Aprile 2016 - Sicilia 24h
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Sarà un’Akragas –Benevento del tutto informale, il match di chiusura previsto per sabato prossimo all’Esseneto. Con il pari di oggi acciuffato con cuore e determinazione, i biancoazzurri di Rigoli hanno messo il punto esclamativo sulla permanenza in Lega Pro, grazie al concomitante pareggio a reti inviolate del Catania a Pagani. L’Akragas vanta infatti una migliore posizione negli scontri diretti con gli etnei ed un’eventuale sconfitta interna con i campani sarebbe del tutto ininfluente. Il Benevento, d’altronde, battendo in casa il Lecce ha coronato in anticipo il sogno della serie B, per cui si può legittimamente pensare che l’incontro di giorno 7 maggio sarò una passerella per entrambe le squadre. Eppure al termine del primo tempo di Melfi-Akragas le cose si erano davvero messe male per l’undici di Rigoli. Tanta sfortuna contornata da errori sottoporta ed indecisioni della terna arbitrale, hanno fatto temere il peggio. I lucani, dimostratasi squadra di mediocre livello tecnico, hanno chiuso la prima frazione di gioco in vantaggio per due reti a zero, in virtù di una sciagurata autorete di Grea e di un pasticcio difensivo che ha permesso al Melfi di raddoppiare. Nel mezzo: due traverse colpite dai biancoazzurri, rispettivamente con Madonia e Zibert, in quest’ultimo caso da rivedere perché forse la palla ha oltrepassato la linea di porta; un gol prima annullato a Capuano, poi concesso dall’arbitro e successivamente riannullato per intervento della collaboratrice di linea e non è finita, perché prima del secondo gol del Melfi, Di Piazza ha avuto la ghiottissima occasione di pareggiare ma solo davanti al portiere ha sparato incredibilmente alto. Nel secondo tempo Rigoli gioca le sue carte: fuori Salandria e Dyulgerov, dentro Di Grazia e Cristaldi. Squadra a trazione anteriore e Melfi alle corde, rinchiuso nella sua metacampo a protezione del risultato. Malgrado la giornata no di Madonia e Di Piazza, l’Akragas in pochi minuti agguanta il pareggio, prima con Marino e poi con lo stesso Di Piazza messo nelle condizioni di appoggiare il pallone in porta da pochi passi. Il Melfi, calato vistosamente, prova a rendersi pericoloso ma Vono fa buona guardia. Sul finire, Zibert ha l’occasione giusta per i tre punti, ma da ottima posizione alza, ancora una volta. troppo la palla. Nei cinque minuti di recupero concessi dal direttore di gara, nessuna delle due squadre vuole affondare: il Melfi, che ha già da prima la testa ai play out, pur onorando oggi lo sport e giocando la sua onesta partita, i biancoazzurri che, invece, pensano a non subire un gol che sarebbe letale, prestando orecchio a quanto succede sul campo della Paganese dove il pari finale con il Catania, sancisce la certezza matematica della salvezza per l’Akragas, dopo un campionato sofferto, difficile, intriso di problemi e polemiche ma anche infarcito di soddisfazioni e risultati, dopo l’arrivo di Pino Rigoli a cui va, senza dubbio, il merito di avere risollevato moralmente e tatticamente una squadra che ad un certo punto sembrava decisamente allo sbando. Così come va dato merito ai giocatori di avere lottato e di avere creduto nella salvezza partita per partita.
Salvatore Curaba

