiose.
I provvedimenti giudiziari eseguiti rappresentano l’epilogo delle investigazioni condotte dal Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) del Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Cumbertazione”, nel cui contesto sono stati approfonditi i profili imprenditoriali della criminalità organizzata operante nella piana di Gioia Tauro nel settore degli appalti pubblici, nonché accertati legami di connivenza con funzionari pubblici del Comune di Gioia Tauro e dell’Anas.
In tale quadro, lo scorso 19 gennaio sono stati eseguiti, su disposizione della richiamata Direzione distrettuale antimafia, 27 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, oltre 150 perquisizioni di persone fisiche e giuridiche nonché 44 sequestri preventivi d’azienda per un valore complessivo pari a 224 milioni di euro.
Le indagini, in particolare, hanno accertato il diretto coinvolgimento del gruppo imprenditoriale Bagalà, che, sfruttando l’appartenenza alla nota cosca Piromalli, ha costituito e consolidato negli anni una posizione di assoluto predominio nel settore degli appalti pubblici in Calabria, riuscendo sistematicamente a turbare almeno 27 gare indette da plurime stazioni appaltanti (tra cui i Comuni di Gioia Tauro e Rosarno, la Provincia di Reggio Calabria – Stazione unica appaltante, l’Anas, ecc…) nel periodo 2012/2015 per un valore complessivo superiore a €. 90.000.000.
L’illecito modus operandi – posto in essere grazie anche ai rapporti corruttivi con funzionari appartenenti alle medesime stazioni appaltanti nonché all’operato di diversi professionisti collusi – ha consentito di sviare il regolare svolgimento delle gare pubbliche mediante la costituzione di un cartello composto da oltre 60 società che, attraverso la presentazione di offerte precedentemente concordate, è stato in grado di determinare l’aggiudicazione degli appalti a una delle imprese della cordata.
Proprio sotto tale profilo, nel corso delle indagini è stata individuata una cerchia di soggetti risultati pienamente inseriti in quella organizzazione che gli indagati, negli stessi dialoghi intercettati, hanno definito la “Cumbertazione” (termine dialettale utilizzato per indicare un’associazione “chiusa”).
Accanto al nucleo essenziale della famiglia Bagalà – in particolare dei fratelli Giuseppe cl. ‘57 e Luigi cl. ‘46, nonché dei rispettivi figli Francesco cl. ‘90 e Francesco cl. ‘77 – sono stati individuati ulteriori soggetti con ruoli chiave nel sistema di controllo degli appalti, tra i quali, in primis, Giorgio Morabito, originario di San Giorgio Morgeto (Rc), già attivo nel settore degli appalti di lavori pubblici ed affiliato alla cosca Piromalli, nonché l’ing. Pasquale Rocco Nicoletta e la sorella di questi, Angela Nicoletta, anch’essa parte del sodalizio criminale e testa di ponte della cosca Piromalli all’interno dell’amministrazione comunale di Gioia Tauro.
Quest’ultima, in particolare, quale dirigente del settore Lavori pubblici del menzionato Comune, nonché presidente delle commissioni di gara cui partecipavano le imprese appartenenti al richiamato “cartello”, forniva informazioni riservate e suggerimenti tecnici indebiti, nonché si attivava, a richiesta di Francesco Bagalà cl. ’77, per differire i termini di consegna delle offerte ogni qualvolta l’associazione criminale non fosse stata in grado di rispettare il termine di presentazione dell’offerta.
Sono stati inoltre accertati ripetuti episodi di corruzione dell’ingegnere dell’Anas Giovanni Fiordaliso, direttore dei lavori relativi alla realizzazione dello svincolo autostradale di Rosarno, il quale, in cambio di utilità indebite da parte della famiglia Bagalà – consistite in soggiorni gratuiti a Taormina e Firenze e nel regalo di orologi Rolex – forniva a Bagalà Francesco cl. ’77 informazioni riservate nonché il format del file Anas con il relativo logo. In virtù di tali elementi i professionisti di fiducia del menzionato Bagalà compilavano la “relazione riservata del direttore dei lavori” che veniva fatta propria dal Fiordaliso con l’apposizione della propria firma.
Lo stesso Fiordaliso, inoltre, si attivava ripetutamente per favorire le imprese dei Bagalà. A tal fine, faceva pressioni su una dipendente Anas affinché venisse accelerata la procedura di firma dei Sal (Stato avanzamento lavori); perorava – dissimulando di agire nell’interesse della stazione appaltante Anas cui voleva evitare un oneroso contenzioso – la causa dell’impresa, cercando di spingere i competenti funzionari dell’Anas ad attivare la procedura finalizzata a giungere ad un accordo bonario il più possibile remunerativo per l’appaltatore, ciò al fine di consentire ai Bagalà di recuperare il forte ribasso offerto in sede di aggiudicazione della gara; cercava di convincere il consulente tecnico dell’Anas, appositamente nominato dall’Ente per la risoluzione della stessa controversia, a rinunciare all’incarico.
Accanto ad essi sono state individuate una serie di ditte compiacenti aventi sede in Calabria, Lazio, Sicilia, Campania e Toscana a cui venivano fatte presentare le offerte secondo importi che avrebbero automaticamente garantito l’aggiudicazione ad una di esse.
In taluni casi, le predette imprese, scelte in ragione dei propri requisiti tecnici ed economici (come nel caso dei gruppi Cittadini e Barbieri), si sono prestate a partecipare fittiziamente alle gare, singolarmente o in Ati o Rti, per conto dell’organizzazione (ricevendo in cambio una percentuale che variava dal 2,5% al 5% sull’importo posto a base d’asta, al netto del ribasso); in altri casi, le stesse hanno presentato offerte fittizie, ricevendo in cambio, ad esempio, la garanzia che l’organizzazione, a sua volta, avrebbe presentato offerte fittizie per appalti di loro interesse così aiutandole ad aggiudicarsi le relative gare.
