Gennaio 2015 - Sicilia 24h
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Messina. Far convivere le religioni e inaugurare una cultura del rispetto, smontando ogni pregiudizio legato al fanatismo. E’ la giunta del sindaco Renato Accorinti che ha autorizzato a Messina il primo cimitero islamico della Sicilia. Il progetto è stato presentato il 29 Gennaio dal primo cittadino, dall’assessore ai Cimiteri, Daniele Ialacqua, dal presidente della comunità islamica di Sicilia, Kheit Abdelhafid, dal responsabile della comunità religiosa islamica italiana, Ahmad Abd al-Majid Macaluso, dal segretario della comunità islamica di Sicilia, Enrico Barbagallo, e dal presidente del centro islamico culturale di Messina, Mohamed Refaat.
L’area cimiteriale, di circa 170 metri quadrati, sorgerà all’interno del cimitero suburbano di San Filippo, campo di inumazione sul lato sud est. Essa è stata affidata in concessione per la durata di novantanove anni mediante asta pubblica da destinare alla sepoltura di ventotto/trenta defunti appartenenti ad una confessione religiosa diversa da quella cattolica dietro il pagamento di un importo a base d’asta di 25.500 mila euro» ha dichiarato Ialacqua.
Infine, resteranno i loculi dei cristiani e di persone appartenenti da altre religioni, uguali davanti alla morte nel rispetto reciproco. Cristiani e islamici solidali, senza inimicarsi i credi.
«In un paese dove ormai la libertà religiosa gioca un ruolo fondamentale nell’integrazione degli individui, dei gruppi e delle comunità religiose, la realizzazione di un’area cimiteriale da destinare alla sepoltura di defunti appartenenti alla confessione religiosa islamica, costituisce un fatto di importanza storica fondamentale che si inserisce in un contesto culturale e religioso di integrazione senza precedenti sul territorio siciliano. La città di Messina è orgogliosa di potere ospitare simile iniziativa; oggi è uno dei giorni più belli dal mio insediamento, così come mi ha fatto immenso piacere ricevere ieri un sms del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che si è complimentato per questa lodevole iniziativa. Il nostro percorso in questa direzione è in controtendenza con quanti manifestano scarso spirito di tolleranza e mancato rispetto reciproco» ha concluso il sindaco.

Dalila Ferreri

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Il vice coordinatore regionale vicario di Forza Italia in Sicilia, il senatore Francesco Scoma, interviene nell’ ambito del caso “Commissioni consiliari” al Comune di Agrigento e afferma : “Sono sempre stato, e sono ancora, fiducioso verso l’ operato dei consiglieri comunali azzurri al Comune di Agrigento. La stima personale e politica che nutro e rinnovo verso di loro è fondata sui tanti risultati concreti che hanno prodotto a favore della comunità agrigentina. Le riunioni in Commissione, peraltro con un gettone di presenza virtuosamente ridotto dagli stessi consiglieri, hanno consentito ai consiglieri di Forza Italia di interagire con l’ Amministrazione attiva e la Dirigenza comunale in ragione dei compiti istituzionali e statutari loro assegnati. Infine, le ultime risultanze numeriche, e finanziarie, non hanno rivelato abusi o eccessi criticabili”.

Martedì prossimo, 3 febbraio, ad Agrigento è stata organizzata spontaneamente una manifestazione a seguito del caso “Commissioni consiliari”. Si tratta di un corteo che attraverserà la via Atenea verso il Municipio, alle ore 17. Ebbene, l’ organizzatore della manifestazione è Giuseppe Greco, il quale afferma : “come organizzatore della manifestazione popolare del 3 febbraio, e come responsabile dell’autorizzazione alla questura per il corteo, siccome giungono varie voci sui motivi di questa manifestazione e sui rischi di propaganda elettorale per alcuni, tengo a ribadire con fermezza ciò che ho già precisato all’interno dell’evento facebook da dove è nata l’intenzione del sit-in civico: la manifestazione ha un’origine spontanea, popolare e civica. A’interno del corteo non dovranno essere presenti simboli di partiti, di associazioni di qualunque natura e di altre sigle, ma solo la semplice partecipazione dei cittadini, anche se ogni gruppo formato di persone potrà rivendicare pubblicamente la sua partecipazione all’iniziativa senza però snaturare la natura neutrale del sit-in – la manifestazione deve essere pacifica e avere toni moderati e non deve servire come strumento per campagne elettorali future per sindaci o consiglieri comunali da parte di eventuali partecipanti candidati alle prossime elezioni”.

