
Anni ed anni di accuse, diffamazioni, calunnie, libri, presunte collusioni, manifesti. Non c’è stata pace in questi anni per il Procuratore Aggiunto di Agrigento Dott. Ignazio Fonzo e il giornalista e direttore di sicilia24h.it Lelio Castaldo i quali sono stati abbondantemente “attenzionati” dall’avvocato agrigentino Giuseppe Arnone accusandoli di essere in combutta per emarginare mediaticamente lo stesso Arnone, i suoi comunicati e le sue trasmissioni, al cambio, secondo la “visuale” dell’avvocato agrigentino di un processo archiviato in favore del Castaldo.
Tre anni di indagini, interrogatori, produzione di documenti e quant’altro. Alla fine il Pubblico Ministero di Caltanissetta, dott.ssa Maria Carolina De Pasquale ha chiesto il rinvio a giudizio per Giuseppe Arnone per i reati di calunnia e diffamazione nei confronti di Ignazio Fonzo e Lelio Castaldo.
L’udienza è stata fissata per il prossimo 4 aprile quando il Gup David Salvucci terrà l’udienza preliminare in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio per Arnone.
Non si può parlare nemmeno di un colpo di scena perché sin dai primi momenti che è partita questa denuncia è parsa assolutamente priva di ogni ragionevole certezza. Arnone ha cercato sempre di voler dimostrare che il Procuratore Aggiunto e il giornalista fossero in combutta e d’accordo fra loro ipotizzando il reato di concussione. Una dimostrazione, però, che almeno per il Pubblico Ministero De Pasquale che ha condotto le indagini ha avuto i piedi di pastafrolla.
Arnone ha persino scritto un libro nel quale ha dedicato tantissime pagine a questa vicenda, intrisa di accuse, ingiurie e fatti che realmente non sono mai accaduti.
Abbiamo avvicinato il nostro Direttore Lelio Castaldo che per anni, insieme al Procuratore Fonzo, ha subito di tutto e di più per una vicenda che adesso sembra stia prendendo il verso giusto, della legalità, della giustizia.
Difeso dall’avvocato empedoclino Luigi Troja, dice:
“Se dobbiamo essere certosini manca ancora l’ultimo tassellino per portare a processo l’avvocato Arnone che in questi anni si è voluto divertire inventandosi di sana pianta amicizie a scopo di concussione fra me e il dott. Fonzo che non ho il piacere di conoscere se non in foto. Ci troviamo dinnanzi al più classico dei casi dove la fantasia supera abbondantemente la realtà.
Fino a qualche giorno fa Arnone sghignazzava nella sua pagina di facebook proprio su questa vicenda sottolineando che ci sarebbe stato molto da ridere. Capisco – continua Lelio Castaldo – che si può ridere non soltanto di gioia ma può anche capitare, a volte, che si possa ridere anche di dolore per una stranissima forma di nervosismo che invece di farti uscire le lacrime dagli occhi ti fa sgranasciare (libertà poetica…) a denti pieni. Non escludo che questa seconda ipotesi possa colpire proprio Arnone il prossimo 4 aprile. Nel corso di questi anni sono stato lungamente interrogato dai magistrati nisseni ed ho ampiamente dimostrato che la notizia secondo la quale io avrei tolto dal mio giornale e che riguardava Fonzo è durata, al contrario, più delle altre essendo stata collocata in secondo piano! Per quanto riguarda la mancata registrazione di una trasmissione televisiva, dopo una serie di colloqui con alcune persone ed anche il mio editore, è stato deciso testualmente di non prestare il fianco ad Arnone per accusare urbi et orbi la Procura agrigentina. Ho deciso di non registrarla e di non fare il suo gioco. Da qui le sue assai colorite conclusioni che adesso, con molta, molta probabilità lo porteranno a subire un processo. E certamente, come ha sempre “previsto” lui su libri, manifesti, comunicati e social network, ne vedremo delle belle. Su questo punto sono d’accordo con l’avvocato. Sono certissimo che ne vedremo delle belle, ma bisogna vedere chi riuscirà a sorridere per pura gioia e chi sorriderà ‘comu u babaluciu no focu’. Permettimi di usare questa forma tanto colorita quanto emblematica. Concludo: e poi Arnone si lamenta che non gli diamo spazio nel nostro giornale; cavolo in 48 ore ha avuto due primi piani!!!”