In questo sistema, sostenuto da un collante composito fatto di corruzione, imposizione ‘ndranghetistica e collusione, lo scopo perseguito dai Bagalà è stato quello di garantirsi il totale controllo del sistema delle gare pubbliche indette dalle stazioni appaltanti calabresi. Detto controllo veniva esercitato sia direttamente, mediante aggiudicazione delle gare alle proprie ditte, sia indirettamente, facendo vincere le commesse ad imprese colluse, che, per i lavori sul posto e attraverso il sistema delle procure speciali rilasciate a Giorgio Morabito e ad altri, si affidavano poi alle stesse ditte dei Bagalà. Anche laddove il richiamato cartello non fosse riuscito vincitore, infine, venivano messe in atto manovre – sotto forma del subappalto o della procedura di nolo – al fine di controllare in maniera diretta la gara.
Il vantaggio derivante in capo all’organizzazione criminale è stato molteplice.
Da un lato, quello economico, direttamente derivante dall’esecuzione dell’appalto “per procura”; in secondo luogo, quello di favorire gli altri imprenditori mafiosi operanti sul territorio di esecuzione dei lavori, così da aumentare il prestigio dell’organizzazione, creare sinergie, consenso ed alleanze; in terzo luogo, vi è il vantaggio – in termini di visibilità mafiosa – di eseguire tutti i lavori in un territorio come, ad esempio, quello di Gioia Tauro, rafforzando così la posizione della cosca Piromalli. Infatti, la gestione dei cantieri locali permette anche l’assunzione delle maestranze imposte dalle famiglie ‘ndranghetistiche competenti per territorio, così ulteriormente permettendo all’organizzazione di creare un sistema per cui – secondo le stesse parole di Giuseppe Bagalà cl. ’57 – “tutti sono contenti”.
Per ottenere tali benefici, l’organizzazione ha curato anche i rapporti con le cosche di ‘ndrangheta competenti in relazione al luogo di esecuzione dei lavori, riconoscendo loro la tradizionale “tassa ambientale” del 3%.
L’operato illecito, inoltre, ha interessato anche la fase più propriamente esecutiva delle opere in quanto, in alcune gare, sono state apportate varianti non autorizzate al progetto ed è stato riscontrato l’utilizzo di materiale scadente e/o di qualità diversa rispetto a quella prevista nel capitolato di appalto.
In esito a tali attività ed alla luce delle ulteriori risultanze investigative acquisite dai militari operanti in sede di perquisizione, il competente Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria – su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria – ha emesso appositi provvedimenti cautelari eseguiti in data 13.02.2017 nei confronti dei seguenti soggetti:
BAGALA Luigi, nato il 13/05/1946 a Gioia Tauro (RC) – custodia cautelare in carcere;
BAGALÀ Giuseppe, nato il 19/03/1957 a Gioia Tauro (RC) – custodia cautelare in carcere;
BAGALÀ Francesco, nato il 13/03/1977 a Gioia Tauro (RC) – custodia cautelare in carcere;
BAGALÀ Francesco, nato il 4/01/1990 a Gioia Tauro (RC) – custodia cautelare in carcere;
MORABITO Giorgio, nato il 27/10/1974 a Taurianova (RC) – custodia cautelare in carcere;
NICOLETTA Pasquale Rocco, nato il 30/04/1968 a Taurianova (RC) – custodia cautelare in carcere;
NICOLETTA Angela, nata il 19/07/1964 a Taurianova (RC) – custodia cautelare in carcere;
CITTADINI Carlo, nato l’08/06/1975 a Roma (RM) – custodia cautelare in carcere;
BARBIERI Giorgio Ottavio, nato il 29/04/1976 a Roma (RM) – custodia cautelare in carcere;
ZULIANI CRISTIANO, nato il 12/08/1980 a Roma (RM) – custodia cautelare in carcere;
FIORDALISO Giovanni, nato il 01/02/1978 a Reggio Calabria (RC) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
DELLA FAZIA Ettore, nato il 21/07/1960 a Dogliola (CH) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
MIGLIORE Francesco, nato il 23/07/1961 a Palermo (PA) residente a Cammarata – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
MIGLIORE Filippo, nato il 20/07/1969 a Cammarata (AG) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
LA CORTE Alessio, nato il 20/05/1984 a Santo Stefano Quisquina (AG) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
LA GRECA Vito, nato il 04/08/1978 a Santo Stefano Quisquina (AG) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
FEDELE Santo, nato l’01/11/1954 a Varapodio (RC) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
FEDELE Francesco, nato il 22/06/1984 a Cinquefrondi (RC) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
POLIFRONI Bruno, nato il 10/10/1967 a Varapodio (RC) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
LEVA Rocco, nato il 05/08/1975 a Taurianova (RC) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
MADAFFARI Bruno, nato il 15/05/1972 a Santa Cristina D’Aspromonte (RC) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
COPPOLA Domenico, nato il 17/10/1981 a Gioia Tauro (RC) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
ZURZOLO Angelo, nato il 14/04/1968 a Taurianova (RC) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
CASTIGLIONE Gaspare, nato il 28/07/1971 a Reggio Calabria (RC) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
PELLEGRINI Mirko, nato il 16/11/1978 a Roma (RM) – obbligo dimora.

