
E’ trascorso un mese. La prima Assemblea dei soci al Consorzio universitario di Agrigento, il 3 maggio, e il giorno successivo, il 4, scade il termine perentorio entro cui presentare l’ offerta formativa per l’ anno accademico 2016 – 2017 all’ Università di Palermo. L’ex Provincia di Agrigento, socio di maggioranza, non si presenta, e la seduta è deserta, a vuoto. Il secondo tentativo il 13 maggio, e l’ ex Provincia, rappresentata dal commissario Barberi, partecipa all’ Assemblea ma il suo non è un sì e nemmeno un no. Nel frattempo, il Consiglio di Amministrazione dell’ Università di Palermo cancella i corsi di laurea di Giurisprudenza, Architettura e Beni culturali al Polo universitario di Agrigento, costretto solo con due corsi, il triennale di Servizi sociali e Archeologia. Il terzo tentativo ancora un venerdì, il 20 maggio. L’ avvocato Barberi, che è il commissario dell’ ex Provincia ma che è anche l’ ambasciatore del Governo regionale, che ha tradito la promessa agli agrigentini di versare gli 800 mila euro all’ anno al posto dell’ ex Provincia, non scioglie la riserva. Barberi non conferma nè ritira l’ atto di recesso da socio di maggioranza al Polo universitario. Il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, si infuria, e si rivolge così al commissario Barberi : “L’ ha finiri di chiacchierari”…intervento video… Il Comune di Agrigento ha confermato la sua quota, 150 mila euro, e l’impegno politico alla sopravvivenza e al rilancio dell’ Università di Agrigento. Adesso, alla quarta assemblea del mese, venerdì 27 maggio, anche la Camera di Commercio di Agrigento, presieduta da Vittorio Messina, ha manifestato ufficialmente la stessa intenzione, accolta all’ unanimità, confermando il contributo annuale di 50mila euro. L’ ex Provincia, anzi, le menzogne del Governo regionale, sono fuori dal Consorzio universitario di Agrigento. I soci sono alla ricerca di soggetti privati, imprenditori, fondazioni, associazioni, e così anche altre università, pubbliche, private, miste e partecipate, al fine di ampliare il raggio societario e, soprattutto, territoriale dell’ Università agrigentina, inseguendo il traguardo di renderla azienda, e quindi a gestione aziendale, assurgendo a Polo universitario della Sicilia centro – meridionale, e instaurando un confronto con l’ Università di Palermo sulla compartecipazione alle spese. E’ una battaglia, difficile e insidiosa, ma l’alternativa è solo una rovinosa e mortale ritirata.