
Ci mancava solo lui.
Prima Ciancimino junior, poi Tuzzolino, adesso Paolo Ferrara.
Un trittico non perfettamente idoneo a compiere atti riconosciuti dalla legge. Anzi, tutt’altro. Impossibile che solo noi comprendiamo che Ciancimino junior, quando parla e nella maggior parte dei casi, è peggio di pinocchio. Nemmeno Santoro Michele, noto giornalista italiano, gli può più dare credito; ma non per mancata fiducia in lui ma per il semplice fatto che per adesso il Santoro nazionale è messo ai lati del ring. Vedrete che appena tornerà in tv il primo ad essere ospitato sarà proprio Massimo Ciancimino.
Tuzzolino è l’uomo del giorno, pardon il pentito del giorno. Parla talmente tanto, peggio di un fiume in piena, che i suoi racconti sembrano accarezzare le favole di Collodi o i cartoni di braccio di ferro.
Ha dichiarato di avere rapporti personali con Matteo Messina Denaro, ricercato da tutte le polizie del mondo e che in passato (per fare qualche squallido esempio) ha parlato di tangenti versate con assegni o cose simili. Immaginate una tangente pagata con un assegno? E’ riuscito a destabilizzare anche i giudici che lo interrogavano, creando imbarazzo e incredulità.
La premessa è d’obbligo: ben vengano dieci, cento, mille pentiti che squarciano verità impossibili da scoprire. Purchè siano verità! Non ci si può parare il culo, ottenere la protezione e rimanere fuori per convenienza dopo avere trascorso un pezzo della propria vita a delinquere. Questo meccanismo non funziona più; è misero, disumano, di pessimo gusto.
Chi gode anche della protezione dello Stato è Paolo Ferrara, ex sindaco di Porto Empedocle. Anche lui, come tanti, ha deciso di saltare il fosso e passare dalla parte dei racconti.
Tutti noi gli paghiamo la scorta dopo che anni fa, all’epoca del suo splendore, ne ha fatte do cotte e di crude. Ne ha fatte talmente tante che ad un certo punto della sua vita ha dovuto denunciare i suoi aguzzini estortori perché proprio non ce la faceva più. Ma per arrivare a tanto, però, un motivo ci sarà stato? Perché un funzionario di banca ad un certo punto della sua vita, serena, apparentemente tranquilla e con una famiglia meravigliosa alle spalle, si è rivolto agli usurai?
Da anni, e precisamente da quando è scomparso dalla scena politica, si è messo in testa di fare arrestare tutto e tutti. Anche le pietre. Una sorta di Tuzzolino due, dei poveri, però.
Ha preso come modello il rigassificatore di Porto Empedocle, dove attorno ai cilindri di acciaio ruotano milioni e milioni di euro. Cosa volete che sia un solo milione di euro da “predisporre” a favore di una classe politica che a suon di quattrini doveva dire sempre si alla costruzione della bomba atomica empedoclina?
Un bel piatto ricco di fango (e di soldi) dove poter azzannare chiunque, da destra a manca e accusare una classe politica che lo ha semplicemente abbandonato dopo avere scoperto che per lui la politica era qualcosa di circense.
Dunque, adesso ve la faccio pagare io, avrà pensato Paolo Ferrara; ed ha cominciato a parlare, parlare, parlare fino a sfiancare da almeno una decina di anni anche chi lo ha interrogato con tanta pazienza e tanta attenzione.
Facile dire che Mario Rossi è un figlio di puttana, spaccia droga e si fotte le tangenti. Ma occorrono riscontri con le contropalle per andare a vedere se veramente la mamma del Rossi ha svolto in passato il mestiere più antico del mondo, se Rossi ha spacciato droga e se Rossi si è pappato le tangenti. Buttare fango su chicchessia (e stiamo parlando di fango e non di verità) fa parte di uno squallore talmente infimo che fa venire il rigetto solo a parlarne.