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PORTO EMPEDOCLE 30 APRILE 2016- Si è svolto stamane presso la sede del coordinamento cittadino di Sicilia Futura, alla presenza dell’on. Michele Cimino, dei vertici e simpatizzanti del partito, un incontro in virtù delle prossime elezioni amministrative che interesseranno la città marinara. I presenti, nel considerare che, la scelta del candidato sindaco da parte del PD è ricaduta sulla persona di Orazio Guarraci ed essendo il movimento federato con il partito di governo, hanno stabilito di fissare un incontro con il candidato Guarraci per discutere sulle linee guida del programma sostenuto dal candidato sindaco, apportando un contributo di idee e considerazioni utili e necessarie per la rinascita socio-economica di Porto Empedocle.
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Nell’ottobre 2013 l’Ordine degli Avvocati di Agrigento pubblicava un bando di concorso pubblico , per titoli ed esami , per la copertura di due posti area b; la prova orale del concorso si svolgeva nel mese di gennaio 2015 ma la commissione esaminatrice non procedeva all’accertamento della conoscenza da parte dei candidati di una lingua straniera, nonostante tale accertamento sia obbligatorio per legge. Successivamente all’effettuazione della prova orale la commissione esaminatrice, senza una preventiva specificazione dei criteri di valutazione, procedeva alla valutazione dei titoli prodotti dai concorrenti, in tal modo violando ,sotto altro profilo , la legge che prevede che il risultato della valutazione dei titoli deve essere reso noto agli interessati prima dell’effettuazione delle prove orali. Nel mese di febbraio il Consiglio dell’ Ordine degli avvocati approvava la graduatoria formata dalla Commissione Esaminatrice; il Dr. C.F., di 38 anni, di Casteltermini, collocato in terza posizione , proponeva un ricorso davanti al TAR Sicilia, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino (nella foto) e Giuseppe Impiduglia, contro l’Ordine degli Avvocati di Agrigento e nei confronti dei due vincitori del concorso, per l’annullamento, previa sospensione, del bando del concorso, sia nella parte in cui non ha previsto l’accertamento della conoscenza da parte dei candidati di una lingua straniera, sia nella parte in cui ha previsto che la valutazione dei titoli venga effettuata dopo l’esito delle prove orali, nonchè per l’annullamento della delibera di approvazione della graduatoria e di tutti gli atti connessi e consequenziali. Già in sede cautelare il TAR Sicilia, Palermo, Sezione terza, Presidente il DR. Calogero Ferlisi, Relatore la Dr.ssa Lucia Maria Brancatelli , rilevata la fondatezza delle censure formulate dagli Avvocati Rubino e Impiduglia circa la mancata valutazione dei titoli prima dello svolgimento delle prove orali e circa l’omesso accertamento della conoscenza di una lingua straniera da parte dei candidati, aveva accolto la richiesta cautelare avanza dai difensori ai fini della fissazione del merito della controversia all’udienza pubblica del 22 marzo 2016, ordinando l’integrazione del contraddittorio nei confronti di tutti i candidati presenti in graduatoria. Da ultimo il Tar Sicilia, esaminando il merito della controversia, accertata l’integrità del contraddittorio, ha ritenuto fondate e meritevoli di accoglimento le doglianze avanzate dagli Avvocati Rubino e Impiduglia in ordine all’illegittimità del bando di concorso, con conseguente travolgimento degli atti successivi del procedimento ; ed infatti il bando, in violazione di legge, non ha previsto l’accertamento della conoscenza di almeno una lingua straniera in capo ai candidati, ed ancora ha previsto, del pari illegittimamente, che la valutazione dei titoli avvenisse solo dopo l’espletamento della prova orale. Ad aggravare la situazione, come puntualmente censurato dai difensori, vi era la circostanza che la commissione, dopo che erano già noti i punteggi attribuiti ai candidati per tutte le prove d’esame sostenute, ha discrezionalmente deciso di attribuire 0,75 punti a ciascun titolo di studio posseduto in aggiunta a quello richiesto per l’ammissione al concorso, in violazione del principio della trasparenza dell’attività amministrativa; secondo il TAR la definizione dei criteri cui attenersi nella valutazione dei titoli non può mai seguire la correzione delle prove del concorso, con conseguente fondatezza del vizio inerente il mancato rispetto delle disposizioni poste a garanzia della trasparenza della procedura concorsuale e di par condicio tra i candidati. Conclusivamente il Tar, in accoglimento delle censure formulate dagli Avvocati Rubino e Impiduglia, ha annullato il bando del concorso nella parte in cui non ha previsto l’accertamento di una lingua straniera in capo ai candidati e nella parte in cui ha previsto che la valutazione dei titoli avvenisse solo dopo l’esito delle prove orali, ed ha ritenuto illegittima la determinazione postuma dei criteri sulla modalità di valutazione dei titoli da parte della commissione esaminatrice quando erano già noti gli esiti delle prove concorsuali; in conseguenza dell’annullamento disposto dal TAR ” si impone la rinnovazione integrale del concorso, atteso che tutte le operazioni compiute devono considerarsi travolte” a seguito del mancato rispetto di previsioni legislative imperative, così come ha previsto il Tar nella motivazione della sentenza da ultimo depositata. I vincitori del concorso a questo punto dovranno essere licenziati e dovranno essere ripetute le operazioni concorsuali dopo l’approvazione di un nuovo bando di concorso da parte dell’ Ordine degli avvocati che tenga conto delle censure accolte dal Tar, a meno che l’organo giurisdizionale di secondo grado, il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la regione siciliana, laddove venga proposto appello da parte di uno dei soccombenti, non riformi la sentenza resa dal TAR; ipotesi remota attesa la presenza di numerosi precedenti giurisprudenziali favorevoli alle tesi del ricorrente.