Ora di pranzo. Apri la tv per ascoltare il tg delle 13.La notizia sconvolgente (battuta da tutti i tg) è quella che riguarda il neo Sindaco di Roma Virginia Raggi. C’è un repertorio fisso usato per difendere il sindaco di Roma Virginia Raggi, e ormai abbiamo imparato a conoscerlo. Si tratta perlopiù di trucchi semplici da smontare, ed eccoli qui,scrive Daniele Raineri  su il Foglio.Ed ancora :muggiscono tristi le vacche frisone nella stalla della tenuta agricola di Castel Di Guido. Forse sanno che il Comune di Roma vuole sbarazzarsi di loro: asta pubblica per rimpinguare le casse capitoline,scrive il quotidiano Libero.Ed ancora:  – È entrata in Campidoglio da trionfatrice, con il sogno di guarire Roma da mali annosi. Ma, fra dimissioni di pezzi della giunta e inchieste giudiziarie, il suo governo della Capitale si è trasformato in una “via crucis”, una sequela di inciampi e cadute sotto il peso di una responsabilità forse troppo grande per lei. Ed ancora :l’assessore Paolo Berdini contro Virginia Raggi: “È impreparata”. Poi parla di intervista rubata. Raggi: “Mi aspetto smentita scrive L’Huffington Post.Chiude per oggi il giornale Libero: patata bollente, la lettera disperata dell’assessore bollito alla Raggi.Domani provo ad ascoltare un altro TG,magari ci saranno notizie importanti, forse si parlerà di povertà. Forse diranno che non è normale che in un periodo di deflazione cresca sensibilmente il numero di quanti non possono garantirsi uno standard di vita accettabile. Nel 2015 il numero delle famiglie povere è quasi raddoppiato, arrivando a 1.582.000. Forse diranno che  Il Mezzogiorno è ancora l’area più esposta e che quasi la metà dei residenti nel Mezzogiorno risulta a rischio esclusione sociale. Forse parleranno di diseguaglianza dei  redditi sopra la media d’Europa.Forse parleranno dei giovani senza lavoro. C’è chi ancora chiede la paghetta ai genitori e chi vive, a trent’anni, nella propria“cameretta”; chi non lavora da tempo e chi si accontenta di lavoretti, nel migliore dei casi, sottopagati; chi si organizza il futuro all’estero e chi è già partito; chi abbandona gli studi e chi fa i salti mortali per pagare un affitto.Forse parleranno di lavoro e precarietà. Nel 2017 sparisce l’indennità di disoccupazione per alcuni lavoratori precari che hanno perso o perderanno il posto quest’anno. Si tratta della Dis-Coll, (sigle sempre più lontane dalla lingua italiana) istituita in via sperimentale nel 2015 a favore dei collaboratori coordinati e continuativi, i famosi “co.co.co”, anche a progetto, e prorogata nel 2016. Forse si parlerà del grande problema della “munnizza” ,degli operatori ecologici,costretti a scioperare per ottenere in tempi “utili”lo stipendio.Forse,finalmente,si parlerà del tanto decantato progetto “scuolebelle” (13000 lavoratori) costo settimanale per le tasche degli italiani di € 7.627.911 contro i € 5.054.494 (assumendo  tutti i lavoratori come ATA, direttamente nelle Scuole), costerebbe meno di quello che costa il mantenimento dei livelli occupazionali in appalto con un sistema che ha segnato un peggioramento evidente della qualità e sicurezza del lavoro e della gestione e qualità dei servizi.Forse si parlerà del lato nero del sistema degli appalti nelle scuole pubbliche,degli scandali che hanno visto coinvolto un sottosegretario. Forse si parlerà dell’inchiesta per mafia (e spaccio) nell’ambito degli appalti degli ospedali che ha coinvolto ,portandola al commissariamento giudiziario, una coop.affidataria di appalti Consip nella Scuola.Forse parleranno del “cartello” delle Coop.(hanno violato le regole italiane e europee della concorrenza)  sanzionato dall’Autorità Garante della concorrenza,sanzionati con un paio di milioni di euro.Il giorno dopo,le settimane dopo scorro i tg .Rai 1- Rai2 – Rai 3- TG5 –TG4- Italia1 – La7, che delusione,niente di tutto ciò. Chiamo il mio amico Antonio: “vuoi vedere che i problemi che affliggono gli italiani si chiamano Virginia Raggi”? Ho deciso,vedrò solo i TG di Teleacras.
Mi sovviene una frase di Giorgio Gaber: “l’informazione oggi è diventata un incessante fluire di notizie, attraente come una gigantesca soap opera. Siamo travolti da quel vortice, ma anneghiamo nei dettagli. Il troppo diventa nulla. Così per cercare di capire i fatti bisognerebbe fermare le informazioni”.
Aldo Mucci


