
E’ vero. Ogni campagna elettorale ha le sue peculiarità e molteplici sfaccettature che alla fine, essendo molto spesso particolari, hanno la capacità di rimanere indelebili anche per un lungo tempo.
In campagna elettorale tutto è ammissibile, ovviamente nei limiti della compostezza; l’uno che accusa l’altro, comizi infuocati, dita puntate verso gli avversari (perché tali sono e non competitori) e così via dicendo.
Guai, però, se in campagna elettorale viene a mancare quella che comunemente viene chiamata onestà intellettuale.
L’elettore, prima di ogni cosa, tra programmi ed iniziative, vuol conoscere profondamente non il politico che dovrà amministrare ma l’uomo, il suo io, la sua anima, appunto la sua onestà intellettuale.
Sembra che a Porto Empedocle c’è una sorta di scricchiolio che in questi giorni vede vacillare enormemente l’onestà intellettuale della candidata del Movimento 5stelle, la stimata professoressa Ida Carmina, persona che ho conosciuto e della quale ho apprezzato molto alcuni dei suoi pensieri.
Evidentemente, nel temporalmente ridotto incontro che ho avuto con lei (cosa che ho fatto con tutti gli altri candidati) qualcosa mi sarà sfuggito, oppure la candidata a sindaco tutto ha fatto tranne che farmi notare questo aspetto che io considero assolutamente delicato e di primaria importanza: l’onestà intellettuale.
In un recente comizio, accompagnata da alcuni deputati regionali del Movimento, la candidata Carmina si è lasciata andare abbondantemente con alcune dichiarazioni che non corrispondono affatto al vero. Si è dichiarata come il “nuovo” accusando i suoi avversari di rappresentare il vecchio del vecchio.
Partendo dal presupposto che per chi in passato è stato in politica, “il fatto non costituisce reato”, ma una bugia raccontata sopra un palco dinnanzi a tante persone è e rimane sempre un fatto antipatico e molto poco leale.
Forse la candidata del Movimento avrà perso la cognizione del tempo. Per lei, probabilmente, 10 anni sono come dieci secondi, o giù di li. Durante il comizio avrà sicuramente dimenticato di dire, prima ai suoi deputati e poi all’elettorato, che il suo nome già nel 2006 compariva fra gli iscritti dell’allora “Margherita”, come si può evincere dal tabulato nazionale che in alto pubblichiamo.
Ribadiamo ancora una volta che tale circostanza, dimenticata dalla Carmina, non costituisce reato ma rappresenta, però, un brutto gesto verso quella gente, la quale, posizionata sotto il palco, più che sentire castronerie vorrebbe capire qualcosa relativamente al futuro della propria città, già abbastanza malandata e maltrattata.
La candidata Carmina, nel corso dello stesso comizio, oltre che a spacciarsi falsamente per il nuovo che avanza, colta probabilmente da violentissimi vuoti di memoria, ha anche dimenticato di dire ai suoi parlamentari ed all’elettorato che il marito (persona perbene) in passato è stato candidato nelle liste dell’Udc e il fratello (persona perbene) è stato assessore della Giunta Firetto, quota Cimino. Quota Cimino, professoressa Ida, quota Cimino. Di Cimino la candidata a sindaco ha riferito solo qualcosa ai suoi parlamentari, guardandosi bene, però, di aggiungere che suo fratello è stato per tanto tempo legatissimo all’onorevole empedoclino.
Noi continuiamo a dire che di tali circostanze non ci scandalizziamo affatto; semmai, rimaniamo basiti quando la sentiamo urlare e gridare allo scandalo mentre punta il dito contro gli altri. Uno scandalo inesistente, tanto falso quanto inopportuno, che rischia di trasformarsi per lei in un vero e proprio boomerang.
Il vuoto assoluto di memoria ha continuato quando la candidata ha omesso di ricordare ai suoi parlamentari e all’elettorato che un anno fa brindava e glorificava alla elezione di Lillo Firetto quale sindaco di Agrigento, considerandolo uno che tanto bene aveva fatto nei confronti della città empedoclina.
Insomma una famiglia infarcita fino all’osso dentro la politica, militante e anche attiva dal punto di vista amministrativo.
Perché raccontare una balla spaziale ad un elettorato che, però, conosce di Porto Emepedocle uomini, donne e cose. Proprio mezzu a marina doveva raccontare queste barzellette? Avesse detto questa cose a Pontremoli, forse qualcuno ci avrebbe creduto.
Mancano pochi giorni al termine di una campagna elettorale che, forse, si sta avvelenando più per le cazzate raccontate al popolo empedoclino che per altri ben più nobili motivi.
Nei prossimi comizi e, quindi nei prossimi giorni, consigliamo alla candidata Carmina, fraternamente e vivamente, di pranzare e cenare con abbondanti porzioni di pesce, soprattutto orate, sgombri e alici che tanto bene fanno alla memoria. E se con queste prelibatezze marine facesse anche colazione non sarebbe assolutamente male.
Non fosse altro perché tornerebbe in lei quel pizzico di onestà intellettuale che certamente merita ma che in questi giorni ha messo maldestramente da parte.
In bocca al lupo, profe!