Con tanti soldi in ballo viene facile parlare di tangenti, di politici, di schifo. E fin quando la sottoscrizione di un giudice per le indagini preliminari di Palermo, dottoressa Alessia Geraci, sosterrà che nelle parole di Paolo Ferrara non ci sono assolutamente riscontri, per noi l’ex sindaco empedoclino è solo un cialtrone che butta fango per vendette assolutamente personali, politiche e di bassissima lega.
Nell’inchiesta sul rigassifigatore, infatti (che vada avanti a tremila giri), sono state inserite le dichiarazioni di Ferrara che accusa una serie di politici di avere intascato una mega tangente di un milione di euro al fine di favorire la realizzazione del rigassificatore a Porto Empedocle. Molti di loro, tra l’altro, sono candidati a sindaco nelle imminenti prossime amministrative empedocline.
Per maggiore chiarezza: La vicenda riguarda il rigassificatore a Porto Empedocle e la presunta tangente Enel da un milione di euro da versare ai politici per favorire il progetto di realizzazione del rigassificatore. Il caso, riportato in anteprima dal settimanale Grandangolo, che ha specificato come la vicenda giudiziaria della tangente non ha trovato riscontro mentre i Pm della Dda di Palermo, per reati che vanno dalla violazione di sigilli alla frode in pubbliche forniture hanno chiesto la cattura di 10 persone e l’obbligo di firma per un’altra. Richiesta che non è stata accolta dal Gip, Alessia Geraci, e che ha indotto i pubblici ministeri della Dda a presentare ricorso.
Uno dei candidati, Antonio Sinesio, ha chiesto anche l’annullamento delle prossime elezioni, spiegando testualmente: “Sconcertato dalla notizia che tende a delegittimare la mia persona, noto un pesante inquinamento nell’imminente campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale e per la elezione del nuovo sindaco, ragion per cui invito il Ministro dell’ Interno e il Prefetto di Agrigento di valutare la opportunità di sospendere e rinviare le predette consultazioni elettorali”
Ci chiediamo adesso il perché di tutto questo fango (fino a prova contraria, precisiamolo mille volte) su questa gente? Perché tanto schifo in dichiarazioni che non hanno alcun riscontro giudiziario? Perché tanto livore nei confronti del mondo politico? Solo perché viene facile attaccarlo perché sono tutti delinquenti, disonesti e ladri? No, no, così non va assolutamente.
Che facciamo adesso?
E’ il Tribunale di Palermo che non sa leggere le carte? E’ il Gip Alessia Geraci che non capisce una mazza? Oppure che Paolo Ferrara è un minchiataro che vuole vendicarsi non si sa di chi o di che cosa?
Ai lettori, e non ai posteri, l’ardua sentenza!
Ed ecco i nomi degli indagati: custodia cautelare in carcere a carico di: Aurelio Cesareo, 61 anni di Catanzaro site manager della “Ingegneria e ricerca spa” (gruppo Enel); Giuseppe Luzzio, 62 anni di Viterbo, amministratore delegato di Nuove energie (gruppo Enel);; Antonio Lorenzo Poli, 52 anni di Milano procuratore della “Ingegneria e ricerca spa” (gruppo Enel); Nunzio Adesini, 32 anni di Gela amministratore delegato della ditta Mondello spa; Emanuele Mondello, 57 anni di Gela imprenditore, socio e presidente del Consiglio di amministrazione della ditta Mondello spa; Giuseppe Scariano, 64 anni di Favara proprietario e gestore di fatto della Gest quarry srl; Salvatore Scariano, 41 anni di Favara (nato ad Agrigento) proprietario e gestore di fatto della Gest quarry srl; Antonio Sgarito, 29 anni di Favara (nato ad Agrigento) proprietario e gestore di fatto della Gest quarry srl; Gaetano Sferrazza, 40 anni, di Agrigento, titolare delle quote e amministratore unico della Gest quarry srl; misura cautelare dell’obbligo degli arresti domiciliari per Francesco Torres, 30 anni, di Agrigento titolare delle quote della Gest quarry srl; misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Pg, Giuseppe Citino, 63 anni di Varapodio (Rc) residente ad Avola, impiegato presso il cantiere di Porto Empedocle, dipendente “Ingegneria e ricerca spa” (gruppo Enel).