Approda anche ad Agrigento il “Centro nazionale spettacolo” specializzato nel settore delle comunicazioni e promozioni di spettacoli di cui è fondatore ed amministratore unico Nicola Vizzini. Ad occuparsi della provincia di Agrigento, è stata chiamata Antonella Speziale che sarà coadiuvata da Vida Tarallo. “Il Centro nazionale spettacolo – spiegano gli organizzatori – è alla ricerca di nuovi visi e talenti di ogni età da inserire nel proprio database dal quale aziende, produzioni cinematografiche, case discografiche attingono quotidianamente nuove proposte e talenti per lo svolgimento della propria attività. Il tutto costituisce una concreta opportunità lavorativa per tutti coloro desiderano proporsi come modelle , modelli, attori, attrici, ballerini, ballerine, cabarettisti. Le iscrizioni sono aperte anche a tutti i minori con il consenso di entrambi i genitori. Per ulteriori informazioni è possibile inviare una mail a antonella.speziale@centronazionalespettacolo.com o chiamare il 334.3299480

Un furto in trasferta che è costato l’arresto a due donne della provincia di Agrigento. Il fatto è accaduto in un centro commerciale del nisseno dove le due donne sono state sorprese a trafugare, da un negozio di abbigliamento, della merce che stavano caricando in auto. Le due sono state fermate dai carabinieri, chiamati dal personale del negozio, e tratte in arresto in flagranza di reato.