E’ quello che è successo nella facoltà di Lettere a Catania, dove il professore Antonio Di Grado, docente di Letteratura Italiana dal 1973, è rimasto letteralmente BASITO! Il docente era intento a correggere le prove in itinere di letteratura italiana, la disciplina che insegna, ma ad un certo punto ha preferito smettere, poichè inorridito dagli strafalcioni di ortografia che gli studenti avevano  commesso. E’ scontato dire che, non avrebbero MAI dovuto operare errori simili, sopratutto quando si sceglie di intraprendere un certo tipo di percorso universitario, anche se penso che nessuno studente sia giustificato nel compiere “ORRORI” di questo tipo. Si trattarebbe addiritura di “e” senza accento, e di titoli di opere eccellenti e fondamentali della nostra letteratura completamente storpiati, come i famosi “occhi di seppia”!!!. Penso che il povero Montale si sia rivoltato nella sua tomba.

“In passato, spiega, su 50 elaborati, erano mediamente tre o quattro quelli che non raggiungevano la soglia della sufficienza. Adesso siamo al 50 per cento, e lo realizzo per la prima volta. Mai così scadenti. Sembra di leggere Frassica o Checco Zalone”.

Inoltre il professore ha dichiarato: “Ho sempre sostenuto la persistenza (e la resistenza) d’uno zoccolo duro di preparati e motivati. Ora non più, mi arrendo all’evidenza. Con sgomento, con un accorato senso di inutilità”.

Da decenni, la sua prima lezione si apre con la domanda: “Perchè vi siete iscritti in lettere?”, e pare che qualche anno fa qualcuno abbia avuto il coraggio, perchè ce ne vuole davvero tanto, di rispondere nella seguente maniera: “Per l’amore che nutro nei confronti delle materie umanitarie!” Sono sconcertata e allibita io, figuriamoci l’insegnante. A volte non riesco davvero a capire se si tratti di studenti ignoranti o di scuole inadeguate! Molti si approcciano aduno studio inutile e sterile, poichè, proiettati e accaniti soltanto a conoscere le materie e gli argomenti proposti dal proprio indirizzo di studi, ma poi completamente ignoranti su nozioni di cultura generale. I giovani di oggi sono i “nuovi poveri” , e non solo sul piano materiale. Ne è prova il fatto che intere generazioni mostrano deficit culturali e che ormai dispongono di una versione rattrappita della lingua italiana. Rabbrividisco al pensiero che queste “menti” un giorno saranno sedute dietro una scrivania ad insegnare, spero che qualcuno abbia il coraggio di fermarli, prima che sia troppo tardi!

Agrigento e il caso “Commissioni consiliari”. Lunedì prossimo, dopo Saeva, Amato e Messina, si dimetterà anche l’ex presidente del consiglio comunale, e attuale consigliere, Aurelio Trupia, che afferma : “Io avevo già proposto mesi fa di votare quattro atti cruciali, come la scelta di gestione del servizio rifiuti e i bilanci e poi dimettersi tutti. Continuare non aveva e non ha, mi confermano ora gli eventi, senso. Serve solo a continuare un tritacarne che sta tritando tutti”.

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Sergio Mattarella, originario di Palermo, primo Presidente della Repubblica siciliano. Il commento degli agrigentini. Le interviste sono in onda oggi, sabato 31 gennaio, al Videogiornale di Teleacras.
E anche un altro siciliano, un agrigentino, Claudio Lombardo, coordinatore dell’ associazione ambientalista MareAmico, è stato votato alla Presidente della Repubblica. Oggi al Videogiornale di Teleacras è in onda il video in cui la  presidente Boldrini legge il nome di Claudio Lombardo in occasione delle votazioni per la massima carica dello Stato.