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Il Consiglio comunale di Castrofilippo, con 12 voti favorevoli, 2 contrari ed 1 astenuto, ha approvato la mozione di sfiducia contro la presidente del Consiglio comunale, Giuseppina Sferrazza, che afferma : “Se mai ce ne fosse stato bisogno, circa l’infondatezza nella motivazione della mozione, dopo che la stessa è stata letta, e ho dichiarato aperto il dibattito, non vi è stato nessun intervento. Solo dopo le mie dichiarazioni a verbale, e quando già si era chiuso il dibattito, si è assistito a scomposti interventi ed attacchi nei miei confronti, quando le normali procedure regolamentari permettono solo gli interventi per dichiarazione di voto. Fatte queste premesse, ringrazio per l’opportunità che mi è stata data in questi anni di presiedere il Consiglio Comunale ma al contempo dissento sulla mozione basata per me su infondate motivazioni e solo su reconditi motivi riconducibili ad accordi di natura spartitoria nella gestione delle cariche istituzionali del comune di Castrofilippo e di mera natura politica. Darò mandato ai miei legali sull’opportunità di impugnare la delibera per via giurisdizionale a tutela della dignità politica della mia persona. Forte del mio consenso tra i cittadini, che mi ha visto prima eletta in assoluto, e rispettosa di questo, il mio impegno in Consiglio Comunale continua più di prima”.

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Ad Agrigento sono stati scoperti altri 9 casi di cittadini che avrebbero dirottato le acque bianche nella fognatura destinata alle sole acque nere. E ciò nelle vie Ligustro, Ariosto, Della Quercia, Rosario Di Salvo, Fiume Verdura ed in viale Leonardo Sciascia. Tale convogliamento tra acque bianche e nere, nella condotta delle nere, avrebbe più volte provocato la fuoriuscita di liquami dai pozzetti a San Leone nel tratto compreso tra la villa Sandro Pertini e la traversa Mare Nostrum, e dal pozzetto del piazzale Aster. Il sindaco, Calogero Firetto, ha firmato le ordinanze di ripristino del corretto smaltimento. (30.04.2016)

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A Sant’Angelo Muxaro, in piazza Umberto primo, nottetempo, ignoti hanno forzato un ingresso e hanno rubato all’ interno del “Bar Sport”, tra una macchinetta cambiamonete, contenente la somma di 8.000 euro circa, in banconote e monete, e che è stata svuotata nelle campagne di San Biagio Platani, e che, ritrovata, è stata restituita al proprietario, ovviamente vuota. E poi un televisore, 100 euro dal registratore di cassa, e le monete contenute in due videogiochi. Il bottino ammonta a circa 10mila euro. Indagano i Carabinieri.

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A Ribera, lunedì prossimo, 2 maggio, all’ Istituto musicale Toscanini interverrà il Sottosegretario all’ Istruzione, Davide Faraone. Alle ore 15.30, nell’auditorium si svolgerà una conferenza con Faraone, il presidente dell’Istituto,. Giuseppe Tortorici, la direttrice Mariangela Longo, il sindaco Carmelo Pace, gli altri sindaci e le rappresentanze politiche regionali e nazionali del territorio. A conclusione degli interventi è in programma una performance musicale degli studenti.

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Si informa che da Lunedì 2 maggio e fino al prossimo venerdì 13 maggio, e comunque sino al completamento delle attività, saranno presenti sul territorio comunale di Racalmuto incaricati della Girgenti Acque SpA per le attività di foto-rilevazione dei consumi idrici.
I suddetti incaricati saranno muniti di apposito tesserino e di idoneo documento di riconoscimento, sono autorizzati ad eseguire la rilevazione dei consumi idrici con foto-lettura dei contatori e non sono in alcun modo autorizzati a richiedere somme di denaro.
Si rammenta inoltre che la rilevazione dei consumi è presupposto fondamentale per una corretta fatturazione anche ai fini dell’applicazione delle nuove tariffe approvate dall’Ato Ag9.
Si ricorda infine che è obbligo degli utenti, nel loro preciso interesse ed onde consentire il reale conteggio dei consumi, lasciare il contatore libero da impedimenti per un’agevole lettura dello stesso.
E’ inoltre possibile comunicare la lettura del proprio contatore collegandosi on line all’indirizzo: www.girgentiacque.com (autolettura del contatore).
Per informazioni sulle attività di lettura:
Girgenti Acque – Tel. 09221835793 / 0922441539 – utenze@girgentiacque.com
Fax 0922.441877
Posta elettronica: info@girgentiacque.com
Pec: girgentiacque@pec.girgentiacque.it