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Secondo la saggezza degli antichi latini, fonte della nostra civiltà occidentale, “Si vis pacem, para bellum”, ossia “Se vuoi la pace, prepara la guerra”. E così è adesso in Sicilia, a Palermo, in occasione delle Amministrative, tra il candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli e Forza Italia, e tra il candidato sindaco Leoluca Orlando e il Partito Democratico. Prima tante botte e altrettante risposte, “io no, tu nemmeno, ma se io sì tu no oppure io no e tu sì.” Poi, come nelle fiabe dell’infanzia: “e vissero tutti felici e contenti”. Il centrodestra, tra Forza Italia di Gianfranco Miccichè e Cantiere Popolare di Saverio Romano, converge sull’aspirante sindaco Ferrandelli. E Miccichè e Romano spiegano il perché così: “Leoluca Orlando vende una storia che non c’è: quella sua è intrisa di politica e molto spesso non è stata buona politica. Dire no ai partiti, più che un’abiura, appare come una catarsi che vive nel momento del declino della sua esperienza. Ognuno di noi è quello che è stato. Può essere diverso, forse, in futuro ma non nel presente, cercando di camuffare ciò che porta dietro di sé. Apprezziamo invece il tentativo di chi, come Fabrizio Ferrandelli, nonostante un percorso articolato e differente dal nostro, si mostra intenzionato ad unire le forze per un progetto nuovo per la città, e non esclude quella buona politica, indicandola come una prospettiva politica – popolare ed europea, che ci piace e sulla quale intendiamo lavorare” – concludono Miccichè e Romano. E Ferrandelli apprezza e replica: “Esprimo apprezzamento per le parole dei leader delle forze politiche che si riconoscono nell’area popolare Europea. Insieme a loro, ai coraggiosi, alle cittadine ed ai cittadini palermitani e alle forze politiche che lo vorranno, continueremo a costruire il progetto politico per governare la nostra città”. E poi, in riferimento all’uso dei simboli dei partiti, Ferrandelli sottolinea: “Sarà responsabilità condivisa stabilire con quale forma presentarsi alle elezioni nel rispetto di tutte le sensibilità.” E così è in casa Partito Democratico, dove il vice segretario nazionale, Lorenzo Guerini, benedice l’accordo con Leoluca Orlando, e afferma: “A noi non interessano le polemiche e le alchimie politiche. Badiamo al sodo. Siamo impegnati a sviluppare e dare ancora maggior forza al percorso che Palermo ha intrapreso in questi anni e che è stato il frutto sia dell’impegno positivo del sindaco Orlando che di una feconda collaborazione tra l’amministrazione comunale e il governo nazionale.” Anche Orlando apprezza e replica: “La chiara posizione del Pd nazionale, espressa da Lorenzo Guerini, fornisce un grande contributo per la condivisione di un progetto in atto di rinnovamento della città e della politica, a servizio dei cittadini.”
Fonte teleacras

Un busta, con dentro un proiettile e una messaggio intimidatorio, è stata recapitata ad un nuoto avvocato penalista palermitano, Maurilio Panci. Nella missiva minacce esplicite: “Continua a fare l’infame…”. L’avvocato Panci in passato aiutò il figlio di un pregiudicato ucciso a scoprire chi fossero gli assassini del padre che furono, poi, condannati.

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Campobello di Licata, in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della pena alternativa della detenzione domiciliare emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo, traevano in arresto:

–           GAMMACURTA Angelo, classe 1986, disoccupato campobellese, pregiudicato,

dovendo il medesimo espiare la pena definitiva di anni 2poiché giudicato colpevole dei reati di lesioni personali aggravate, fatti commessi a Campobello di Licata nell’anno 2009

L’arrestato, espletate le formalità di rito, veniva condotto presso la propria abitazione in regime di detenzione domiciliare, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria mandante.

Brutte notizie per 24 lavoratori socialmente utili di Ribera. Questi ultimi, infatti,  sono stati sospesi dall’attività lavorativa presso l’Ente in quanto la convenzione tra il ministero del Lavoro e la Regione Siciliana è scaduta il 31 dicembre scorso in considearzione del fatto che gli oneri finanziari degli Asu erano a carico del Fondo Sociale per l’occupazione e la formazione.

Paura a Gela, dove una donna di 43 anni è rimasta ferita dopo che l’ascensore in cui si trovava si è staccato dal sistema di sollevamento. Il fatto è accaduto in una palazzina nei pressi dell’ospedale Vittorio Emanuele III dove la stessa è stata ricoverata. Sull’incidente indagano le forze dell’ordine. Pare che l’ascensore abbia fatto un “volo” di una ventina di metri prima di schiantarsi al suolo.