La Sig.ra F.M. di 25 anni ,titolare di una costituenda microimpresa di servizi con sede in Aragona, aveva partecipato alla selezione per l’assegnazione del finanziamento destinato a sostenere le iniziative rivolte alla creazione e al rafforzamento di microimprese nei settori extra agricoli fortemente collegati alla produzione primaria del territorio. La commissione di valutazione assegnava però  al progetto presentato dall’imprenditrice aragonese un punteggio  inferiore rispetto a quello effettivamente spettante , non utile ai fini dell’inserimento nella graduatoria dei progetti ammessi a beneficiare del finanziamento; ed allora veniva proposto un ricorso davanti al Tar Sicilia contro l’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Lucia Alfieri, per l’annullamento, previa sospensione, della graduatoria definitiva delle domande di aiuto ammissibili presentate . In particolare gli Avvocati Rubino e Alfieri hanno censurato la graduatoria impugnata sotto il profilo dell’eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione,  per la mancata attribuzione di alcuni punti spettanti con riferimento alla voce “innovazione tecnologica degli investimenti” senza esternare alcuna motivazione, nonchè sotto il profilo della disparità di trattamento, atteso che la commissione ha attribuito il punteggio controverso con riferimento ad altri progetti predisposti dal medesimo progettista  corredati dalla stessa  documentazione prodotta dalla ricorrente e per medesime iniziative imprenditoriali. Si è costituito in giudizio l’Assessorato Regionale dell Risorse Agricole, con il patrocinio dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo, per chiedere il rigetto del ricorso, previa reiezione della richiesta cautelare. Il Tar Sicilia, Palermo, Sezione  Terza, Presidente F.F. e Relatore il Dr. Nicola Maisano, ritenendo fondati i motivi di ricorso formulati dagli avvocati Rubino e Alfieri, ha accolto la richiesta cautelare avanzata dai difensori ed ha ordinato all’Assessorato di riesaminare il provvedimento impugnato alla luce dei motivi di ricorso. Pertanto, laddove in esecuzione della misura cautelare disposta dal Tar verranno attribuiti alla ricorrente i punteggi spettanti, la stessa potrà realizzare una valida idea imprenditoriale, consistente nella creazione di un bed and  breakfast utile per lo sviluppo e la fruizione di itinerari rurali , nonchè per la realizzazione di parchi di divertimento utili per la creazione di filiere corte nei settori della trasformazione e della commercializzazione di prodotti tipici e tradizionali.

Interviene il difensore di Marcello Dell’ Utri, l’avvocato Giuseppe Di Peri, che ha difeso Dell’ Utri da sempre, più di 20 anni addietro, nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa, che si è concluso il 9 maggio 2014, quando la Cassazione ha inflitto 7 anni di carcere definitivi all’ex senatore di Forza Italia. L’ avvocato Di Peri lancia l’allarme sulle precarie condizioni di salute in cui versa Dell’ Utri, detenuto nel carcere di massima sicurezza a Parma, e afferma : “Marcello Dell’Utri in cella è dimagrito moltissimo, mangia poco, negli ultimi mesi ha perso più di 12 chili. È sciupato, soffre di pressione alta e di problemi di cuore”. L’ ex braccio destro di Berlusconi il prossimo 11 settembre compirà 74 anni, e ancora il suo avvocato spiega : “già quando è entrato in carcere il suo quadro clinico era preoccupante. La condizione carceraria, indubbiamente, influisce in maniera negativa sul suo stato di salute psicofisico. Dell’Utri è in una cella da solo, ma non è in isolamento. Dentro la  cella c’è anche un piccolo televisore, ma non lo può vedere perché è all’interno di una gabbia, per evitare che possa essere estratto, per problemi di sicurezza”. L’ avvocato Di Peri è stato a Parma in visita al suo assistito una decina di giorni addietro, e racconta : “dal punto di vista psicologico cerca di reagire, ma è in una condizione clinica che deve sempre tenere sotto controllo. I problemi cardiaci e di pressione, di cui soffre da tempo, sono peggiorati ulteriormente. Vede una volta alla settimana la moglie e i figli. Durante la giornata legge, e riceve tante lettere, non solo da persone che lo conoscono ma anche e soprattutto da gente estranea. Gli dimostrano tanta solidarietà e gli dicono di tenere duro. Gli scrivono da tutta Italia. Lui risponde a tutte le lettere. E poi riceve molte visite da deputati e senatori, a cui è consentito entrare in carcere per la visita ai detenuti. Dell’Utri patisce la detenzione in un regime di massima sicurezza, che è inadeguato alla sua particolare mitezza. Nel carcere di Parma c’è il gotha di Cosa nostra, fino a pochi mesi fa c’era pure Totò Riina, anche se Dell’Utri non ha alcun contatto con i detenuti al 41 bis”.

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