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Ci mancava solo lui.
Prima Ciancimino junior, poi Tuzzolino, adesso Paolo Ferrara.
Un trittico non perfettamente idoneo a compiere atti riconosciuti dalla legge. Anzi, tutt’altro. Impossibile che solo noi comprendiamo che Ciancimino junior, quando parla e nella maggior parte dei casi, è peggio di pinocchio. Nemmeno Santoro Michele, noto giornalista italiano, gli può più dare credito; ma non per mancata fiducia in lui ma per il semplice fatto che per adesso il Santoro nazionale è messo ai lati del ring. Vedrete che appena tornerà in tv il primo ad essere ospitato sarà proprio Massimo Ciancimino.
Tuzzolino è l’uomo del giorno, pardon il pentito del giorno. Parla talmente tanto, peggio di un fiume in piena, che i suoi racconti sembrano accarezzare le favole di Collodi o i cartoni di braccio di ferro.
Ha dichiarato di avere rapporti personali con Matteo Messina Denaro, ricercato da tutte le polizie del mondo e che in passato (per fare qualche squallido esempio) ha parlato di tangenti versate con assegni o cose simili. Immaginate una tangente pagata con un assegno? E’ riuscito a destabilizzare anche i giudici che lo interrogavano, creando imbarazzo e incredulità.
La premessa è d’obbligo: ben vengano dieci, cento, mille pentiti che squarciano verità impossibili da scoprire. Purchè siano verità! Non ci si può parare il culo, ottenere la protezione e rimanere fuori per convenienza dopo avere trascorso un pezzo della propria vita a delinquere. Questo meccanismo non funziona più; è misero, disumano, di pessimo gusto.
Chi gode anche della protezione dello Stato è Paolo Ferrara, ex sindaco di Porto Empedocle. Anche lui, come tanti, ha deciso di saltare il fosso e passare dalla parte dei racconti.
Tutti noi gli paghiamo la scorta dopo che anni fa, all’epoca del suo splendore, ne ha fatte do cotte e di crude. Ne ha fatte talmente tante che ad un certo punto della sua vita ha dovuto denunciare i suoi aguzzini estortori perché proprio non ce la faceva più. Ma per arrivare a tanto, però, un motivo ci sarà stato? Perché un funzionario di banca ad un certo punto della sua vita, serena, apparentemente tranquilla e con una famiglia meravigliosa alle spalle, si è rivolto agli usurai?
Da anni, e precisamente da quando è scomparso dalla scena politica, si è messo in testa di fare arrestare tutto e tutti. Anche le pietre. Una sorta di Tuzzolino due, dei poveri, però.
Ha preso come modello il rigassificatore di Porto Empedocle, dove attorno ai cilindri di acciaio ruotano milioni e milioni di euro. Cosa volete che sia un solo milione di euro da “predisporre” a favore di una classe politica che a suon di quattrini doveva dire sempre si alla costruzione della bomba atomica empedoclina?
Un bel piatto ricco di fango (e di soldi) dove poter azzannare chiunque, da destra a manca e accusare una classe politica che lo ha semplicemente abbandonato dopo avere scoperto che per lui la politica era qualcosa di circense.
Dunque, adesso ve la faccio pagare io, avrà pensato Paolo Ferrara; ed ha cominciato a parlare, parlare, parlare fino a sfiancare da almeno una decina di anni anche chi lo ha interrogato con tanta pazienza e tanta attenzione.
Facile dire che Mario Rossi è un figlio di puttana, spaccia droga e si fotte le tangenti. Ma occorrono riscontri con le contropalle per andare a vedere se veramente la mamma del Rossi ha svolto in passato il mestiere più antico del mondo, se Rossi ha spacciato droga e se Rossi si è pappato le tangenti. Buttare fango su chicchessia (e stiamo parlando di fango e non di verità) fa parte di uno squallore talmente infimo che fa venire il rigetto solo a parlarne.
Con tanti soldi in ballo viene facile parlare di tangenti, di politici, di schifo. E fin quando la sottoscrizione di un giudice per le indagini preliminari di Palermo, dottoressa Alessia Geraci, sosterrà che nelle parole di Paolo Ferrara non ci sono assolutamente riscontri, per noi l’ex sindaco empedoclino è solo un cialtrone che butta fango per vendette assolutamente personali, politiche e di bassissima lega.
Nell’inchiesta sul rigassifigatore, infatti (che vada avanti a tremila giri), sono state inserite le dichiarazioni di Ferrara che accusa una serie di politici di avere intascato una mega tangente di un milione di euro al fine di favorire la realizzazione del rigassificatore a Porto Empedocle. Molti di loro, tra l’altro, sono candidati a sindaco nelle imminenti prossime amministrative empedocline.
Per maggiore chiarezza: La vicenda riguarda il  rigassificatore  a Porto Empedocle e la presunta tangente Enel da un milione di euro da versare ai politici per favorire il progetto di realizzazione del rigassificatore. Il caso, riportato in anteprima dal  settimanale Grandangolo, che ha specificato come la vicenda giudiziaria della tangente non ha trovato riscontro mentre i Pm della Dda di Palermo, per reati che vanno dalla violazione di sigilli alla frode in pubbliche forniture hanno chiesto la cattura di 10 persone e l’obbligo di firma per un’altra. Richiesta che non è stata accolta dal Gip, Alessia Geraci, e che ha indotto i pubblici ministeri della Dda a presentare ricorso.
Uno dei candidati, Antonio Sinesio, ha chiesto anche l’annullamento delle prossime elezioni, spiegando testualmente: “Sconcertato dalla notizia che tende a delegittimare la mia persona, noto un pesante inquinamento nell’imminente campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale e per la elezione del nuovo sindaco, ragion per cui invito il Ministro dell’ Interno e il Prefetto di Agrigento di valutare la opportunità di sospendere e rinviare le predette consultazioni elettorali”
Ci chiediamo adesso il perché di tutto questo fango (fino a prova contraria, precisiamolo mille volte) su questa gente? Perché tanto schifo in dichiarazioni che non hanno alcun riscontro giudiziario? Perché tanto livore nei confronti del mondo politico? Solo perché viene facile attaccarlo perché sono tutti delinquenti, disonesti e ladri? No, no, così non va assolutamente.
Che facciamo adesso?
E’ il Tribunale di Palermo che non sa leggere le carte? E’ il Gip Alessia Geraci che non capisce una mazza? Oppure che Paolo Ferrara è un minchiataro che vuole vendicarsi non si sa di chi o di che cosa?
Ai lettori, e non ai posteri, l’ardua sentenza!
Ed ecco i nomi degli indagati: custodia cautelare in carcere a carico di: Aurelio Cesareo, 61 anni di Catanzaro site manager della “Ingegneria e ricerca spa” (gruppo Enel); Giuseppe Luzzio, 62 anni di Viterbo, amministratore delegato di Nuove energie (gruppo Enel);; Antonio Lorenzo Poli, 52 anni di Milano procuratore della “Ingegneria e ricerca spa” (gruppo Enel); Nunzio Adesini, 32 anni di Gela amministratore delegato della ditta Mondello spa; Emanuele Mondello, 57 anni di Gela imprenditore, socio e presidente del Consiglio di amministrazione della ditta Mondello spa; Giuseppe Scariano, 64 anni di Favara proprietario e gestore di fatto della Gest quarry srl; Salvatore Scariano, 41 anni di Favara (nato ad Agrigento) proprietario e gestore di fatto della Gest quarry srl; Antonio Sgarito, 29 anni di Favara (nato ad Agrigento) proprietario e gestore di fatto della Gest quarry srl; Gaetano Sferrazza, 40 anni, di Agrigento, titolare delle quote e amministratore unico della Gest quarry srl; misura cautelare dell’obbligo degli arresti domiciliari per Francesco Torres, 30 anni, di Agrigento titolare delle quote della Gest quarry srl; misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Pg, Giuseppe Citino, 63 anni di Varapodio (Rc) residente ad Avola, impiegato presso il cantiere di Porto Empedocle, dipendente “Ingegneria e ricerca spa” (gruppo Enel).

I poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle, diretto dal vice questore, Cesare Castelli (nella foto), hanno intercettato, e adesso sono impegnati nelle indagini, 5 persone sospettate di avere compiuto alcuni furti in città. Due dei 5, originari di Misilmeri, sono stati sorpresi in possesso di arnesi da scasso. Gli altri 3 sono romeni, con precedenti specifici, e non hanno giustificato la loro presenza a Porto Empedocle.

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